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(Adnkronos) - “La sostenibilità è il modo diverso in cui si fa business in chiave trasformativa, tenendo assieme obiettivi di tipo economico con impatti diversi di tipo sociale che bisogna misurare e su cui bisogna agire”. Questo è uno dei passaggi dell’intervista concessa a SostenibileOggi da Isabella Falautano, Chief Sustainability Officer di Angelini Industries. Tra i temi analizzati, la valorizzazione del bilancio di sostenibilità da parte delle aziende e le direttive Ue sulla rendicontazione della sostenibilità, che sono fondamentali per aiutare le imprese nella fase di transizione energetica. Parliamo dell’importanza della governance nel campo della sostenibilità. Quanto è importante fare passi in avanti? "Innanzitutto facciamo una precisazione sulla sostenibilità: La sostenibilità è il modo stesso diverso in cui si fa business in chiave trasformativa, tenendo assieme obiettivi di tipo economico con impatti diversi di tipo sociale che bisogna misurare e su cui bisogna agire. La sostenibilità è legata al tema identitario: si parte da chi si è, dalla propria identità, dal purpose aziendale: nel nostro caso è legato al prendersi cura dei soggetti che abbiamo intorno, Angelini Industries lo fa dalla sua nascita, 100 anni fa. Ed è nata in modo sostenibile, la sostenibilità è proprio nel modo in cui sono stati lanciati e avviati i gruppi. Abbiamo molte sfide di sostenibilità nel nostro gruppo che è molto articolato e bisogna partire dai diversi tipi di business e individuare dei co-principles, dei principi che accomunano tutti i settori di business". Qual è l’importanza del bilancio di sostenibilità, imposto dalle normative europee che vuole introdurre criteri molto più stringenti? Come valorizzarlo al meglio e come può essere uno strumento di trasparenza? "Il report di sostenibilità deve essere mezzo di trasparenza, di accessibilità, non un fine. Il nostro bilancio è stato raccontato dai nostri dipendenti, nella loro autenticità e nei racconti di quotidianità. Per quanto riguarda le normative europee, la semplificazione è importante, ma attenzione ad andare sulla strada della deregolamentazione, deve esserci un apparato di regole che aiuti le imprese nella fase di transizione. Vedo alcuni elementi delicati in fase di discussione: il primo è legato alla complessità di alcune di queste normative quindi è importante anche l’impegno a ridurre il livello di complessità, per esempio della raccolta dati. Il secondo tema è legato alla coerenza tra normative, dal momento che ne sono uscite tante e spesso con tempistiche diverse: è importante ci sia un allineamento, per aiutare le imprese a costruire gradualmente questo percorso di transizione". L'intervista completa su sostenibileoggi.it
(Adnkronos) - "Distruggere o terremotare il turismo balneare con una errata applicazione del diritto europeo non solo non è giusto, ma sarebbe un grave errore storico". A dirlo oggi Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe/Confcommercio, in occasione degli Stati generali del turismo balneare. "Il turismo balneare, con 175 milioni di presenze turistiche pari al 39,2% di quelle complessive, è uno degli asset strategici della nostra economia. Un settore che in questo momento storico con la crisi internazionale e la guerra commerciale in corso può fornire un importante contributo per la tenuta economica del Paese". "La nostra categoria - sostiene - è da tempo al centro del dibattito pubblico del Paese che ha dato luogo a un confronto serrato fra l’Italia e la Commissione europea, tanto che la questione balneare è identificata, oggi, con il nome di una direttiva europea-la Bolkestein. Siamo di fronte ad una problematica che ha generato persino un conflitto fra, da un lato il Parlamento e le altre istituzioni nelle quali si esercita la sovranità popolare (Regioni e Comuni), dall’altro l’autorità giudiziaria amministrativa preposta a controllare il corretto esercizio delle funzioni amministrative". "Oggi - afferma - riteniamo che sulla questione balneare sia indispensabile una discussione non strumentale, come purtroppo avvenuto negli ultimi anni, che non riguarda solo gli stabilimenti balneari ma tutte le aziende che operano sul demanio (dai ristoranti ai chioschi; dagli alberghi ai campeggi). Ben otto governi in quattro legislature hanno prorogato le concessioni demaniali vigenti in vista di una riforma, sempre annunciata e mai effettuata". "E’ bene sottolineare - avverte - che questa problematica sinora è stata affrontata in