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(Adnkronos) - Proseguono le ricerche sulle radici familiari di Papa Leone XIV, il primo Pontefice statunitense della storia, nato a Chicago il 14 settembre 1955 con il nome di Robert Francis Prevost. Le sue origini italiane, almeno da parte paterna, sembrano ormai acclarate. Il padre, Louis Marius Prevost, era figlio di John R. Prevost, nato in Italia il 24 giugno 1876. A confermare il legame con il nostro Paese sono una serie di documenti pubblici consultabili su portali genealogici come familysearch.org. Il censimento di Chicago del 1950 registra John R. Prevost come residente settantatreenne, nato in Italia. Lo stesso dato compare nel certificato di morte, datato 22 maggio 1960: l'uomo, insegnante in pensione, è deceduto all'età di 84 anni in un ospedale di Evergreen Park, sobborgo di Chicago. Tra le righe, un dettaglio significativo: alla voce sulla cittadinanza si legge "Italy", a conferma che John R. Prevost era ancora considerato cittadino italiano. Un necrologio coevo lo descrive come "loving father" di John C. e Louis M. - quest'ultimo il padre di Papa Leone XIV - e come nonno di tre nipoti. Resta tuttavia un piccolo mistero: dove nacque esattamente John R. Prevost? Gli archivi statunitensi non lo dicono, ma alcuni indizi portano al Piemonte, dove il cognome "Prevosto" (o "Prevosti") è tuttora diffuso. Forse, all'anagrafe italiana, era registrato con il nome di Giovanni Prevosto, prima che l'"anglicizzazione" lo trasformasse in John R. I registri dell'immigrazione riportano l'arrivo a New York, nel 1903, di un certo Giovanni Prevosto, 36 anni, sbarcato dalla nave La Bretagne, salpata dal porto di Le Havre, in Francia. La città d'origine indicata è Settimo Rottaro, in provincia di Torino. Facendo un rapido calcolo, se l'età dichiarata era corretta, Giovanni sarebbe nato nel 1867: una data che però non coincide con quella nota di nascita di John R. Prevost, il nonno di Papa Leone XIV, che risulta nato nel 1876. Un'altra possibile pista emerge da Torino, dove un certo Carlo Prevosto, falegname, morì nel 1898, secondo quanto riportato in un registro parrocchiale. Alcuni alberi genealogici online lo indicano come fratello di Giovanni Battista Prevosto, che sarebbe stato il bisnonno del Papa. Un tassello, forse, di un mosaico ancora in parte da ricostruire.
(Adnkronos) - "Con Leone XIV riecheggia altresì direttamente l’immagine speculare del suo illustre predecessore, Papa Leone XIII che con la sua straordinaria Enciclica 'Rerum Novarum', del 15 maggio 1891, ha costruito un pilastro ineliminabile della dottrina sociale della Chiesa sul nuovo ordine di giustizia sociale al quale si sono ispirati tantissimi ordinamenti e costituzioni civili nella rappresentazione giuridica dei diritti fondamentali delle persone e delle molteplici istituzioni esistenti soprattutto in materia di lavoro, economia, pacificazione sociale. A questa stessa linea si è sempre ispirata l’azione dell’Agidae in particolare nella formulazione dei ccnl per tutti i lavoratori dipendenti degli enti ecclesiastici e di ispirazione cristiana. Con l’elezione di Papa Leone XIV siamo certi che continuerà questa funzione di supporto ideale e morale alla crescita di ogni persona all’interno delle molteplici istituzioni religiose e sociali, pubbliche e private, e far sì che sui loro volti resti profondamente impresso il volto del Cristo Risorto". Così, con Adnkronos/Labitalia, Padre Francesco Ciccimarra, presidente Agidae, associazione gestori istituti dipendenti dall’autorità ecclesiastica sull'elezione di Papa Leone XIV. Secondo Ciccimarra "Leone XIV porta al pontificato la visione di un pastore vicino agli ultimi, fedele alla Parola e radicato nella tradizione agostiniana. Nel suo primo saluto dalla Loggia centrale di San Pietro, il nuovo Papa ha fatto riferimento al significato particolare del giorno della sua elezione: la supplica alla Madonna di Pompei, affidando il suo ministero alla protezione della Vergine Maria, 'Madre della Chiesa e dei popoli in cammino'. Il nome scelto, Leone, richiama forza e mitezza, proprio in un tempo che chiede guida, ascolto, rinnovamento", conclude.
