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(Adnkronos) - Le bollette di luce e gas restano alte e il mercato libero invoglia a cambiare operatore. Ma le truffe sono dietro l'angolo. Si fanno al telefono, il mezzo più facile per raggiungere direttamente l'utente finale. Se ne sta diffondendo una che sfrutta evidentemente una condivisione fraudolenta dei dati e che chiama in causa enti regionali o, addirittura, l'Arera, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Come funziona la truffa? L'Adnkronos ne ha appena intercettata una, l'ennesima. Squilla il telefono, sono pronto all'ennesimo call center che cerca ci vendere qualcosa. Ma la voce con cui parlo è quella di una persona e non di un disco registrato. Mi chiama per nome e cognome, conosce il mio indirizzo di casa, e mi annuncia che è andato a buon fine il passaggio a una tariffa più conveniente per la mia utenza elettrica. Tutto, grazie a un sedicente operatore regionale che si sostituisce a quello nazionale. Appena chiedo nome e cognome di chi mi sta parlando, e la società per cui lavora, però, cade immediatamente la linea. Passa qualche minuto e ricevo la stessa telefonata, da un numero diverso. Procedura identica, con nome e cognome e indirizzo di casa, poi l'operatore aggiunge che, per completare la procedura e non compromettere il vantaggio ottenuto, mi sta per passare un altro operatore. Questa volta, vado avanti per sapere dove si arriva. La prima richiesta è il POD, codice alfanumerico che identifica univocamente il punto di prelievo dell'energia elettrica. Si trova nella bolletta della luce, generalmente nella sezione 'Dati della fornitura' e serve per diverse operazioni, come il cambio di fornitore o la voltura. In sostanza, è il numero che serve per portare avanti la truffa. Perché, subito dopo, arriva la richiesta dell'Iban e dei dati bancari per poter accreditare un rimborso. La telefonata finisce qui, ovviamente. Chi c'è realmente dietro? Con ogni probabilità, vere e proprie organizzazioni dedite alle truffe. E' di fine giugno scorso la prima segnalazione della Regione Lazio. "L’URP della Regione Lazio sta ricevendo in questi giorni numerose segnalazioni di cittadini che riferivano di essere stati contattati da sedicenti operatori regionali che propongono cambi di fornitore del gas e della luce a prezzi vantaggiosi. Attenzione: si tratta di una truffa. La Regione Lazio, naturalmente, non ha tra le proprie finalità istituzionali la gestione e/o la fornitura di qualsivoglia tipo di energia". La Regione Lazio, pertanto, "invita i cittadini che dovessero ricevere telefonate simili a non fornire dati sensibili e a riagganciare immediatamente. Se ricevi una chiamata simile: Non fornire mai dati personali; Riagganciare subito: Bloccare e segnalare il numero come spam". Stesso schema è stato denunciato anche in Toscana. Molti interlocutori si presentano come operatori di fantomatici 'consorzi luce e gas della Regione Toscana' o come presunti dipendenti di 'enti regionali', tentando di conquistare la fiducia degli utenti, per proporre finti sconti, rimborsi o offerte vantaggiose sull’energia. Si è mossa anche Federconsumatori, denunciando fughe di dati e pratiche scorrette, con una richiesta di intervento urgente all’Arera, chiedendo l’apertura di un’indagine che accerti l’origine e le modalità con cui tali episodi si verificano, accertando le violazioni normative e le responsabilità. Il paradosso? In diversi casi le segnalazioni riguardano telefonate di presunti incaricati proprio dell’Autorità che svolge attività di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale. Ecco le indicazioni arrivate dall'Autorità. La prima regola, valida sia per i call center che per gli agenti porta a porta, è quella di non dare mai e in nessun caso i propri codici Pdr o Pod e di non far vedere mai la propria bolletta sulla quale sono riportati quei codici. Si tratta dei numeri riferiti al proprio