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(Adnkronos) - Donald Trump ha consegnato a Vladimir Putin una lettera della moglie Melania sulla "piaga dei bambini in Ucraina e Russia". Lo rivela la Reuters. secondo quanto riferiscono diversi media, citando due fonti della Casa Bianca. La lettera della first lady di origine slovena è stata consegnata personalmente dal presidente americano al presidente russo in occasione del summit di Anchorage. L'iniziativa Bring Kids Back UA ha formalmente espresso apprezzamento nei confronti di Melania Trump, per la sua espressa preoccupazione riguardo alla situazione dei minori ucraini. La dichiarazione, pubblicata sull'account ufficiale dell'iniziativa e riportata da Ukrinform, recita testualmente: “Profonda gratitudine alla first lady degli Stati Uniti per la sua profonda preoccupazione per il destino dei bambini ucraini. Ogni parola di sostegno li avvicina alle loro famiglie, alle loro comunità e alle loro case”. Anche Andriy Yermak, capo dell'ufficio del Presidente ucraino, ha espresso gratitudine: "Grazie per la tua leadership", su legge in un post su X.
(Adnkronos) - In queste calde serate estive, cucinare all’aperto non è solo un modo per mettere alla prova le proprie capacità culinarie ma anche di fuggire dal calore della cucina per approfittare delle più miti temperature di un terrazzo o un giardino. Ne sono consapevoli i brand italiani del design che propongono soluzioni per vivere momenti di benessere coniugando artigianalità italiana, tecnologia, estetica e sostenibilità. A testimoniarlo alcuni marchi Made in Italy che non solo esportano nel mondo l’eccellenza italiana ma che creano tendenza. "Per noi - conferma Ivano Fistani, presidente, ad e socio fondatore del marchio Arredo3 - cucinare all’aria aperta significa avere un rapporto di rispetto con la natura. La nostra cucina Aura, progettata per arredare il sottoportico, il terrazzo o qualsiasi altra area esterna e riparata, è realizzata solo in materiali sostenibili, riciclati o riciclabili. Dalla struttura in alluminio, sempre recuperabile, compresi frontali, basamento e piedini, ai piani di lavoro in Laminam o Abitum, lastre ceramiche dalle alte performance e realizzate nel rispetto della natura fino alle cerniere in acciaio inox con un’elevata resistenza agli agenti atmosferici per una maggior durabilità". "Una combinazione tra cucina e arredi - prosegue il presidente di un gruppo che in questi decenni ha sempre proposto soluzioni innovative per l’universo cucina - che non solo punta a coniugare stile e praticità ma che fa parte del progetto Gaia, un allestimento ecosostenibile che vuole stimolare e rendere più semplici le scelte eco-friendly della clientela sempre più attenta a questa tematica". “Cucinare all’aperto è un gesto semplice, ma carico di significato: ci riconnette con la natura e con le persone”, sottolinea Salvatore Indriolo, designer e Art Director di Fantin, azienda che da oltre 50 anni lavora il metallo plasmandolo in arredi dalle linee pulite e minimali, con una produzione interamente Made in Italy e locale. “La Frame Kitchen - spiega - nasce proprio da questa idea: portare all’esterno la qualità, la cura e l’eleganza delle collezioni Fantin. Solida, essenziale, bella da vedere e da vivere, si adatta con naturalezza a qualsiasi contesto outdoor grazie alle numerose finiture disponibili, tutte resistenti ed ecosostenibili. Può essere dotata di ruote coordinate al telaio, rendendola facile da spostare e perfetta per accompagnare i cambi di layout tipici degli spazi esterni. Una cucina pensata per vivere all’aria aperta, con stile e libertà". “Quella che fino a qualche anno fa poteva sembrare una semplice tendenza è oggi una vera scelta culturale: un nuovo modo di abitare lo spazio, dove natura, tecnologia e convivialità si incontrano”, afferma Lorenzo Marconi Fornari, Ceo di Scic Italia. “In Scic abbiamo voluto interpretare questo cambiamento con un approccio preciso, progettando un modulo compatto - racconta - che racchiude tutto il necessario per vivere l’outdoor in modo completo, funzionale e raffinato". "Non si tratta solo di spostare la cucina fuori casa, ma di ripensarla - dice - per l’esterno, mantenendo i nostri standard di eccellenza, tanto sul piano estetico quanto su quello costruttivo. La qualità dei materiali, la cura del dettaglio e l’intelligenza del design diventano strumenti per trasformare ogni spazio aperto in un luogo da vivere, condividere e ricordare. È questa, per noi, l’essenza del progetto: dare forma a un’esperienza, prima ancora che a un prodotto". Anche per Nicola De Pellegrini, architetto e designer olistico, cucinare all’esterno è molto più che un’attività funzionale: “È un gesto primordiale che si rinnova in chiave contemporanea, un momento di connessione con gli elementi naturali, ma anche di socialità e condivisione. Con Tikal per Talenti ho voluto dare forma a questo rito, disegnando una cucina solida, scultorea e al tempo stesso aperta al paesaggio. Le diverse finiture disponibili ne accentuano la vocazione al dialogo con l’ambiente: il verde della vegetazione, la luce del sole, i materiali naturali come legno e pietra. Gli accessori integrati, dal barbecue al forno, fino ai cassetti attrezzati, trasformano ogni spazio esterno in un ambiente vivo, armonico, dove estetica, tecnologia e piacere dell’abitare si fondono in un’unica esperienza". “Cucinare e mangiare all’aperto non è più solo un gesto estivo: è diventato un vero stile di vita che prolunga gli spazi della casa verso l’esterno. L’illuminazione gioca un ruolo fondamentale per trasformare un giardino, un terrazzo o un patio in un ambiente accogliente e funzionale anche di sera: la luce giusta mette in risalto gli spazi, valorizza la tavola, crea un’atmosfera rilassante e invita a fermarsi più a lungo. La crescente diffusione delle cucine outdoor e l’utilizzo quasi giornaliero degli spazi esterni richiede soluzioni illuminotecniche all’altezza delle nuove esigenze di comfort, funzionalità e qualità della vita", dichiara Gianni Bolzan, amministratore delegato di Linea Light Group. "L’illuminazione - aggiunge - diventa un elemento progettuale strategico: deve garantire una corretta visibilità per le attività legate alla preparazione dei pasti, ma allo stesso tempo deve anche contribuire a generare scenari emozionali e accoglienti. In questo senso, in Linea Light Group puntiamo su soluzioni ad alta efficienza, in grado di integrarsi con l’architettura e adattarsi ai diversi contesti d’uso grazie a una qualità di luce studiata per rispettare il benessere delle persone e dell’ambiente, valorizzando l’esperienza outdoor anche nelle ore serali".
