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(Adnkronos) - "Papa is back. L'elezione di Leone XIV è una risposta a Donald Trump? No". I cardinali statunitensi, connazionali di Papa Leone XIV, rispondono alle domande dei media dopo l'elezione del cardinale Robert Francis Prevost, nuovo Pontefice. "Nessuno nel Conclave ha pensato che la nazionalità di Prevost fosse un fattore", dicono in coro. Prevost, a lungo missionario in Perù, ha sempre avuto un'attenzione particolare per i migranti. "La sua elezione in risposta all'influenza di Trump? Non credo che la nazionalità del cardinale Prevost abbia avuto un peso", dice il cardinale Tim Dolan, arcivescovo di New York, la città di Trump. "Il Pontefice è un costruttore di ponti, come dice la parola stessa: vorrà costruire ponti con Donald Trump? Suppongo di sì, ma vorrà farlo con i leader di ogni nazione. Tra una decina di giorni inizierà a vedere i leader da tutto il mondo, lo farà anche con il presidente degli Stati Uniti", aggiunge Dolan, che rivive con emozione i momenti della giornata storica. "C'era elettricità in piazza, nessuno fa 'drama' come la chiesa cattolica. Avete percepito l'estasi quando è arrivato l'annuncio 'habemus papam'? Nessuno sapeva chi fosse, nessuno sapeva il nome. Ma c'era gioia pura. Mio nipote Charlie, nato quando è stato eletto papa francesco, mi ha mandato un messaggio: "Abbiamo visto la fumata bianca, siamo tutti commossi. Siamo contenti che tu non sia Papa così torni a casa". Anche io...", dice con ironia. "Ho votato, ho guardato Bob. Il suo nome era nell'aria, aveva la testa tra le mani. Pregavo per lui, non riuscivo a capire cosa accade ad una persona davanti a una situazione del genere. Quando ha accettato, l'angoscia era sparita", ricorda il cardinale Joseph Tobin. "E' stato il mio primo conclave, spero sia l'ultimo... Eravamo oltre 130 persone provenienti da più di 70 paesi e in 24 ore siamo riusciti a prendere una decisione superando le differenze legate a lingua, nazionalità. Questo è un messaggio per il mondo", la riflessione del cardinale Blaze Cupich. Qual è stata la 'mossa vincente' di Prevost? "Non ricordo interventi generali del cardinale Prevost nelle congregazioni, non c'è stato un discorso che abbia stupito il Conclave. Credo che sia stato efficace nei colloqui con gruppi ristretti. Molte conversazioni sono avvenute a pranzo, nella pausa caffè", dice il cardinale Wilton Gregory, arcivescovo di Washington. "In quelle circostanze, si può parlare a gruppi meno numerosi di persone. Io l'ho fatto una volta e con Prevost abbiamo parlato di Chicago...", dice, evidenziando che "i cardinali non hanno considerato il Conclave come la prosecuzione delle elezioni americane". Papa Francesco in passato ha avuto posizioni nette sulle politiche migratorie adottate anche dall'amministrazione Trump. "Nel cuore e nell'anima di Leone XIV c'è la stessa libertà che c'era in Papa Francesco? Sì. Ma è diverso chiedere se esprimerà questa libertà in modi e con percorsi diversi. Stiamo cercando qualcuno che segua la strada di Francesco, non cerchiamo una fotocopia. E Papa Leone XIV non sarà una fotocopia", dice il cardinale Robert McElroy. "E' stato importante il modo in cui il cardinale Prevost ha parlato. Il fatto che lui sia americano non ha avuto nessun peso, in maniera sorprendente per me. Non è stata affatto una questione chiave", dice allineandosi alle posizioni degli altri cardinali americani, che confessano anche un pizzico di sollievo per aver compiuto la missione in tempi brevi: "Com'era il cibo? E' stato un'ottima spinta a finire in fretta", la rivelazione di Dolan. "E dopo abbiamo fatto una cena incredibile", dice Tobin.
(Adnkronos) - Nel contesto della modernizzazione dei sistemi universitari, le microcredenziali si affermano come strumenti strategici per la costruzione di percorsi formativi flessibili, accessibili e certificati. Una direzione chiara, definita a livello europeo, che anche l’Italia sta seguendo grazie alle misure promosse dal ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito della missione 4 'Istruzione e Ricerca' del Pnrr. In questa prospettiva si colloca l’iniziativa dell’università degli studi Guglielmo Marconi, primo ateneo digitale italiano e tra i primi atenei a introdurre le microcredenziali nella propria offerta formativa, confermando ancora una volta il proprio ruolo di riferimento nell’innovazione accademica. Si tratta di percorsi brevi ma strutturati, pensati per fornire competenze aggiornate e immediatamente spendibili nel mondo del lavoro o in ambito accademico. Le microcredenziali rispondono infatti alla crescente esigenza di occupabilità, riqualificazione e aggiornamento continuo in un contesto economico e tecnologico in continua evoluzione. Ogni microcredenziale rilasciata da UniMarconi segue gli standard europei di qualità dei percorsi formativi (ESG2015) include una prova finale di valutazione e consente l’acquisizione di crediti formativi universitari (Cfu). La certificazione delle competenze acquisite avviene attraverso open badge digitali, strumenti trasparenti e facilmente condivisibili, in linea con le direttive UE sulla portabilità delle qualifiche. Tra le prime proposte attivate, la microcredenziale 'Benessere integrato' affronta il tema dell’equilibrio tra mente, corpo e abitudini quotidiane, con un approccio interdisciplinare che include prospettive scientifiche, sociali e organizzative. Un tema sempre più centrale anche nei contesti professionali, dove il benessere personale è considerato parte integrante delle competenze trasversali. Il presidente dell’università degli studi Guglielmo Marconi, Alessio Acomanni, commenta: "Le microcredenziali rappresentano un passaggio fondamentale verso un modello universitario più aperto e aderente alla realtà che, in linea con le indicazioni ministeriali, va nel verso di colmare il parziale disallineamento oggi esistente tra domanda e offerta e offerta di lavoro. Non sostituiscono i percorsi tradizionali, ma li integrano, offrendo soluzioni rapide, certificate e di qualità a chi ha bisogno di competenze concrete in tempi brevi. È una risposta coerente alla trasformazione culturale e professionale che stiamo vivendo", conclude.
