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(Adnkronos) - L'ammonizione di Bisseck in Verona-Inter è una decisione corretta. Il designatore arbitrale, Gianluca Rocchi, promuove l'arbitro Daniele Doveri che nel match di domenica ha optato per il cartellino giallo nell'episodio più vivisezionato della partita. "In questo caso ha preso una decisione molto importante Doveri e ha fatto bene. Probabilmente l'indecisione deriva dal fatto che gli arriva il messaggio dall’assistente che lo definisce fallo da ultimo uomo. Qui è determinante chiarire se si tratti o meno di chiara occasione da gol. Qui non si parla di chiara occasione da rete e quindi condivido pienamente il dialogo avvenuto in Sala Var", dice Rocchi a Open Var su Dazn. Bisseck ha steso il veronese Giovane, che avrebbe potuto lanciarsi indisturbato verso la porta nerazzurra. "Se avesse dato il rosso, ci saremmo aspettati l'on-field review e avrebbe dovuto toglierlo", dice ancora Rocchi, per il quale sarebbe stato un intervento da espulsione "solo se Giovane avesse puntato dritto la porta" mentre poteva starci qualche dubbio in più sulla natura del fallo che "in effetti è bello robusto ma anche qui non ci sono i parametri per il grave fallo di gioco".
(Adnkronos) - I numeri dell’occupazione in milia Romagna sono tutti sopra la media nazionale ma i conti sulle retribuzioni non tornano, soprattutto quelli delle donne e occorre intervenire con politiche mirate. Questi i temi al centro della discussione nell’assemblea di Manageritalia Emilia-Romagna che si è svolta ieri pomeriggio presso gli spazi di Dama - Tecnopolo Manifattura Emilia-Romagna in via Stalingrado 84/3 a Bologna. L’assemblea ha proposto, nella sua parte pubblica, un interessante momento di confronto sui temi dell’innovazione tecnologia nelle pmi oltre a rappresentare la cornice migliore per la consegna degli attestati per le manager della regione che hanno concluso 'Women on board 2025', il percorso formativo nato per favorire l’inclusione e l’accesso delle donne nei Consigli di amministrazione di imprese pubbliche e private. A portare i saluti e la vicinanza delle istituzioni gli interventi di Massimo Bugani, capo gabinetto del presidente dell’Assemblea Legislativa Emilia Romagna e di Sonia Bonanno, Direzione Generale Conoscenza, Ricerca, Lavoro e Imprese Regione Emilia Romagna. Presente anche Gianluca Galletti, presidente Emil Banca e Ucid. L’assemblea ha affrontato anche il tema della crescita partendo dai dati Istat che vedono l’occupazione totale in Emilia-Romagna al 70,3% (63,2% donne e 77,4% uomini) e Bologna è l’ottava provincia in classifica con il 71,9% (66% donne e 77,9% uomini) entrambe abbondantemente sopra la media nazionale pari al 62,2% (53,3% donne e 71,1% uomini). Spiccano i dati dei 25-34enni: a Bologna la media totale è del 77,3% (donne al 68% e uomini al 77,3%), mentre a livello regionale la media per i giovani è del 78,8% (donne 71,6% e uomini 85,5%). In questa fascia d’età la media nazionale è del 68,7% con il 60,8% delle donne e il 76,2% degli uomini. Guardando, invece, alle retribuzioni (quella lorda oraria per i dipendenti) se in Italia siamo a 14,78 euro di media, (15,40 uomini e 13,88 donne), in Emilia-Romagna la media totale è ancora più alta (14,98 euro di cui 13,88 euro per le donne e 15,83 euro per gli uomini). "Crescono i numeri dei manager, ma persiste la disparità retributiva tra uomini e donne. Per questo nel 2026 ci impegneremo sulla Parità Retributiva, supportando i manager nell’acquisizione di competenze per rendere le aziende più eque", afferma Cristina Mezzanotte, presidente di Manageritalia Emilia Romagna, che prosegue: “La regione si conferma attrattiva per il rientro dei talenti grazie a una legge dedicata, un ecosistema innovativo (università, centri di ricerca, imprese tech), politiche regionali e distretti industriali. Negli ultimi due anni sono rientrati 300 professionisti, ingegneri, esperti con esperienze internazionali in ambito Stem, molti dei quali collaborano oggi con il Tecnopolo di Bologna, sede della nostra ultima Assemblea". In Emilia-Romagna i manager crescono del 3,5%, sopra la media nazionale. Bologna è la provincia con più dirigenti (+4%), seguita da Modena (+5,8%) e Rimini (+5,6%), che guida la crescita femminile (+14,7%). Positivi anche Parma, Reggio Emilia e Ravenna. Piacenza è stabile, mentre Ferrara e Forlì-Cesena registrano cali, indicando una possibile frenata negli investimenti in capitale umano.
