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(Adnkronos) - "Mia madre è affetta da demenza e non sa più chi sono. Non sa più dove si trova. Mio padre è affetto dal Parkinson e non può uscire di casa". È "uno strano posto in cui trovarsi, questo posto in cui ci troviamo, a 51 anni, è molto strano essere adulti". "Non sono pronto per questo". E' il commovente racconto del cantante Robbie Williams che, durante un concerto in Germania, ha aperto per un attimo una finestra sulla sua vita personale, condividendo con i fan la sofferenza nel vedere le persone a lui più care stare male. Parlando della mamma Janet, oggi 84enne, secondo quanto riporta 'The Sun', la popstar ha rivelato la patologia di cui soffre la donna e l'impatto che sta avendo sulle loro vite. Poi citando il padre Peter, che si è ammalato di Parkinson, si è lasciato andare ai ricordi: "Cantava con me ogni sera sul palco, usciva, rubava la scena, era affascinante, poi se ne andava nel backstage per un bicchiere di vino rosso. Ora non può più uscire di casa". Anche la suocera di Williams, Gwen Field, è malata: ha il lupus, il Parkinson e il cancro, ha detto il cantante, "è una donna coraggiosissima e sta lottando, lottando, lottando".
(Adnkronos) - Nell’arco temporale 2019-2024, si legge nel XXIV Rapporto annuale Inps, i dipendenti privati (esclusi domestici e operai agricoli) e pubblici sono aumentati di 1,7 milioni di unità, passando da 19,1 milioni a 20,8 milioni. Lo spazio dell’occupazione femminile è aumentato, seppur molto lievemente, passando come incidenza dal 44,9% al 45,2% dei dipendenti totali. Rilevante la crescita dei giovani under 30, pari nell’intero periodo a oltre 600 mila unità (+107 mila tra il 2023 e il 2024). Ancor più significativa e importante risulta la crescita dei lavoratori non comunitari (+665 mila nel periodo, +175 mila nell’ultimo anno), che hanno mostrato un tasso medio annuo sul periodo 2019-2024 pari a quattro volte quello complessivo (6,9% rispetto all’1,7%). Dei 20,8 milioni di dipendenti del 2024, 9,26 milioni hanno lavorato per tutto l’anno e a tempo pieno (full year full time, fyft) mentre, all’opposto, 3,65 milioni hanno lavorato solo per una frazione di anno e a tempo parziale (part year part time, pypt); infine, 2,38 milioni sono stati fypt e 5,48 milioni pyft. La classificazione è necessaria e utile in quanto le diverse intensità e continuità di lavoro influiscono significativamente sulle retribuzioni annuali effettive. Quest’ultime, poi, per essere correttamente valutate, devono essere poste in relazione con la dinamica dell’inflazione, superiore al 17% tra il 2019 e il 2024, secondo i dati medi annui dell’indice nazionale dei 18 prezzi al consumo (Nic). Le cessazioni dei rapporti di lavoro, nel corso del 2024, sono state 7,71 milioni, sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente (-0,1%) e in modesta flessione rispetto al 2022 (-0,3%). Di queste, quasi 1,8 milioni sono state cessazioni da contratti a tempo indeterminato, con una variazione pari a -1,8% rispetto al 2023 e -5,7% rispetto al 2022. Nelle imprese fino a 15 dipendenti le variazioni sono state ancora più significative. Nel 2024 i beneficiari di almeno una giornata di Naspi, la principale prestazione di disoccupazione, sono risultati pari a 2,8 milioni, in crescita del 3,6% rispetto al valore dell’anno precedente, mentre nel 2023, dove si registravano 2,7 milioni di lavoratori con il sussidio, tale crescita era stata leggermente più sostenuta (4,4%) rispetto al 2022. A fronte dell’incremento dei trattamenti erogati alla conclusione sia dei contratti a termine (+4,1%), sia di quelli a tempo indeterminato (+4,5%), continua la contrazione per i rapporti conclusi di lavoro domestico (-5,8%), coerentemente con il trend in diminuzione rilevato da anni per i lavoratori del settore. Nei primi 12 anni di vita del figlio, il congedo parentale è utilizzato dal 