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(Adnkronos) - Gli ottavi di finale di Coppa Italia tra Lazio e Milan di oggi, giovedì 4 dicembre, iniziano sotto una pioggia di fischi. Il motivo? I tifosi biancocelesti, anche con un passaparola sui social, hanno deciso di farsi sentire fin dai primi minuti per creare un ambiente infuocato contro i rossoneri, dopo l'episodio del rigore non concesso per il tocco di mano in area di Pavlovic nella sfida di campionato dell'ultimo weekend. Una partita vinta 1-0 dal Milan tra le polemiche, con espulsione finale di Allegri prima della revisione dell'episodio al Var da parte dell'arbitro Collu. E così, l'Olimpico è già una bolgia (presenti oltre 40mila tifosi laziali, circa 12 mila i tagliandi venduti per il match e che vanno ad aggiungersi agli abbonati). "Qualcosa da chiarire dopo la partita di campionato? A caldo abbiamo preferito non commentare, potevano uscire frasi non controllate. Abbiamo accettato l'arbitro a Milano, l'errore è umano e secondo me ha arbitrato anche bene, anche se poi gli episodi possono avere interpretazioni diverse. Stasera c'è Guida, ha un'esperienza importante". Angelo Fabiani, ds della Lazio, ha parlato così ai microfoni di Sportmediaset, prima della sfida di Coppa Italia contro il Milan.
(Adnkronos) - "Il ruolo di risorse umane e comunicazione interna sono andate e cresciute sempre di pari passo. La comunicazione interna è stata sempre vista come sorella minore di quella esterna ma oggi è cresciuta e le aziende che hanno una visione ulteriore ci stanno investendo, ma soprattutto c'è una voglia di affidarsi al comunicatore interno, che ha necessità di avere competenze molto chiare. Fondamentale non solo comunicare ma fare in modo che il messaggio crea appartenenza e vicinanza all'azienda. Conoscere il target è fondamentale, ed è fondamentale il riconoscimento delle competenze di chi fa comunicazione e di chi fa comunicazione interna. Quindi ben venga la norma sulla certificazione". Così Martina Marmotta, hr e internal communication Italo, intervenendo a una tavola rotonda a Roma nel corso dell'evento 'Governance della comunicazione professionale: competenze certificate e responsabilità' sulle proposte di Manageritalia per la certificazione dei comunicatori. E sul ruolo dell'Ia sottolinea che "l'Ia non credo che ruberà lavoro, in futuro lo ruberà a chi non saprà utilizzarla. Va governata, è una macchina, è un valido supporto ma bisogna conoscerla. E quindi formare e mettere in guardia sui rischi, anche per le nuove generazioni", conclude.
(Adnkronos) - Uno strumento avanzato per misurare e ridurre l’impatto ambientale delle imprese italiane con 250 dataset relativi ai settori come allevamento, frutta, legumi e olio d’oliva ma anche fonderie d’alluminio, carta tissue e cartongesso. È uno dei risultati degli studi del Gruppo di ricerca Grins dedicato alla sostenibilità delle imprese e coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dall’Università Bocconi. (VIDEO) I team di lavoro, che hanno visto oltre 100 ricercatori del partenariato Grins impegnati in tre anni di progetto Pnrr, iniziano a presentare i risultati per identificare, misurare e valutare le strategie aziendali e le azioni necessarie per affrontare le sfide della sostenibilità, con particolare attenzione agli aspetti ambientali e ai percorsi verso l’economia circolare. “Abbiamo adottato un approccio olistico e multidisciplinare, combinando la prospettiva della finanza sostenibile con quella dei processi produttivi e gestionali a livello d’impresa e integrando al tempo stesso le dimensioni del consumo, dei prodotti e delle catene globali del valore, fino alla gestione del fine vita dei beni - spiega Marco Frey, professore ordinario della Scuola Superiore Sant’Anna e coordinatore del gruppo di ricerca Grins - L’attività ha portato alla creazione di due strumenti principali: database e configuratori. I database sviluppati riguardano dati di survey sulle abitudini e le scelte ‘green’ dei consumatori, come essi reagiscano a messaggi social e digitali di imprese che comunicano il loro impegno verso la sostenibilità e dataset di inventario dei principali settori produttivi italiani”. In particolare, i dataset di inventario (Life Cycle Inventory - Lci) nazionali e regionali riguardano i principali sistemi produttivi italiani, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza nella