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(Adnkronos) - "Come sorella di una vittima di femminicidio, trovare le parole giuste è sempre una fatica immensa. È difficile misurare la rabbia, l'indignazione, la sofferenza". Inizia così il massaggio social che Chiara Tramontano, sorella di Giulia, uccisa a coltellate dal compagno Alessandro Impagnatiello mentre era incinta di 7 mesi. "Devi essere abbastanza forte da non lasciarti sopraffare dall'emozione, ma non cosi forte da dimenticare che sei umana. Eppure, l'umanità sembra un'assenza costante in questa storia, sia fuori che dentro l'aula di un tribunale, dove cerchiamo di ottenere giustizia per la morte di Giulia e Thiago" aggiunge. "Come donna, combatto due battaglie. La prima battaglia è alimentata dalla paura di essere la prossima donna a essere ricordata per una morte brutale. La seconda è una lotta affinché nessuna famiglia debba mai affrontare la possibilità che un omicidio così efferato rimanga impunito o che il colpevole non sconti una pena adeguata. Perché questa è la nostra paura: ritrovarsi faccia a faccia con l'assassino dopo pochi anni di carcere" scrive su Instagram, in attesa della sentenza di primo grado che sarà pronunciata dalla corte d'Assise di Milano il prossimo 25 novembre, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. "La mia anima non troverà pace quando il giudice leggerà il dispositivo: non mi restituirà Giulia, non mi permetterà di conoscere mio nipote, non riavvolgerà il nastro di questo film dell'orrore, in cui l'assurdo è il filo conduttore e continua inesorabile fino ai titoli di coda". Giulia, 29 anni, "è morta in Italia, anche perché siamo un paese che ha paura delle donne. Il 25 novembre grideremo giustizia per Giulia e Thiago, ma lo faremo per tutte le donne che non hanno più voce. Dove c'è giustizia, c'è futuro. Dove c'è giustizia, c'è speranza per le nuove generazioni, affinché possano vivere in un paese in cui non si ha paura di essere donne. Giulia sarà con noi in quell'aula, insieme a voi, a tutte le anime gentili strappate a questo mondo. Saremo lì, e spero che ci saranno tutte le donne che ancora sognano un futuro senza paura" conclude Chiara Tramontano.
(Adnkronos) - Tecnologia e sostenibilità al servizio del mondo forestale e della risorsa legno, per garantire più efficienza, sviluppo e legalità. E' quanto propone 'Total Forestry management', la nuova piattaforma per l'informatizzazione del settore forestale realizzata in Calabria con i fondi europei del Psr, misura 16.2.1 della cooperazione, e presentata oggi alla Cittadella regionale di Catanzaro. Il progetto, sostenuto dall'assessore regionale all'Agricoltura e alla Forestazione, Gianluca Gallo, vede un partenariato importante, con il coinvolgimento di università, Cnr e professionisti. "Total Forest Management è una piattaforma per gestire da un solo punto digitale tutto il mondo forestale, sia dal lato pubblico che dal lato privato, e la possibilità di avere tutto sotto controllo. A cominciare da un patrimonio boschivo importante come quello della Calabria, e soprattutto un iter autorizzativo veloce che consenta alle aziende boschive e alle aziende forestali di essere in ordine con tutte le pratiche autorizzative e soprattutto anche con quello che è la gestione pratica della risorsa bosco e legno", spiega ad Adnkronos/Labitalia Mario Grillo, capofila del progetto Total Forest Management. Total Forest Management rappresenta un servizio per l'intera filiera "perché avere un software che ti aiuta anche nella tracciabilità e rintracciabilità e nella certificazione forestale significa che la risorsa legno in Calabria non va a finire più al macero, quindi alle biomasse nella sua interezza, ma viene valorizzato, specialmente quello da opera", sottolinea Grillo. E per Grillo "il valore aggiunto di questa piattaforma si vedrà nei prossimi anni. Quello calabrese è sempre stato un legno di pregio, vedi la Basilica di San Pietro e altre strutture che la storia del mondo conosce grazie anche al legno della Calabria. Gli alberi delle navi dei Romani venivano costruite con il legno della Sila, questa foresta immensa che oggi è un patrimonio dell'umanità", conclude. Il progetto ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Cnr, come spiega ad Adnkronos/Labitalia Sonia Vivona, tecnologa, responsabile progetto Cnr Isafom. "La piattaforma Total Forestry Management gestisce tutte le risorse forestali, a partire dal capitale, al lavoro, energie, bosco. È sicuramente un applicativo tecnologico molto utile per una regione che ha più del 90% di territorio forestale e collinare, e quindi il bosco è una risorsa estremamente impattante per lo sviluppo. Come Cnr abbiamo svolto un lavoro sia in termini di cooperazione alla rete Total Forestry, ma anche partecipazione alle azioni applicative, con l'analisi dei