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(Adnkronos) - Feste a letto con la febbre per milioni di italiani. "Sono stati stimati circa 950mila nuovi casi, con un totale dall'inizio della sorveglianza di circa 5,8 milioni di casi" si legge nel rapporto della sorveglianza RespiVirNet, pubblicato dall'Istituto superiore di sanità per il periodo che va dal 15 al 21 dicembre. "I dati ci mostrano che ci stiamo avvicinando al picco dei casi, che verosimilmente verrà toccato nelle prossime settimane, in cui ci aspetta una circolazione sostenuta dei virus respiratori come atteso per il periodo" afferma Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell'Istituto superiore di sanità . "Purtroppo, come segnalato da alcune Regioni, anche quest'anno all'aumento del numero di casi corrisponde un aumento nel numero di accessi al pronto soccorso e ospedalizzazioni soprattutto per le persone più anziane - continua -. Soprattutto in questi giorni in cui le occasioni di incontro e di convivialità possono favorire la trasmissione dei virus respiratori, ricordiamo che alcune semplici precauzioni sono utili a ridurre il rischio di contagio" come "l’areazione dei locali e il lavaggio delle mani". I dati della sorveglianza degli accessi al Pronto soccorso riferiti da alcune regioni (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo e Sicilia), aggiornati alla settimana 50 del 2025 (8-14 dicembre), evidenziano "un aumento sia degli accessi sia delle ospedalizzazioni per sindromi respiratorie rispetto alla stessa settimana della stagione precedente". Nella settimana dal 15 al 21 dicembre, "sia nella comunità (medici e pediatri di famiglia) che nel flusso ospedaliero (ricoverati per malattie respiratorie) si registra un alto tasso di positività per influenza (31,5% e 46,2% rispettivamente contro 36% e 40,4%)". L’intensità è molto alta in Veneto, provincia di Bolzano, Marche e Campania, alta in Sicilia, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio e Abruzzo, media in Val d'Aosta, Lombardia, Toscana e Puglia e bassa in tutte le altre. La variante K risulta dominante in questa stagione nel Paese. "Le analisi di sequenziamento in corso dall'inizio della sorveglianza evidenziano che tra i ceppi di virus influenzale A H3N2 attualmente circolanti in Italia il subclade K è nettamente prevalente, mentre tra i ceppi H1N1 pdm09, tutti i ceppi si raggruppano esclusivamente nel subclade D.3.1 nell’ambito del più ampio clade 5a.2a.1 al quale appartengono anche i ceppi vaccinali" si legge nell'ultimo bollettino della sorveglianza RespiVirNet dell'Iss. "Per quanto riguarda la caratterizzazione dei virus influenzali, nella comunità (medici e pediatri di famiglia) e nel flusso ospedaliero, la percentuale di virus A(H3N2) "risulta ampiamente maggiore rispetto ai virus A(H1N1)pdm09. Ad oggi nessun campione è risultato essere positivo per influenza di tipo A 'non sottotipizzabile' come influenza stagionale, che potrebbe essere indicativo della circolazione di ceppi aviari", conclude il bollettino. "Che l'influenza stagionale 2025-2026 fosse molto aggressiva lo si era visto con il boom di casi in Gran Bretagna e Giappone, dove si è registrato un incremento di ospedalizzazioni". E l'Italia non è da meno. "Anche nel nostro Paese" il virus dell'influenza picchia duro, "con febbre, bronchiti e polmoniti. Anziani e fragili (cardiopatici, diabetici, immunodepressi o pazienti con insufficienza renale) sono come sempre i soggetti più colpiti. Alcuni casi, però, sono talmente gravi da richiedere il ricovero in terapia intensiva" dice all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali). A preoccupare l'infettivologo non è solo l'influenza vera e propria. "Circolano in questi giorni anche virus respiratori diversi che comunque causano febbre, bronchiti e polmoniti", sottolinea Andreoni che aggiunge: "Difficile dire quando saremo vicino al picco dei casi, ma dalla metà di gennaio la situazione dovrebbe migliorare e i casi iniziare a scendere". L'influenza "è in aumento, come deve essere in questo periodo della stagione. La variante K ha causato il leggero anticipo perché il sistema immunitario non la scopre subito, ma una volta trovata la combatte. Forse è leggermente più contagiosa, ma non più aggressiva". Però, aggiunge l'epidemiologo Massimo Ciccozzi ,"chi non ha fatto il vaccino può avere sintomi importanti: febbre alta fino a 38-39, una tosse persistente e per gli anziani e i bambini piccoli c'è il rischio di dover ricorrere al pronto soccorso. Sono proprio la fascia 0-4 anni e i ragazzi 5-15 anni con l'incidenza di casi più alta, perché non vaccinati e con momenti di aggregazione più intensi rispetto a chi, ad esempio, lavora. Poi in questi giorni di fine dicembre le metropolitane e i bus sono pieni e questa situazione, senza mascherina, fa dilagare i casi". "Dal 1960 l'H3N2 ha iniziato a fare mutazioni. Ultimamente ne ha fatte 6-7 insieme che possono eludere il sistema immunitario, ma poi la variante K di cui tanto si parla viene riconosciuta perché è una 'figlia' dell'H3N2. E' tutto nella norma", tranquillizza Ciccozzi.