gestione circolare delle risorse lungo l’intera catena del valore. Si sono analizzati gli impatti ambientali di filiere strategiche come quella agroalimentare (allevamento, frutta, legumi, olio d’oliva) e industriale (fonderie di alluminio e carta tissue), promuovendo modelli di simbiosi industriale e soluzioni innovative e sostenibili. L’inventario, sviluppato secondo la metodologia Life Cycle Assessment (Lca) e integrato con sistemi Gis, raccoglie dati da fonti statistiche, monitoraggi territoriali e indagini dirette, fornendo così solide fondamenta su cui prendere delle direzioni più mirate e con minor rischi. Conforme agli standard dell’International Reference Life Cycle Data System (Ilcd) del Jrc, il database sarà ospitato sulla piattaforma Amelia di Grins e includerà oltre 250 dataset relativi ai settori analizzati, offrendo uno strumento avanzato per misurare e ridurre l’impatto ambientale delle imprese italiane. Un secondo filone strategico di ricerca e analisi riguarda l’impatto ambientale delle filiere e la valutazione della sostenibilità e resilienza delle Pmi italiane rispetto ai cambiamenti climatici. Su questo tema si è concentrato un team di lavoro composto da 30 ricercatori di cinque università italiane partners - Torino, Bologna, Ca’ Foscari Venezia, Roma Tor Vergata e Sant’Anna Pisa - insieme al Centro di ricerca Unioncamere Guglielmo Tagliacarne, coordinato da Vera Palea, Università di Torino. L’ampia indagine esamina il livello di percezione del rischio climatico, il grado di preparazione organizzativa e l’accesso ai finanziamenti verdi delle Pmi italiane, fornendo un quadro dettagliato delle dinamiche in atto. Ha coinvolto 9.630 imprese non quotate in 5 regioni (Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Lazio e Toscana), con attenzione al periodo 2021–2026, considerando anche gli investimenti previsti. I risultati delineano quattro profili di impresa: dalle ‘attendiste’, che non hanno ancora avviato investimenti di mitigazione, alle ‘proattive’, già impegnate nel percorso verso la sostenibilità. Colpisce il dato sulla percezione del rischio che evidenzia la scarsa consapevolezza: circa il 53% delle imprese ritiene che il cambiamento climatico non incida significativamente sulle proprie attività e il 45% rientra tra le aziende attendiste. Solo il 13% ha investito per ridurre il rischio fisico acuto, anche in aree colpite da eventi estremi come l’Emilia-Romagna. Gli interventi più diffusi sono di tipo protettivo - come le polizze assicurative - più che trasformativo. Circa il 25% delle imprese ha invece avviato investimenti di mitigazione, orientati alla riduzione delle emissioni. I risultati mostrano inoltre che le imprese più proattive sono anche quelle dotate di assetti organizzativi orientati alla sostenibilità: la presenza di un Csr manager, la redazione di un bilancio di sostenibilità, la formazione sui temi climatici e sulla normativa rilevante sono fattori determinanti. I risultati dell’indagine saranno disponibili in una dashboard interattiva all’interno della piattaforma Amelia di Grins, attualmente in fase di finalizzazione. La dashboard sarà accompagnata da uno strumento di benchmarking che consentirà alle imprese di confrontarsi con i propri pari per territorio o settore, valutando così il proprio posizionamento all’interno del sistema produttivo di riferimento. L’output di questo lavoro, assieme ai risultati dei gruppi di ricerca sui temi della finanza sostenibile e dell’innovazione circolare, è una delle attività strategiche di Grins. L’obiettivo è offrire una serie di servizi web-based per le Pmi italiane (Portale Imprese) per monitorare e accrescere la consapevolezza alla sostenibilità e fornire al contempo supporto al ministero dell'Economia e delle Finanze, al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica attraverso toolkit progettati per monitorare la sostenibilità territoriale nel tempo, con attenzione sia agli aspetti finanziari sia all'impatto materiale. “Oggi - sottolinea Vera Palea ordinaria di Economia Aziendale all’Università di Torino - siamo in grado di offrire un ulteriore configuratore che aiuta le imprese a valutare la propria capacità di adattarsi ai cambiamenti economici, ambientali e organizzativi. Il contesto sempre più competitivo crea infatti sfide complesse che solo con strumenti adeguati e una visione condivisa possiamo affrontare con successo”.