ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Conto alla rovescia per le elezioni Usa 2024. Tra due giorni il voto deciderà il vincitore tra Kamala Harris e Donald Trump. La corsa presidenziale è di fatto iniziata la sera del 27 giugno ad Atlanta, dopo il disastroso dibattito televisivo tra il tycoon e Joe Biden sulla Cnn, con il presidente apparso fragile e confuso. In seguito, il 21 luglio Biden ha annunciato il suo ritiro in una lettera pubblicata sui social in cui ha definito la decisione "necessaria per il bene del Paese". Prima di Biden, l'ultimo presidente in carica a decidere di non cercare la rielezione era stato Lyndon B. Johnson nel 1968, pressato dalla forte opposizione interna al partito e una crescente impopolarità dovuta alla guerra del Vietnam. Originario del distretto di Queens, a New York, Donald Trump è nato il 14 giugno 1946 e si è laureato in economia all'università della Pensylvania. Ha iniziato la sua carriera nel settore immobiliare, lavorando per la Trump Organization, fondata dal padre Fred. L'azienda era inizialmente concentrata su alloggi a basso reddito, ma lui ha poi ampliato l’attività con progetti di lusso, come la Trump Tower e altri edifici iconici. Negli anni ‘80 e ‘90, Trump era già noto nel settore immobiliare, ma divenne un volto popolare grazie a varie apparizioni in film e serie tv. La sua popolarità esplose definitivamente da conduttore del reality show The Apprentice dal 2004 al 2015, in cui la sua frase distintiva, “You’re fired!” (“Sei licenziato!”), divenne un vero tormentone. Trump è stato sposato tre volte: con Ivana Zelnickova, da cui ha avuto Donald Jr., Ivanka ed Eric, Marla Marples, da cui ha avuto Tiffany, e Melania Knavs, da cui ha avuto Barron. Eletto presidente degli Stati Uniti nel 2016 vincendo la sfida con Hilary Clinton, Trump è diventato il primo presidente degli Stati Uniti a non avere mai ricoperto incarichi politici o prestato servizio militare prima di entrare alla Casa Bianca. Questo gli ha permesso di attrarre molti elettori in cerca di un outsider che rompesse con il sistema tradizionale. Durante la sua presidenza, ha promosso politiche di deregulation, riforma fiscale, restrizioni all'immigrazione e ha ritirato gli Stati Uniti da vari accordi internazionali. La sua amministrazione è stata segnata da forti divisioni politiche e controversie, fino all'assalto al Campidoglio il 6 gennaio del 2021 da parte dei suoi sostenitori, che non riconoscevano la sconfitta di Trumo nella sfida con Joe Biden. Ha vinto nettamente le primarie repubblicane, confermando la sua leadership incontrastata nelle file dell'Elefante. Le sue campagna sono da sempre caratterizzate da un approccio "America First", enfatizzando la crescita economica, la sicurezza nazionale e una politica estera più assertiva. Prima di entrare in politica, il tycoon è apparso in vari eventi della World Wrestling Entertainment (Wwe), ed è stato anche il patron del concorso di bellezza Miss Universo dal 1996 al 2015. Ma nel corso della sua vita non sono mancati anche eventi drammatici: il fratello maggiore, Fred Trump Jr., morì a 42 anni nel 1981 a causa dell’alcolismo. La loro relazione era complicata, ma la sua perdita influenzò profondamente Trump, che ha dichiarato che questo evento lo spinse a non fare mai uso di alcol e droghe, e da anni lotta contro le dipendenze e i rischi associati. A pesare sul tycoon anche diversi problemi con la giustizia: durante la presidenza è stato sottoposto a due procedimenti di impeachment, per abuso di potere e ostruzione al Congresso per il Kievgate. Il secondo, nel 2021, è stato relativo all'incitamento all'insurrezione per il suo ruolo negli eventi del 6 gennaio al Campidoglio. In entrambi i casi è stato assolto dal Senato. Trump ha affrontato diverse cause legali da parte di individui e organizzazioni, tra cui la famosa causa di diffamazione intentata dall’ex attrice Stormy Daniels, che sosteneva di aver avuto una relazione con Trump e ha accusato lui e il suo avvocato di aver cercato di silenziare la questione. Nata a Oakland, in California, il 20 ottobre 1964 da madre indiana e padre giamaicano, Kamala Harris si è laureata in scienze politiche all'università di Berkeley e in giurisprudenza all'università della California. Ha iniziato la propria carriera nel 1990 da assistente procuratrice distrettuale a San Francisco prima di diventare procuratrice distrettuale della città. Nel 2010 è stata eletta procuratrice generale della California, venendo riconfermata nel 2014, diventando la prima donna afroamericana e sudasiatica a ricoprire l'incarico. Il suo mandato viene ricordato soprattutto per il forte accento su questioni come i diritti civili, la riforma penale