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(Adnkronos) - Nessun '6' né '5+1' nell'estrazione del Superenalotto di oggi, sabato 9 novembre. Centrati due '5' che vincono ciascuno 97.796,79 euro. Il jackpot per la prossima estrazione sale a 30 milioni di euro. Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: - con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro; - con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; - con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; - con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; - con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi. La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni. Questa la combinazione vincente di oggi: 26, 36, 43, 51, 63, 89. Numero Jolly: 21. SuperStar: 57.
(Adnkronos) - Onorare le vittime della strage di via Mariti, dimostrare vicinanza alle famiglie e collaborare con tutte le istituzioni per prevenire gli infortuni sul lavoro. Questo il messaggio lanciato oggi a Firenze durante la cerimonia di consegna della raccolta fondi in favore delle famiglie delle vittime, alla presenza della sindaca Sara Funaro, del Provveditore della Misericordia Bernardo Basetti Sani Vettori, dell’arcivescovo Gherardo Gambelli, l’Imam Izzedin Elzir e del presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro Rosario De Luca, categoria che ha contribuito in modo cospicuo alla campagna di solidarietà in occasione del Festival del lavoro dello scorso maggio a Firenze. "Riteniamo sia necessario prevenire gli infortuni investendo nella cultura della sicurezza attraverso la formazione in azienda e il dialogo con le nuove generazioni. Su quest'ultimo punto, in particolare, siamo impegnati da anni con il nostro videogioco GenL, pensato per far conoscere agli studenti i principali del lavoro etico, sicuro e regolare", ha dichiarato De Luca nel suo intervento alla cerimonia.
(Adnkronos) - Come stanno affrontando la sfida della tutela della biodiversità le aziende italiane? Quali sono i problemi e le soluzioni disponibili? Risposte a questi cruciali interrogativi sono contenute nel rapporto "Biodiversity and the Private Sector in Italy: Trends, Policies, and Financial Instruments” presentato da Etifor, società di consulenza ambientale nata come spin off dell’Università di Padova, a Cali, in Colombia, dove si è da poco conclusa la Conferenza delle Parti sulla Biodiversità (COP16) guidata dalle Nazioni Unite. Il report, realizzato in collaborazione con l'Università di Padova e con il supporto di Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, ASviS, B Lab Italy, Koinètica e Forum per la Finanza Sostenibile, analizza scenari, pratiche e strumenti a disposizione delle imprese per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di arrestare e invertire la perdita di biodiversità. I dati raccolti - si sottolinea in una nota - "offrono un quadro chiaro dello scenario attuale, evidenziando i rischi e le opportunità da affrontare in un panorama normativo e di mercato in rapida evoluzione. Il 25% delle aziende italiane valuta regolarmente il proprio impatto sulla biodiversità, mentre il 48% prevede di integrare strategie più avanzate che la includano entro i prossimi cinque anni. Direttive europee come la CSRD, da poco recepita nell’ordinamento italiano, obbligheranno circa 4.000 imprese ad adattare le proprie strategie per misurare, monitorare e rendicontare questi aspetti, con un effetto a cascata su tutte le PMI. Attualmente, il 33% delle aziende già rendiconta sulla biodiversità anche se solo il 19% segue gli Standard Europei (ESRS)". Come ha sottolineato Alessandro Leonardi, AD di Etifor “L’evidente aumento di consapevolezza in Italia e nel mondo è incoraggiante, tuttavia è necessaria un'azione più rapida e diffusa per integrare la biodiversità nelle strategie aziendali e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Le aziende che agiscono ora saranno meglio posizionate per adattarsi alle nuove normative e sfruttare le opportunità di mercato emergenti” . "La partecipazione dell'Unione come networking partner alla realizzazione di questo interessante rapporto riflette il nostro impegno e quello dei nostri Associati a promuovere un modello di produzione e approvvigionamento dell'olio di palma che sia rispettoso dell’ambiente, della biodiversità e delle comunità - osserva Mauro Fontana, Presidente dell'Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile - Le questioni ambientali e sociali legate alla filiera dell'olio di palma sono complesse. Serve un impegno congiunto e una stretta collaborazione tra tutte le parti coinvolte nella catena del valore per trovare soluzioni efficaci." Nella filiera dell’olio di palma è già da tempo in atto un cambio di rotta verso una produzione sostenibile e “climate-smart”. La protezione della biodiversità richiede un'ampia gamma di approcci, dalla tutela delle aree ad alto valore di conservazione (HCV) e alto valore di carbonio (HCS), alla gestione e al ripristino degli habitat, al monitoraggio delle specie e al coinvolgimento delle comunità locali e della supply chain. Requisiti a tutela della biodiversità e degli ecosistemi sono già previsti dallo standard di sostenibilità della Roundtable on Sustainable Palm Oil. I principi e i criteri RSPO (P&C), in base ai quali i produttori vengono sottoposti a verifica, comprendono diversi elementi rilevanti, incluso il divieto di deforestazione e incendi, la protezione e ripristino delle aree HCV e HCS, la riduzione dell'uso di pesticidi chimici e pratiche agronomiche sostenibili. I membri RSPO non coltivatori, sono soggetti ai requisiti di responsabilità condivisa e sono chiamati a sviluppare politiche sulla biodiversità che si applichino a tutti i loro fornitori valutandone l’aderenza e ad aiutare gli smallholder ad implementare le migliori pratiche. Nuovi modelli di piantagioni sostenibili basati su agroforestazione e agricoltura rigenerativa stanno emergendo come risposta alle sfide ambientali e sono diversi i progetti di sviluppo di soluzioni basate sulla natura (NbS) portati avanti in partenariato da aziende del settore con il supporto della comunità scientifica e di organizzazioni non governative. "Come sottolinea il rapporto di Etifor - conclude Fontana - includere la biodiversità nelle strategie aziendali non è piu solo una questione di etica o adeguamento normativo, ma rappresenta una leva fondamentale per garantire la resilienza delle imprese e delle loro catene di approvvigionamento. Tuttavia, soprattutto in settori come il nostro, per investire risorse in certificazioni di filiera e soluzioni in grado di guidare la transizione globale verso un modello di sviluppo nature-positive è fondamentale la cooperazione tra pubblico e privato ed il supporto di adeguate risorse e strumenti finanziari. Preoccupa quindi dover constatare che, nonostante i risultati positivi conseguiti su alcuni importanti temi, la COP16 si sia conclusa con uno stallo sugli aspetti finanziari”.