(Adnkronos) - Il 24 luglio 2025 è l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui l’umanità esaurisce il budget ecologico annuale del Pianeta. A calcolarla ogni anno è il Global Footprint Network sulla base dei National Footprint and Biocapacity Accounts gestiti dalla York University. Il Wwf, con la sua campagna Our Future, chiede a tutti di "imparare a vivere nei limiti di un solo Pianeta, oggi più che mai". Secondo i calcoli del Global Footprint Network, infatti, attualmente, la popolazione globale consuma l’equivalente di 1,8 pianeti Terra ogni anno, un ritmo che supera dell’80% la capacità rigenerativa degli ecosistemi terrestri. Questo squilibrio è alla base delle crisi ambientali della nostra epoca: la perdita di biodiversità, la deforestazione, il degrado del suolo, l’esaurimento delle risorse (crisi idrica, collasso di stock ittici) fino all’accumulo di gas serra. Uno sfruttamento di risorse che è aumentato nel tempo, tanto che la data dell’Overshoot si è spostata da fine dicembre, nel 1970, a luglio, nel 2025. Il risultato? Un debito cumulativo nei confronti del Pianeta di 22 anni. In pratica, se il sovrasfruttamento ecologico fosse completamente reversibile, ci vorrebbero 22 anni di piena capacità rigenerativa del Pianeta per ripristinare l'equilibrio perduto. "Un calcolo, però - ricorda il Wwf - solo teorico perché ad oggi non tutta la capacità rigenerativa è più intatta (abbiamo perso intere foreste, eroso i suoli, impoverito i mari…) e alcuni danni che abbiamo provocato sono ormai irreversibili (come le specie che si sono estinte o i ghiacciai sciolti). Inoltre, la crisi climatica in corso aggrava ulteriormente la capacità del Pianeta di rigenerarsi". “Non solo stiamo vivendo 'a credito' ogni anno, ma abbiamo anche accumulato un enorme debito nei confronti del sistema Terra. Ripagare questo debito, in termini ecologici, è quasi impossibile se continuiamo a ignorarne le conseguenze - afferma Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del Wwf Italia - Si tratta di una chiamata urgente all’azione per cambiare radicalmente il nostro modello di sviluppo, prima che il danno diventi definitivamente irreparabile”. La rotta - avverte l'associazione - può essere invertita: "Per riportare l’umanità in equilibrio con le risorse terrestri (ovvero far coincidere l’Overshoot Day con il 31 dicembre), dobbiamo ridurre l’impronta ecologica globale di circa il 60% rispetto ai livelli attuali". Per il Wwf, è possibile spostare la data dell’Overshoot agendo in cinque settori strategici: "Transizione energetica (passare a fonti rinnovabili ed eliminare i combustibili fossili); economia circolare (riciclare, riutilizzare, azzerare gli sprechi); alimentazione sostenibile (diminuire il consumo di carne e preferire cibi biologici, locali e stagionali); mobilità green (favorire trasporti pubblici, biciclette e veicoli elettrici); politiche globali (accordi internazionali più stringenti per la tutela ambientale)". Così, "se riuscissimo a spostare l’Overshoot Day di 5 giorni all’anno, entro il 2050 torneremmo in equilibrio con le risorse del Pianeta. Si tratta di una media realistica che combina: tecnologia (efficienza energetica, rinnovabili), comportamenti individuali (dieta, trasporti, stile di vita) e politiche globali (accordi climatici, economia circolare)". “Un nodo cruciale è il nostro modello economico, fondato sulla crescita illimitata dei consumi materiali - di energia, risorse, materie prime - che è semplicemente incompatibile con un Pianeta dalle risorse finite. Non dobbiamo puntare all’aumento quantitativo, ma a un progresso qualitativo, fatto di conoscenza, relazioni umane, diritti e tutela della Natura da cui dipendiamo. È fondamentale sostituire il Pil come unico indicatore di sviluppo con indicatori più complessi, che considerino la salute degli ecosistemi, il benessere psicologico e la coesione sociale”.