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(Adnkronos) - Si infittiscono le voci, e le smentite, sui tentativi di ricucire i rapporti fra Re Carlo e Harry. Un ruolo fondamentale in questi contatti lo avrebbe addirittura Meghan, attraverso la sua amica fidata e storica guru Meredith Maines, scrive oggi il Daily Mail, ricordando l'incontro avvenuto lo scorso 9 luglio a Londra fra Maines e il segretario alle comunicazioni del re, Tobyn Andreae. Mentre il duca e la duchessa del Sussex negano di essere stati loro a far trapelare i dettagli dell'incontro, viene fatto emergere il ruolo della duchessa sulla via della pace. Non è ancora chiaro se sia stato re Carlo o Harry a organizzare i "colloqui di pace" tra Maines e Andreae, ma le foto dei due che sorseggiavano un drink hanno fatto il giro del mondo, scatenando le reazioni dei tanti follower che da tempo auspicano una riconciliazione in salsa reale. Meghan e Meredith sono molto unite da tempo, sia nella vita privata che in quella professionale. Entrambe sono madri lavoratrici californiane, appassionate di cavalli, nate nell'industria patinata di Hollywood. Harry e Meghan vorrebbero sanare i contrasti con la Famiglia, scoppiati nel 2020 con le dimissioni della coppia dai loro doveri reali. Ma al'inizio di quest'anno il Duca e la Duchessa hanno radicalmente ristrutturato il loro staff per renderlo più simile al sistema gerarchico associato a Buckingham Palace, e a cui Harry è più abituato. Parlando di Maines, Richard Fitzwilliams, noto consulente di pubbliche relazioni e commentatore, ha rivelato: "Si è unita ai Sussex all'inizio di quest'anno. È la collaboratrice più anziana dell'organizzazione soprannominata 'la Casa Reale del Sussex', costituita a giugno, che a quanto pare avrebbe dovuto assomigliare alla struttura con cui Harry lavorava quando era un membro anziano della famiglia reale".
(Adnkronos) - “Per noi il welfare è una tradizione storica: siamo arrivati a questa decisione già nel primo dopoguerra grazie a coloro che mi hanno preceduto alla guida di A2a. Credo che sia un sintomo di responsabilità importante che ci siamo già assunti come Gruppo. Siamo la prima life company a presentare un piano di incentivazione per i nostri dipendenti e abbiamo un piano sulla genitorialità”. Sono le dichiarazioni di Roberto Tasca, presidente di A2a, in occasione dell’evento ‘WelLfare. Il Welfare fa davvero bene’, organizzato da A2a per condividere una riflessione sui servizi di welfare, sui Premi di produttività e sul nuovo piano di azionariato diffuso, presentati a Milano. “In un momento in cui il Paese ha una serie di problemi di natura economica e sociale, dove gli stipendi sono bassi, noi vogliamo affrontare tali problematiche intervenendo a sostegno dei nostri dipendenti e della comunità nella quale siamo inseriti, con tutti i nostri limiti, ma con la consapevolezza di volerlo fare - spiega Tasca - Non è un caso che oggi vi sia la presenza dei sindaci di Milano e Brescia, le due città che rappresentano il controllo del nostro Gruppo. Credo sia un'unione perfetta di sforzi volti a intervenire su un problema concreto del nostro Paese”. “Il piano sulla genitorialità che abbiamo fatto consiste nel pagare chi fa figli all’interno della nostra life company, sostenendo da 1 a 18 anni il figlio: diamo 3250 euro al momento della nascita e diluiamo nel corso del tempo. Un piano varato per 12 anni - sottolinea - Abbiamo fatto questo per incentivare i nostri dipendenti. Infatti, regaliamo per tre anni il controvalore di 500 euro in azioni. Questo per far sì che chi lavora con noi si senta anche parte dei risultati economici e del comportamento che il titolo azionario ha sul mercato”. “Lo facciamo con un'assunzione di responsabilità: non è un vincolo, non è una legge o un decreto, è una testimonianza che vogliamo dare esattamente in questa direzione perché riteniamo che essere presenti in una comunità significhi anche farsi carico, in momenti particolari come questo, di questo tipo di responsabilità”, conclude il presidente di A2A.
(Adnkronos) - L’88% degli italiani ritiene importante integrare fonti rinnovabili nei propri sistemi di riscaldamento domestico. Un dato che conferma la crescente attenzione verso tecnologie capaci di coniugare rispetto ambientale, risparmio e comfort abitativo. Sono i dati della recente indagine Bva Doxa per Ariston, condotta su un campione rappresentativo di cittadini italiani tra i 25 e i 64 anni; analizzando le percezioni e le preferenze degli italiani riguardo agli impianti di riscaldamento. Secondo lo studio, in particolare, il 58% degli intervistati individua nelle pompe di calore e nei sistemi ibridi le soluzioni ideali, in sostituzione delle caldaie tradizionali, mentre il 68% identifica l’efficienza energetica come il criterio principale nella scelta di un nuovo impianto. Ulteriormente, il 37% si orienta verso i sistemi ibridi, apprezzandone la versatilità, mentre un aggiuntivo 21% predilige pompe di calore autonome. Scelte che dimostrano come il tema della sostenibilità sia ormai radicato nella nostra quotidianità, anche grazie a una forte fiducia nella tecnologia: l’86% reputa questi impianti affidabili, e il 77% è convinto che garantiscano un comfort superiore rispetto ai sistemi convenzionali. Ma l’interesse non si ferma al solo aspetto ambientale. L’innovazione è sempre più vista come un’opportunità di valorizzazione economica del proprio immobile: l’85% del campione riconosce che l’adozione di un impianto innovativo può accrescere il valore della casa. Un investimento consapevole, dunque, che riflette una nuova sensibilità verso l’efficienza energetica come leva concreta di risparmio e miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, permangono alcune barriere: il costo iniziale elevato è percepito come ostacolo dal 66% degli italiani, seguito dalla difficoltà di installazione (32%) e dalla scarsa conoscenza degli incentivi disponibili (30%).