contatore del gas e della luce e sono necessari per cambiare il contratto di fornitura. Quindi a meno che non si voglia cambiare contratto non vanno comunicati. Insieme ad Agcm, Arera ha stilato un vademecum nell’ambito della campagna informativa “Difenditi così”. Il primo punto riguarda chi sta chiamando. I call center sono obbligati a identificarsi chiaramente, dichiarando per conto di chi stanno chiamando e lo scopo della telefonata. Ricordate che nessuna Autorità, Agenzia o Ente pubblico chiama i clienti finali per attivare nuovi contratti. Non esiste l’obbligo di concludere il contratto per telefono, anzi, secondo il Codice del Consumo per rendere vincolante un contratto concluso per telefono è necessaria una conferma del consumatore, che deve essere espressa normalmente in forma scritta. Per cui perché un contratto stipulato telefonicamente abbia valore il cliente deve rinunciare espressamente alla forma scritta per la conclusione del contratto che, in ogni caso, gli deve essere inviato in forma fisica (anche mail) dopo la sottoscrizione. Altra dritta utile è quella di non lasciarsi condizionare: prendere tutto il tempo necessario per valutare le offerte anche confrontandole sul Portale Offerte di Arera. Nessuno rimane senza fornitura di energia elettrica e gas a meno che non sia il cliente stesso a richiederlo o in caso di morosità (ma anche qui i tempi sono ben definiti e sono previste una serie di comunicazioni prima di un eventuale sospensione). Attenzione, inoltre, alle voci del prezzo finale. Non sempre il prezzo pubblicizzato è quello 'finito' ma spesso è riferito ai costi di commercializzazione e ai costi relativi all’acquisto dell’energia e del gas, che sono la parte su cui i venditori si possono fare concorrenza. L’operatore deve indicare se l’offerta è a prezzo fisso o variabile e, in quest’ultimo caso, deve specificare quali sono i parametri di riferimento. Inoltre, devono essere chiaramente descritti beni o servizi aggiuntivi (caldaia, condizionatori o abbonamento a pay-tv) eventualmente inclusi nell’offerta. Esiste il diritto di ripensamento, che va esercitato entro 14 giorni senza fornire alcuna motivazione, basta inviare una raccomandata A/R o una Pec al fornitore (o compilando l’apposito modulo allegato alle condizioni di contratto). Se si riceve una bolletta da una nuova società di vendita ma non si è fatto nessun passaggio in tal senso (attivazioni non richieste), si può chiedere al fornitore che ha inviato la bolletta di fornire la prova del nuovo contratto, inviando un reclamo scritto. Nel caso di attivazione non richiesta il consumatore ha diritto a non pagare la fornitura ai sensi del Codice del Consumo. (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - Quali competenze manageriali servono per rafforzare e per guidare le aziende e le persone all’interno di nuovi scenari competitivi segnati da trasformazioni tecnologiche, geopolitiche e sociali sempre più rapide? Un interessante spaccato di questo fabbisogno emergente viene dall’esame della graduatoria, pubblicata oggi, relativa all’avviso 1/2025 di Fondirigenti, il fondo interprofessionale di Confindustria e Federmanager leader in Italia per il finanziamento della formazione del management. 839 sono stati i piani formativi approvati sui 1070 piani presentati, a testimonianza di un sostanziale innalzamento della qualità della progettazione: la percentuale di approvazioni sale infatti al 78%, contro il 76% dell’avviso generalista promosso dal Fondo nel 2024. Oltre 10 milioni di euro lo stanziamento approvato, che consentirà il coinvolgimento di 1.737 dirigenti (circa 2 dirigenti per piano, in media) per 86mila ore di formazione (poco meno di 50 ore di formazione per ciascun dirigente coinvolto). L’analisi dei Piani evidenzia come la trasformazione digitale e la gestione delle persone siano le due tematiche chiave con cui le aziende devono confrontarsi: il 63% dei piani approvati