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(Adnkronos) - Dolci, succosi e dal colore arancio intenso, i cachi sono il frutto simbolo dell’autunno. Di origine orientale, oggi sono coltivati anche in Italia e conquistano i mercati con il loro sapore zuccherino e la polpa morbida o croccante, a seconda della varietà. Ma oltre a essere deliziosi, i cachi nascondono numerosi benefici per la nostra salute, dall’energia che ci danno al sostegno per intestino e sistema immunitario. I cachi non sono solo dolci: sono un concentrato di acqua, fibre, vitamine e minerali. Erroneamente considerati 'troppo calorici', in realtà forniscono circa 70 calorie per 100 grammi e apportano zuccheri semplici, che insieme a fibre e acqua vengono assimilati lentamente, dando senso di sazietà senza picchi glicemici eccessivi. Contengono vitamina A e C, potassio e composti antiossidanti come carotenoidi e polifenoli, che proteggono le cellule dallo stress ossidativo. Dal punto di vista digestivo, i cachi hanno un delicato effetto lassativo: un alleato prezioso per chi soffre di stitichezza, da consumare senza esagerare e nelle giuste quantità. In Italia i cachi sono coltivati soprattutto in Emilia-Romagna, Campania, Veneto e Sicilia. Tra le varietà più diffuse troviamo: - il Loto di Romagna: eccellenza Igp, polpa dolce e succosa. - varietà Vaniglia: profumata e aromatica, ricorda la spezia da cui prende il nome. - il Cioccolatino: al completo maturazione ricorda il gusto del cioccolato. - il Rojo Brillante: antica varietà spagnola, polpa soda e croccante. A seconda della maturazione e del contenuto di tannini, i cachi possono essere astringenti, da consumare solo quando ben maturi, o non astringenti, già pronti da mangiare. La polpa matura, dolce e morbida, è perfetta anche per dolci, crostate, mousse o da abbinare a formaggi e salumi. 1. Potere antiossidante - Grazie a vitamina C e beta-carotene, i cachi aiutano a proteggere le cellule dai radicali liberi, sostenere il sistema immunitario e contrastare i segni dell’invecchiamento. 2. Amici dell’intestino - Fibre e acqua rendono i cachi ottimi per il transito intestinale e per chi soffre di stitichezza. Consumati a colazione, magari in una bowl con yogurt e cereali, diventano un vero alleato per iniziare la giornata sazi e in forma. 3. Benefici per cuore e pressione - Il potassio aiuta a bilanciare i livelli di sodio, regolare la pressione e favorire la funzione muscolare. Perfetti per chi pratica sport o ha bisogno di supporto nella contrazione muscolare. 4. Energia naturale - Dolci ma nutrienti, i cachi forniscono zuccheri di pronto utilizzo, minerali e vitamine, ideali per bambini, anziani, sportivi e chiunque abbia bisogno di una ricarica di energia rapida e sana. 5. Pelle e vista al top - Beta-carotene e vitamina A aiutano a mantenere pelle e occhi in salute, proteggendoli dall’invecchiamento e dalla luce dannosa. 6. Perfetti anche a dieta - Nonostante il loro sapore zuccherino, i cachi sono ottimi alleati per chi vuole mantenere la linea. Grazie all’acqua e alle fibre, saziano rapidamente e idratano, permettendo di soddisfare la voglia di dolce senza ricorrere a dessert confezionati. I cachi non sono solo frutti autunnali irresistibili: sono un concentrato di salute da gustare ogni giorno. Come ci ricorda il nutrizionista Dott. Simone Gabrielli, non esiste un alimento “miracoloso”, ma inserire frutta e verdura in modo equilibrato nella dieta quotidiana fa davvero la differenza.
