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(Adnkronos) - Fedez ha una nuova fiamma? Il rapper di Rozzano ha condiviso sui social la foto di una donna, senza postarne però il volto. A rivelare il suo nome è stato Chi. Secondo il magazine di Alfonso Signorini la ragazza sarebbe proprio Giulia Honegger, giovane stilista che vive a Milano. Dopo l’immagine condivisa da Fedez sui social, in cui si vede una donna sdraiata, con il volto coperto, il settimanale ha svelato nuovi dettagli. Giulia e il rapper sono stati beccati dai paparazzi in vacanza a Marina di Pietrasanta, nel nuovo stabilimento balneare di Leonardo Maria Del Vecchio, uno dei migliori amici di Fedez. Dopo una cena insieme, i due sono stati a pranzo nel ristorante della spiaggia. Come si legge su Chi, Fedez è stato fotografato anche a Milano con Giulia, “dove è andato a prenderla di sera con la sua Ferrari Roma Spider”. Nessun bacio 'rubato', tuttavia, confermerebbe la relazione tra i due. Con la presunta liason con Giulia Honegger, sono state archiviate definitivamente le voci del flirt tra Fedez e Clara, che si erano fatte insistenti dopo la recente collaborazione musicale con la hit ‘Scelte stupide’. Tra i due infatti ci sarebbe solo un rapporto professionale, come chiarito dalla stessa Clara. "No. Sono single, e non da molto", ha dichiarato recentemente la cantante, rispondendo senza esitazioni alla domanda su un presunto legame con Fedez.
(Adnkronos) - Nell’arco temporale 2019-2024, si legge nel XXIV Rapporto annuale Inps, i dipendenti privati (esclusi domestici e operai agricoli) e pubblici sono aumentati di 1,7 milioni di unità, passando da 19,1 milioni a 20,8 milioni. Lo spazio dell’occupazione femminile è aumentato, seppur molto lievemente, passando come incidenza dal 44,9% al 45,2% dei dipendenti totali. Rilevante la crescita dei giovani under 30, pari nell’intero periodo a oltre 600 mila unità (+107 mila tra il 2023 e il 2024). Ancor più significativa e importante risulta la crescita dei lavoratori non comunitari (+665 mila nel periodo, +175 mila nell’ultimo anno), che hanno mostrato un tasso medio annuo sul periodo 2019-2024 pari a quattro volte quello complessivo (6,9% rispetto all’1,7%). Dei 20,8 milioni di dipendenti del 2024, 9,26 milioni hanno lavorato per tutto l’anno e a tempo pieno (full year full time, fyft) mentre, all’opposto, 3,65 milioni hanno lavorato solo per una frazione di anno e a tempo parziale (part year part time, pypt); infine, 2,38 milioni sono stati fypt e 5,48 milioni pyft. La classificazione è necessaria e utile in quanto le diverse intensità e continuità di lavoro influiscono significativamente sulle retribuzioni annuali effettive. Quest’ultime, poi, per essere correttamente valutate, devono essere poste in relazione con la dinamica dell’inflazione, superiore al 17% tra il 2019 e il 2024, secondo i dati medi annui dell’indice nazionale dei 18 prezzi al consumo (Nic). Le cessazioni dei rapporti di lavoro, nel corso del 2024, sono state 7,71 milioni, sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente (-0,1%) e in modesta flessione rispetto al 2022 (-0,3%). Di queste, quasi 1,8 milioni sono state cessazioni da contratti a tempo indeterminato, con una variazione pari a -1,8% rispetto al 2023 e -5,7% rispetto al 2022. Nelle imprese fino a 15 dipendenti le variazioni sono state ancora più significative. Nel 2024 i beneficiari di almeno una giornata di Naspi, la principale prestazione di disoccupazione, sono risultati pari a 2,8 milioni, in crescita del 3,6% rispetto al valore dell’anno precedente, mentre nel 2023, dove si registravano 2,7 milioni di lavoratori con il sussidio, tale crescita era stata leggermente più sostenuta (4,4%) rispetto al 2022. A fronte dell’incremento dei trattamenti erogati alla conclusione sia dei contratti a termine (+4,1%), sia di quelli a tempo indeterminato (+4,5%), continua la contrazione per i rapporti conclusi di lavoro domestico (-5,8%), coerentemente con il trend in diminuzione rilevato da anni per i lavoratori del settore. Nei primi 12 anni di vita del figlio, il congedo parentale è utilizzato dal 63% delle madri e solo dall’8,3% dei padri, evidenziando un marcato squilibrio di genere. Anche la durata media differisce: 126 giorni per le madri, contro 36 giorni per i padri. Circa il 40% delle madri esaurisce i sei mesi disponibili prevalentemente nei primi anni di vita del figlio, mentre solo il 6% dei padri raggiunge il massimo previsto, con un uso più diluito nel tempo. Per entrambi i genitori, l’intensità di utilizzo del congedo aumenta al crescere della stabilità contrattuale. Tuttavia, emergono differenze legate al reddito: tra le madri, le non fruitrici sono quelle con i salari più bassi, suggerendo ostacoli economici all’accesso, mentre tra i padri sono i fruitori più intensivi ad avere retribuzioni mediamente inferiori. I cambiamenti introdotti dalle leggi di Bilancio 2022 e 2023 hanno modificato le condizioni economiche relative alla fruizione del congedo parentale, con l’obiettivo di incentivare un utilizzo più equo tra madri e padri e migliorare