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(Adnkronos) - Una pioggia di milioni iniettati nell’ultimo mercato e una salvezza da centrare per pianificare un futuro di successo. Il Como è la squadra che più di altre ha impressionato nella sessione di trattative appena conclusa, spendendo poco meno di 50 milioni (più di Milan e Juve) e guardando tutti dall’alto in termini di investimenti. Una cifra che, considerando anche il mercato estivo post-promozione, sfiora i 100 milioni. Notevole per un club tornato in Serie A solo pochi mesi fa. E che non si pone limiti. Il Como si è mosso in maniera ragionata e la ricca proprietà indonesiana non ha badato a spese. Sul Lago è arrivato in primis il mediano classe 2000 Maxence Caqueret, dal Lione: con 17 milioni, bonus inclusi, è l’acquisto più caro della storia del club. Altro colpo da non sottovalutare è l’attaccante classe 2005 Assane Diao, senegalese naturalizzato spagnolo pescato dal Betis per circa 11 milioni. Quello della squadra di Fabregas è stato un mercato fatto di idee e talenti da lanciare, ma anche di scommesse e giocatori di categoria per centrare la salvezza. Da Ikoné, prelevato dalla Fiorentina, a Vojvoda, dal Torino. Senza dimenticare Dele Alli, il colpo più mediatico e affascinante della sessione per il club lombardo (tesserato per il rilancio dopo un mese di prova e alla ricerca del riscatto da un periodo negativo) e Anastasios Douvikas, punta presa dal Celta per 13 milioni. Il Como, insomma, ha agito da big. Forte di un budget consistente e di una proprietà solida e ambiziosa. Già, perché la società ormai dal 2019 fa capo al socio unico Sent Entertainment Ltd, legato alla holding indonesiana Djarum, della famiglia Hartono. E la curiosità è che i fratelli Robert e Michael Hartono, miliardari, sono ad oggi i proprietari più ricchi di una squadra di Serie A. Merito di un impero fondato sulla produzione di sigarette kretek (aromatizzate ai chiodi di garofano), ma non solo, visto che tra le tante attività bisogna considerare anche che la famiglia detiene il 51% delle azioni della Banca dell'Asia Centrale. Il patrimonio personale dell’83enne Robert Hartono supera i 24 miliardi di dollari, cifra che lo colloca al 61° posto della classifica degli uomini più ricchi del pianeta. Suo fratello Michael, 85 anni, occupa invece la posizione 65. Facile dunque intuire come il Como sia oggi la squadra più ricca d’Italia, con ambizioni da grande per il futuro. Sul futuro è intervenuto non a caso a Sky Sport Carlalberto Ludi, il direttore sportivo del club, che nell’ultimo giorno della sessione invernale di mercato ha spiegato la visione del Como: "L'ambizione della proprietà è illimitata, ma quest'anno vogliamo la salvezza. Tra la Serie B e la Serie A c'è un mondo, ora pensiamo a salvarci e poi vedremo”. Idee chiare, che delineano un progetto. Il Como, tornato tra le grandi solo pochi mesi fa, vuole restare nella massima serie (la squadra è al momento 15esima, con 22 punti). Per farlo ha investito molto e riuscire nell’impresa permetterebbe di fissare altri step per il futuro. Il primo è stato fatto in sede di trattative. Basti pensare al sondaggio fatto per il milanista Theo Hernandez. Uno scatto in termini di aspirazioni, impensabile solo poche settimane fa. Il Como non si ferma però ai milioni spesi sul mercato. Oggi, martedì 4 febbraio, è stato presentato in Comune il progetto del nuovo stadio Sinigaglia, con il presidente Mirwan Suwarso e il sindaco Alessandro Rapinese. Si tratta di un passaggio iniziale, una bozza presentata prima di avanzare nell'iter per avere l'innovativo impianto entro il 2028. Eccolo il nuovo sogno del Como, con una capienza di 15.000 posti secondo un concept sviluppato dal noto studio Popoulous, che ha già curato i progetti di altri grandi stadi in Europa (Wembley su tutti). Per contenere un tifo sempre più caldo. (di Michele Antonelli)
(Adnkronos) - L’installazione di un unico contatore di potenza superiore per condomini, dotato di un sistema di monitoraggio in tempo reale dei consumi per ogni appartamento. Puntando a ridurre i costi fissi, migliorare la trasparenza nella ripartizione delle spese e ottimizzare l’efficienza energetica. E' l'idea alla base del progetto 'EnergyTogether', del team D.D.D. composto da Damiano Colangelo, Daniele Belmonte e Daniele Iervolino, tre giovani professionisti di Apice (Bn), che si è aggiudicato il primo premio dell'Hackathon MiWa, evento organizzato nell’ambito del programma 'BeneventoBoost', e consistente in un percorso di incubazione presso 'Sei Sannio'. Hackathon MiWa ha coinvolto oltre 30 giovani talenti tra i 16 e i 35 anni, tra studenti, professionisti