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(Adnkronos) - Evidenziare i bisogni più rilevanti e le priorità specifiche di chi vive ogni giorno l'esperienza della cronicità e delle malattie rare. E' l'obiettivo della 'Carta people in health' siglata nei giorni scorsi da 6 associazioni pazienti con malattie croniche non trasmissibili e malattie rare. Promozione della salute e della prevenzione, percorsi di gestione e cura delle malattie e innovazione, sostegno alle associazioni di pazienti sono i temi centrali del documento firmato da: Fiano, Federazione italiana associazioni obesità; Fand, Associazione italiana diabetici; Diabete Italia; Fondazione italiana per il cuore; FedEmo, Federazione delle associazioni emofilici; Afadoc, Associazione famiglie di soggetti con deficit dell'ormone della crescita e altre patologie rare. La Carta - che lega visione sistemica e vissuti individuali, nel rispetto della centralità della persona e del valore della collaborazione e del confronto - è stata sottoscritta nel corso di un evento a cui hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni, lo scorso venerdì a Castagneto Carducci (Livorno), in occasione della presenza in Italia del Team Novo Nordisk, l'unica squadra al mondo di ciclisti professionisti con diabete tipo 1. People in Health®, prima e unica piattaforma in Italia creata con e per le persone con malattie croniche non trasmissibili e malattie rare - ricorda una nota - è promossa in partnership tra Novo Nordisk e le principali associazioni di pazienti italiane attive sui fronti obesità, diabete, malattie cardiovascolari, malattie rare come emofilia e disturbi della crescita. La piattaforma mette al centro le esperienze, i bisogni e le istanze di chi convive con una patologia cronica, offrendo uno spazio strutturato per il confronto e la condivisione. Ogni anno, attraverso diverse iniziative, pone il paziente al centro, dando voce alle persone, promuovendone l'empowerment e favorendo un dialogo continuativo tra i diversi attori coinvolti nel sistema salute, rappresentando un'importante occasione per sensibilizzare sull'impatto delle malattie croniche e rare nella vita delle persone e sul valore della ricerca e dell'innovazione. Le malattie croniche non trasmissibili - sottolineano gli esperti - rappresentano una delle principali sfide per la salute pubblica a livello globale, con un impatto che va ben oltre i dati epidemiologici. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, sono responsabili del 74% dei decessi nel mondo e influenzano profondamente la qualità di vita delle persone, oltre a gravare in modo crescente sulla sostenibilità dei sistemi sanitari. Accanto a queste, non vanno dimenticate le malattie rare, come l'emofilia o il deficit dell'ormone della crescita, che pur interessando un numero più ristretto di persone, pongono sfide equivalenti in termini di continuità assistenziale, accesso alle cure e qualità della vita. L'impatto reale, a livello psicologico, sociale ed emotivo di tali patologie è un punto centrale. Vivere con una malattia cronica o rara significa affrontare ogni giorno limiti, incertezze e paure che influenzano il lavoro, le relazioni personali e la propria autonomia. Per questo è essenziale ascoltare chi vive ogni giorno con una patologia: l'esperienza concreta e quotidiana e il punto di vista dei pazienti è insostituibile per disegnare percorsi di cura più efficaci e sostenibili, assicurano gli esperti. La crescente diffusione di queste malattie, unita al progressivo invecchiamento della popolazione, determina infatti anche un aumento importante del carico assistenziale. E' sempre più evidente, quindi, che l'ascolto e la partecipazione attiva delle persone nei processi di cura contribuisce a migliorare benessere individuale, appropriatezza e sostenibilità. Da qui la 'Carta people in health' che dà voce diretta ai pazienti per affrontare bisogni, priorità e prospettive. "Come Novo Nordisk siamo orgogliosi con questo progetto di impegnarci a fare la differenza, abbracciando accanto al concetto di cura il principio del ‘prendersi cura’ come parte integrante della nostra missione - dichiara Alfredo Galletti, General Manager e Vice President Novo Nordisk Italia - Questo significa investire nella ricerca scientifica, per l'eccellenza e l'innovazione nella cura con lo sviluppo di trattamenti in grado di migliorare concretamente la vita delle persone, promuovere un impatto ambientale positivo su tutti i fronti, e instaurare partnership strategiche con associazioni di pazienti, istituzioni, comunità scientifica, università e terze parti che ci permettono di integrare salute, innovazione e prevenzione. Crediamo che ogni progresso non sia solo un valore aggiunto per i pazienti, ma anche un beneficio per la società, il sistema sanitario e l'ambiente che ci circonda".
