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(Adnkronos) - A quanto si apprende, Samuel Gheorghe, il cittadino italiano detenuto nella struttura penitenziaria di Alligator Alcatraz, in Florida, dovrebbe rientrare in Italia martedì 5 agosto. Gheorghe, 30 anni, di Lodi, era stato arrestato il 12 luglio a Miramar. L'altro cittadino italiano, Gaetano Mirabella Costa, già detenuto nella struttura per migranti irregolari e poi trasferito, dovrebbe rientrare in Italia il giorno successivo.
(Adnkronos) - L’accelerazione tecnologica che ha investito il mondo del lavoro negli ultimi anni non è solo un'opportunità: è una sfida sistemica. Secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum, entro il 2030 il 39% delle competenze lavorative subirà cambiamenti radicali o diventerà obsoleto. Eppure, nonostante questo scenario trasformativo, quasi 4 aziende su 10 non hanno una strategia chiara per affrontare il divario di competenze. Un disallineamento pericoloso e mentre l’intelligenza artificiale, l’automazione e i big data ridisegnano ruoli e funzioni, resta indietro un elemento cruciale: la cultura organizzativa. Molte organizzazioni faticano a conoscere e valorizzare le competenze reali delle proprie persone. Nel contesto di una digitalizzazione crescente, la narrazione dominante tende infatti a promuovere un’immagine dell’intelligenza artificiale come mezzo per creare dipendenti 'super efficienti' e privi di difetti. “La vera rivoluzione non è far diventare le persone 'perfette', ma renderle più consapevoli, libere di sbagliare, ascoltate e guidate da una leadership che sa evolversi. Non superuomini digitali, ma professionisti umani, con punti di forza e margini di miglioramento reali”, afferma Giacomo Marchiori, founder di Talentware, piattaforma fondata insieme a Ismet Balihodzic e Andrea Raimondo che permette di gestire un'organizzazione tramite un approccio skill-based, migliorando la talent retention, il decision-making e la performance aziendale. Concetto pienamente condiviso anche da Alessandro Castelli, Senior Hr Lead, Business e Mental Coach, che vanta una lunga esperienza sia in ambito aziendale sia nella consulenza strategica per la gestione e la valorizzazione delle persone. Castelli sottolinea “che lavorare sullo sviluppo delle persone e delle competenze non possa più essere un’iniziativa spot: servono percorsi e alleanze che uniscano aziende, consulenti, accademie e business school, rafforzati da linguaggi capaci di parlare davvero ai giovani, come per esempio lo sport, per costruire un ecosistema culturale capace di far arrivare questi messaggi in modo autentico e generare cambiamento”. Una visione che mette al centro la persona in un mondo sempre più tech-driven. “Il ruolo dell’intelligenza artificiale nelle Hr non è quello di trasformare le persone in superuomini, ma di aiutarle a esprimere il proprio potenziale, valorizzando i loro punti di forza, i margini di miglioramento e le competenze spesso inespresse”, prosegue Marchiori. Alla base di questa visione, Talentware illustra cinque leve strategiche della trasformazione culturale oggi imprescindibili per affrontare il cambiamento innovativo in atto. 1. Ascolto reale (non solo 'attivo'). Molte aziende dichiarano di ascoltare, ma mancano strumenti concreti e continuativi. Il risultato? Giovani in stage che non ricevono feedback, manager che arrivano ai confronti con approcci poco data-driven perché non hanno strumenti adeguati per raccogliere i dati chiave sul dipendente. L’ascolto diventa un esercizio formale, svuotato di efficacia. “Ascoltare davvero - commenta Alessandro Castelli - significa dare continuità alla voce delle persone, non limitarsi a un sondaggio una volta all’anno senza poi mettere in atto azioni concrete”. 2. Errore come crescita, non stigma. In Italia c’è ancora troppa paura di sbagliare, anche ai livelli manageriali. Questo frena le scelte innovative, mentre altri paesi europei (ad esempio, Francia, Spagna, Nordics) sperimentano con coraggio soluzioni tech.Serve cambiare mindset: l’errore è parte del progresso. Non sbaglia chi rischia, sbaglia chi resta fermo. La vera innovazione nasce da una cultura che accetta l’incertezza come terreno fertile per apprendere, migliorare e crescere. È tempo che anche i nostri manager si sentano autorizzati a sperimentare, senza dover prima chiedere 'permesso al passato'. 