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(Adnkronos) - “Il negozio fisico continua a rimanere centrale, soprattutto nel momento in cui è in grado di offrire un'esperienza che va al di là dell'acquisto, un elemento che gli outlet possono offrire e che è apprezzato anche dai giovani”. Lo ha detto Cristina Liverani, special projects unit manager Bva Doxa durante la presentazione a Milano del primo Osservatorio Moda e Generazioni “Fashion & Identity – Vestirsi senza infrastrutture”, un’indagine esclusiva realizzata da McArthurGlen in collaborazione con Bva Doxa. L’Osservatorio di McArthurGlen rappresenta una lente preziosa per interpretare le dinamiche della moda come linguaggio generazionale, aiutando a comprendere come Millennials e GenZ usino l'abbigliamento per affermare la propria identità. Lo studio rivela due generazioni sempre più libere da condizionamenti, che utilizzano la moda come mezzo di espressione autentica e personale, anticipando nuove tendenze e approcci estetici. “Abbiamo analizzato soprattutto la generazione Z e i millennials e come i diversi fattori hanno influenzato la costruzione della loro identità personale e del loro modo di apparire. Tra i dati più interessanti - aggiunge Liverani - c’è quello che racconta il dualismo tra le vetrine dei negozi, che continuano ad essere una fonte d'ispirazione estremamente importante, e il mondo dei social, che sta giocando un ruolo determinante nelle sue varie sfaccettature. Anche i diversi social infatti stanno diventando diversamente stimolanti per le varie generazioni”. “Vestirsi senza infrastrutture significa esprimere attraverso l’immagine quella che è la propria identità senza troppe forzature dall'esterno. Che è poi quello che è emerso dai racconti degli intervistati che hanno partecipato all’indagine. Il 40% del nostro campione - conclude - ci racconta infatti di riuscire a mantenere, seppur con una certa dose di adattamento, il suo modo di apparire prediletto nei vari contesti, per mostrare quella che è la sua identità”.
(Adnkronos) - “Non è assolutamente condivisibile la riapertura dei termini per l’adesione al concordato preventivo biennale. La riapertura dei termini, avvenuta dopo aver obbligato i commercialisti a rispettare la scadenza del 31 ottobre, ci costringe oggi a rivedere nuovamente l’organizzazione delle attività dei nostri studi, con dispendio di risorse e aggravio delle procedure”. Lo dice all'Adnkronos/Labitalia Francesco Cataldi, presidente Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili. “Questi interventi - spiega - sono irrispettosi del lavoro dei professionisti e rappresenta l’ennesima dimostrazione di un palese fallimento della tanto proclamata volontà di creare un rapporto di fiducia tra fisco e contribuente. I professionisti si trovano, ancora una volta, a fronteggiare decisioni tardive e incoerenti che minano la programmazione del lavoro e compromettono la qualità del servizio che siamo chiamati a offrire ai nostri clienti”. “Nonostante le promesse di semplificazione e dialogo - sottolinea - le scelte dell’apparato governativo continuano a penalizzare chi, ogni giorno, contribuisce con il proprio lavoro a garantire trasparenza e correttezza nel rapporto con l’amministrazione finanziaria. Chiediamo, dunque, ancora una volta, che venga posto fine a questa gestione frammentaria e disorganizzata che compromette l’efficacia e l’efficienza del sistema fiscale del nostro Paese”.
(Adnkronos) - "L’impatto del settore agricolo sull’ambiente sta migliorando secondo i dati del settore. Abbiamo analizzato l’evoluzione delle vendite degli agrofarmaci che segna una diminuzione dei volumi dei prodotti venduti ma raddoppiano i principi attivi negli ultimi dieci anni dei prodotti di tipo biologico". A dirlo dichiara Enrica Gentile, ceo & founder Areté srl, società indipendente di ricerca responsabile scientifica del report sugli agrofarmaci presentato oggi dall’Osservatorio Agrofarma a Roma presso Palazzo Ripetta. "In realtà - ha spiegato - all’interno del mercato degli agrofarmaci che è in contrazione, in risposta alla domanda di sostenibilità, abbiamo un aumento dei principi attivi biologici che salgono. Bisogna sottolineare la contrazione delle grandi colture italiane, spicca tantissimo quella del mais, con un -32%, penalizzato dagli andamenti produttivi degli ultimi anni che ha lasciato spazio alla soia e ad altre colture sostitutive. Inoltre va segnalato per le colture frutticole l’espansione del nocciolo come superficie coltivata dovuta agi investimenti di aziende capo filiera". "Un dato da segnalare - ha sottolineato - è un caso di rese proprio del nocciolo perché molte delle superfici nuove non sono ancora in piena produzione. Dal punto di vista meteorologico abbiamo osservato l’incremento delle temperature, l’aumento dei giorni molto caldi nell’arco degli ultimi dieci anni, costantemente sopra la media nell’ultimo trentennio. E anche la forte variabilità per quanto riguarda le piogge tra annate molto siccitose e annate molto piovose che impatta sulle tecniche agronomiche e di difesa delle colture”.