(Adnkronos) - Il ruolo degli enti di terzo settore (Ets) è sempre più centrale nella gestione dei beni confiscati alle mafie. E' uno dei temi emersi nel corso del meeting di presentazione, tenutosi a Salerno, del progetto 'Co-programmare con i giovani', finanziato dal ministero del Lavoro e che vede Moby Dick Aps come ente capofila. Secondo il prefetto Maria Rosaria Laganà, direttore dell'Anbsc - Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, intervenuta all'evento "è fondamentale il ruolo che gli enti del terzo settore possono avere sia per una gestione diretta dei beni, ma soprattutto in coprogettazione con gli enti territoriali. Specialmente in piccoli contesti in cui magari i Comuni hanno carenze di competenze specifiche dal punto di vista del personale, e quindi la difficoltà anche a immaginare e a progettare, il terzo settore può veramente fare la differenza. Quindi da un lato c'è l'ente territoriale che esprime i bisogni di una collettività e il terzo settore che è in grado, oltre che di esprimere e rappresentare questi bisogni, ma anche di individuare delle progettualità e quindi anche di vedere nel bene confiscato una risorsa reale, che poi ovviamente necessiterà anche di risorse finanziarie. Però è un connubio indispensabile per il futuro, per una gestione di beni che sia veramente efficace e sostenibile", spiega Laganà ad Adnkronos/Labitalia sottolineando come l'evento tenutosi a Salerno abbia evidenziato "grande entusiasmo, veramente fa piacere che ci siano dei giovani così interessati ai temi della legalità in generale, la loro consapevolezza e impegno è centrale su questi temi", sottolinea. E per Don Aniello Manganiello, prete anticamorra, anch'egli intervenuto all'evento, "tutte le epoche hanno bisogno dei giovani perché portano la novità, portano l'intelligenza, portano l'entusiasmo. Ogni epoca è caratterizzata dall'impegno giovanile e corale e quindi ci ho tenuto a sottolinearlo e ad invitarli a mettersi in gioco perché il rinnovamento se deve esserci non può che avvenire da ora. Poi, io lo dico sempre ai ragazzi, se volete vivere la vostra vita con un senso, con un significato, non potete essere egoisti, dovete donarvi perché è il dono che dà valore alla nostra vita, dà senso alla nostra esistenza, altrimenti vivacchiamo, ma noi dobbiamo vivere. E una delle dimensioni di una vita veramente vissuta a fondo è quella di spezzarla, spezzarla anche per gli altri", aggiunge ancora. Secondo Ciro Castaldo, segretario generale della Fondazione Banco di Napoli il meeting di presentazione del progetto 'Co-Programmare con i giovani' "è stata una bellissima iniziativa, mettendo a confronto gli enti del terzo settore e i giovani con pubblica amministrazione e privati. Per noi in questo caso come fondazioni bancarie è un momento di ascolto, un momento di aiuto anche a valutare, a selezionare, a creare criteri di selezione per le progettazioni che provengono da questo mondo. Quindi è un momento di confronto e di ascolto che noi veramente apprezziamo perché i giovani possono far crescere noi e noi dobbiamo ascoltarli". E parlando dell'attività del 2025 della Fondazione ha sottolineato che "ce ne sono state tante. Noi stiamo anche predisponendo un progetto speciale collegato a un bilancio sociale proprio per evidenziare le attività che più hanno dato impatto anche sul territorio. Il nostro apporto è quello di assistere le comunità, ascoltarle e cercare, nei limiti ovviamente della disponibilità economica a disposizione, di sostenere quelle progettualità che possono servire a fare anche piccoli cambiamenti ma significativi", ha concluso.
