ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - "La campagna 'Voci di pancia' rappresenta per noi un atto fondamentale per supportare i pazienti che oggi convivono con le malattie infiammatorie croniche intestinali. Obiettivo dell'iniziativa è abbattere il muro dell'indifferenza, il muro dello stigma e quindi far sì che il paziente si confidi con il proprio medico, con gli amici e i familiari. L'impegno di Lilly oggi non è solo nella ricerca e sviluppo di farmaci innovativi per le Mici, come la colite ulcerosa e la malattia di Crohn, ma anche far sì che il rapporto tra paziente e medico sia sempre più chiaro e diretto e che il paziente possa quindi avere la migliore cura per la sua patologia". Lo ha detto Federico Villa, Associate VP Corporate Affairs e Patient Access Italy Hub di Lilly, in occasione della presentazione di 'Voci di pancia', campagna di sensibilizzazione promossa da Lilly con il patrocinio di Amici Italia, Ig-Ibd (Italian group for the study of Inflammatory bowel diseases) ed Ifcca (International federation of crohn's & ulcerative colitis association) e presentata oggi a Roma. "Il nostro impegno - spiega Villa - è quello di migliorare la vita delle persone, non solo grazie all’innovazione farmacologica. La campagna 'Voci di Pancia' è un esempio di come interpretiamo questo ruolo: essere al fianco dei pazienti, delle Associazioni e delle società scientifiche per ascoltare e raccogliere le loro necessità e, insieme, provare a costruire un mondo migliore. Le Mici sono patologie spesso invisibili ma con un impatto molto importante sulla vita di chi ne è colpito. Vogliamo aiutare le persone e le loro famiglie ad alleggerire il carico di queste patologie nel quotidiano". L'iuniziativa "piace a medici e pazienti - assicura Villa - da loro abbiamo una risposta molto positiva perché la campagna aiuta proprio a rompere quel muro di imbarazzo che c'è tra paziente e medico, ma anche tra paziente e i suoi familiari, i suoi amici. Oggi parlare liberamente anche delle Mici significa convivere meglio con un problema che può essere gestito, grazie alle terapie innovative, e avere una buona qualità di vita". Tutti i materiali sono visionabili e scaricabili su www.vocidipancia.it.
(Adnkronos) - “Essere ingegnere mi ha aiutato ad organizzare la mia attività da attrice comica. Sapevo come fare un business plan delle attività che volevo fare, la logistica è stata fondamentale perché organizzavo da sola i primi tour. Faccio convivere i vari lavori, gli eventi aziendali, la parte creativa delle pubblicità. Tutte cose in cui l’organizzazione conta parecchio”. Sono le parole di Giorgia Fumo, ingegnere e improvvisatrice teatrale, intervenuta all’assemblea ordinaria dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Milano, tenutasi presso la sede dell’Ordine di Palazzo Montedoria a Milano. Nel suo discorso Giorgia Fumo ha spiegato le difficoltà di far coesistere il ruolo di ingegnere con una carriera teatrale: “Ho abbandonato molte attività che ipoteticamente dovrebbero spettarmi perché sono lontano da casa molti giorni per fare il mio tour. La comicità non ha difficoltà ulteriori rispetto a quelle che avevo riscontrato nell'ingegneria, non sono settori così diversi. Ho incontrato colleghi gentilissimi che apprezzano il tuo valore e altri che, in quanto donna, ti vedono nel campionato di serie B. Grazie ai social, però, sono contatto con il pubblico e sono loro a scegliere”.
(Adnkronos) - “Nell’accingermi a partecipare a Ecoforum per raccontare della nostra filiera circolare per “l’industria pulita” ho avuto l’opportunità, grazie all’indagine IPSOS, di raccogliere le percezioni dei cittadini, poco ottimistiche rispetto alle performance dell’Italia circolare. Lo sottolinea Riccardo Piunti, presidente del Conou ricordando come "gli Italiani, ad esempio, ritengono mediamente che circa il 50% dell’olio minerale usato sia destinato a combustione, molti pensano che la raccolta del rifiuto sia un compito del meccanico vicino di casa, che il processo complessivo sia affidato a singole aziende specializzate senza un coordinamento; addirittura, un 6% pensa che l’olio usato finisca in fogna". Piunti aggiunge che "credono tuttavia che, quando si rigenera, l’olio sia mediamente di buona qualità dando credito alla tecnologia e non all’organizzazione. Vorrei, al contrario, che fossero informati e fieri dei risultati del nostro Paese, consci del ruolo del modello consortile che porta a raccogliere l’olio a titolo gratuito e rigenerare tutto". "La coscienza dei buoni risultati - conclude - aiuterà il conseguimento di ulteriori traguardi che potranno essere raggiunti, nelle filiere più diverse, solo con il contributo informato di tutti".