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(Adnkronos) - "La Russia sta trasformando le parti di Ucraina occupate in una gigantesca base militare e in una possibile piattaforma di lancio per future aggressioni". I negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina - mentre Donald Trump auspica un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky - sono lontani dalla meta. Intanto Mosca continua la guerra con operazioni che - secondo il quotidiano Kyiv Independent - lasciano ipotizzare una nuova fase del conflitto. Un'indagine basata su fotografie satellitari recenti evidenzia come Mosca stia convertendo infrastrutture civili nei territori occupati, specie le regioni orientali di Donetsk e Luhansk, in basi per ospitare soldati, trasportare munizioni e lanciare droni da posizioni sempre più vicine ai territori controllati Kiev. Uno degli esempi più chiari è l'aeroporto internazionale di Donetsk, rimasto in rovina per oltre un decennio: le immagini satellitari, fornite da Planet Labs "mostrano un improvviso sviluppo sulle fondamenta del vecchio scalo", rileva la testata ucraina. Una fotografia risalente ad aprile di quest'anno lo mostrano ancora devastato, mentre un'altra, datata fine luglio, mostra come le forze russe abbiano ripavimentato la pista, riempiendola di piccoli rifugi bianchi e costruendo un nuovo hangar al posto del terminal distrutto. Secondo quanto riferisce al Kyiv Independent Vadym Hlushko, fondatore del progetto di intelligence open source ucraino Kiberboroshno, queste strutture "di fortuna" sarebbero tutte piattaforme di lancio per le flotte di droni russi-iraniani kamikaze a lungo raggio di tipo Shahed. "Oltre alle postazioni principali, creano anche finte postazioni e installazioni false", ha spiegato, avvertendo che i lanci dall’aeroporto di Donetsk potrebbero perfino consentire l’uso di Shahed armati con proiettili d’artiglieria da sganciare lungo il percorso dell’attacco kamikaze. "Non è un segreto che la Russia stia riutilizzando infrastrutture civili ucraine per scopi militari. Ma mentre il presidente Usa Donald Trump propone ipotesi di 'scambi territoriali' come parte di un accordo di pace — includendo la cessione completa di Donetsk e Luhansk, che Mosca non controlla neppure interamente — molti ucraini temono che i territori occupati siano già diventati basi di partenza per la prossima offensiva russa", scrive la testata ucraina, evidenziando che l'influente Institute for the Study of War ha avvertito che la minaccia delle basi avanzate russe riguarda anche i Paesi Nato. "Stanno militarizzando tutto ciò che possono. Occupano officine vuote, trasformano in caserme e impediscono l’accesso. Non sappiamo cosa contengano, ma di notte si vedono convogli entrare e uscire", racconta al Kyiv Independent un attivista del gruppo partigiano Zla Mavka, residente nel Donetsk. Secondo Petro Andriushenko, originario di Mariupol e consigliere del sindaco in tempo di guerra, gran parte del Donbass "è già oggi una base militare russa. Quello che noi vediamo delle nuove installazioni russe è probabilmente meno dell’1% di ciò che esiste sul posto. In quasi ogni centro abitato c’è un edificio destinato ai soldati russi". I video, diffusi da militari russi sui social, mostrano stabilimenti e fabbriche riconvertiti, tra cui un'ex fabbrica di trattori a Berdiansk trasformata in base, un ex caseificio a Dovzhansk diventato officina di veicoli militari e una scuola a Oleksandrivka usata come rifugio per carri armati, come anche gli innumerevoli resort estivi in Crimea e sulla costa del mare d'Azov convertiti in caserme, racconta il giornale online. Dal 2014 Kiev ha fortificato le città chiave rimaste in mani ucraine in Donetsk e Luhansk (tra cui Pokrovsk, Kupiansk, Kostyantynivka e Kramatorsk) che resistono a continui attacchi di terra e bombardamenti. "Concedere queste città fortificate nel quadro di uno scambio territoriale significherebbe offrire a Mosca le migliori difese dell'Ucraina", conclude.
