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(Adnkronos) - Incidente mortale nella notte a Roma tra un'automobile e un autobus. Una Peugeot 207 e un mezzo Atac della linea 170, che rientrava nella rimessa di Tor Sapienza con solo il conducente a bordo, sono stati coinvolti in un tamponamento mentre entrambi procedevano in direzione fuori Roma, in via Prenestina, all’altezza di via Olevano Romano, zona Villa Gordiani. L'automobilista, un uomo di nazionalità marocchina di 44 anni, è morto sul colpo, mentre il conducente dell’autobus è stato trasportato presso l’Ospedale Vannini per le cure mediche necessarie e per essere sottoposto agli esami di rito. Entrambi i veicoli coinvolti nell’incidente sono stati posti sotto sequestro dagli agenti del IV Gruppo Tiburtino della Polizia Locale, che hanno in carico le indagini per ricostruire esatta dinamica di quanto accaduto. "Le forze dell'ordine, alle quali Atac sta offrendo la massima collaborazione,- spiega l'Azienda per la mobilità del comune di Roma in una nota - stanno procedendo a definire le circostanze dell'accaduto. Atac esprime il proprio cordoglio per il tragico evento".
(Adnkronos) - Con il nuovo anno si apre il countdown per uno degli anniversari storici più importanti che attendono gli americani: nel 2026, infatti, saranno trascorsi 250 anni dal quel 4 luglio 1776, giorno in cui fu firmata la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti, che sancì la nascita della più grande democrazia del mondo. Un anniversario che sarà celebrato in pompa magna e che attrarrà milioni di turisti, alla scoperta o alla riscoperta di quanto di storico ha da offrire anche questo paese. La strada che porta ad ‘America 250’ è tracciata, con un sito web già attivo (america250.org), e in questi 365 giorni che separano dal 2026 sarà scandita da tutte quelle tappe che, due secoli e mezzo fa, prepararono il terreno per la nascita della nazione americana. Così, già nel 2025 alcune città sono pronte a commemorare i primi capitoli della Guerra rivoluzionaria americana, o Guerra d'Indipendenza, che pose fine al colonialismo britannico. Le prime grandi battaglie si svolsero nel 1775 a Boston e dintorni, nel Massachusetts. Quello che gli storici chiamano “lo sparo che fece il giro del mondo” partì il 19 aprile 1775 durante le battaglie di Lexington e Concord. E il Minute Man National Historic Park celebrerà l'anniversario con una rievocazione della battaglia del 19 aprile e numerosi altri eventi. Mentre la battaglia di Bunker Hill, combattuta il 17 giugno 1775 nel quartiere di Charlestown a Boston, sarà celebrata dal Boston National Historical Park con visite e programmi speciali per il 250° anniversario. Altri Stati con eventi legati ad ‘America 250’, già in programma nel 2025, includono la Pennsylvania, dove George Washington fu nominato comandante dell'esercito continentale nel maggio 1775, a Philadelphia: la riunione si svolse nell'attuale Independence Hall, dove un anno dopo fu firmata la Dichiarazione d’Indipendenza. In Virginia, mostre e altri programmi ricorderanno il famoso discorso del Padre fondatore Patrick Henry, “Datemi la libertà o datemi la morte”, pronunciato 250 anni fa, il 23 marzo 1775, nella chiesa di St. John a Richmond. Altri importanti siti storici della Virginia includono Colonial Williamsburg, la casa di George Washington a Mount Vernon e la casa di Thomas Jefferson, a Monticello. Un itinerario turistico sulle tracce della nascita degli Stati Uniti percorre la East Coast, da New York fino alla punta del New Jersey, passando per la più storica delle città americane, Philadelphia. Come spiega Fred Dixon, presidente e Ceo di Brand Usa, l'organizzazione di destination marketing per gli Stati Uniti, “la promozione turistica delle destinazioni