(Adnkronos) - "Fino a qualche settimana fa i dati sull’Irpef che abbiamo presentato hanno fatto scalpore. Oggi, invece, a far notizia è una manovra che sembra andare in favore proprio di chi l’Irpef la paga". Lo afferma Stefano Cuzzilla, presidente di Cida. Il riferimento è ai dati, elaborati da Cida e Itinerari previdenziali, che hanno evidenziato come il 27% dei contribuenti versi quasi l’80% dell’Irpef, mentre il 43% della popolazione non versi un solo euro di imposta diretta. Numeri che avevano acceso il dibattito sul peso sproporzionato che grava su una platea ristretta di cittadini e lavoratori, quelli che reggono il sistema”. In questo scenario, la scelta della manovra 2026 di alleggerire leggermente l'Irpef per questa stessa fascia di contribuenti rappresenta un segnale importante: chi contribuisce di più viene finalmente riconosciuto e non penalizzato. Cuzzilla precisa: "E' curioso che la critica più forte, come ricordato anche dall’Istat, sia che il taglio dell’Irpef favorisca chi paga l’Irpef. Una polemica che si commenta da sola. Ma qui non stiamo parlando di privilegi: si tratta semplicemente di ristabilire un principio di equità". Per capirlo basta un confronto semplice:un dirigente con 105mila euro di reddito paga in Irpef e addizionali 13,5 volte più di un lavoratore che guadagna 30mila euro, pur avendo un reddito solo 3,5 volte più alto. E' evidente chi sostiene davvero il sistema. Restano tuttavia ombre sulle rottamazioni e sulle nuove ipotesi di sanatoria fiscale: "Cida - ricorda - ha già espresso la propria contrarietà alle rottamazioni. La Corte dei Conti, nelle audizioni parlamentari, ha sollevato obiezioni puntuali: abbattere sanzioni e allungare i tempi di pagamento significa far perdere allo Stato gettito certo e favorire chi non ha rispettato le regole. In fondo, è un premio a chi ha eluso, un ulteriore peso su chi ha sempre pagato". Chiude Cuzzilla: "La manovra mostra un primo segnale di giustizia per il ceto medio e i contribuenti fedeli, ma se continueremo con il meccanismo delle rottamazioni, rischiamo di svuotare quel patto fiscale che dovrebbe unire e responsabilizzare. La vera equità si costruisce premiando chi fa la sua parte, non garantendo scappatoie a chi si sottrae".
(Adnkronos) - “Federlegno partecipa ad Ecomondo da tre anni e quest’anno porta la conferma della propria convinzione in tema di sostenibilità, argomento già affrontato in tempi non sospetti, prima della pandemia Covid, e che abbiamo portato all'attenzione di tutti i nostri associati non solo in ottica di evoluzione industriale ma anche e soprattutto di evoluzione verso il futuro. Il mercato ha dato i primi segnali di attenzione alla sostenibilità nel 2019, con Grata Thunberg e i movimenti giovanili, che mostravano una grande sensibilità verso questa tematica”. È quanto affermato da Claudio Feltrin, presidente Federlegno Arredo all’edizione 2025 di Ecomondo, l'evento annuale leader nei settori della Green and Circular Economy, in svolgimento presso la fiera a Rimini, dal 4 al 7 novembre 2025. “Oltre alla nostra convinzione, portiamo ad Ecomondo anche un riflessione sull’importanza della mediazione tra il concetto di sostenibilità ambientale e quello di sostenibilità economica, così che si possa applicare e mettere a terra. Stiamo lavorando inoltre ad un consorzio dedicato alla gestione del prodotto finito - spiega Feltrin - anticipando di fatto ciò che l'Europa chiederà obbligatoriamente fra qualche anno. Il Consorzio che stiamo ideando, che parte dal basso e quindi dalle esigenze delle aziende e del mercato, dovrà riuscire a bilanciare le regole che poi le nostre aziende, che sostengono questo concetto di riuso e di recupero di tutto il materiale che è contenuto nel prodotto finito, applicheranno”. “Il settore del legno arredo oggi sta vivendo una situazione che, mediamente, subisce tutta l'economia mondiale: c'è un movimento geopolitico di riposizionamento di poteri a livello mondiale, che crea uno stato di provvisorietà e incertezza che non aiuta. Arriviamo da un 2024 con segno negativo - sottolinea - E il 2025 non dà segnali differenti dall'anno precedente, quindi probabilmente avremo un segno negativo anche quest'anno. Dobbiamo poi fare i conti anche con le novità del 2025, ossia i dazi, che hanno penalizzato il mercato americano, che per la nostra filiera è molto importante”. “Siamo molto preoccupati per il 2026 in cui si verificherà l'entrata in vigore della normativa Eudr (European Union Deforestation Regulation), che riguarda la lotta alla deforestazione e al degrado forestale. Il nuovo regolamento dell'Ue (Regolamento (UE) 2023/1115) vieta l'immissione sul mercato europeo e l'esportazione di prodotti connessi alla distruzione delle foreste. È giusto fare questo tipo di azioni, ma la questione è come si mettono a terra - dichiara Feltrin - Le nostre aziende devono essere messe nelle condizioni di poter adempiere a questi regolamenti, perché se le regole con cui saremo costretti a lavorare sono insostenibili, chiuderanno parti fondamentali della nostra filiera, come le piccole aziende”. “Nel mercato italiano, il consumatore mediamente è allineato sui principi base della sostenibilità e quindi è attento ad acquistare prodotti che siano sinceramente sostenibili. È chiaro che non sono disponibili a pagare di più. Di conseguenza, il costo per le aziende deve essere assorbito con efficienza produttiva quindi il carico oggi è sulle aziende, che si devono attrezzare e si stanno sviluppando ma che hanno bisogno di tempo e di grandi investimenti per potersi adeguare a questo tipo di esigenza di mercato”, conclude Feltrin.