riguarda queste due tematiche. Le due questioni sono, anzi, strettamente correlate tra di loro: nei piani approvati, il people management e la gestione delle diverse generazioni in azienda sono spesso affrontate, infatti, attraverso una gestione 'orientata dai dati', mentre, d’altro canto, la promozione di una mentalità 'data-driven' nelle risorse umane è una delle principali questioni manageriali con cui deve misurarsi l’introduzione dell’intelligenza artificiale in azienda. Ma largo spazio hanno, nei piani approvati, anche le altre due tematiche identificate dall’Avviso, che sono, peraltro, quelle con i migliori risultati in termini di punteggi registrati: i nuovi paradigmi della sostenibilità e i cambiamenti dei mercati, a conferma del fatto che la trasformazione sostenibile, soprattutto sul versante ambientale, e la necessità di fare i conti con l’instabilità dei mercati sono ormai divenuti due elementi strutturali dell’orizzonte aziendale. E anche in questo caso, la gestione “intelligente” dei dati risulta l’elemento distintivo delle competenze necessarie: l’ottimizzazione operativa, l’analisi predittiva degli scenari, il reporting esg e l’efficienza dei modelli di economia circolare sono tutti ambiti di intervento in cui la dimensione digitale diviene l’elemento che fa la differenza. “I progetti approvati sono pienamente allineati alle trasformazioni in atto, in particolare per quanto riguarda la sfera dell’innovazione digitale nelle sue diverse declinazioni, e prevedono soluzioni concrete e immediatamente applicabili”, spiega Massimo Sabatini, dg di Fondirigenti. “La capacità di padroneggiare il dato si afferma sempre più come esigenza manageriale imprescindibile, e la formazione continua è lo strumento più potente ed efficace per soddisfare questo fabbisogno”, continua. Nel panorama nazionale, la Lombardia si conferma la prima regione per numero di piani approvati (184), quasi a pari merito con l’Emilia-Romagna (182), seguite a poca distanza dal Veneto (143). Nel Mezzogiorno, la Campania si conferma la prima regione per numero di piani approvati (44). Quanto alla dimensione aziendale, sono quasi 370 i piani approvati relativi a grandi imprese, riguardanti prevalentemente l’area del people management, con interventi che si concentrano su tematiche strategiche quali l’attrazione e la fidelizzazione dei talenti, la gestione delle performance e la collaborazione intergenerazionale all’interno delle organizzazioni. È interessante notare che, in diversi casi, i progetti assumono una portata più ampia, includendo la revisione dell’intera struttura organizzativa, con l’intento di ripensare ruoli e responsabilità in un’ottica di maggiore flessibilità, efficienza e innovazione. 326 sono i piani approvati per le medie imprese e 143 quelli delle piccole, concentrati invece, prevalentemente, sul supporto al management nell’adozione ‘consapevole’ delle tecnologie, puntando in primo luogo sull’innovazione per reggere la sfida competitiva. E, allo stesso modo, i piani riferiti all’area della sostenibilità non si limitano alla sola acquisizione di competenze tecniche, ma sembrano prefigurare processi di vera e propria trasformazione organizzativa e sistemica che tocca tutte le funzioni dell’impresa. Mentre i piani riguardanti i cambiamenti di mercato sempre più definiscono strategie commerciali e percorsi di internazionalizzazione capaci di rispondere in modo proattivo alla crescente complessità degli scenari geopolitici. “L’Avviso sembra aver centrato, dunque, l’obiettivo di sostenere le competenze manageriali e tecniche necessarie per affrontare congiuntamente i cambiamenti di scenario e guidare le persone attraverso questi cambiamenti", sottolinea Marco Bodini, presidente di Fondirigenti. "Le imprese stanno ripensando i propri modelli per navigare con maggiore agilità in questo panorama in costante mutamento. Fondirigenti, anche attraverso i propri Avvisi, si conferma al loro fianco", conclude.