storiche degli Stati Uniti, come Philadelphia, Cape May e New York City, assume un'importanza strategica per Brand Usa in vista degli anniversari significativi del 2026, tra cui il 250° anniversario della Dichiarazione d'Indipendenza: questo evento rappresenterà una pietra miliare nella storia americana e desideriamo celebrarlo accogliendo sempre più turisti, invitandoli a visitare il Paese e a scoprire il suo patrimonio, incluse le destinazioni meno conosciute”. “Philadelphia, luogo in cui è stata firmata la Dichiarazione d'Indipendenza, Cape May con la sua architettura storica, e New York City, prima capitale degli Stati Uniti e crocevia di eventi fondamentali della storia americana, che si prepara anche a ospitare la finale della Coppa del mondo Fifa 2026, sono tutte mete che possono essere valorizzate per attrarre visitatori interessati a esplorare le radici storiche degli Stati Uniti. Questo contribuirà ad aumentare l'interesse dei viaggiatori italiani verso gli Stati Uniti, un trend che è già in forte crescita dallo scorso anno, con 977.000 arrivi dall'Italia. Per il 2024 si prevede di raggiungere 1,1 milioni di arrivi e, per il 2025, si stima di superare i livelli del 2019 con 1,2 milioni di arrivi. Siamo entusiasti di accogliere un numero sempre maggiore di visitatori italiani per gli eventi straordinari dei prossimi anni”, sottolinea. Per avere informazioni e suggerimenti si può visitare il sito www.thebrandusa.com e anche quello di Visit the Usa, www.visittheusa.com, che si propone di ispirare i viaggiatori a sperimentare la vivacità, la cultura e le infinite possibilità del Paese. Imprescindibile e strategico punto di partenza per qualsiasi viaggio negli Usa, New York City ha molto da offrire anche a chi negli Usa va a caccia della sua storia, sicuramente recente per un europeo, ma sorprendentemente ricca. A dare una mano per orientarsi ad andare indietro nel tempo, nella Grande Mela, corre in aiuto Big Onion Walking Tours, agenzia che offre percorsi a piedi accompagnati da guide esperte, lungo ben 30 itinerari in 20 quartieri. Tra questi, sono diversi quelli a tema storico. Da Harlem, cuore dell’anima afroamericana, fino al Financial District, si può scoprire quel che resta del passato coloniale e capire come New Amsterdam è diventata New York, perché ha perso la sede del Congresso guadagnando però quella della Borsa. E apprendere così il ruolo che ha avuto nella rivoluzione americana questo luogo, in cui per la prima volta fu letta in pubblico la Dichiarazione d’Indipendenza. Ed è proprio nella Lower Manhattan che si possono percorrere le uniche strade corte e strette della città, facendo tappa magari alla leggendaria Fraunces Tavern, il più antico ristorante newyorchese, frequentato dai padri fondatori e ancora oggi attivo con piatti ‘storici’ in menù e un museo al piano superiore. Non lontano Battery Park, dove i cannoni difendevano il porto destinato a diventare il più importante del paese, dove tuttora sono visibili i resti di un forte del XIX secolo. E da qui la vista spazia sull’iconica Statua della Libertà, che racconta un altro volto della storia di New York, quello dell’immigrazione e di generazioni che approdarono qui in cerca di fortuna. E poi la storia di giustizia sociale e di lotte sindacali, di vie commerciali e di proibizionismo. A guardar bene, non c’è quartiere di New York che non sappia svelare, magari nascosto fra i grattacieli, un pezzo del suo passato. Dettagli, eventi e programmi sono illustrati su www.nyctourism.com, il sito di New York City Tourism + Conventions, l’organizzazione ufficiale di destination marketing, convention e Visitors Bureau di New York City, dedicata a massimizzare le opportunità di viaggio e turismo nei cinque distretti della città. A due ore da