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(Adnkronos) - Le uscite Inps per prestazioni istituzionali nel 2024 ammontano a 417.408 milioni di euro, con un aumento di 19.345 milioni rispetto al 2023 (398.063 milioni di euro). E’ quanto si legge nel XXIV Rapporto annuale Inps. Tale incremento è dovuto in larga parte alla risultante di maggiori oneri per pensioni (+16.448 milioni di euro) e per la famiglia (+2.335 milioni di euro). La spesa per pensioni nel 2024, si legge nel XXIV Rapporto annuale Inps, ammonta complessivamente a 320.593 milioni di euro (comprensivi di 71.065 milioni di trattenute fiscali) proseguendo il trend strutturale di aumento annuale per effetto combinato della composizione demografica della popolazione e di aumento degli importi medi delle pensioni anche per l’effetto della perequazione. Per quanto concerne l’aumento delle pensioni per perequazione per il 2024, la misura applicata è stata determinata in base a quanto indicato nel decreto del 20 novembre 2023 del ministero dell’Economia e Finanze, emanato di concerto con il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha fissato la variazione percentuale per l’aumento delle pensioni con effetto dal 1° gennaio 2024 nella misura provvisoria del +5,4%, successivamente confermata, in via definitiva, con decreto del 15 novembre 2024. Per quanto riguarda la categoria famiglia, si registra un aumento della misura dell’Assegno unico e universale (Auu), anch’esso adeguato all’inflazione (+1.896 milioni di euro), a fronte di una diminuzione dell’Assegno al nucleo familiare (-115 milioni di euro) e un aumento dei congedi parentali ordinari in virtù delle recenti innovazioni legislative (+543 milioni di euro). Stabile, invece, nel complesso, il sostegno al reddito (+505 milioni di euro) con variazioni di segno contrario relative a maggiori trattamenti di disoccupazione (+946 milioni di euro) e minori oneri ascrivibili ai Bonus per l’esaurimento degli effetti delle relative misure di legge. Le prestazioni di inclusione sociale registrano, anch’esse, nel complesso, un andamento stabile dovuto all’effetto congiunto dell’esaurimento degli effetti normativi delle misure del Reddito e della Pensione di Cittadinanza (-6.658 milioni di euro), in parte sostituito dall’entrata in vigore dell’Assegno di inclusione, pari a 4.442 milioni di euro, e del Supporto per la formazione e il lavoro, pari a 260 milioni di euro; in aumento l’invalidità civile per 1.237 milioni di euro. Tra le altre prestazioni si segnala una diminuzione del Tfr ai dipendenti privati (-755 milioni di euro) e un aumento del Tfr/Tfs ai dipendenti pubblici (+913 milioni di euro) la cui risultante determina un lieve aumento delle uscite per la categoria in esame.
(Adnkronos) - Con la Circolare 9/E del 24 giugno 2025, l’Agenzia delle Entrate interviene sul fronte della compliance fiscale, offrendo una visione più chiara del Concordato preventivo biennale (Cpb). Il documento interviene a dettagliare le nuove regole di adesione al concordato, che si applicheranno già a partire dal biennio 2025-2026 e lo fa disegnando un sistema più selettivo, ma al tempo stesso più flessibile e orientato al merito. Una riforma che chiama in causa il ruolo del professionista fiscale, sempre più strategico nel guidare imprese e contribuenti verso un rapporto più collaborativo e trasparente con il fisco. Secondo Raffaele Di Capua, fondatore dello studio Di Capua & Partners, la circolare rappresenta “un passaggio cruciale nel consolidamento del Concordato preventivo biennale come strumento di compliance evoluta". "L’introduzione di soglie massime per i contribuenti ad alta affidabilità fiscale e la possibilità di rimodulare la proposta in presenza di eventi straordinari - prosegue - segnano un’evoluzione verso una fiscalità più equa, trasparente e prevedibile. Di particolare rilievo è il nuovo regime opzionale di imposta sostitutiva, che, con aliquote graduate (10%-15%) in base al punteggio Isa, premia comportamenti virtuosi e continuità dichiarativa”. Ma non mancano le voci critiche. Secondo la visione di Proactiva, le modifiche introdotte rischiano di indebolire ulteriormente l’attrattività di uno strumento che, già nella sua prima versione, non aveva riscosso grande entusiasmo tra i contribuenti. “Dal punto di vista tecnico le novità rilevanti, che riguardano le nuove adesioni a partire dal biennio 2025 2026, prevedono l’introduzione di nuove cause di decadenza/cessazione introdotte al fine di contrastare possibili utilizzi distorsivi del nuovo istituto e una soglia massima relativa al maggior reddito non tassato eccedente quello concordato”, spiega Luca Bisignani, Partner di Proactiva Corporate & Tax. “Nel complesso si tratta di interventi solo parzialmente mitigati da altri di minor rilevanza, che inevitabilmente riducono l’appeal dell’Istituto il quale già di per sé non aveva incontrato particolari favori presso i contribuenti. Tali ulteriori limitazioni e restrizioni fanno ragionevolmente pensare che, nel corso dei prossimi anni, il Concordato preventivo biennale sia destinato a ‘sgonfiarsi’ al pari di altre agevolazioni che nel recente passato sono state introdotte con le migliori intenzioni per poi essere fortemente rimaneggiate e combattute all’esito delle prime verifiche sui dati di adesione e di gettito, come Industria 4.0 e 5.0 o il Superbonus al credito imposta R&S”, sostiene. Nella sua lettura Moore riconosce nella circolare un importante passo avanti verso un sistema di maggiore selettività, ma anche più maturo e orientato al merito. “L’introduzione di limiti quantitativi per i soggetti con elevato Isa è un messaggio chiaro”, aggiunge Paolo Borghi, partner dello studio Moore Professionisti Associati. “Il concordato - spiega - non è più solo uno strumento di semplificazione, ma diventa un vero e proprio patto di affidabilità tra contribuente e Amministrazione. Positiva anche l’apertura alla possibilità di comunicare eventi straordinari, che rende il meccanismo più flessibile e vicino alla realtà operativa delle imprese. Di contro, l’inasprimento delle cause di esclusione, penso soprattutto a operazioni straordinarie e partecipazioni incrociate, richiede una pianificazione ancora più attenta e consapevole. I controlli aumentano, ma crescono anche le tutele e i vantaggi per chi sceglie di aderire”. Un’evoluzione che rafforza ancora una volta il ruolo del consulente fiscale. “Dovremo guidare i clienti in scelte ponderate, valutando non solo la convenienza economica, ma anche la sostenibilità e la coerenza del percorso fiscale che intendono intraprendere”, conclude.
(Adnkronos) - “Spesso si pensa che sia l’Europa a imporre scelte ai Paesi membri, ma nel caso dell’economia circolare è accaduto il contrario: l’Italia ha tracciato per prima la strada, con esperienze concrete di raccolta differenziata, impianti industriali e filiere produttive che l’Unione ha inserito nelle proprie direttive e regolamenti, e che hanno anticipato gli obiettivi europei. Abbiamo una leadership internazionale che raccontiamo ancora troppo poco: il modello italiano dell’economia circolare è un esempio straordinario, da preservare e rafforzare per il futuro”. Questo il commento di Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, in occasione dell’Ecoforum 2025, tenutosi a Roma e organizzato da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club.