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(Adnkronos) - Arriva il bonus per le famiglie che scelgono di mandare i propri figli alle scuole paritarie. A spiegare i dettagli Maurizio Lupi, leader di Noi moderati: " Un emendamento di Noi moderati alla manovra 2026, a prima firma della senatrice Maria Stella Gelmini, è stato approvato oggi al Senato ed eroga 20 milioni di euro per l’anno 2026 per il cosiddetto 'Buono scuola'". "Si tratta di un contributo fino a 1.500 euro a studente se iscritto a una scuola paritaria, secondaria di I grado (medie) o al primo biennio di una scuola paritaria di II grado (superiori). Oltre al contributo per le famiglie (c’è un limite Isee di 30mila euro) che iscrivono i figli alle scuole paritarie - che, è bene ricordarlo, fanno parte con le scuole statali dell’unico sistema pubblico di istruzione, cioè sono a tutti gli effetti scuole ‘pubbliche’ – è significativa l’affermazione di principio per cui in una legge di Bilancio dello Stato viene riconosciuto concretamente il principio della libertà di scelta delle famiglie, a cui la nostra Costituzione riconosce il diritto e il dovere dell’educazione dei figli (art. 30)", aggiunge illustrando le caratteristiche del contributo. "Un altro importante passo verso una effettiva libertà di educazione", conclude. “L'approvazione dell'emendamento che introduce per la prima volta il ‘buono scuola’ nel sistema nazionale di istruzione è frutto di un dialogo e di una stretta collaborazione fra le forze di maggioranza e il governo, costituendo il coronamento di una battaglia di libertà portata avanti da tutti i partiti di centrodestra da 30 anni a questa parte. È un passo importante per consentire anche alle famiglie non abbienti di poter esercitare il diritto di scelta educativa". Lo ha dichiarato Giuseppe Valditara, ministro dell'Istruzione e del Merito. "Nel contempo, come chiarito in modo inequivocabile dagli uffici Studi di Camera e Senato, continuiamo a incrementare le risorse destinate alla scuola italiana: le spese autorizzate a favore del bilancio del Ministero dell'Istruzione e del Merito aumentano infatti per il 2026 di circa 960 milioni di euro. L'incidenza della spesa per la scuola sul bilancio dello Stato crescerà nel 2026, passando dal 6,2% al 6,3%. Siamo ora in attesa dell'approvazione di un altro importante emendamento che stanzia 20 milioni di euro aggiuntivi per l'acquisto dei libri di testo sempre in favore delle famiglie meno abbienti”, ha concluso Valditara. "Ringrazio il Governo, nella persona della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del ministro Giuseppe Valditara, unitamente a chi ha presentato l'emendamento all'approvazione del Parlamento, ossia gli Lotito, Gelmini, Lupi. Si tratta di un enorme passo in avanti verso la piena garanzia del diritto alla libertà di scelta educativa, un diritto inserito nella nostra Costituzione". Così all'Adnkronos Suor Anna Monia Alfieri, cavaliere al Merito della Repubblica ed esperta di politiche scolastiche. "Assai importante è che l'emendamento, proprio perché è la famiglia la prima responsabile dell'educazione della prole, preveda che il buono scuola sia assegnato direttamente alle famiglie, da parte dello Stato, attraverso il ministero dell'Istruzione. Come si può comprendere è una misura che va a favore delle famiglie meno abbienti, contrariamente alle narrazioni consuete di chi parla insistentemente di soldi dati alle scuole dei ricchi. E' chiaro che né vengono stanziati fondi per le scuole paritarie né vengono privilegiate le scuole dei ricchi: - sottolinea Suor Anna Monia Alfieri - infatti, con la misura del buono scuola, sono aiutate le famiglie che sceglieranno le scuole paritarie con rette non superiori al Costo Medio Studente, di certo non quelle con rette superiori a tale costo. Si tratta, conseguentemente, di una misura che, attraverso il legittimo aiuto dato alle famiglie, darà una ventata di aria fresca a quelle scuole paritarie che a fatica continuano ad erogare il proprio servizio, spesso in territori economicamente e socialmente fragili". "Le scuole con rette da 20 mila euro non sorgono certo presso i territori di periferia! Ecco, il buono scuola lancia una sfida alle narrazioni ideologiche sulla scuola, perché renderà evidente l'assoluto bisogno che il nostro Paese ha di formazione, all'interno di un contesto formativo che garantisce il pluralismo educativo. Con l'aneddotica della scuola dei ricchi cosa si è ottenuto se non fare in modo che chiudessero le scuole paritarie per i poveri e la classe media e resistessero solo le scuole dei ricchi, frequentate, per giunta, dai figli di chi quelle aneddotica l'ha creata? Il buono scuola farà emergere la verità sulla scuola. Grazie, dunque, al Governo, alle Istituzioni, a chi ha creduto e sostenuto l'importanza di questa misura a garanzia della libertà non solo educativa ma della libertà dei cittadini di fronte al monopolio educativo della scuola statale", conclude Suor Anna Monia Alfieri. "Nelle ultime riformulazioni degli emendamenti alla manovra è presente, ancora una volta, il voucher da 1500 euro per chi manda i figli alle scuole private. Il tutto mentre la stessa manovra taglia quasi 900 milioni di euro alla scuola pubblica da qui ai prossimi anni. È inconcepibile è indecente che da un lato si colpisca in modo così pesante le scuole statali e dall’altro si trovino risorse. O i soldi non ci sono, oppure vanno messi dove il bisogno è più urgente. O forse le famiglie che mandano i figli alla scuola pubblica valgono meno di chi li manda alle scuole private?", dichiara la senatrice M5S Barbara Floridia. "Gli istituti pubblici già fare i conti con i tagli agli organici della scorsa manovra e con accorpamenti selvaggi che stanno mettendo in ginocchio interi territori, creando difficoltà enormi per famiglie, studenti e personale. In questo contesto il governo Meloni sceglie invece di strizzare l’occhio a suor Monia Alfieri e a chi da anni spinge per foraggiare le scuole private. È una scelta politica precisa, fatta sulla pelle di una scuola pubblica sempre più impoverita, di cui Giorgia Meloni e Giuseppe Valditara devono rendere conto al mondo della scuola", conclude.