riferimento solo alla durata e alle modalità di rinnovo delle concessioni demaniali marittime, trascurando altri importanti aspetti come quelli relativi alla tutela e salvaguardia della costa o al miglioramento e potenziamento del salvamento. Riteniamo, invece, che sia necessario che la questione balneare sia esaminata nella sua pienezza e con il coinvolgimento di tutti gli enti pubblici interessati (Governo, Regioni e Comuni) e la partecipazione anche dei portatori di interesse diversi da quelli da noi rappresentati (ambientalisti e associazioni di consumatori), affinché sia affrontata in riferimento a un orizzonte più ampio della disputa giuridica. Proprio per questo motivo abbiamo organizzato oggi a Roma gli Stati generali". "Tra le priorità per la categoria dei balneari - sottolinea - serve un piano nazionale straordinario di interventi finalizzato a porre fine o comunque a contrastare l’erosione costiera e recuperare le spiagge scomparse. Altra problematica la questione del salvamento anche sotto il profilo del reclutamento e della formazione del personale addetto. In assenza di un numero sufficiente di assistenti bagnanti, infatti, molti concessionari si troveranno nell'impossibilità di garantire il servizio obbligatorio di salvataggio, con la concreta prospettiva di non poter aprire la propria attività. Ecco perché siamo impegnati con la Fin e il Coni per affrontare e risolvere il problema del reclutamento e della formazione di questa importante figura professionale". "E' un dato incontrovertibile da anni - spiega - che per la parte di gran lunga più rilevante della domanda turistica, nazionale ed estera che si riversa nel nostro Paese, la vacanza”continua ad essere sinonimo di vacanza al mare. Solo lo scorso anno ha visto prevalere la balneazione con circa il 40% del totale complessivo di presenze turistiche. Oggi siamo di fronte ad un settore perfettamente funzionante e di successo, dovuto anche alla professionalità degli attuali operatori e, soprattutto, alla sua caratteristica di gestione familiare. Siamo stupefatti, poi, nel constatare come questo settore, cruciale per l’economia del Paese, sia ancora sostanzialmente disciplinato dal Codice della navigazione del lontano 1942". "Siamo impegnati - sottolinea il presidente Capacchione - a difendere un modello di balneazione attrezzata che ha circa due secoli di storia e la cui presenza ha plasmato la stessa identità di moltissime località costiere e l’intera costa italiana. Tutto ciò rischia di essere stravolto con la messa a gara delle concessioni. A nostro avviso il riordino non può prescindere da principi giuridici fondamentali: in primo luogo la tutela della certezza del diritto e della buona fede di chi ha confidato in un assetto normativo e amministrativo previgente; si rischia di recare pregiudizio, infatti, anche al diritto alla proprietà della propria azienda costituzionalmente e comunitariamente tutelato".
(Adnkronos) - "La campagna 'Mettici la testa' è mirata principalmente ai cestini, che noi chiamiamo cestoni stradali. A Milano ce ne sono circa 13mila per le strade e 10mila nei parchi. La densità di questi cestini è di 1,7 per abitante, la più alta d’Europa, solo Amsterdam si avvicina. Come dimensionamento e posizionamento ci siamo, abbiamo aumentato la frequenza di svuotamento rispetto al contratto precedente fino ad arrivare a una media di 2,2 svuotamenti al giorno". Così Marcello Milani, amministratore delegato di Amsa, durante la presentazione della campagna 'Mettici la Testa', che ha preso il via a Milano con l’inaugurazione di un’installazione interattiva per portare cittadini, city users e turisti 'dentro' al fenomeno dell’utilizzo improprio dei cestini stradali. In piazza XXV aprile un enorme contenitore alto circa 7 metri diventa uno spazio di riflessione in cui le persone possono letteralmente 'mettere la testa' e osservare il problema dei conferimenti errati: "L'obiettivo della campagna -prosegue Milani- è ricordare ai milanesi che i cestini vanno utilizzati per i rifiuti prodotti in mobilità durante il passeggio e non per quelli prodotti in abitazione o esercizi commerciali". "L'utilizzo sbagliato -avverte- comporta il veloce riempimento dei cestini e una mancanza di decoro quando traboccano. Speriamo che chi ha sbagliato rifletta sull’errore e ci dia una mano. Il lavoro che facciamo viene bene se i milanesi ci danno una mano come già stanno facendo con la raccolta differenziata. Se continuano a darci una mano noi facciamo un buon lavoro e la città risulta più pulita con l’aiuto di tutti".