63% delle madri e solo dall’8,3% dei padri, evidenziando un marcato squilibrio di genere. Anche la durata media differisce: 126 giorni per le madri, contro 36 giorni per i padri. Circa il 40% delle madri esaurisce i sei mesi disponibili prevalentemente nei primi anni di vita del figlio, mentre solo il 6% dei padri raggiunge il massimo previsto, con un uso più diluito nel tempo. Per entrambi i genitori, l’intensità di utilizzo del congedo aumenta al crescere della stabilità contrattuale. Tuttavia, emergono differenze legate al reddito: tra le madri, le non fruitrici sono quelle con i salari più bassi, suggerendo ostacoli economici all’accesso, mentre tra i padri sono i fruitori più intensivi ad avere retribuzioni mediamente inferiori. I cambiamenti introdotti dalle leggi di Bilancio 2022 e 2023 hanno modificato le condizioni economiche relative alla fruizione del congedo parentale, con l’obiettivo di incentivare un utilizzo più equo tra madri e padri e migliorare l’accesso alla misura. Le modifiche introdotte hanno previsto l’aumento dell’indennità dal 30% all’80% della retribuzione, inizialmente (2022) per un mese e successivamente (2023) esteso a due mesi. L’analisi evidenzia un impatto positivo di queste modifiche sull’accesso al congedo (take-up), sia tra le madri che tra i padri. L’effetto è stato particolarmente visibile tra i padri, che partivano da livelli molto bassi di fruizione. Nonostante l’aumento dell’indennità, la durata media del congedo parentale fruito sia dalle madri che dai padri non sembra aver subito variazioni rilevanti, suggerendo che l’effetto delle modifiche normative è stato più orientato ad aumentare la partecipazione, piuttosto che a prolungare la durata dell’utilizzo. Il 12 giugno 2024 sono state pubblicate le ‘Nuove linee guida al lavoro a distanza in Inps’ con lo scopo di migliorare il sistema di attuazione del lavoro agile, strumento organizzativo e di conciliazione tempo vita-lavoro ormai strutturale per l’Istituto, e di dettare una disciplina dettagliata per l’attuazione del lavoro da remoto. Attualmente, circa il 90% dei dipendenti ha sottoscritto accordi di lavoro a distanza nella forma dello smart working. Questa riconfigurazione dell’ambiente lavorativo comporta benefici su molteplici fronti. Per i dipendenti, garantisce maggiore autonomia nell’organizzazione temporale, facilitando la conciliazione tra responsabilità familiari e professionali. Nella prospettiva aziendale, il lavoro a distanza costituisce una leva strategica per intercettare competenze da un bacino territoriale più esteso, contenere il fenomeno delle dimissioni volontarie e razionalizzare le spese operative. Anche la dimensione collettiva di questa trasformazione merita considerazione: il lavoro in modalità agile può favorire l’integrazione professionale di categorie svantaggiate e contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale. Nonostante questi evidenti vantaggi, il lavoro a distanza presenta anche criticità significative che richiedono un’attenta considerazione. La diminuzione delle interazioni fisiche quotidiane può compromettere la rete di relazioni professionali e gradualmente indebolire il senso di identificazione con l’organizzazione. Parallelamente, la sovrapposizione tra spazio domestico e professionale può generare fenomeni di esaurimento psicofisico, con l’attività lavorativa che tende a colonizzare momenti destinati alla vita personale. Oltre a queste problematiche, emerge la questione dell’impatto del lavoro a distanza sulla produttività. Gli effetti a livello teorico possono andare in direzioni opposte. Da un lato, la riduzione dei tempi di pendolarismo e il miglioramento della qualità della vita possono impattare positivamente sulla performance dei lavoratori, dall’altro, emergono difficoltà di coordinamento, supervisione e di mantenimento della motivazione, che possono avere un impatto negativo.