New York, nell’ideale itinerario lungo la East Coast, raggiungibile anche in treno dalla mitica Penn Station, è Philadelphia, la città storica per eccellenza degli Stati Uniti. E’ qui che si può entrare nella Independence Hall (oggi Patrimonio Unesco), dove i padri fondatori firmarono, il 4 luglio 1776, la Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti. Di fronte le vestigia del primo palazzo presidenziale, che ospitò George Washington e John Adams, oggi spazio museale dove è narrata la storia della schiavitù e dove è custodita la Liberty Bell, la campana simbolo della libertà e dell’indipendenza americana, e il National Constitution Center, unico museo del paese dedicato alla Costituzione degli Stati Uniti. Sono 68 i monumenti nazionali sparsi per la città, in quello che viene definito “il miglio quadrato più storico del paese”; oltre a quelli concentrati nella Old Town, l’edificio storico simbolo di Philadelphia è il City Hall, sede del Comune, mentre nella Benjamin Franklin Parkway quello che viene chiamato il ‘Museum Mile’ raccoglie alcuni tra i musei più importanti degli Stati Uniti, con sorprendenti collezioni d’arte. Nel 2026, quindi, Philadelphia avrà senz’altro un ruolo da protagonista e la festa dell’Indipendenza, che ogni anno si apre il 19 giugno con il Juneteenth per concludersi con la celebrazione del 4 luglio, durerà per mesi. Sono numerose le iniziative già annunciate per l’anniversario ‘America 250’. Al Museo della rivoluzione americana, dal 18 ottobre 2025 al 3 gennaio 2027 si terrà ‘The Declaration’s Journey’, un viaggio per scoprire come la Dichiarazione d’Indipendenza americana è diventata il documento politico più influente dell’epoca moderna. Da gennaio a dicembre 2026, l’Historic District di Philadelphia ospiterà ’52 Weeks of Firsts’ per celebrare i più grandi traguardi raggiunti dalla città lungo tutto l’anno. Mentre il 2 luglio 2026 si terrà la terza edizione di un evento inaugurato quest’anno: ‘Red, White, & Blue To-Do’, che unisce in un filo comune musei, attrazioni, ristoranti e molto altro (per restare aggiornati si può consultare il sito web www.discoverphl.com). L’itinerario sulle tracce della storia dell’Indipendenza americana non può non fare tappa in quella che è una vera e propria gemma nascosta: Cape May, località balneare all’estremo Sud dello Stato del New Jersey, che riporta sulla costa affacciata sull’Oceano Atlantico. Ebbene, in quello che dovrebbe essere considerato un luogo di vacanza e divertimento si cela in realtà un pezzo di storia americana. Cape May, infatti, è la più antica località balneare degli Usa: per oltre due secoli ha ospitato, tra alterne vicende, generazioni di villeggianti diventando una meta iconica. E’ nell’ultima parte del 1800 che Cape May accresce la sua fama. Grazie all’arrivo della ferrovia, nel 1863, diventa più facilmente raggiungibile e anche il fiume Delaware era navigabile fino a Jersey Cape. Nel post-guerra civile, sorgono i primi cottage ma nel 1878 un tragico incendio distrugge buona parte delle abitazioni e così Cape May fu ricostruita proprio in quello stile vittoriano eclettico che l’ha resa famosa. Uno stile difeso anche cento anni dopo, ai giorni nostri, quando, sfidando calamità naturali e la concorrenza di nuove località costiere, si è puntato a un rilancio turistico che valorizzasse proprio la storia e l’architettura, con restauri e ricostruzioni rispettosi dello stile vittoriano. Dalla nascita di veri e propri musei, come Emlen Physick Estate, uno dei migliori esempi di architettura vittoriana, risalente al 1879, al Cape May Lighthouse, il faro del 1859 che ha ispirato artisti e poeti e che oggi ospita un museo sul mare e l’ecosistema, fino alla Promenade, il Lungomare di 2 chilometri accompagnato da archi bianchi