(Adnkronos) - Lo stato di salute della green economy in Italia registra luci ed ombre. Nel 2024 le emissioni di gas serra diminuiscono troppo poco; aumentano i consumi finali di energia per edifici e trasporti e si importa troppa energia dall’estero; il consumo di suolo non si arresta; la mobilità sostenibile si scontra con 701 auto ogni 1000 abitanti, il numero più alto d’Europa. Dall’altro lato, la produzione di energia elettrica da rinnovabili è arrivata al 49% di tutta la generazione nazionale di elettricità, l’Italia mantiene il suo primato europeo in economia circolare, l’agricoltura biologica cresce del 24% nel 2024 e le città italiane mostrano vivacità nella transizione ecologica. È questa la fotografia dell’Italia della Green Economy contenuta nella Relazione sullo Stato della Green Economy 2025 presentata oggi in apertura degli Stati Generali della Green Economy, il summit verde promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. “L’Italia, con le sue leadership in settori fondamentali come l'economia circolare, ha le carte in regola per essere nel gruppo di testa di un'Europa che guardi alla transizione in modo realistico e pragmatico. In un contesto complesso sotto il profilo geopolitico e di profondi cambiamenti climatici, il nostro continente deve investire in innovazione, crescita sostenibile e sicurezza energetica - osserva Gilberto Pichetto, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica - L'Italia delle imprese impegnate nella Green Economy è un esempio da seguire per l'economia del futuro". “Abbiamo messo al centro di questa edizione un tema cruciale per il nostro paese - osserva Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile - conviene o meno all’Italia tornare indietro nella transizione ad una Green Economy decarbonizzata, circolare e che tutela il capitale naturale? Noi riteniamo di no, anche alla luce dell’impatto positivo sull’economia italiana avuto con i progetti del Pnrr, nei quali è stato rilevante l’aspetto della sostenibilità ambientale. Senza il Pnrr, il Pil italiano sarebbe stato in stagnazione o, addirittura, in recessione e sarebbe stato molto difficile contenere il deficit al 3%. Per l’Italia, al centro dell’hot spot climatico del Mediterraneo, con un aumento delle temperature che corre il doppio della media mondiale, la transizione energetica e climatica è di vitale importanza”. Dal 1990 al 2024 sono state ridotte complessivamente del 28% ma nel solo 2024 il taglio delle emissioni di gas serra è stato di poco più di 7 milioni di tonnellate, neanche un -2% su base annua: un quarto della diminuzione registrata nel 2023. Per raggiungere l’obiettivo assegnato all’Italia nell’ambito del burden sharing europeo del 43% al 2030, occorre tagliarle di un altro 15% nei rimanenti 6 anni. In Italia il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre con oltre 3.600 eventi climatici estremi, quattro volte quelli del 2018. Dal 2005 al 2024, in Italia i consumi di energia per unità di ricchezza prodotta si sono ridotti del 28% (meno della media europea del 35%). L’Italia rimane inoltre fra i Paesi europei con la più alta dipendenza energetica dall’estero. Per i consumi finali di energia, le stime per il 2024 non sono positive: i consumi registrano un aumento di circa l’1,5%, da ricondursi interamente ai settori degli edifici e dei trasporti, che si confermano i veri settori 'hard to abate' per l’Italia. Nel 2024 la produzione di elettricità da rinnovabili ha superato i 130 miliardi di kWh, al 49% della generazione di elettricità, in traiettoria col target del Pniec del 70% al 2030. Ma i dati del primo semestre del 2025 - si legge nell'analisi - mostrano un nuovo possibile rallentamento del 17% per le nuove installazioni di eolico e fotovoltaico rispetto al primo semestre del 2024, probabilmente per la fine del superbonus del 110% e per la frenata attivata da alcune Regioni. "Più