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(Adnkronos) - Più cooperazione sulla gestione dei flussi migratori, costruendo sugli "eccellenti risultati" ottenuti con Ankara, e sostegno alla Libia. E' questo che hanno concordato a Istanbul Giorgia Meloni, Recep Tayyip Erdogan e Abdulhamid Dbeibah in quello che la presidenza turca ha definito "il summit della cooperazione Turchia-Italia-Libia" annunciato a sopresa poche ore prima. Un vertice - all'indomani del blitz della premier in Tunisia con al centro sempre il dossier migranti - durante il quale i tre leader hanno discusso "una serie di linee d’azione per combattere le reti criminali internazionali di trafficanti di esseri umani, migliorare la prevenzione dei movimenti irregolari e sostenere la Libia nella gestione della pressione migratoria cui è sottoposta", spiega la Meloni. Il 'modello' è quello della collaborazione con la Turchia basata su "scambio di informazioni, collaborazione tra le forze di polizia, azioni per prevenire le partenze dei barconi o per intercettarli e che stanno continuando a produrre risultati", spiegano fonti informate all'Adnkronos, sottolineando che a oggi si contano dalle coste turche "circa 850 partenze" verso l'Italia, un numero quasi dimezzato rispetto allo scorso anno. La cooperazione tra Roma e Ankara potrebbe quindi essere allargata a Tripoli: ricordando gli "eccellenti risultati raggiunti con la Turchia", la premier ha parlato dell'"opportunità di valorizzare le lezioni apprese applicandole anche per il sostegno all'azione" del governo di unità nazionale libico in ambito migratorio. E "insieme - ha detto - abbiamo concordato di continuare i lavori da subito a livello tecnico per individuare azioni concrete da condurre congiuntamente in un quadro di tempo ben definito". Intanto, per dimostrare il proprio impegno contro le reti di trafficanti, due giorni fa Dbeibah ha ordinato raid, condotti con i droni turchi, contro le città costiere di Sabratha e Zwara, da dove partono i barconi carichi di migranti diretti verso il nostro Paese. Dal canto suo Erdogan ha sottolineato l'importanza di cooperare per affrontare le sfide nel Mediterraneo, tra cui i movimenti migratori, e la necessità di soluzioni di lungo periodo e sostenibili "per eliminare le cause dell'immigrazione irregolare", ha riferito la presidenza turca. Nel corso del vertice di Istanbul, si è parlato anche della situazione politica libica, con le continue tensioni tra est e ovest. "Ho ribadito - ha detto Meloni - l'impegno dell'Italia per la stabilità, l'unità e l'indipendenza della Libia e il sostegno a un processo politico, a guida libica e con la facilitazione delle Nazioni Unite, che conduca a elezioni". Dopo le violenze e gli scontri di maggio con alcune milizie a Tripoli, Dbeibah si è presentato in Turchia relativamente rafforzato, come da lui stesso rivendicato nel discorso che ha fatto al summit: il governo "si trova oggi in una posizione politica e operativa più solida, capace di svolgere un ruolo regionale equilibrato e responsabile". Questo anche grazie "all’ampia operazione di sicurezza lanciata di recente dal governo a Tripoli e in altre regioni, volta a smantellare l’influenza di gruppi armati fuori legge, accusati di estorsione alle istituzioni statali e di interferenze nelle prerogative sovrane del Paese".