ricostruiti di recente sul modello di quelli dei primi del 1900. Lo stile vittoriano, dunque, si è mantenuto intatto per più di un secolo ed è quello che ancora oggi rende unica Cape May. Tanto che la città è stata dichiarata National Historic Landmark City nel 1976, l’unica del paese ad ottenere il riconoscimento. Fra storia e natura, sono infinite le opportunità per vivere questo posto fiabesco (per conoscere attrazioni e attività si possono visitare i siti web www.escapetothejerseycape.com, www.visitnj.org, www.visittheusa.com). E magari guadagnarsi, perché no, le chiavi della città, di cui si usa fare dono agli ospiti davvero speciali.
(Adnkronos) - Ogni acquisto o vendita di usato su Subito consente mediamente un risparmio potenziale di 28 kg di CO2 non immessi nell'atmosfera, pari alla quantità di anidride carbonica che un albero assorbe in un anno. Grazie al partner Vaayu, Subito è tornato a quantificare l’impatto ambientale dell’attività di compravendita sulla piattaforma, andando inoltre a perfezionare la metodologia di calcolo delle emissioni potenzialmente evitate dall'acquisto di prodotti di seconda mano, sulla base delle linee guida più recenti della comunità scientifica. Questo nuovo approccio ha l’obiettivo di rendere ancora più accurato e trasparente il calcolo delle emissioni, affiancando al metodo Lca una mappatura ancora più granulare delle emissioni legate al business e una survey per indagare i comportamenti degli utenti in termini di trasporto e imballaggio. Grazie alla nuova metodologia, Subito per la prima volta è riuscita a stimare l’impatto medio potenziale di una ‘compravendita tipo’ in piattaforma. “Il 60% degli italiani ha dichiarato di aver fatto acquisti second hand, allungando così la vita di un bene e riducendo la necessità di acquistare oggetti di nuova produzione - ha dichiarato Giuseppe Pasceri, Ceo di Subito - Crediamo che il movimento verso un futuro più sostenibile passi anche attraverso iniziative concrete, che hanno al centro il potere delle persone: comprare e vendere oggetti usati è un gesto semplice, alla portata di tutti e che aiuta, allungando la vita dei prodotti, a contribuire a un'economia più circolare”. Chi sceglie l’economia dell’usato, infatti, da una parte regala una seconda vita alle cose, riducendo la produzione di rifiuti, dall’altra evita potenzialmente le emissioni di CO2 e i costi ambientali della produzione di un bene nuovo (dall’estrazione delle materie prime, alla loro lavorazione, fino alla distribuzione). Questo emerge anche da una survey che Subito ha sottoposto ai suoi utenti e dalla quale si evidenzia come nella maggior parte dei casi (52%) l’usato sostituisca l’acquisto del corrispettivo bene nuovo, percentuale che cresce ancora di più nel caso di beni come quelli della categoria Elettronica (55%). Per la prima volta, sempre attraverso la survey sottoposta agli utenti della piattaforma, è stato indagato anche il comportamento dei consumatori rispetto alle azioni che completano la compravendita e che contribuiscono a determinarne l’impatto, ovvero trasporto e imballaggio. Dalle risposte emerge che entrambe le azioni hanno un impatto ridotto sull’ambiente perché quando si compra o vende un bene pre-loved, l’80% di chi spedisce un prodotto lo fa utilizzando un imballaggio già presente in casa o comunque già utilizzato per altro (come ad esempio confezioni di precedenti acquisti); mentre rispetto al trasporto l’80% degli utenti preferisce effettuare la compravendita e lo scambio di persona prediligendo l’utilizzo di mezzi pubblici o spostandosi a piedi ottimizzando così il tragitto anche per fare altro e, di questi, il 63% dichiara di non utilizzare alcun tipo di imballaggio e il 30% di riutilizzare un packaging già usato in precedenza.