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(Adnkronos) - "Non pensavi di ricevere questo premio, ma poi quando ce l'hai diventi dipendente. Adesso penso che non potrò più vivere senza questo Leone d'Oro" ha detto Pedro Almodovar durante la conferenza stampa di chiusura dell'81esima Mostra del cinema di Venezia. "Ho visto alcuni film di questa edizione e penso sia stata straordinaria. Non ho parole". A vincere il Leone d'Oro 'The Room Next Door' che è il primo film in lingua inglese del maestro spagnolo. La pellicola, incentrata sul delicato tema dell'eutanasia, vede come protagoniste Tilda Swinton e Julianne Moore, che interpretano rispettivamente Martha, una reporter di guerra e Ingrid, una scrittrice: due amiche di vecchia data che si riuniscono dopo anni di silenzio con la malattia terminale di Martha. "E' un film a favore dell'eutanasia"aveva detto Almodóvar nei giorni scorsi. "La malattia - spiega il regista - fa parte della storia, ma ciò che ammiro del personaggio interpretato da Tilda (Swinton, ndr.) è la sua determinazione: liberarsi dal cancro diventa la sua scelta consapevole. Vuole andarsene prima che sia la malattia ad avere la meglio, e trova il modo di raggiungere il suo obiettivo. La cosa terribile è che lei e chi la aiuta siano costretti a comportarsi come dei criminali".
(Adnkronos) - Dimezzare i tempi di scelta nello shopping e trovare l'outfit giusto? La soluzione arriva con l'intelligenza artificiale, ed è stata presentata nel corso della prima giornata di Digithon 2024, la maratona digitale fondata da Francesco Boccia che ha preso il via oggi a Bisceglie in Puglia. "Siamo qui a presentare Oasi, la prima high-tech fitting room intelligente", racconta ad Adnkronos/Labitalia Sharon Alario, uno dei tre soci di Oasi Società Benefit SRL con Michele Maiello e Giuseppe Gaspari. "Cosa significa? Da domani andremo nei negozi ed entreremo in questo camerino speciale in cui verremo scannerizzati in pochissimi secondi e di fronte a noi troveremo il nostro Virtual-Human. Semplicemente parlandogli e muovendo le nostre dita potremo fare un'esperienza d'acquisto unica grazie anche all'intelligenza artificiale installata al suo interno", sottolinea. Un vero e proprio personal shopper virtuale. "Dopo l'entrata nel 'camerino intelligente -racconta Sharon- viene creato allo specchio in maniera iperealistica una nostra riproduzione, parlando e muovendo le mani si possono provare diversi outfit. C'è un dialogo con l'intellgenza artificiale per fare la scelta che più ci soddisfa in molto meno tempo rispetto a quello abituale", spiega. "Insomma, da domani avremo una nuova esperienza d'acquisto immersiva e emozionante per fare shopping". spiega ancora Sharon. Com'è nata l'idea? "In verità è nata -spiega Michele- per abbattere le varie tempistiche. All'incirca la statistica parla di 27 minuti da quando una persona entra in negozio e trova il capo d'abbigliamento adatto e noi puntavamo ad abbattere questa tempistica. Inoltre tutto lo scarto tessile che viene fatto durante la produzione, l'inquinamento, l'abbattimento di CO2. Volevamo creare una soluzione per far fronte a tutte queste necessità. E da lì è nata poi Oasi", conclude. "Il messaggio che vogliamo che passi sul palco di Digiton è che Oasi è un 'camerino intelligente' che darà una nuova esperienza d'acquisto per l'industria della moda e che è frutto di lavoro di una grande squadra che ama il proprio lavoro e che vuole fare qualcosa di bene e di bello per l'umanità", conclude.
