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(Adnkronos) - 'Trump, The Twins President'. Si chiama così lo spettacolo di tre ore e mezza, che ha registrato il tutto esaurito a Hong Kong, espressione del teatro dell'assurdo, eredità e rivisitazione moderna dell'opera tradizionale cantonese, forma d'arte risalente a centinaia di anni fa e riconosciuta dall'Unesco come ''patrimonio culturale immateriale dell'umanità''. Sul palco viene immaginato un gemello cinese del presidente americano Donald Trump, che si chiama Chuan Pu, traslitterazione in mandarino del nome "Trump". Sognato dalla figlia, Ivanka Trump, per prendere il posto del padre rapito dagli alieni e dotato di una pistola ad acqua con la quale, dopo aver preso in giro l'abbigliamento di un uomo vestito tale quale al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, gli spara. Il regista Edward Li Kui-Ming aveva già scritto uno spettacolo su Trump nel 2019, durante il primo mandato del presidente americano. Questa volta, oltre all'acceso scambio di battute con Zelensky, l'opera parla anche del tentato assassinio di Trump in Pennsylvania nel luglio dello scorso anno, degli attacchi del presidente all'Università di Harvard e del suo turbolento rapporto con Elon Musk. Lo spettacolo inizia con un sogno della figlia di Trump, Ivanka, in cui suo padre ha un fratello gemello immaginario che vive in Cina e si chiama Chuan Pu. Questo fratello gemello si reca negli Stati Uniti, dove Trump è impegnato nella campagna elettorale per la rielezione. Quando Trump viene rapito dagli alieni provenienti da Marte, Ivanka chiede a Chuan di fingere di essere lui per tenere unita la nazione durante una guerra commerciale con la Cina. "E' una commedia che riflette l'influenza che il presidente Donald Trump ha sulle persone. E' così tanto influente che mi ha fatto venire voglia di realizzare un'opera a lui dedicata", ha detto alla Cnn il regista Li, che di professione fa il maestro di feng shui. L'attore Loong Koon-tin si trasforma in Trump indossando una parrucca bionda e sopracciglia folte. "Ogni volta che mi immergo nel ruolo, sono Donald Trump", ha detto alla Cnn Loong, spiegando di aver lavorato duramente per entrare nel personaggio. Con una storia che risale a cinque secoli fa, l'opera cantonese è nota per il suo trucco distintivo, i costumi tradizionali e le trame classiche. Era una forma di intrattenimento molto diffusa tra gli anni '50 e '60, ma negli ultimi decenni ha faticato ad attrarre un pubblico giovane. Li e la sua troupe vogliono invertire la tendenza sfruttando la presidenza Trump per renderla più adatta ai giovani. "Devo usare un nuovo eroe o nuove persone, inserirle nel vecchio schema dell'opera e renderle speciali e nuove", ha detto Li, spiegando perché ha scelto il presidente degli Stati Uniti e ammettendo che è stato complicato restare in un umorismo accettabile evitando quello offensivo. "Non sto cercando di fare nulla che possa suscitare polemiche politiche - ha detto - Il mio punto di partenza è l'amore e la pace. Credo che tutti amino l'amore e la pace". Li ha detto che gli piacerebbe portare lo spettacolo a Broadway o altrove, anche se finora la logistica e i finanziamenti si sono rivelati un ostacolo enorme. Ha anche detto di credere che sia Trump che Zelensky avrebbero apprezzato il suo lavoro, dato il loro legame con il mondo dello spettacolo prima di entrare in politica.
(Adnkronos) - Si è tenuto oggi a Bruxelles 'Tutele senza frontiere. 80 anni di diritti in movimento', incontro promosso dall’Inca Cgil, nell’ambito delle iniziative per l’80° anniversario del Patronato. L’appuntamento è stato l’occasione per approfondire il tema della mobilità internazionale e le sfide connesse alla tutela dei diritti sociali e del lavoro per chi si sposta oltre i confini nazionali. L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni europee, del mondo della ricerca e del sindacato. Dopo l’introduzione di Michele Pagliaro, presidente dell’Inca Cgil, il dibattito – moderato da Angela Mauro (corrispondente da Bruxelles per Huffington Post Italia) – ha coinvolto gli europarlamentari Camilla Laureti (S&D) e Pasquale Tridico, (The Left), Delfina Licata, ricercatrice presso la Fondazione Migrantes, Alessandro Mazzola, ricercatore presso l’Università di Liegi, e Francesco Sinopoli, presidente della Fondazione Di Vittorio. A seguire, l’intervento della segretaria generale della Confederazione europea dei sindacati, Esther Lynch, e le conclusioni a cura di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. Nel suo intervento, Michele Pagliaro ha ricordato che: "L’Inca oggi è un presidio di tutela. Lo siamo, e lo dobbiamo essere, in un contesto in profonda trasformazione, segnato dall’aumento delle disuguaglianze e da una mobilità sempre più diffusa. Le persone si muovono per necessità o per scelta, ma troppo spesso non trovano le stesse garanzie, né gli stessi diritti. Il nostro impegno è quello di contribuire a costruire le condizioni per un modello in cui i diritti siano effettivi e garantiti ovunque. Una sfida su cui dobbiamo lavorare tutti insieme: studiosi, politica e istituzioni, anche attraverso un utilizzo mirato dei fondi europei nella nuova programmazione, qualora non fosse