e la protezione dei consumatori. Nel 2016 è diventata la prima donna di origini indiane e afroamericane a rappresentare la California al Senato. Ha guadagnato attenzione per il suo lavoro su diritti civili, giustizia sociale e riforma del sistema sanitario. È sposata con Doug Emhoff, il primo "second gentleman" degli Stati Uniti, che ha due figli dal precedente matrimonio. Nel 2020, è stata scelta come candidata vicepresidente da Joe Biden. Con la vittoria elettorale, è diventata la prima donna, la prima persona di origini afroamericane e la prima di origini indiane a ricoprire il ruolo di vicepresidente nella storia del Paese. Durante il suo mandato, Harris si è concentrata soprattutto su giustizia sociale, uguaglianza di genere, diritti Lgbtq+, riforma del sistema penale e lotta contro il cambiamento climatico. Coerentemente con la sua lunga storia come ex procuratrice, si è impegnata per riformare il sistema giudiziario per renderlo più giusto e meno punitivo, in particolare per le minoranze. Da senatrice, ha sostenuto il Justice in Policing Act, che mira a ridurre la brutalità della polizia e a promuovere la responsabilità degli agenti. Crescendo in una famiglia mista e affrontando il razzismo, Harris è stata da sempre molto sensibile ai temi dell'equità razziale. Ha lavorato per affrontare il razzismo sistemico, sia nella giustizia che in altri settori, e ha promosso politiche per migliorare le opportunità economiche e sociali per le comunità nere e latine. Kamala, il cui nome in sanscrito significa "loto", spesso associato a bellezza e prosperità, nel 2019 ha pubblicato un libro intitolato "The Truths We Hold: An American Journey", che racconta la sua vita e la sua carriera, nonché le sue convinzioni politiche. Tra i temi trattati anche il dolore per la perdita della madre Shyamala nel 2009 per un cancro al colon. Kamala ha descritto la madre, ricercatrice medica, come la sua eroina e ha dichiarato di voler continuare la sua battaglia per giustizia sociale e l'uguaglianza. La vicepresidente, nominata nel 2017 tra le 100 persone più influenti al mondo dal Time, è anche una grande appassionata di cucina e spesso condivide ricette e consigli culinari. Negli Usa è celebre la sua ricetta per il "mac and cheese" diventata un simbolo per i suoi sostenitori. Kamala, che ama indossare giacche dai colori vivaci, ha due cani, Cole e Goldie, che spesso compaiono nei suoi social media e hanno guadagnato una certa notorietà tra i suoi fan.
(Adnkronos) - Visti più semplici per l'ingresso di lavoratori italiani, l'eliminazione o la diminuzione di dazi sull'import di prodotti made in Italy, come ad esempio quello che ad oggi pesa sul tonno. O anche delle misure antidumping che ancora insistono sulla pasta. Sono alcune delle misure che Giovanni Colavita, amministratore delegato della Colavita Usa e membro del consiglio di amministrazione della Niaf, uno dei simboli dell'imprenditoria made in Italy negli States, si aspetta dal prossimo presidente degli Stati Uniti che uscirà vincente dal duello Harris-Trump. L'azienda molisana, racconta Giovanni Colavita, conosce bene il mercato statunitense anche perché, spiega l'imprenditore ad Adnkronos/Labitalia, "siamo stati il primo marchio di olio extravergine a sbarcare alla fine degli anni Settanta negli Stati Uniti, e poi siamo passati anche all'aceto balsamico e alla pasta, e oggi il marchio Colavita è uno dei marchi leader nelle tre categorie nel Paese". "Nel 2008 abbiamo acquisito il nostro importatore, io mi sono trasferito negli States e mi sono reso conto che la nostra poteva essere la piattaforma distributiva non solo dei nostri prodotti ma anche di altri marchi italiani: da Sperlari a Rio Mare, da Mulino Bianco a Perugina, fino a San Benedetto. E da gennaio partiremo con i prodotti OraSì. Siamo il più grande distributore di prodotti italiani negli Stati Uniti", sottolinea. Un'esperienza sul mercato statunitense che permette a Colavita di avere il 'polso' di quanto oggi serve alle aziende per incrementare l'import di prodotti italiani e soprattutto per essere più competitivi. "Per le aziende italiane, e non parlo solo del food, la problematica principale è quella dei visti, e cioè la possibilità di portare risorse umane dall'Italia, 'importare' quindi i nostri giovani manager, operai specializzati, ma anche chef, personale di sala, e tanti altri profili. Questo oggi è possibile solo entro certi limiti, ed è una problematica importante, pensiamo alle difficoltà per il mondo della ristorazione sia in cucina che in sala", fa notare. Ma non è l'unica. "L'altro problema -prosegue Colavita- è quello relativo ai dazi e alla libera circolazione delle merci. Sulla pasta ad esempio ci sono delle