(Adnkronos) - Esperti a confronto a Lecce per svelare i segreti del mondo sommerso. Tre in particolare gli obiettivi della ricerca. "Primo, mappare i fondali marini ancora in larghissima parte sconosciuti: solo il 20% è noto. Secondo, tutelare un ambiente che è fondamentale per la vita sul pianeta. Terzo, ma non certo d’importanza, lavorare sul patrimonio archeologico subacqueo che è enorme". Così Vincenzo Pisani, responsabile coordinamento progetti di ricerca per Fondazione Leonardo Civiltà delle Macchine Ets, spiega all’Adnkronos i temi del workshop di due giorni 'Forma Maris - Sistemi per la conoscenza e la mappatura del mondo subacqueo' (5 e 6 settembre a Lecce e Porto Cesareo), promosso da Università del Salento in collaborazione con Fondazione Leonardo e Marina Militare. Una iniziativa che si inserisce nell’ambito del programma ‘Civiltà del Mare - Il Subacqueo’. “La ricerca sulla dimensione subacquea nasce da una collaborazione con Marina Militare, che ha portato, nel marzo 2023, alla pubblicazione, in collaborazione con esperti e ricercatori della Sapienza e del Cnr, di ‘Civiltà del Mare. Il Subacqueo, nuovo ambiente dell’umanità, il primo rapporto multidisciplinare dedicato alla materia, e nel successivo avvio, a giugno 2023, dell’iniziativa Le Università per il Subacqueo, volta a diffondere e promuovere la cultura del subacqueo mettendo a conoscenza del grande pubblico la ricchezza, in questo campo, delle competenze scientifiche e delle attività di ricerca delle nostre Università. Ad oggi sono oltre 50 gli Atenei italiani che hanno aderito al progetto”. Un impegno che si traduce in seminari, conferenze, workshop, su tutto il territorio nazionale. Obiettivo: "Coinvolgere non solo gli esperti, ma anche i più giovani, per stimolarli a diventare i futuri professionisti di un settore, che richiede competenze altamente specializzate, tra cui, solo per fare alcuni esempi: sommergibilisti, biologi marini, geologi, oceanografi, archeologi subacquei, esperti di diritto del mare". Quello di Lecce, incentrato su archeologia subacquea e profili professionali del settore, è il terzo appuntamento del percorso ‘Le Università per il Subacqueo’. “Un’occasione di confronto e approfondimento sulle principali metodologie e tecnologie innovative necessarie per svolgere attività di ricerca, posizionamento, documentazione e monitoraggio, nonché per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio sommerso culturale e naturale a diverse profondità - spiega Pisani - In un Paese come il nostro, che cela sotto i suoi mari testimonianze di inestimabile valore delle varie civiltà succedutesi nel corso dei secoli, è fondamentale sapere quali soluzioni tecnologiche e metodologie possono facilitare e rendere più ergonomico ed economico il lavoro di archeologi, biologi e altri ricercatori. Ma soprattutto garantire condizioni di sicurezza durante le operazioni subacquee”. Il prossimo appuntamento con ‘Le Università per il Subacqueo’, fa sapere Pisani, è previsto in autunno nel capoluogo lombardo, in collaborazione l’Università degli Studi di Milano - Bicocca. Un territorio immenso ancora da esplorare. “La dimensione subacquea abbraccia un’estensione di 360 milioni di km2, vale a dire oltre due terzi della superficie terrestre, con 1,3 miliardi di km3 d’acqua e una profondità media oceanica di 3800 metri. Paradossalmente, di questa dimensione, a noi molto più prossima rispetto alla volta celeste, sappiamo molto poco. Ad oggi, abbiamo mappato circa il 20% dei fondali marini e il 95% dei Paesi non dispone ancora degli strumenti necessari per mappare i propri territori oceanici - prosegue - Una mappa completa sarebbe fondamentale per analizzare la circolazione oceanica, per contribuire alla previsione degli tsunami, per la sicurezza della navigazione, per monitorare e contenere i rischi idrogeologici sottomarini, per la posa dei cavi e delle condutture: tutti aspetti per i quali è cruciale una approfondita conoscenza della forma del fondale marino”. Molto importante il contributo che le innovazioni tecnologiche possono offrire. “Un prezioso contributo ci arriva dall’utilizzo della fotogrammetria subacquea, nonché dall’integrazione di vari tipi di telecamere e sensori, come sonar e multibeam, installati su droni sottomarini o di superficie telecomandati. Inoltre, il patrimonio subacqueo è attualmente riservato ai professionisti e ai subacquei sportivi: le tecnologie possono invece consentire l’accessibilità ‘ampliata’, la fruizione e la condivisione dei paesaggi sottomarini attraverso modelli 3D e percorsi immersivi o semi-immersivi, restituendo alle comunità un patrimonio ‘invisibile’ ancora privilegio per pochi”, conclude Pisani.