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(Adnkronos) - Ondata di condanne internazionali alla decisione di Israele di lanciare un'ulteriore azione militare su larga scala sulla striscia di Gaza. Un piano che prevede di procedere al disarmo di Hamas con la liberazione dei circa 50 ostaggi ancora prigionieri. ll ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha firmato una Dichiarazione congiunta con i ministri degli Esteri di Regno Unito, Germania, Australia e Nuova Zelanda per respingere con forza la decisione del Gabinetto di Sicurezza israeliano dell’8 agosto. I ministri sottolineano la necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente, che consenta anche la fornitura di un’adeguata assistenza umanitaria. Nella dichiarazione, il cui testo integrale è stato pubblicato sul sito della Farnesina, si ribadisce altresì una visione comune "a favore dell’attuazione di una soluzione a due Stati negoziata, quale unico modo per garantire che israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace, sicurezza e dignità”. Diversi membri dell'Onu hanno richiesto una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza che si terrà domenica 10 agosto alle ore 10, come riporta il calendario ufficiale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha messo in guardia Israele sul rischio di "una pericolosa escalation" che "rischia di peggiorare le conseguenze già catastrofiche per milioni di palestinesi". "Il Segretario Generale è seriamente allarmato dalla decisione del governo israeliano di 'prendere il controllo di Gaza City'. Questa decisione segna una pericolosa escalation e rischia di aggravare le già catastrofiche conseguenze per milioni di palestinesi", ha dichiarato il suo portavoce in una nota. I Ministri degli Esteri di Australia, Germania, Italia, Nuova Zelanda e Regno Unito denunciano, nella dichiarazione congiunta che hanno sottoscritto, che l'ulteriore operazione militare su larga scala nella Striscia "aggraverà la catastrofica situazione umanitaria, metterà in pericolo la vita degli ostaggi e aumenterà il rischio di un esodo di massa dei civili". I piani in questo senso "rischiano di violare il diritto internazionale umanitario. Qualsiasi tentativo di annessione o espansione degli insediamenti viola il diritto internazionale", si legge nel testo della Dichiarazione. "Esortiamo le parti e la comunità internazionale a compiere ogni sforzo per porre finalmente termine a questo terribile conflitto ora, attraverso un cessate il fuoco immediato e permanente che consenta la fornitura di un’assistenza umanitaria massiccia, immediata e senza ostacoli, poiché a Gaza si sta verificando lo scenario peggiore, quello di una carestia. Hamas deve rilasciare tutti gli ostaggi senza ulteriori ritardi o precondizioni e deve garantire che questi vengano trattati in modo umano e non siano soggetti a crudeltà e umiliazioni", aggiungono i ministri. "La situazione umanitaria a Gaza rimane catastrofica. Chiediamo al Governo israeliano di trovare con urgenza soluzioni per modificare il suo recente sistema di registrazione delle organizzazioni umanitarie internazionali, al fine di garantire che questi attori fondamentali per l’aiuto umanitario possano continuare il loro lavoro essenziale, in linea con i principi umanitari, per raggiungere i civili bisognosi a Gaza. La loro esclusione sarebbe un segnale grave". "Siamo uniti nel nostro impegno a favore dell’attuazione di una soluzione a due Stati negoziata, quale unico modo per garantire che israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace, sicurezza e dignità. Una risoluzione politica basata su una soluzione negoziata a due Stati richiede la totale smilitarizzazione di Hamas e la sua completa esclusione da qualsiasi forma di governo nella Striscia di Gaza, dove l’Autorità Palestinese deve avere un ruolo centrale", conclude la Dichiarazione congiunta. "Non occuperemo Gaza, la libereremo da Hamas" ha scritto ieri il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, sul suo profilo X. "Gaza sarà smilitarizzata e verrà istituita un'amministrazione civile pacifica, che non sia l'Autorità Nazionale Palestinese, né Hamas, né un'altra organizzazione terroristica" aggiunge. "Questo contribuirà a liberare i nostri ostaggi e a garantire che Gaza non rappresenti una minaccia per Israele in futuro", conclude il post. L'esercito eseguirà il piano "nel miglior modo possibile", ha dichiarato il capo di Stato maggiore israeliano, Eyal Zamir. "Siamo responsabili della prontezza dell'esercito, della sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini, della restituzione degli ostaggi e della sconfitta di Hamas, e così faremo", ha detto Zamir, rivolgendosi ai comandanti di divisione