misure di anti-dumping, che incidono da oltre 25 anni sulle vendite effettuate nel mercato americano 'al di sotto del valore normale'. In pratica, secondo questa norma, ogni anno il governo americano, d’intesa con i produttori locali, individua un numero variabile di esportatori italiani (10/15) e decide di investigarne direttamente solo alcuni di questi. Con procedure complicate ed estremamente dispendiose per le aziende investigate, viene individuato un margine presunto di dumping e quindi viene applicato il relativo dazio. E questo dazio viene applicato a tutte le altre aziende che esportano. Questo è uno degli ultimi casi di anti-dumping presente negli Stati Uniti e noi ci aspettiamo che il nuovo presidente lasci al mercato di regolare queste pratiche. E poi sempre sulla pasta c'è il 'countervailing duty', che si applica per offsettare l’effetto di contributi pubblici ricevuti dalle aziende esportatrici", afferma. Le aspettative delle imprese italiane per la nuova presidenza sono chiare. "Noi ci aspettiamo una eliminazione o riduzione dei dazi all'importazione. Ad esempio sull'importazione di Tonno Rio Mare noi paghiamo il 40% di dazi, un pagamento anticipato che ci mette in una condizione di non competitività e ci limita nella promozione del prodotto al mercato etnico, che è quello che comunque conosce il prodotto italiano e lo compra a prescindere. Ma invece nella grande distribuzione si fatica con i dazi", ribadisce Colavita. Secondo Colavita, in conclusione, per sostenere lo sviluppo delle imprese italiane ma in generale anche l'economia statunitense "serve un approccio liberale all'economia, diminuendo anche la pressione fiscale incentivando gli investimenti in tecnologia in modo da generare crescita e sviluppo".
(Adnkronos) - Il Polo Strategico Nazionale “è una realtà giovane, nata nell'agosto del 2022, con un obiettivo, definito nell'ambito di un parternariato pubblico privato, che è di consentire di migrare le pubbliche amministrazioni centrali e locali in cloud. Per favorire questa migrazione sono stati messi a disposizione i fondi della mission 1.1 del Pnrr. Il cuore del polo, in termini di sostenibilità ambientale, sono 4 green data center in doppia region che devono rispondere a requisiti in termini di sostenibilità ambientale puntuali. Sono requisiti mandatori perché sono oggetto del contratto di concessione pubblica attraverso cui operiamo e migriamo le pubbliche amministrazioni”. Così Lucia Fioravanti, Chief Corporate Affairs Officer Polo Strategico Nazionale, in occasione dell'evento Adnkronos Q&A ‘Trasformazione green, investimenti e strategie’, questa mattina al Palazzo dell’Informazione di Roma, spiega che “nasciamo ‘green thinking’ perché abbiamo degli obblighi concessori e i data center devono rispondere a quelle caratteristiche che ovviamente si sostanziano sia in piani di efficientamento energetico, che vengono poi misurati con appositi parametri specifici, sia ovviamente nell'obiettivo di arrivare al 2030 a emissioni zero”. Attualmente “siamo arrivati alla milestone che era prevista per il settembre scorso, 100 amministrazioni migrate in cloud - racconta Fioravanti - Oggi siamo a circa 350 contatti di adesione da parte delle pubbliche amministrazioni. Circa 270 sono già state avviate al processo di migrazione tecnologica e circa 250 in questo processo di migrazione hanno già un servizio cloud attivo. La vera sfida è quella di arrivare ovviamente a giugno 2026 come da milestone del Piano nazionale di presa e residenza a 280 amministrazioni. Il Polo ha un ruolo importante in una logica di sostenibilità non soltanto ambientale, ma anche dal punto di vista del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità sociale e digitale. Questo Paese ha delle caratteristiche speciali. Da qui a due anni una percentuale importante della popolazione italiana sarà over 65. Credo che vada innanzitutto compreso come garantire l'accesso delle persone” anche le anziane “a questa tipologia di servizi utili per i cittadini”. Gli obiettivi del Polo, sintetizza Fioravanti, sono di “portare 280 amministrazioni entro giugno 2026 in tecnologie cloud. In realtà, oltre alle amministrazioni che possono utilizzare i fondi del Pnrr, migrano anche altre realtà, città metropolitane e comuni che, non potendo utilizzare i fondi, possono accelerare il loro percorso di innovazione tecnologica. Il Polo è sostenibile non solo per una questione tecnologica e ambientale, ma anche sociale” perché “andiamo a supplire alla bassa rappresentatività” di giovani e donne. “Abbiamo preso l'impegno di portare almeno il 40% delle persone al di sotto dei 36 anni e il 40% devono essere donne, questi - conclude - sono degli obblighi mandatori”.