(Adnkronos) - “Il Labor Day vuole accendere una scintilla nei giovani e avvicinarli al mondo del lavoro. Oggi i ragazzi escono dalla scuola e non sono preparati ad affrontare il lavoro. Noi vogliamo quindi aiutarli, in qualità di movimento educativo e sociale che al centro del proprio impegno ha il lavoro dignitoso. Tutto ciò tenendo conto di due pilastri: il lavoro che vale e i valori del lavoro”. E’ quanto affermato da Lidia Borzì, ideatrice del LaborDì e vicepresidente delegata delle Acli di Roma, in occasione dell’edizione 2025 di Labordì, l’evento promosso dalle Acli di Roma dove i giovani incontrano il mondo del lavoro. “Il lavoro non è un mero scambio tra prestazione e compenso, è un diritto costituzionale, quando è dignitoso il lavoro è libertà e crescita della persona e della comunità - aggiunge - Il lavoro è relazione e partecipazione. Per essere tutte queste cose, deve essere pulito, non deve uccidere, deve essere equamente retribuito, dare le giuste tutele e il tempo anche per la propria vita familiare”. “Gli orizzonti del lavoro mutano continuamente, nuovi lavori arrivano con l'intelligenza artificiale e tanti vecchi lavori muoiono - prosegue - Quindi vogliamo allenare i giovani a cercare le loro opportunità, coniugando passione e interessi con gli ambiti dove ci sono le opportunità. Oggi vogliamo dare loro anche gli strumenti ‘da mettere nei loro zaini’, insegnandogli come scrivere un curriculum, come gestire un luogo di lavoro e i propri profili social. Lo facciamo anche attraverso tanti workshop sulle competenze trasversali, come quella di saper essere assertivi e lavorare in squadra”. “Il nostro punto di forza è la rete: è qui presente tutta la comunità, dalla Chiesa alla scuola, dalle istituzioni alle aziende, fino alle organizzazioni sociali e sindacali - conclude - Siamo qui, tutti insieme, perché non possiamo più rinviare una grande alleanza per il lavoro dignitoso che metta al centro il binomio giovani e lavoro, che è un volano di speranza”.
(Adnkronos) - "Come Versalis abbiamo annunciato un importante piano di trasformazione che da un lato va verso la riduzione del perimetro della chimica di base e dall'altro guarda allo sviluppo di nuove piattaforme sostenibili, come le piattaforme bio, di circolarità e di specializzazione. Con questo obiettivo e questa visione, stiamo sviluppando una serie di tecnologie complementari, perché crediamo nella neutralità tecnologica, per raggiungere i massimi livelli di sostenibilità”. Lo spiega Adriano Alfani, amministratore delegato di Versalis, società di Eni, in occasione dell’evento inaugurale della mostra Oltreplastica, curata da Frida Doveil e realizzata da ADI Design Museum con il supporto di Eni, in qualità di main partner, con la presenza in mostra di Versalis con Novamont e Finproject. L’esposizione nasce con l’intento di rendere evidenti tutte le possibilità che il design ha oggi a disposizione per compiere scelte responsabili quando utilizza la plastica. “Siamo impegnati infatti nello sviluppo di bioplastiche, biodegradabili e compostabili per quanto concerne le biopiattaforme - aggiunge - nell'ambito della circolarità lavoriamo al riciclo meccanico e a quello chimico, e nel campo dei polimeri di specializzazione siamo impegnati a realizzare piattaforme sempre più specializzate e integrate”. All’evento d’inaugurazione della mostra ‘Oltreplastica’ all’ADI Design Museum “sono state esposte anche le torce olimpiche”, in vista delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano Cortina 2026, “per mostrare l’importanza di portare innovazione e sviluppo mettendo insieme l'industria chimica e quelle del design e dell'ingegneria. Le torce rappresentano un grandissimo esempio di collaborazione di una società chimica come Versalis, di Eni, con una società di design e una società di ingegneria. L'obiettivo - conclude - era creare un oggetto iconico che rappresentasse l'eccellenza in ottica di sostenibilità e di innovazione”.