(Adnkronos) - Dopo due anni e mezzo di diminuzioni, tornano a crescere nel I semestre 2025 le emissioni di CO2 (+1,3%), nonostante i consumi energetici complessivi siano rimasti stazionari (gas +6%, petrolio -2%, generazione elettrica da rinnovabili -3%). Lo evidenzia l’Analisi Enea del sistema energetico nazionale che rileva, inoltre, prezzi di elettricità e gas tra i più elevati in Europa e un trend negativo per la transizione energetica (-25%) misurato dall’indice Ispred. In particolare, riguardo ai prezzi, quello dell’energia alla Borsa italiana (120 €/MWh media semestrale) è risultato doppio rispetto a quello di Spagna (62 €/MWh) e Francia (67 €/MWh). “Di fatto, ne risente la produzione industriale dei settori energy intensive, che resta inferiore di oltre il 10% rispetto a quella dell’intera industria manufatturiera, già sui minimi di lungo periodo”, spiega Francesco Gracceva, il ricercatore Enea che cura l’aggiornamento trimestrale. Dall’analisi emerge che nel primo trimestre le fonti rinnovabili hanno registrato un forte calo della produzione idroelettrica (-20%) ed eolica (-12%), non compensato dall’aumento del fotovoltaico (+23%), che è cresciuto in linea con il progressivo incremento della capacità installata (+3,3 GW). I consumi di gas naturale sono stati invece sostenuti dal clima rigido del primo trimestre 2025, che ha spinto i consumi per il riscaldamento. Una situazione che rispecchia sostanzialmente il quadro europeo dove l’inverno rigido ha fatto salire il consumo di gas (+5%), mentre sono diminuite le rinnovabili (-3%), con il solo fotovoltaico in crescita (+20%). Segno positivo anche per la produzione di energia nucleare (+2%), legata all'aumento della produzione francese. “Nel complesso i consumi energetici dell’area euro sono stimati stazionari e così le emissioni di CO2, un dato in chiaro contrasto con la traiettoria necessaria per il target 2030, che richiede un calo medio annuo di circa il 7%”, sottolinea Gracceva. A livello di settori, in Italia si rileva una contrazione dei consumi nei trasporti (-1%), concentrata nel primo trimestre, e un incremento nel civile (+3%), attribuibile principalmente all’aumento della domanda di gas per riscaldamento e alla maggiore domanda elettrica del settore terziario. Nel complesso, nel semestre la domanda elettrica nazionale risulta in lieve aumento (+0,4%), confermando la sostanziale stazionarietà del grado di elettrificazione dei consumi energetici in Italia. Il peggioramento dell’indice della transizione Enea Ispred è da attribuirsi soprattutto alla componente decarbonizzazione: “Nei prossimi cinque anni le emissioni di CO2 dovranno scendere del 6%, quasi il doppio di quanto fatto negli ultimi 3 anni. Se la traiettoria delle emissioni seguisse il trend degli ultimi 3 anni, il target 2030 sarebbe raggiunto non prima del 2035”, prosegue Gracceva. Sul fronte sicurezza energetica, e con particolare riferimento al gas, il sistema è risultato solido anche per la bassa domanda invernale. Un contributo è arrivato anche dall’entrata in funzione del rigassificatore di Ravenna, che a maggio e giugno ha portato il gas liquefatto ad essere la prima fonte di approvvigionamento di gas italiana (35% del totale), superando l’import dall’Algeria. Nel sistema elettrico europeo sono divenute sempre più frequenti le ore con prezzi zero o negativi, fino a un massimo raggiunto in Spagna con una media di oltre 6 ore al giorno. “Si tratta di segnali di un eccesso di produzione di elettricità da fonti intermittenti, in primis il fotovoltaico, e di flessibilità non adeguata a gestire la variabilità delle rinnovabili. Ma è notevole come sul mercato italiano questi effetti risultino al momento radicalmente più contenuti, con prezzi zero solo nello 0,5% delle ore nella zona Sud, a conferma del persistente ruolo del gas nella fissazione dei prezzi sul mercato all’ingrosso”, conclude Gracceva.