l’accesso alla misura. Le modifiche introdotte hanno previsto l’aumento dell’indennità dal 30% all’80% della retribuzione, inizialmente (2022) per un mese e successivamente (2023) esteso a due mesi. L’analisi evidenzia un impatto positivo di queste modifiche sull’accesso al congedo (take-up), sia tra le madri che tra i padri. L’effetto è stato particolarmente visibile tra i padri, che partivano da livelli molto bassi di fruizione. Nonostante l’aumento dell’indennità, la durata media del congedo parentale fruito sia dalle madri che dai padri non sembra aver subito variazioni rilevanti, suggerendo che l’effetto delle modifiche normative è stato più orientato ad aumentare la partecipazione, piuttosto che a prolungare la durata dell’utilizzo. Il 12 giugno 2024 sono state pubblicate le ‘Nuove linee guida al lavoro a distanza in Inps’ con lo scopo di migliorare il sistema di attuazione del lavoro agile, strumento organizzativo e di conciliazione tempo vita-lavoro ormai strutturale per l’Istituto, e di dettare una disciplina dettagliata per l’attuazione del lavoro da remoto. Attualmente, circa il 90% dei dipendenti ha sottoscritto accordi di lavoro a distanza nella forma dello smart working. Questa riconfigurazione dell’ambiente lavorativo comporta benefici su molteplici fronti. Per i dipendenti, garantisce maggiore autonomia nell’organizzazione temporale, facilitando la conciliazione tra responsabilità familiari e professionali. Nella prospettiva aziendale, il lavoro a distanza costituisce una leva strategica per intercettare competenze da un bacino territoriale più esteso, contenere il fenomeno delle dimissioni volontarie e razionalizzare le spese operative. Anche la dimensione collettiva di questa trasformazione merita considerazione: il lavoro in modalità agile può favorire l’integrazione professionale di categorie svantaggiate e contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale. Nonostante questi evidenti vantaggi, il lavoro a distanza presenta anche criticità significative che richiedono un’attenta considerazione. La diminuzione delle interazioni fisiche quotidiane può compromettere la rete di relazioni professionali e gradualmente indebolire il senso di identificazione con l’organizzazione. Parallelamente, la sovrapposizione tra spazio domestico e professionale può generare fenomeni di esaurimento psicofisico, con l’attività lavorativa che tende a colonizzare momenti destinati alla vita personale. Oltre a queste problematiche, emerge la questione dell’impatto del lavoro a distanza sulla produttività. Gli effetti a livello teorico possono andare in direzioni opposte. Da un lato, la riduzione dei tempi di pendolarismo e il miglioramento della qualità della vita possono impattare positivamente sulla performance dei lavoratori, dall’altro, emergono difficoltà di coordinamento, supervisione e di mantenimento della motivazione, che possono avere un impatto negativo.
(Adnkronos) - “Per noi il welfare è una tradizione storica: siamo arrivati a questa decisione già nel primo dopoguerra grazie a coloro che mi hanno preceduto alla guida di A2a. Credo che sia un sintomo di responsabilità importante che ci siamo già assunti come Gruppo. Siamo la prima life company a presentare un piano di incentivazione per i nostri dipendenti e abbiamo un piano sulla genitorialità”. Sono le dichiarazioni di Roberto Tasca, presidente di A2a, in occasione dell’evento ‘WelLfare. Il Welfare fa davvero bene’, organizzato da A2a per condividere una riflessione sui servizi di welfare, sui Premi di produttività e sul nuovo piano di azionariato diffuso, presentati a Milano. “In un momento in cui il Paese ha una serie di problemi di natura economica e sociale, dove gli stipendi sono bassi, noi vogliamo affrontare tali problematiche intervenendo a sostegno dei nostri dipendenti e della comunità nella quale siamo inseriti, con tutti i nostri limiti, ma con la consapevolezza di volerlo fare - spiega Tasca - Non è un caso che oggi vi sia la presenza dei sindaci di Milano e Brescia, le due città che rappresentano il controllo del nostro Gruppo. Credo sia un'unione perfetta di sforzi volti a intervenire su un problema concreto del nostro Paese”. “Il piano sulla genitorialità che abbiamo fatto consiste nel pagare chi fa figli all’interno della nostra life company, sostenendo da 1 a 18 anni il figlio: diamo 3250 euro al momento della nascita e diluiamo nel corso del tempo. Un piano varato per 12 anni - sottolinea - Abbiamo fatto questo per incentivare i nostri dipendenti. Infatti, regaliamo per tre anni il controvalore di 500 euro in azioni. Questo per far sì che chi lavora con noi si senta anche parte dei risultati economici e del comportamento che il titolo azionario ha sul mercato”. “Lo facciamo con un'assunzione di responsabilità: non è un vincolo, non è una legge o un decreto, è una testimonianza che vogliamo dare esattamente in questa direzione perché riteniamo che essere presenti in una comunità significhi anche farsi carico, in momenti particolari come questo, di questo tipo di responsabilità”, conclude il presidente di A2A.