3. Leadership: più umana, grazie alla tecnologia. Un vero leader oggi delega all’Ai i compiti ripetitivi e si dedica a ciò che conta davvero: ascoltare, motivare, formare. Tecnologia non per sostituire, ma per liberare il potenziale umano. Affidare all’Ai i task operativi non è una perdita di controllo, ma un guadagno di tempo e visione. È in quel tempo riconquistato che la leadership può tornare ad essere relazione, fiducia, cura delle persone. L’Ai gestisce i dati, il leader coltiva il senso. 4. Accademie, formare per il lavoro reale. Le università chiedono visibilità sulle competenze richieste dalle aziende. È il momento di collaborare per costruire corsi aggiornati e coerenti. Meno teoria, più impatto concreto dal primo giorno di lavoro. Le imprese hanno il dovere di essere trasparenti sui bisogni reali, e le accademie la responsabilità di adattare la formazione. Serve un nuovo patto formativo, basato su competenze tangibili, esperienze pratiche e dialogo costante. Il futuro del lavoro comincia in aula, ma solo se l’aula parla il linguaggio del lavoro. 5. Lo sport come leva Hr. Non è solo una metafora, ma una scuola concreta di soft skill: resilienza, concentrazione, spirito di squadra. Integrare sport e cultura organizzativa aiuta ad attrarre, motivare e trattenere le nuove generazioni, soprattutto in un mondo del lavoro sempre più fluido. La vera sfida, dunque, è costruire un’architettura culturale condivisa, che parta dalle persone ma sia guidata dall’intera organizzazione, fino ai vertici. “La trasformazione non si affronta con iniziative spot. Serve un ecosistema culturale che sappia ascoltare, dare senso all’errore, aggiornare la leadership e parlare con i giovani in modo autentico,” avverte Castelli. “Questa evoluzione deve coinvolgere tanto i leader di oggi quanto quelli di domani: significa aiutare i giovani a costruire la propria identità professionale e di leadership, in un contesto che sappia davvero valorizzare competenze e relazioni. Senza questa visione integrata, rischiamo che l’innovazione tecnologica diventi un acceleratore di alienazione”, conclude.
(Adnkronos) - E' stato presentato a Darfo Boario Terme “Sharing for Caring” , un progetto innovativo di Aida – Artificial Intelligence Driving Autonomous del Politecnico di Milano. L'iniziativa sfrutta la tecnologia di guida autonoma sviluppata dal gruppo di ricerca per offrire un servizio di navetta a bassa velocità dedicato alle persone con fragilità, promuovendo l’autonomia, l’inclusione e la qualità della vita di persone che spesso incontrano ostacoli negli spostamenti quotidiani e garantendo spostamenti efficaci in contesti urbani dove la rete di trasporto pubblico è limitata. “Sharing for Caring” utilizza la guida autonoma per collegare le abitazioni delle persone anziane o con mobilità ridotta a punti di interesse come farmacie, ambulatori e supermercati. Grazie alla tecnologia, questi servizi diventano sostenibili anche in territori a bassa densità abitativa, come le città nelle aree montane. Durante l’evento, una Fiat 500 elettrica 3+1 ha percorso in completa autonomia le strade di Darfo Boario Terme, dimostrando la concreta applicabilità tecnologica del servizio. A metà tragitto, il veicolo si è fermato per accogliere a bordo un passeggero anziano e accompagnarlo alla farmacia più vicina, simulando uno scenario d’uso reale. Durante il test era presente, per motivi di sicurezza, rispettando le direttive del Decreto Ministeriale 70 del 2018 “Smart Road”, un safety-driver riconosciuto dietro al volante. Scelta per la sua configurazione che agevola l’accesso delle persone con mobilità ridotta, la vettura è equipaggiata con la tecnologia di guida autonoma sviluppata dal gruppo Aida del Politecnico di Milano. Una dimostrazione tangibile di come l’innovazione possa trasformarsi in uno strumento di inclusione sociale, soprattutto nei territori meno serviti. “In un contesto demografico in cui l’età media della popolazione è in costante avanzamento, è fondamentale garantire autonomia e indipendenza anche a chi vive in territori meno serviti - dichiara Sergio Savaresi del Politecnico di Milano, responsabile scientifico del progetto -. Robo-Caring vuole essere una risposta concreta: un servizio sostenibile e