(Adnkronos) - C'è una data che segna ogni anno l'inizio del nostro 'debito ecologico' nei confronti del Pianeta: è il Country Overshoot Day, calcolato dal Global Footprint Network (overshootday.org). Per il nostro Paese, nel 2025, cade il 6 maggio: questo giorno segna quindi la data in cui il bilancio annuale di biocapacità, ovvero la capacità rigenerativa, del Pianeta si esaurirebbe se tutti sulla Terra vivessero allo stesso livello di consumo dei residenti italiani. Fanno peggio gli abitanti di Qatar (6 febbraio), Lussemburgo (17 febbraio) e Singapore (26 febbraio), che si collocano nelle prime tre posizioni, in coda l'Uruguay che arriva praticamente a fine anno (17 dicembre). Per l'Unione Europea il giorno di sovrasfruttamento delle risorse cade il 29 aprile 2025. Per l'Italia si tratta di un risultato peggiore rispetto a quello del 2024 quando l'Overshoot Day italiano era caduto il 19 maggio. Un anticipo in parte dovuto ad aggiornamenti nei dati di input e nella metodologia (11 giorni) e in parte a variazioni reali nei modelli di consumo (1 giorno). I giorni di sovrasfruttamento per i singoli Paesi vengono pubblicati ogni anno nel mese di dicembre dell'anno precedente, utilizzando i dati più recenti tratti dai National Footprint and Biocapacity Accounts, gestiti dall'Ecological Footprint Initiative della York University per conto della Footprint Data Foundation (FoDaFo). Si calcolano considerando il rapporto tra l'impronta ecologica per abitante di un dato Paese e la biocapacità globale pro capite. Il 5 giugno, nella Giornata mondiale dell'Ambiente, è previsto poi il consueto annuncio della data dell'Earth Overshoot Day, il giorno in cui la domanda di risorse e servizi ecologici in un dato anno supera ciò che la Terra può rigenerare nei 12 mesi. Un bilancio globale sui nostri stili di vita e di consumo e la misura della pressione che esercitiamo sul Pianeta, ogni anno sempre più intensa. Nel 2024 è caduto il primo agosto. Ma scorrendo le tabelle disponibili sul sito dedicato relative ai passati Overshoot Day, calcolati a partire dai National Footprint and Biocapacity Accounts edizione 2023 (aggiornati, dunque, sulla base di un set di dati comune e con lo stesso metodo), è evidente che il danno arrecato alla Terra è aumentato nei decenni. Il giorno di sovrasfruttamento coincide con il 25 dicembre nel 1971, il 20 novembre nel 1981, il 20 ottobre nel 1991, il 13 settembre nel 2001 e il 6 agosto nel 2011. L'Earth Overshoot Day si calcola dividendo la biocapacità del pianeta (la quantità di risorse ecologiche che la Terra è in grado di generare in quell'anno, come foreste, terreni coltivabili, zone di pesca, ecc...) per l'impronta ecologica dell'umanità (la domanda per quell'anno di prodotti alimentari e fibre vegetali, prodotti zootecnici e ittici, legname, foreste per assorbire le emissioni di anidride carbonica, ecc...), espresse in ettari globali, e moltiplicando il risultato per il numero di giorni dell'anno. Risultato: uno sfruttamento eccessivo che ha come conseguenze deforestazione, erosione del suolo, perdita di biodiversità e accumulo di anidride carbonica nell'atmosfera.