flussi funzionali della piattaforma. Si tratta -aggiunge- ovviamente di uno strumento altamente tecnologico, di estremo rilievo, sia per i professionisti che per la pubblica amministrazione e per le aziende, che risponde a una valorizzazione dei servizi ecosistemici legati al bosco, quindi una maggiore valorizzazione dell'utilizzo della risorsa". "Ma non dobbiamo immaginare semplicemente la risorsa bosco come finalizzata all'approvvigionamento, ma come servizio ecosistemico complessivo che va poi a valorizzare l'intera filiera anche per esempio del benessere e della salute ad essa connessa", sottolinea Vivona. Centrale è stato anche il ruolo dei professionisti agronomi e dottori forestali per la realizzazione della nuova piattaforma. "Per noi agronomi e dottori forestali -spiega ad Adnkronos/Labitalia Michele Santaniello, presidente dei Dottori agronomi e forestali della provincia di Cosenza- è importante credere in questa piattaforma perché è una facilitazione allo studio e al lavoro anche in campo di quella che è la materia forestale. La materia forestale è molto difficile e impegnativa che ha bisogno di competenze, ma le competenze non sono mai abbastanza e non sono utili se non coadiuvate da strumenti informatici e digitali importanti qual'è questo strumento. Noi abbiamo messo a disposizione le competenze dei colleghi forestali perché è importante capire come queste tecnologie possono aiutare la nostra professione, la nostra professionalità per dare un risultato migliore a quello che è il lavoro che tutti i giorni ci impegniamo a fare, tutti i giorni mettiamo a disposizione degli enti e della regione Calabria", conclude. E per Andrea Rosario Proto, professore di Tecnologia del legno e utilizzazioni forestali dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria. "Come Dipartimento di Agraria dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria ed in particolare per l'indirizzo di studi, il corso di laurea in Scienze Forestali e Ambientali, è doveroso dare un contributo al territorio per supportare tutte le operazioni della filiera forestale in Calabria, che talvolta, nonostante l'enorme patrimonio boschivo, riscontra notevoli difficoltà manageriali", sottolinea. "Per tale motivo -continua- il progetto proposto da questo partenariato vuole proprio dare un contributo nell'alleggerire il carico di lavoro sia del professionista, quindi il dottore forestale che si accinge ad avviare l'iter produttivo, dalla martellata al taglio al processo successivo di trasformazione, ma chiaramente allo stesso momento rappresenta un database fondamentale per la stessa regione che può così avere in tempo reale dati e numeri delle operazioni in bosco, sempre e comunque nella massima legalità e professionalità degli operatori", conclude.
(Adnkronos) - “L'identikit del produttore Fivi è quello della piccola impresa vitivinicola che gestisce circa dieci ettari di vigneto e produce mediamente all'anno poco meno di 40mila bottiglie. L’attività di queste imprese esprime un risvolto soprattutto sociale e ambientale, in quanto oltre 81% dei vigneti coltivati si trova in area montano-collinare, contro una media del vigneto italiano del 60%”. Così Denis Pantini, responsabile di Nomisma wine monitor, in occasione della presentazione dell’indagine 'Il modello socio-economico dei Vignaioli Indipendenti per la sostenibilità della filiera vitivinicola italiana' condotta da Nomisma wine monitor, l’osservatorio di Nomisma sul mercato del vino, in collaborazione con la Federazione italiana vignaioli indipendenti e dedicata ai produttori associati alla federazione. “Questo significa che i produttori Fivi sono dislocati in zone svantaggiate, nelle cosiddette aree interne, che oggi soffrono di uno spopolamento crescente - continua Pantini - una situazione molto complicata perché significa non avere più presidio del territorio e tutela idrogeologica in un Paese estremamente fragile, come lo hanno dimostrato le ultime alluvioni e i cambiamenti climatici”. “Il vino è il primo prodotto italiano esportato nel mondo. Il produttore Fivi esprime una percentuale di export che è leggermente sotto la media per un semplice motivo: è più complicato per un produttore di dimensioni ridotte arrivare sui mercati internazionali. Questo non significa che non ci sia una buona propensione all'export. L'indagine, infatti, ha messo in luce come 7 aziende produttrici Fivi su 10 esportano e un altro 20% è intenzionato a farlo nei prossimi anni - conclude il responsabile di Nomisma wine monitor - I mercati raggiunti sono quelli della media italiana: Stati Uniti, i mercati europei e il mercato asiatico, nonostante quest’ultimo sia un mercato emergente, dove i consumi di vino sono ancora agli inizi e dove sono presenti delle normative di vincoli di accesso molto più stringenti rispetto al mercato comune europeo”.