efficienza, maggiore risparmio energetico e un forte sviluppo delle rinnovabili sono essenziali non solo per la decarbonizzazione, ma anche per ridurre in Italia i costi dell’energia e aumentare la competitività", rimarca il report. La transizione verso una maggiore circolarità dell’economia è particolarmente importante per l’Italia che utilizza grandi quantità di materiali che importa per il 46,6%. L’Italia ha le migliori performance di circolarità fra i grandi Paesi europei per la produttività delle risorse, cresciuta dal 2020 al 2024 del 32%, da 3,6 a 4,7 €/kg; per il tasso di utilizzo circolare dei materiali, che nel 2023 ha raggiunto il 20,8; per il tasso di riciclo dell’86% del totale dei rifiuti e per il 75,6% di riciclo degli imballaggi. Attenzione però al mercato delle Mps, in particolare quello della plastica riciclata che è precipitato in una forte crisi e che, se non risolta, potrebbe produrre ricadute negative anche sugli sbocchi delle raccolte differenziate, si evidenzia. In Italia, benché nel 2024 abbiamo raggiunto il record europeo di 701 auto ogni 1000 abitanti (571 la media Ue), la produzione è scesa ai minimi storici, a 310mila unità, con una quota, ormai marginale, del 2,1%, della produzione di auto in Europa. Non solo: si stanno accumulando ritardi anche nell’industria automobilistica del futuro, quella delle auto elettriche, calate del 13% nel 2024, con una quota di mercato in diminuzione dall'8,6% al 7,6%, un terzo della media Ue che è al 22,7%. Benzina e diesel alimentano ancora l’82,5% del parco auto che invecchia ogni anno di più, è arrivato a una media di 12,8 anni. Tra il 1980 e il 2023 in Italia i danni causati all’agricoltura da eventi atmosferici estremi sono stati pari a 135 miliardi di euro, il dato più elevato in Europa. "È essenziale che l’agricoltura italiana sia più coinvolta nella transizione climatica, con misure di adattamento e mitigazione", si segnala nell'analisi. L’Italia è il Paese europeo con il più elevato numero di prodotti Dop, Igp, Stg: nel 2023 sono stati 856. Cresce ormai ogni anno l’agricoltura biologica. Nel 2024 la somma delle aree certificate e in conversione è stata di 2.514.596 con un incremento del 2,4% rispetto all’anno precedente e dell’81,2% in confronto al 2014. La Sicilia continua a essere la regione con la maggiore estensione in valore assoluto (402.779), seguita da Puglia e Toscana. Queste tre regioni concentrano il 38% di tutta la superficie biologica nazionale. Tra il 2022 e il 2023 il consumo di suolo in Italia è stato di 64,4 km2 circa 17,6 ettari al giorno, il terzo valore più alto dal 2012. L’impermeabilizzazione del suolo aumenta il deflusso superficiale e riduce la capacità di assorbimento delle piogge, contribuendo ad aumentare gli impatti degli eventi atmosferici estremi. In termini di impermeabilizzazione, tra i capoluoghi delle Città Metropolitane, si segnala che Napoli con il 34,7% e Milano con il 31,8%, hanno i valori più elevati, mentre Messina (6%), Reggio Calabria (5,8%) e Palermo (5,7%) registrano le minori percentuali. Le città italiane sono molto esposte ai rischi della crisi climatica. Nei mesi estivi del 2024, il 90,6% della popolazione residente nelle città italiane è stata esposta a temperature medie superiori a 40°C. Grazie alla partecipazione ad iniziative europee e ai fondi del Pnrr, molte città hanno realizzato interventi di mitigazione e di adattamento alla crisi climatica e iniziative dedicate alla transizione ecologica: impianti innovativi per la gestione dei rifiuti urbani, aumento di piste ciclabili e potenziamento del trasporto pubblico, rinnovo delle flotte di bus, tutela e valorizzazione del verde urbano, ecc... "Nel 2026, terminati i fondi del Pnrr, occorrerà attivare nuove forme di finanziamento per continuare a sostenere la grande vivacità e qualità delle iniziative per la transizione ecologica avviate nelle città", conclude il documento.