(Adnkronos) - Al via la mostra 'Made in Gubbio', il viaggio nel cuore più autentico della città dei Ceri, in Umbria, ospitato dall’8 agosto al 28 settembre al Muam - Museo Arti e Mestieri, a Palazzo Beni, dove tra esposizioni, incontri e approfondimenti le eccellenze artigianali ed enogastronomiche del territorio saranno al centro dell’attenzione. “Un percorso, ma anche un’esperienza che vuole raccontare la città attraverso le mani, le storie e le passioni di chi la vive ogni giorno ovvero gli artigiani, i maestri del gusto, i custodi di tradizioni secolari. Sarà un vero e proprio omaggio all’eccellenza artigianale e agroalimentare del territorio eugubino, un intreccio di saperi e sapori che parla di identità, appartenenza e bellezza", spiega Alessandro Maurilli, curatore della mostra. Ogni spazio del Museo sarà trasformato in un mondo da esplorare: ambienti dedicati alle antiche arti e mestieri che ancora oggi definiscono il volto di Gubbio, affiancati da una sala speciale dove il cibo diventa racconto, memoria, cultura. A rendere l’esperienza ancora più coinvolgente, due video emozionali accompagneranno i visitatori: uno, realizzato ad hoc, dedicato agli artigiani e alle loro storie, l’altro pensato come un ritratto visivo della città, capace di evocare tutta la magia di Gubbio. Saranno presenti anche alcuni dispositivi multimediali al fine di rendere più immersiva e dinamica la visita. A completare l’esposizione e per approfondire i singoli mestieri, anche una raccolta di volumi cartacei, grazie alla collaborazione con la Biblioteca Sperelliana, disponibili per la consultazione. All’interno del Museo sarà inoltre presente un desk informativo sugli artigiani presenti in mostra e, ogni opera esposta, avrà accanto un qr code che riporta direttamente al sito dell’artigiano che l’ha realizzata. L’iniziativa verrà arricchita anche da un’esposizione di manufatti realizzati dai ragazzi della Società Cooperativa Sociale Asad che hanno maturato esperienze nell’ambito dell’artigianato artistico attraverso il progetto 'Fili di Futuro'. Dopo il taglio del nastro oggi, dall’8 agosto il Museo sarà sempre aperto per ospitare gli appassionati che arriveranno in città. E già in questo primo fine settimana le arti saranno in diretta per tutti, grazie al Simposio di Scultura sul tema 'Il Genio del Luogo', a cura di Giuseppe Allegrucci, che vedrà alcuni scultori da tutta Italia cimentarsi nella realizzazione di opere. L’appuntamento è sabato 9 agosto dalle 10 alle 22 e domenica 10 agosto dalle 10 alle 19 in piazza Ex Seminario. Le sculture prenderanno forma ispirandosi al territorio e alla materia di Gubbio, le opere realizzate saranno poi esposte al Muam fino al 13 settembre, giornata in cui è prevista una Asta di Beneficenza e il ricavato delle opere vendute andrà al Comitato per la Vita 'Daniele Chianelli'. Gli artisti presenti saranno gli eugubini Giuseppe Allegrucci, Marco Grassini, Gianluca Ghirelli, e i calabresi Guerino Lento (da Scarcelli) e Anna Monia Paura, (da Fuscaldo). Il filo conduttore della mostra saranno le persone, gli artigiani. Le loro mani, la loro esperienza, la saggezza. Per renderli ancora più protagonisti saranno i loro volti, ritratti dal fotografo Daniele La Monaca, ad accompagnare il percorso della mostra. Non solo: per esaltare le maestranze artigianali del territorio, i visitatori potranno portare con sé un ricordo di questa esperienza grazie ai souvenir unici, realizzati a mano dagli stessi artigiani protagonisti della mostra. Inoltre, durante tutto il periodo espositivo, il Muam si animerà con eventi, incontri, dimostrazioni e laboratori: una serie di momenti speciali in cui approfondire, condividere, emozionarsi. Un invito ad avvicinarsi, a scoprire, a sentire Gubbio con occhi nuovi. 'Made in Gubbio' non è solo una mostra, ma un omaggio alla storia della città. È Gubbio che si mostra, fiera, al mondo. Lo stesso logo di 'Made in Gubbio' vuole essere un ponte tra il passato e il presente della città, andando a sottolineare quello che rappresenta uno degli aspetti più conosciuti e apprezzati a livello internazionale. Il logo, infatti, riporta la sigla che Mastro Giorgio Andreoli apponeva sulle sue maioliche. Inventore della tecnica del lustro, Mastro Giorgio, nato a Inta, nel Comune di Verbania sul lago Maggiore, è una figura molto conosciuta ed apprezzata che stabilì la sua bottega proprio a Gubbio. Una delle sue firme si componeva di due lettere, la 'M' e la 'G' sovrastate da un punto. "Questa sigla, nell’interpretazione che abbiamo voluto darle, rappresenta l’acronimo di Made In Gubbio. Con una sigla abbiamo cercato di racchiudere la forte tradizione radicata a Gubbio con la volontà di aprirla agli occhi di tutti", conclude il curatore.