replicabile, capace di trasformare la guida autonoma in uno strumento di inclusione sociale”. Il progetto è sviluppato all’interno del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (Most), con anche il sostegno di Fondazione Ico Falck e Fondazione Politecnico di Milano, e la collaborazione di Cisco Italia come partner tecnologico. “Con una popolazione over 65 significativa e una geografia tipica dei comuni montani, Darfo Boario Terme è il luogo ideale per sperimentare nuove soluzioni a basso impatto ma ad alto valore sociale - commenta il sindaco Dario Colossi -. Un servizio come questo può davvero fare la differenza nella vita quotidiana di molti cittadini”. Raffaele Cattaneo, sottosegretario con delega alle Relazioni internazionali ed europee di Regione Lombardia, sottolinea come l'iniziativa Sharing for Caring rappresenti "un traguardo importante per Regione Lombardia, poiché incarna un ambito di innovazione – la guida autonoma – destinato a giocare un ruolo chiave nel futuro". E poi aggiunge: "Il nostro impegno nel settore della guida autonoma ha subito un impulso significativo al rientro dalla missione istituzionale a Indianapolis, dove abbiamo constatato quanto fosse avanzata l’esperienza del Politecnico di Milano in questo ambito. Da allora, abbiamo rafforzato la collaborazione con l’ateneo per sostenere sperimentazioni come questa. Il fatto che la Lombardia, grazie alle competenze del Politecnico di Milano, sia oggi tra i leader globali nello sviluppo della guida autonoma dimostra come la nostra regione possa continuare a distinguersi a livello mondiale per innovazione e ricerca tecnologica. Ma per mantenere questo primato, è fondamentale continuare a investire in ricerca e innovazione su tecnologie come questa". Simona Tironi, assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro di Regione Lombardia, aggiunge: “Progetti come Sharing for Caring rappresentano perfettamente la visione di Regione Lombardia: uno sviluppo territoriale intelligente, umano e tecnologico, che non lascia indietro nessuno. Come assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro, credo sia strategico investire in competenze e occupazione di qualità per rendere sostenibili queste innovazioni, che offrono servizi concreti, inclusivi e replicabili, con un basso impatto ambientale”. Il veicolo, decorato ispirandosi all’arte giapponese del Kintsugi, rappresenta anche visivamente il messaggio del progetto. Come spiega Federico Falck, presidente della Fondazione Ico Falck: “Il 'Kintsugi' insegna che le crepe non sono solo rotture, ma parti della storia che, se valorizzate, possono diventare bellezza. Così anche le fragilità possono trasformarsi in risorsa, se accompagnate con intelligenza e sensibilità, all’interno di un progetto nel quale il team di giovani ricercatori entusiasti e preparati lavora per la mobilità futura, attento ai cittadini più fragili”. Il valore strategico del progetto viene sottolineato anche da Gianmarco Montanari, direttore generale del Centro nazionale per la mobilità sostenibile: “L’accessibilità è una delle sfide centrali della mobilità sostenibile. Con ‘Sharing for Caring’ dimostriamo che l’innovazione tecnologica può e deve diventare strumento di equità sociale, capace di rispondere ai bisogni reali delle persone.” Un ruolo fondamentale è stato svolto anche dal partner tecnologico Cisco Italia, che ha contribuito all’integrazione delle soluzioni di connettività per la supervisione da remoto. “Siamo molto felici di contribuire a un progetto che mette la tecnologia al servizio delle persone - spiega l'amministratore delegato Gianmatteo Manghi -. Questa iniziativa rappresenta un’altra tappa importante nel cammino verso la guida autonoma, grazie alla quale in futuro sarà possibile migliorare la sicurezza degli automobilisti e dei pedoni in misura elevatissima. Per riuscire però a fare questo serve una tecnologia di rete ad alte prestazioni che sia in grado di garantire comunicazioni sicure e affidabili, interagendo in maniera ottimale con il software sviluppato dal team Aida”. Sharing for Caring è il primo prototipo italiano di mobilità autonoma con finalità sociali. Un modello scalabile, sostenibile e replicabile, pensato per estendersi in quei territori dove i servizi on demand tradizionali non sono economicamente sostenibili.