e ai vertici militari durante una riunione, stando a una nota delle Idf. Le Forze di difesa israeliane erano, però, contrarie al piano. Prima che il gabinetto l'approvasse, avevano messo in evidenza come l'operazione avrebbe messo a rischio la vita degli ostaggi rimasti, oltre a poter scatenare un disastro umanitario. "La decisione di occupare Gaza conferma che il criminale Netanyahu e il suo governo nazista non si preoccupano della sorte dei loro prigionieri", ha detto Hamas, aggiungendo: "Sanno bene che estendere l'aggressione significa sacrificarli". Il Qatar condanna la decisione israeliana di conquistare Gaza, dove attualmente un milione di palestinesi ha trovato rifugio nella parte settentrionale della Striscia devastata dalla guerra. In una dichiarazione del ministero degli Esteri qatariota si afferma che Doha considera la decisione "uno sviluppo pericoloso che rischia di aggravare le sofferenze umanitarie, causate dalla guerra in corso nella Striscia, ne esacerba le ripercussioni disastrose e compromette gli sforzi volti a raggiungere un cessate il fuoco permanente". Doha invita la comunità internazionale a "intraprendere azioni urgenti per impedire alle autorità di occupazione israeliane di attuare questa decisione". "I colloqui con Hamas sono falliti il giorno in cui Macron ha preso la decisione unilaterale di riconoscere lo Stato palestinese". Lo ha detto il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, in un'intervista alla Catholic eternal word television network, come riportano i media israeliani, affermando che l'annuncio della Francia di riconoscere uno Stato palestinese ha portato alla rottura dei colloqui per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. "Ci sono altri che si fanno avanti, altri Paesi che dicono: 'Beh, se non ci sarà un cessate il fuoco entro settembre, riconosceremo uno Stato palestinese'. Se fossi Hamas, concluderei sostanzialmente 'se non c'è un cessate il fuoco saremo ricompensati'", ha detto Rubio aggiungendo: "Quei messaggi, sebbene in gran parte simbolici nella loro mente, in realtà hanno reso più difficile ottenere la pace e raggiungere un accordo con Hamas". Il piano prevede anche che il territorio sia governato da "un'amministrazione civile alternativa, né Hamas né l'Autorità palestinese". Secondo la tv N12, che cita un ufficiale di alto grado, l'operazione autorizzata nelle ultime ore riguarderebbe solo Gaza City. Gli abitanti dell'area, secondo la stessa fonte, saranno costretti a essere trasferiti in campi per sfollati entro l'inizio di ottobre."Il gabinetto di sicurezza, a maggioranza, ha adottato - si legge - i cinque principi per concludere la guerra: il disarmo di Hamas, il ritorno di tutti gli ostaggi, i vivi e i deceduti, la smilitarizzazione della Striscia di Gaza, il controllo di sicurezza israeliano nella Striscia di Gaza, l'istituzione di un'amministrazione civile alternativa che non sia né Hamas né l'Autorità palestinese". Secondo il Times of Israel, la decisione di sottolineare nella dichiarazione la zona di Gaza City, dove vivono circa 800mila palestinesi, indica che sarà un piano graduale e che almeno comincerà da qui.
(Adnkronos) - Grande affluenza e un ospite d'eccezione alla 19ma Sagra degli Spinosini - Festa di Sant’Anna, organizzata dall'Associazione Sant'Anna di Centobuchi (Ascoli Piceno). Sabato 2 agosto, la festa ha accolto il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha voluto celebrare di persona una delle eccellenze gastronomiche del territorio. Accolto dal presidente dell'Associazione Sant'Anna, Matteo Troiani, e da un folto pubblico, il ministro Lollobrigida ha trascorso la serata tra gli stand, immergendosi nell'atmosfera della sagra. Il momento più atteso è stato senza dubbio quello della 'prova ai fornelli': Lollobrigida si è cimentato nella preparazione degli Spinosini con prosciutto e limone insieme a Vincenzo Spinosi, ideatore della celebre ricetta, al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e allo staff della sagra. Questo piatto, inventato da Spinosi e apprezzato in tutto il mondo, continua a riscuotere un successo straordinario durante l'evento, confermando il legame tra tradizione e innovazione. Prima di congedarsi, Lollobrigida ha consegnato a Matteo Troiani, presidente dell'associazione, un riconoscimento speciale a sostegno della candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco. Un segnale forte che sottolinea l'importanza di manifestazioni come la Sagra degli Spinosini nella valorizzazione del patrimonio culinario nazionale. La visita del ministro non solo ha onorato il lavoro dell'Associazione Sant'Anna, ma ha anche posto un faro sulla qualità e sulla tradizione che rendono la cucina italiana unica al mondo.