e startupper, supportati da un team di oltre 10 mentor e valutati da una giuria di oltre 15 esperti provenienti dai mondi scolastico, universitario e imprenditoriale. L’evento ha rappresentato un’occasione unica per valorizzare il talento locale e per far conoscere MiWa Energia come realtà impegnata nell’innovazione e attiva nel territorio sannita. La contaminazione di idee e competenze tra i partecipanti ha generato un impatto positivo per tutti, contribuendo a rafforzare il tessuto innovativo della comunità locale. Altri due progetti sono stati premiati con riconoscimenti speciali del valore di 1.000 euro ciascuno. Il primo, Cyclette MiWa, è stato sviluppato da Alessandro Mignone, Alessandro Agrella e Luca Corso, studenti del Liceo Scientifico Galilei-Vetrone di Benevento. Il progetto unisce efficienza energetica, attività fisica ed educazione al risparmio energetico, prevedendo l’installazione di cyclette innovative in ambienti come uffici, parchi e palestre per generare energia pulita mentre si promuove uno stile di vita sano. Il secondo, MiWa Buddy, è stato ideato da Antonio Di Dio, Gabriele Colantuoni ed Emanuele Crafa, tre giovani universitari Unisannio ed anche loro ex studenti del Galieli-Vetrone di Benevento. Questa soluzione si rivolge ai clienti MiWa più 'Smart', dando loro la possibilità di fornire assistenza e aiuto alla community MiWa, con il principio 'Customer helping customer', incentivati da una politica di sconti e incentivi per chi si adopera in prima persona. Michele Zullo, amministratore di MiWa Energia, ha espresso grande entusiasmo per il risultato dell’Hackathon: "Una giornata bellissima, durante la quale ho avuto modo di apprezzare le sette idee emerse durante i lavori, caratterizzate tutte da un elevato potenziale, segno che le conoscenze e le competenze dei nostri talenti possono trovare spazio anche sul nostro territorio. Poter toccare con mano l'importanza e la valenza di un'iniziativa come questa ci spinge a renderla un appuntamento fisso del panorama sannita". Carlo Mazzone, presidente di Sannio Valley, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa e il coinvolgimento dei partner, dichiarando: "È difficile raccontare quanto successo sabato. Vi invito per tanto a viverlo con noi durante i prossimi appuntamenti! I nostri partner hanno risposto prontamente alla chiamata e hanno dato il loro contributo più che attivo, sedendosi tra i banchi come mentor dei team o partecipando in giuria per la valutazione finale. Questa è Sannio Valley. Questi siamo noi!". Anche Mimmo Ialeggio, amministratore di 'Sei Sannio', ha condiviso la propria soddisfazione, affermando: "L’Hackathon, così come il programma 'BeneventoBoost', finanziato da Anci e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è solo il punto di inizio di un percorso virtuoso frutto di co-progettazione con l'Amministrazione comunale, che vuole dare opportunità e sostegno concreto ai giovani innovatori ed imprenditori sanniti".
(Adnkronos) - "Oggi come banca il tentativo che facciamo è quello di aiutare le nostre Pmi ad affacciarsi ad un mondo che altrimenti non vedrebbero. Quindi l'esperienza di Terra Next è stata fondamentale: abbiamo partner che sono corporate importanti, che fanno questo e tanto altro di mestiere, ma abbiamo anche aziende che fanno business tradizionale e che hanno bisogno di verificare se all'interno di questo mondo si possono trovare quelle innovazioni che consentono alle nostre Pmi di fare, appunto, innovazione e di poter beneficiare di qualcosa che altrimenti non sarebbe disponibile. In questo senso l'Open Innovation per noi è fondamentale". Così Giuseppe Nargi, direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, in occasione del Demo Day, ovvero la giornata di presentazione delle startup selezionate a investitori e aziende, della terza edizione di Terra Next, il programma di accelerazione dedicato a startup e Pmi innovative nel settore della bioeconomia. "Tante Pmi non hanno la dimensione, la capacità e la possibilità di poter interloquire con un linguaggio adeguato con un mondo che parla una lingua differente. Il lavoro che stiamo facendo all'interno di Intesa Sanpaolo è quello di darci un modello di servizio che faccia mettere in connessione una rete fatta di persone che si occupano di altro, ma si occupano di business, e che quindi possono aiutare a migliorare il percorso culturale quello che consente di migliorare la qualità del linguaggio e la capacità di comprendere ciò che è un investimento e non un costo, che quell'investimento è fondamentale per innovare un pezzo del modello di business e della catena di fornitura", spiega.