possibile intervenire su quella corrente". “I fenomeni migratori - ha dichiarato Francesco Sinopoli, presidente della Fondazione Di Vittorio - di cui oggi leggiamo attraverso la retorica delle fortezze, sono processi inarrestabili, che riguardano l’umanità da sempre Si tratta di movimenti di persone strettamente legati alle condizioni di lavoro in cui spesso il processo di sfruttamento è amplificato dalla condizione di migratoria. Elementi strettamente connessi che sono stati e forse sono ancora di più oggi centrali per il pensiero e l’azione del sindacato, in particolare la fondamentale attività del Patronato, che supporta da anni anche le cittadine e cittadini che hanno deciso o si sono trovati nelle condizioni di spostarsi di all’estero. Un’intuizione, quella del patronato, di Giuseppe Di Vittorio ancora attuale dopo 80 anni". "In un contesto globale - ha dichiarato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil - in cui i capitali possono circolare liberamente, mentre aumentano le barriere per le persone, è fondamentale rimettere al centro dell’agenda politica e sociale lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini, con particolare attenzione alle nuove generazioni - È necessario affermare un modello di lavoro dignitoso, non precario, che consenta a tutte e tutti di realizzarsi, valorizzare le proprie capacità e la propria intelligenza. Per questo occorre promuovere un sistema di diritti sociali europeo che non sia guidato dalla logica del profitto e del mercato, ma che metta al centro le persone, la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale dei processi produttivi". L’incontro ha rappresentato un momento di confronto utile e concreto su una delle questioni più urgenti per il futuro del lavoro e dei diritti sociali in Europa. Nata nel 1945, l’Inca ha cominciato la sua attività all’estero già nel 1946, con la prima apertura in Lussemburgo, per poi arrivare in Belgio dopo pochi anni, inizialmente anche in condizioni di clandestinità. Fu proprio qui, nel 1956, che l’Inca intervenne a Marcinelle, assistendo le famiglie delle vittime del disastro nella miniera di Bois du Cazier. Negli anni, il Patronato ha accompagnato le comunità italiane in Italia e all’estero in molte emergenze - dall’alluvione del Polesine al Vajont, dal terremoto del Belice all’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 - e ha saputo adattarsi ai grandi cambiamenti sociali, economici e migratori. Dagli anni ’90, con l’Italia divenuta Paese di immigrazione, l’Inca ha aperto sedi nei Paesi di origine dei migranti per garantire la continuità della tutela anche al rientro. Oggi, l’Inca opera in 26 Paesi, su 4 continenti, con oltre 100 sedi operative e 300 insediamenti tra uffici, permanenze e corrispondenze. Centinaia di operatori, esperti, medici legali, avvocati e volontari lavorano ogni giorno per garantire accesso ai diritti, sostegno concreto e accompagnamento nei rapporti con le istituzioni. Ogni anno, l’Inca offre supporto a migliaia di persone residenti all’estero su pensioni, prestazioni sociali e diritti individuali, contribuendo a rendere effettiva la protezione sociale anche nei percorsi migratori e di mobilità.
(Adnkronos) - "Questo festival ci porta a parlare e ad approfondire i temi della sostenibilità ambientale e lo facciamo con grande piacere, guardando soprattutto all’aspetto delle norme europee che, talvolta, per ottimizzare la sostenibilità sacrificano quella economica e quella sociale. In questo contesto, il trasporto intermodale, cioè il trasporto dell’ultimo miglio, attraverso un sistema di rottura di carico - che prevede il passaggio della merce da un deposito ad un camion e poi dal camion ad una banchina portuale o ferroviaria - significa sicuramente valorizzare il trasporto, rendendolo meno caro e più sicuro”. Lo ha detto Marcello Di Caterina, vicepresidente e direttore generale di Alis, l’Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile, alla presentazione della terza edizione di ‘Eco Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti’ che si svolgerà il 16 e 17 settembre 2025 nel Centro Congressi di Piazza di Spagna. L’appuntamento è pensato per fare il punto sullo stato dell’arte della transizione ecologica nella mobilità delle persone e delle merci nel nostro Paese. L’Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile oggi non si occupa solo di trasporto, come spiega Di Caterina: “Attraverso una serie di attività legate ai servizi, abbiamo voluto fare un focus molto importante sulla digitalizzazione e sull’intelligenza artificiale, ambiti fortemente interessati dai contributi del Pnrr per la costruzione della piattaforma logistica nazionale che” grazie ad un importante e strategico utilizzo dei dati “offrirà informazioni che serviranno ad avere una maggiore capacità di conoscenza dei ‘tappi di bottiglia’, ossia le difficoltà di trasporto inutili e i nodi da evitare, piuttosto che quelli da utilizzare”. “Siamo di fronte ad un’epoca di trasformazione totale dove, al di là degli scenari mondiali legati ai dazi da una parte e alle guerre dall’altra, i mercati sono sempre pronti ad adeguarsi alle difficoltà - conclude - ma occorre che ci sia la capacità di alimentare gli sforzi reciproci”.