(Adnkronos) - In Italia è Sos incendi. Dal 1° gennaio al 18 luglio 2025 nella Penisola si sono verificati 653 incendi che hanno mandato in fumo 30.988 ettari di territorio pari a 43.400 campi da calcio. Una media di 3,3 incendi al giorno con una superficie media bruciata di 47,5 ettari. A scattare questa fotografia è Legambiente che ha diffuso nei giorni scorsi il suo nuovo report 'L’Italia in fumo'. Stando al report di Legambiente, che ha analizzato e rielaborato i dati Effis (European Forest Fire Information System), dei 30.988 ettari di territorio bruciati nei primi sette mesi del 2025, 18.115 hanno riguardato ettari naturali (ossia aree boscate); 12.733 hanno interessato aree agricole, 120 aree artificiali, 7 aree di altro tipo. Il Meridione si conferma l’area più colpita dagli incendi con sei regioni in cima alla classifica per ettari bruciati. Maglia nera alla Sicilia, con 16.938 ettari bruciati in 248 roghi. Seguita da Calabria, con 3.633 ettari in 178 eventi incendiari, Puglia con 3.622 ettari in 69 eventi, Basilicata con 2.121 ettari in soli 13 roghi (con la media ettari per incendio più alta: 163,15), Campania con 1.826 ettari in 77 eventi e la Sardegna con 1.465 ettari in 19 roghi. Tra le regioni del Centro e Nord Italia: ci sono il Lazio (settimo in classifica) con 696 ettari andati in fumo in 28 roghi e la Provincia di Bolzano (ottava in classifica) con 216 ettari in 3 roghi e la Lombardia. Per l’associazione ambientalista, "ad oggi il Paese paga non solo lo scotto dei troppi ritardi, ma anche l’acuirsi della crisi climatica che amplifica il rischio di incendi boschivi e l’assalto delle ecomafie e degli incendiari". Secondo l’ultimo Rapporto Ecomafia diffuso il 10 luglio scorso, nel 2024 sono stati 3.239 i reati (incendi boschivi e di vegetazione, dolosi, colposi e generici in Italia) contestati dalle forze dell’ordine, Carabinieri forestali e Corpi forestali regionali, un dato però in calo del 12,2% rispetto al 2023. “Per contrastare gli incendi boschivi - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - non basta concentrarsi sull’emergenza estiva o su singole cause, ma è fondamentale adottare un approccio integrato che integri prevenzione, rilevamento, monitoraggio e lotta attiva. Bisogna puntare sulla prevenzione attraverso una gestione territoriale efficace, che includa l’uso ecologicamente sostenibile delle risorse agro-silvo-pastorali. Ma è anche fondamentale promuovere e remunerare i servizi ecosistemici, sostenendo e rivitalizzando le comunità rurali nelle aree interne e montane affinché possano riappropriarsi di una funzione di presidio territoriale. Allo stesso tempo è importante applicare la normativa vigente per arginare qualsiasi ipotesi di speculazione futura sulle aree percorse dal fuoco, ed estendere le pene previste per il reato di incendio boschivo a qualsiasi rogo. È cruciale rafforzare le attività investigative per individuare i diversi interessi che spingono ad appiccare il fuoco, anche in modo reiterato. L’analisi approfondita dei luoghi colpiti e dei punti d’innesco accertati può costruire una mappa investigativa essenziale per risalire ai responsabili”. Da segnalare anche gli incendi scoppiati in aree naturali. Su 30.988 ettari di territorio bruciati, 6.260,99 hanno riguardo aree Natura 2000 in 198 eventi incendiari. A livello regionale, Puglia e Sicilia risultano le regioni più colpite da incendi in aree Natura 2000.