(Adnkronos) - Mundys mette in campo una nuova società Benefit dedicata alla lotta al cambiamento climatico. Neya, questo il nome del nuovo asset controllato al 100%, sarà focalizzata sulla selezione e adozione di iniziative prevalentemente “nature based” per la rimozione del carbonio, con l’obiettivo di produrre crediti CO2 utili per la decarbonizzazione delle infrastrutture di trasporto nelle quali opera Mundys, a livello globale. Sono limitate, ad oggi, le società nate in Europa con l’obiettivo della rimozione di CO2; ciò ha motivato la scelta di Mundys di avviare questa iniziativa sperimentale, allo scopo di verificare la solidità di questa innovativa branca di business. Il valore del mercato internazionale dei crediti di carbonio nel 2024 è stato di circa 115 miliardi di dollari, per il 2030 le stime prevedono circa 300 miliardi di dollari, con possibilità di crescita fino a oltre 500 miliardi. E’ in questo contesto che Neya si inserisce con la propria missione per la rimozione permanente di CO2 dall’atmosfera, attraverso soluzioni come il rimboschimento e la gestione sostenibile di foreste e terreni agricoli, promuovendo la sostenibilità ambientale e sociale. Neya diventa immediatamente operativa in Madagascar con la promozione di un progetto di riforestazione per 500 ettari lungo le coste a Nord dell’isola (nelle zone di Sofia e Melaky). Il ripristino delle piantagioni in aree deforestate localmente negli ultimi decenni contribuirà alla rimozione di CO2, grazie alla particolare tipologia di piante prescelte. Le mangrovie, infatti, sono foreste costiere tropicali formate da alberi e arbusti capaci di vivere in acque salmastre tipicamente lungo le coste, le foci dei fiumi e le lagune. Hanno radici aeree che spuntano dal fango o dall’acqua e sono fondamentali perché proteggono le coste dall’erosione e dalle tempeste, ospitano molte specie di pesci, uccelli e crostacei, e immagazzinano grandi quantità di carbonio. Il progetto, denominato “Ma Honko”, si avvale di un’azienda locale che genererà occupazione sul territorio nello spirito di produzione di valore lungo la filiera, al centro della strategia di business sostenibile della visione di Mundys. L’attività detiene i requisiti per ottenere la certificazione Gold Standard, ente internazionale che attesta la qualità e la credibilità dei progetti che riducono le emissioni di gas serra, assicurando al contempo benefici sociali e ambientali misurabili. I crediti di carbonio generati, nel tempo, potranno così contribuire a compensare le emissioni delle infrastrutture di Mundys, a loro volta in corso di progressiva riduzione grazie all’esecuzione del framework di sostenibilità messo in campo dalla Capogruppo. Una strategia, quella ESG di Mundys, trasparente e responsabile e che le ha appena nuovamente fatto conseguire – per il terzo anno consecutivo – il livello A-list, massimo score rilasciato da CDP (ex Carbon Disclosure Project), rating internazionale di riferimento per la valutazione delle performance climatiche e ambientali su oltre 25.000 aziende. Lungo la roadmap di sostenibilità della Capogruppo sono molti i traguardi segnati fin qui, anche in termini di leadership innovativa, solco nel quale Neya sembra segnare il prossimo passo. Mundys è stata, infatti, tra le prime società in Italia a dotarsi di un Climate Action Plan per promuovere la transizione energetica e la decarbonizzazione delle attività economiche lungo tutta la catena del valore in ambito aeroportuale, autostradale e dei servizi di mobilità, ponendosi obiettivi chiari e concreti, tra i quali l’azzeramento delle emissioni nette dirette (Scope 1 & 2) entro il 2040.