(Adnkronos) - Il Giro d’Italia della Csr, l’evento itinerante del Salone della Csr e dell’Innovazione sociale, continua il suo viaggio attraverso l’Italia per promuovere il confronto e condividere esperienze positive. Il prossimo appuntamento è a Torino il 12 maggio, per parlare di giovani e futuro nel segno della sostenibilità. L’incontro, dal titolo 'Diritto al futuro sostenibile - Giovani, imprese, istituzioni: un dialogo necessario', è organizzato in collaborazione con Regione Piemonte e Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Management), e si svolgerà a partire dalle 10.30 nella Sala Trasparenza del Grattacielo Piemonte, in piazza Piemonte 1. L’evento, che è inserito nel palinsesto del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025, approfondisce i temi legati alla giustizia generazionale e al dialogo tra generazioni con interventi di esperti, istituzioni, imprese e giovani che racconteranno cosa significa 'diritto al futuro sostenibile' e quali azioni sono necessarie per garantirlo. “Investire nei giovani vuol dire non solo ascoltarli ma anche dare loro fiducia e riconoscere il valore delle idee che propongono - commenta Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone - In una fase di transizione non sempre facile le organizzazioni che credono nella sostenibilità devono stimolare il confronto tra generazioni, offrire ai giovani l’opportunità di mettersi in gioco, attivare percorsi condivisi dove ognuno si assume le proprie responsabilità”. La tappa di Torino del Giro d’Italia della Csr contribuisce all’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile 4 (Istruzione di qualità), 10 (Ridurre le disuguaglianze), 17 (Partnership per gli obiettivi). Dopo l’apertura dei lavori con i saluti istituzionali, l’evento entrerà nel vivo dando voce a numerosi esperti. Con Enrico Giovannini, direttore scientifico di Asvis - Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, si parlerà del dialogo intergenerazionale in chiave sostenibile: il confronto tra generazioni diverse è infatti la base da cui partire per costruire un futuro più equo che garantisca risposte alle necessità di tutte le fasce d’età della popolazione. In un Paese che invecchia sempre più rapidamente - in Italia, secondo dati Istat 2024, la speranza di vita alla nascita è pari a 83,4 anni, ma i nuovi nati sono solo 6 ogni mille abitanti - è fondamentale favorire le nuove generazioni, a cominciare dalla Gen Z, quella dei nati tra il 1996 e il 2010. Sono loro, i primi nativi digitali, ad essere considerati il vero elemento di change engagement capace di impattare anche sulle generazioni successive, note come X, Alfa e Beta. A parlarne sarà Francesco Morace, presidente di Future Concept Lab, che ha realizzato una ricerca sulla Gen Z su oltre 4mila soggetti. Con Alessandro Roggi, della Direzione Generale per l’Educazione, Giovani, Sport e Cultura della Commissione Europea, si rifletterà invece sulla strategia Ue per i giovani, che mira a contrastare la disoccupazione giovanile, accrescere la partecipazione, l'inclusione e il volontariato, ma anche a creare un numero maggiore di pari opportunità nel settore dell'istruzione e nel mercato del lavoro. La prima parte dei lavori si concluderà con l’intervento di Francesca Ricciardi, professoressa associata di Organizzazione Aziendale all’Università degli Studi di Torino, che parlerà di beni comuni e responsabilità, con l’obiettivo di costruire oggi un domani migliore. Quando si parla di giustizia generazionale si fa riferimento a un principio fondamentale presente anche nella Costituzione italiana, che invita a promuovere politiche sostenibili e responsabilità ambientale per garantire un futuro migliore alle generazioni future. La tappa di Torino del Giro d’Italia della Csr affronterà questo tema nella seconda parte dei lavori, a partire dalle 11.30, dando spazio a diverse esperienze provenienti dal territorio piemontese e non solo. Ospiti del confronto a più voci saranno Ramon G.M. Magi, Co-Founder di Eurodesk Italy; Giovanna Maggia, amministratrice di Maglificio Maggia; Luca Conta, coordinatore Anci giovani Piemonte; Veronica Barbati, consigliere di Presidenza del Consiglio Nazionale dei Giovani; Erika Belvedere, membro dei Csrnatives, rete di studenti universitari appassionati di sostenibilità. Dopo il dibattito e lo spazio dedicato agli interventi dal pubblico, le conclusioni saranno a cura di Regione Piemonte.