(Adnkronos) - Servizio di raccolta a domicilio anche per le capsule esauste di caffè in alluminio: la Giunta di Palazzo Marino ha approvato le linee di indirizzo per un accordo di programma tra il Comune, Amsa, Nespresso Italiana e il Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio (Cial) per l’avvio del primo progetto sperimentale del servizio, grazie a una collaborazione tra pubblico e privato che integra di fatto il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. La raccolta sarà operativa dal mese di settembre 2025 e sarà effettuata a domicilio, in tutto il comune di Milano. Il servizio potrà essere attivato contestualmente a un nuovo ordine di capsule sul sito Nespresso.it al momento del check-out, selezionando l’opzione 'Riconsegna e ricicla le tue capsule Nespresso usate' nonché da app e servizio clienti, e non comporterà costi aggiuntivi. Sarà possibile consegnare al corriere massimo due sacchetti contenenti esclusivamente capsule esauste in alluminio, utilizzando la recycling bag Nespresso o in normali sacchetti. Obiettivo dell'iniziativa - a cui potranno aderire anche altre aziende che producono e commercializzano capsule per caffè o altri infusi siglando lo stesso accordo - è in un’ottica di economia circolare di migliorare ulteriormente i processi di recupero dell'alluminio, che essendo un materiale riciclabile all'infinito contribuisce in modo significativo alla riduzione dei rifiuti destinati allo smaltimento. Il servizio inoltre ottimizza i trasporti e riduce l'impatto ambientale della logistica grazie all’uso di veicoli elettrici in partnership con Wora Delivery, che consente il conferimento a un punto di stoccaggio intermedio per poi essere lavorate da un impianto che suddivide alluminio e caffè. Il progetto aggiunge una ulteriore possibilità di riciclo che si affianca all’opzione già attiva da 14 anni, di riportare le capsule usate in alluminio nei punti vendita Nespresso e riciclerie convenzionate su tutto il territorio nazionale. Le capsule ritirate rientreranno nel sistema dedicato di raccolta e riciclo di capsule in alluminio 'Da Chicco a Chicco', sviluppato già dal 2011 grazie a un protocollo di intesa tra Nespresso, Cial, Utilitalia e Cic (Consorzio italiano Compostatori), e che consente di dare una seconda vita ai due materiali che compongono la capsula: l’alluminio, viene fuso e riciclato al 100%, e il caffè residuo, può essere trasformato in compost e utilizzato in una risaia da cui viene riacquistato il riso per donarlo a Banco Alimentare e Fondazione Progetto Arca. "Siamo felici di questo accordo con Nespresso e Cial, oltre che con Amsa, per la raccolta delle capsule di caffè: è un gesto concreto e responsabile che rappresenta un passo in più nella filiera del riciclo dell'alluminio e dell'economia circolare che contribuirà ad aumentare la raccolta differenziata della nostra città - ha detto l'assessora all'Ambiente e Verde Elena Grandi - Ogni piccola azione quotidiana, come il corretto smaltimento di queste capsule, può avere un impatto significativo sull’ambiente”. “Questo progetto - spiega Monica Pellegrini, direttrice Operativa di Nespresso Italiana - segna un nuovo importante tassello che si aggiunge al nostro impegno costante per il riciclo e il recupero delle capsule di caffè in alluminio, iniziato in Italia oltre 14 anni fa, con il progetto 'Da Chicco a Chicco' entro cui questo nuovo accordo si inserisce, con l’obiettivo di portare a riciclo anche le capsule che saranno raccolte dal servizio e domicilio. Rappresenta inoltre un unicum sul territorio italiano che speriamo possa rappresentare un esempio virtuoso e circolare di impatto concreto ambientale e sociale”. “In questa fase di sperimentazione - aggiunge Matteo Di Poce, specialista in Sostenibilità di Nespresso Italiana - stimiamo di raccogliere e riciclare nel solo Comune di Milano, con il servizio a domicilio, oltre 80 tonnellate di capsule nel corso di un anno, recuperando oltre 50 tonnellate di caffè esausto e più di 5 di alluminio da rimettere in circolo”. “L’impegno del nostro Consorzio per far sì che l’alluminio non finisca mai in discarica, ci spinge a sperimentare e supportare nuove sfide e nuovi sistemi di captazione di questo prezioso metallo, riciclabile al 100% e all’infinito. Il packaging in alluminio, in Italia, grazie alla raccolta differenziata di milioni di cittadini, viene riciclato con ottimi risultati, circa il 70% di quanto immesso sul mercato, ponendo il nostro Paese ai primi posti in Europa”, ha dichiarato Stefano Stellini, direttore generale Cial.