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(Adnkronos) - È scontro aperto tra il Metropolitan Museum of Art di New York e Mick Taylor, ex chitarrista dei Rolling Stones, su una storica chitarra Gibson Les Paul che, secondo il musicista, fu rubata nel 1971 e ora si troverebbe nei depositi del prestigioso museo newyorkese. La polemica è esplosa lo scorso 10 luglio, quando il "New York Post" ha riportato le dichiarazioni di Marlies Damming, manager di Taylor, secondo cui una delle chitarre recentemente donate al Met dall'imprenditore Dirk Ziff apparterrebbe proprio all'ex membro della leggendaria band britannica. La donazione in questione, annunciata a maggio con grande enfasi anche sulle pagine del "New Yorker", comprende 500 chitarre ritenute una delle più importanti acquisizioni del museo in campo musicale. "Un dono rivoluzionario e trasformativo", lo aveva definito il direttore del Met, Max Hollein, sottolineando l'intenzione dell'istituzione di aprire nel 2027 una galleria permanente dedicata alla chitarra americana. Secondo la versione di Damming, lo strumento sarebbe stato sottratto da una villa di proprietà dei Rolling Stones a Nellcôte, in Francia, nel 1971, durante un furto che coinvolse anche nove chitarre di Keith Richards. "Esistono numerose foto che mostrano Mick Taylor con quella Les Paul: era il suo strumento principale fino alla scomparsa", ha dichiarato Damming, aggiungendo che l'aspetto unico del legno "flamed" delle Les Paul di fine anni '50 rende ogni pezzo inconfondibile, quasi come un’impronta digitale. Tuttavia, il Met ha replicato attraverso una dichiarazione riportata dal "New York Times" il 1° agosto: "Questa chitarra ha una storia di proprietà lunga e ben documentata. È vero che Taylor l'ha suonata, ma non ne è mai stato il proprietario". La dichiarazione del museo introduce un altro elemento chiave: secondo il "New York Times", sarebbe stato Keith Richards a possedere la chitarra in questione e, contrariamente alla versione di Taylor, essa non sarebbe mai stata rubata. Nel 1971, la proprietà dello strumento sarebbe già passata ad Adrian Miller, anche se resta incerto - sulla base dei documenti forniti dal museo - da chi e in che modo Miller l'abbia acquistata. A complicare ulteriormente la vicenda è il fatto che l'elenco completo delle 500 chitarre donate non è stato ancora reso pubblico e nessuno degli strumenti è attualmente esposto. Nell'annuncio ufficiale del Met, viene menzionata una Les Paul del 1959 suonata da Keith Richards nel 1964, ma non si fa alcun riferimento a Taylor. Un anonimo citato dal "New York Post" afferma che Taylor "non ha mai ricevuto alcun risarcimento per il furto" e si dice "sconcertato su come il suo strumento sia finito nella collezione del Met". Nel frattempo, né Richards né altri membri della band hanno commentato pubblicamente la disputa.
(Adnkronos) - “L’incontro di ieri con il ministro degli Esteri Tajani è stato molto puntuale e proficuo per cercare di definire con maggiore chiarezza un accordo i cui contorni sono ancora in via di definizione. Per quanto riguarda la nostra filiera sono confermati i dazi al 15% sui prodotti finiti di arredamento, mentre siamo in attesa di delineare le misure previste sulla materia prima legnosa, anche se risulta probabile l’introduzione di un tetto massimo del 15%“. Così il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, ospite questa mattina a Class Cnbc. “Ho chiesto al ministro Tajani - spiega Feltrin - che il Governo insista perché la Commissione Europea concluda quanto prima l’accordo del Mercosur che sbloccherebbe dai dazi esistenti una zona molto interessante per il nostro export, a partire dal Brasile, paese che - come dimostrano anche i dati sui visitatori del Salone del Mobile.Milano - apprezza in modo netto i prodotti del nostro design e ha un grande potenziale di crescita e sviluppo per le imprese del legno-arredo. Un’azione rapida che darebbe risultati immediati alla nostra filiera per recuperare, almeno in parte, il mercato Usa in cui stiamo già perdiamo competitività”. “La riunione di ieri è stata inoltre l’occasione anche per accendere i riflettori sull’India, altro paese in cui l’introduzione di certificazioni obbligatorie per il nostro settore rischia di bloccare un altro mercato ad alto potenziale. Due esempi concreti per dire che per le imprese del nostro settore è indispensabile che il governo e l’Europa si concentrino per definire misure per l’internazionalizzazione: la nostra è una filiera 100% made in Italy che esporta oltre il 50% del suo fatturato. Proprio per questo -conclude Feltrin- ho ribadito anche la necessità generale di garantire sostegno concreto alle imprese che partecipano alle fiere internazionali in Italia, riconosciute come momenti cruciali per la promozione del settore e dell’intero Paese a livello globale”.
(Adnkronos) - “Il Programma Emtn è molto importante perché sancisce il ritorno a raccogliere capitali in Italia, rafforzando il mercato dei capitali italiani che negli ultimi anni ha sofferto l'emorragia verso mercati esteri. L'Italia non ha nulla da invidiare agli altri paesi. Riteniamo che il rimpatrio in Italia sia la mossa giusta negli interessi di Iren e del sistema economico italiano”. Sono le dichiarazioni di Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, alla ‘Ring the Bell Ceremony’ organizzata a Palazzo Mezzanotte da Iren per celebrare la costituzione del nuovo Programma Emtn (Euro Medium Term Notes). Iren ha rinnovato il proprio Programma incrementando l’ammontare massimo da 4 a 5 miliardi di euro. Il Prospetto informativo relativo al Programma è stato approvato da Consob e ha ottenuto il giudizio di ammissibilità alla quotazione sul Mercato telematico delle obbligazioni (Mot) da parte di Borsa Italiana. Un ruolo importante è riservato alla sostenibilità. “Il denaro che raccogliamo sul mercato - prosegue Dal Fabbro - serve per aumentare gli investimenti sulla resilienza ambientale, sul rafforzamento delle reti idriche, sull'efficientamento del parco termoelettrico, il fotovoltaico, l'eolico. Alimentiamo progetti che devono essere sostenibili e che aumentano la resilienza ambientale. Siamo convinti che si tratti di un buon investimento che, da un lato, offre rendimento agli azionisti e dall’altro rende l’azienda più solita. Investire nella sostenibilità non è un peso, ma una grande opportunità di rendere le aziende più solide”. Nella scelta di procedere all’emissione di nuovi titoli obbligazionari ha influito la semplificazione burocratica e normativa: “È stato fatto un grandissimo lavoro di semplificazione da parte di Borsa Italiana e Consob - aggiunge - questo è uno degli elementi che ci ha indotto a investire. Faccio i complimenti al team di Consob e di Borsa Italiana. Grande lavoro a beneficio di emittenti come la nostra e di tutte le imprese italiane. L’Italia deve tornare a fare industria, nel nostro Paese abbiamo una iper finanziarizzazione del sistema italiano, ma facendo industria ci saranno soldi per alimentare la finanza”. Infine una considerazione sul nucleare: “Il nucleare è un orizzonte molto lungo. Per fare una centrale nucleare ci vogliono tra i 10 e i 15 anni. Il suggerimento che darei a chi parla di nucleare è di sopravvivere nei prossimi 5-10 anni facendo quello che è possibile e in parallelo studiare le migliori forme per produrre energia elettrica sostenibile e sicura., con tutte le fonti, nessuna esclusa” conclude Dal Fabbro.