(Adnkronos) - L’Istituto nazionale tributaristi (Int) ha partecipato alla consultazione pubblica promossa dalla Commissione europea, in merito alla revisione delle norme procedurali antitrust dell’Unione europea. La Commissione afferma che l'applicazione rigorosa ed efficace delle norme dell'Ue in materia di concorrenza protegge le imprese (professionisti) e i consumatori in tutta l'Ue, stimolando la competitività. I regolamenti attuativi di tale procedura di tutela sono in vigore da oltre 20 anni, nel frattempo l'economia ha conosciuto alcuni cambiamenti, tra cui la digitalizzazione delle imprese e delle professioni, che hanno messo alla prova gli strumenti e le procedure esistenti, progettati per le indagini su documenti cartacei. Inoltre, l'esperienza dell'applicazione delle norme dell'Ue in materia di concorrenza in parallelo con le autorità nazionali garanti della concorrenza, pur essendo estremamente positiva, può essere migliorata. Un obiettivo condiviso dall’Int il cui presidente, Riccardo Alemanno, ha dichiarato: “E’ sicuramente condivisibile una revisione delle norme procedurali collegate all’antitrust dell‘Ue che possano favorire la Commissione europea nelle indagini volte a tutelare la concorrenza e a intervenire sui casi di posizione dominante da parte di soggetti produttivi di beni e/o servizi ai sensi degli articoli 101 e 102 del Tfue. La limitazione della concorrenza e/o posizioni dominanti sul mercato da parte di soggetti produttivi, siano essi imprese o professionisti, danneggiano fortemente non solo gli operatori economici, ma soprattutto il cittadino consumatore che è sempre il soggetto penalizzato dalla mancanza di concorrenza che si traduce in regimi monopolistici per la cessione di beni e/o le prestazioni di servizi. E’ poi altrettanto importante che vi sia una armonizzazione delle normative antitrust dei Paesi membri e che la Commissione svolga controlli e verifiche anche in tal senso sulle attività delle autorità antitrust nazionali". Ma per l’Int è stata anche l’occasione per ribadire a livello europeo, l’importanza delle norme antitrust a supporto alla direttiva 2018/958 relativa a un test di proporzionalità prima dell'adozione di una nuova regolamentazione delle professioni o di modifiche di quelle già esistenti, direttiva recepita integralmente dallo Stato italiano con il decreto legislativo 16 ottobre 2020, n. 142. “Da mesi - ha evidenziato Alemanno - si parla di riforma di vari settori professionali. Non entriamo ovviamente nel merito della gestione di altre categorie e sulla necessità di modernizzare talune professioni, ma ricordiamo che così come saranno tutelate le professioni del settore ordinistico altresì devono essere salvaguardate le professioni di cui alla legge 4/2013. Le richieste delle categorie professionali organizzate in Ordini devono pertanto essere compatibili con le prerogative delle professioni organizzate in associazioni professionali ai sensi della normativa vigente”. Dallo scorso mese di maggio, ad esempio, ricorda l'Int, circola una bozza di legge delega al governo che fornisce le indicazioni di massima per la riforma del decreto istitutivo dell’albo unico dottori commercialisti ed esperti contabili; nelle premesse viene indicata la salvaguardia delle altre professionalità organizzate nei singoli settori, ma non viene fatto cenno alla salvaguardia di quelle organizzate in associazioni ai sensi della legge 4/2013. Su questo Alemanno scriverà al presidente del Consiglio e ai ministri competenti per richiedere già nel testo della Legge delega l’inserimento della tutela delle prerogative delle professioni organizzate ai sensi della legge 4/2013. “Ricordo - ha precisato il numero uno dell’Int e vicepresidente vicario di Confassociazioni - che i professionisti associativi sono coloro che, oltre a lavorare e dare lavoro, versano i loro contributi previdenziali alla Gestione separata dell’Inps, cassa di previdenza dei professionisti privi di cassa autonoma privata, il cui saldo estremamente positivo, sostenuto dai versamenti dei 450mila soggetti iscritti, contribuisce a garantire la sostenibilità dei conti dell’Ente previdenziale pubblico. Chiedere di poter continuare a svolgere il proprio lavoro nelle materie libere per legge, che tali devono restare, e nelle funzioni attribuite da specifiche leggi dello Stato, è un diritto che governo e Parlamento non ignoreranno".
(Adnkronos) - “Noi, come Comuni, siamo stati i primi a mettere a terra le potenzialità del Pnrr. Abbiamo realizzato nuove infrastrutture, molte di queste opere sono in corso ma siamo stati tra i primi ad aver rispettato le tempistiche e gli obiettivi del Pnrr”. Lo ha detto Vito Parisi, vicepresidente Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) con delega al trasporto pubblico locale a alla mobilità sostenibile, partecipando alla presentazione della terza edizione di ‘Eco Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti’, che Anci patrocina, in programma il 16 e 17 settembre 2025 nel Centro Congressi di Piazza di Spagna a Roma. “Ora bisogna parlare di governance, perché c’è l’infrastruttura, ma ci serve un processo di pianificazione seria, che vada oltre i Pums, i Piani urbani di mobilità sostenibile di cui si sono dotati diversi Comuni. Servono delle agenzie di trasporto - aggiunge - con dei manager che gestiscono il trasporto pubblico, e questo deve avvenire in sede locale e pubblica, come quella dei Comuni. Mi auguro che questo fondo venga rimpinguato, perché le risorse non sono soddisfacenti, e che ci sia un ripensamento”. Le agenzie di trasporto dei medi e piccoli Comuni, rispetto a quelli metropolitani, sembrano aver già individuato modelli virtuosi che, spiega Parisi, potrebbero essere applicati anche alle grandi città: “Mi auguro che quanto prima ci sia una condivisione dei dati al riguardo. Purtroppo, oggi la domanda di trasporto pubblico è basata su un dato storico e non si tiene conto delle evoluzioni che ci sono state, di quello che accade all’interno delle stazioni ferroviarie o con lo sharing dell’automobile piuttosto che delle biciclette. È un sistema che si sta evolvendo, però è importante che la sua governance ritorni in una sede pubblica. L’auspicio è che tutto ciò diventi molto concreto, perché date le tendenze ormai prossime, come la guida autonoma e l’intelligenza artificiale, noi non possiamo subire un processo che rischia di essere nelle mani del privato”.