(Adnkronos) - Dalla carriera di adv producer alle ville di lusso in Indonesia. E’ questa la storia professionale di Francesca Rizzo, romana, classe 1977. “Nel 2016 - racconta all’Adnkronos/Labitalia - ho lasciato un lavoro di successo presso una famosa concessionaria di pubblicità di reti televisive, dove lavoravo come adv producer, per inseguire la mia voglia di libertà e dedicarmi al flipping immobiliare”. Nel 2019 fonda, insieme al marito Michele Porinelli, un’accademia per insegnare alle persone a fare investimenti immobiliari. “Raccontavo le mie giornate di lavoro sui social - afferma - pian piano le persone si sono fatte avanti, chiedendoci consigli su come operare nel settore. Non avevamo mai pensato che una passione potesse trasformarsi in un vero e proprio lavoro di consulenza”. Nel 2020 arriva il salto definitivo: la coppia lascia l’Italia e si trasferisce a Dubai. Lo scoppio della pandemia, però, complica i loro piani; attendono quindi la riapertura dei confini di Bali, loro meta definitiva, vivendo in Kenya. “Trasferirsi all’estero è un atto di coraggio, non una fuga. Non esiste un cambiamento vero senza passare per un momento di disorientamento”, confessa Francesca. Dal 2021 Francesca e Michele sono alla guida di Bali Holiday Properties, società che realizza ville di lusso per affitti brevi. “Abbiamo iniziato con una villa, oggi siamo a 30 e puntiamo al centinaio entro il 2028”. Ma la strada non è stata facile: “Ho dovuto lavorare il doppio per essere ascoltata. La bellezza di Bali ti accoglie, ma il contesto lavorativo è ancora fortemente maschile. Ho imparato che essere straniera e donna è una doppia sfida, ma anche una grande opportunità di crescita”. Per superare il senso di isolamento, Francesca crea Bali Talks: “Un podcast che dà voce a storie di espatriati, viaggiatori, scrittori e imprenditori. Condividere le esperienze mi ha aiutato a ritrovare energia e motivazione. Bali non è solo un’isola da sogno. E’ un mix di modernità, tradizione e qualità della vita. Qui ho trovato il mio posto nel mondo”.
(Adnkronos) - “Oggi presentiamo un esempio di ricerca universitaria molto avanzata e già molto vicina a una sperimentazione su strada reale. È qualcosa di potenzialmente pronto per un servizio, ma bisogna fare un grande salto. Lo deve fare l'Italia, lo deve fare l'Europa: trasformare questi bei progetti molto avanzati di ricerca e sviluppo, in progetti industriali imprenditoriali”. Così Sergio Matteo Savaresi, professore e direttore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, alla presentazione del progetto ‘Sharing for Caring’, a Darfo Boario Terme (Bs). Si tratta di ‘Robo-caring’, il primo prototipo italiano di mobilità autonoma - una Fiat 500 elettrica sviluppata all’interno del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, dal Politecnico di Milano - pensato per persone anziane e con fragilità. Il progetto gode del sostegno di Fondazione Ico Falck e Fondazione Politecnico di Milano, e della collaborazione di Cisco Italia come partner tecnologico. Un'innovazione che si basa su “una tecnologia estremamente complessa che richiede tante risorse economiche - sottolinea il professore - Stiamo provando a trasformare questo bellissimo progetto di ricerca in un grosso progetto imprenditoriale per dare all'Italia e all'Europa la chance di avere questa tecnologia che oggi, di fatto ha solo la Cina e gli Stati Uniti”. Ma per cogliere questa opportunità Italia ed Europa “devono fare un salto”, si diceva. Per farlo servono grosse risorse economiche da impiegare nella trasformazione di una tecnologia estremamente complessa in un servizio disponibile ai cittadini. Ma non solo. “Serve uno sblocco normativo che rimuova la necessità di avere il safety-driver a bordo, oggi obbligatorio per fare questa sperimentazione (Decreto Ministeriale 70 del 2018 ‘Smart Road’ ndr.) - evidenzia Savaresi - Le due cose dovrebbero avvenire idealmente insieme: quando la tecnologia è stata messa completamente a punto da un'entità industriale imprenditoriale, serve lo sblocco normativo”, suggerisce. Il prototipo presentato a Darfo Boario è l'espressione di un futuro imminente. Ma viene da chiedersi: quando vedremo davvero sulle strade italiane un veicolo a guida autonoma senza safety-driver? “Perché la messa a punto industriale e lo sbocco normativo arrivino a compimento prevediamo dai 2 ai 4 anni”, stima Savaresi.