(Adnkronos) - Oltre il 90% degli ingredienti principali mappati sino all'origine con punte del 94% per le nocciole e del 97% per cacao e olio di palma, il 92,1% degli imballaggi progettati per essere riciclabili, emissioni di Scope 1 e 2 ridotte del 21,7% con l'obiettivo prefissato di dimezzare le emissioni di gas ad effetto serra entro il 2030, il 90% dell'elettricità per la produzione e lo stoccaggio proveniente da fonti rinnovabili. Sono i principali progressi raggiunti da Ferrero nel perseguimento dei principali obiettivi di sostenibilità coerente all’impegno del gruppo volto a generare un impatto positivo sull’intera catena del valore e contenuti nel 16esimo rapporto di sostenibilità pubblicato oggi. “La sostenibilità è profondamente radicata nella strategia a lungo termine di Ferrero - sottolinea Giovanni Ferrero, Executive Chairman del Gruppo - e’ un motore fondamentale della resilienza aziendale e guida le nostre decisioni, mentre cresciamo responsabilmente. Di fronte alle sfide globali, in particolare al cambiamento climatico, il nostro impegno rimane chiaro: approvvigionarsi responsabilmente, innovare con coraggio e salvaguardare l’ambiente per le generazioni future. Questo progresso è reso possibile grazie all’adozione di azioni collettive, alla valorizzazione dell'innovazione, ricerca e sviluppo, continuando ad imparare dalle nostre esperienze, per ottenere un impatto misurabile e significativo”. “A livello di sostenibilità, abbiamo compiuto progressi costanti nella nostra agenda durante l'anno fiscale 2023/2024 - aggiunge Lapo Civiletti, Chief Executive Officer del Gruppo Ferrero - sono particolarmente orgoglioso dei progressi che stiamo mettendo in atto per raggiungere i nostri obiettivi a lungo termine. Abbiamo portato avanti con successo il nostro percorso in ambito sostenibilità, mantenendo al contempo una solida gestione finanziaria in tutta l'azienda. Stiamo compiendo grandi sforzi nella tracciabilità dei nostri ingredienti chiave e per migliorare la visibilità della catena di approvvigionamento, portando avanti al contempo i nostri impegni per garantire i diritti umani, proseguendo il nostro percorso di decarbonizzazione”. Tra gli gli altri punti significativi del rapporto, in tema di sicurezza e qualità alimentare emerge che il 100% degli stabilimenti Ferrero è certificato secondo lo standard Global Food Safety Initiative (Gfsi), un’attenzione costante alle porzioni accuratamente definite con l’85% dei volumi commercializzati che presenta una porzione pari o inferiore a 130 kcal, il 63% pari o inferiore a 100 kcal e il 91% inferiore a 150 kcal a porzione. Il rappoto segnala, poi, un impatto continuo sulle comunità nei Paesi di origine attraverso partnership di lunga data con organizzazioni internazionali e locali, come l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) e Save the Children: in particolate, Kinder Joy of moving ha raggiunto oltre 3,7 milioni di bambini in 35 Paesi, con investimenti superiori a 13 milioni di euro. Nel 2024, Ferrero ha collaborato con Organizzazione degli Stati Americani (Oas ) per promuovere l'inclusione, l'equità e l'accesso ai diritti attraverso lo sport e l'attività fisica, in particolare per bambini, adolescenti e donne delle Americhe. Infine, sul fronte degli imballaggi il rapporto evidenzia notevoli progressi nella riduzione della plastica vergine, tra i quali è rilevante la diminuzione del 13% del rapporto plastica/prodotto. Questo include la conversione delle scatole di Ferrero Rocher da polistirene a polipropilene in Nord America e Cina, con un risparmio stimato di circa 11.000 tonnellate di plastica e il lancio di Nutella Plant-Based in vasetti realizzati con il 60% di vetro riciclato e il nuovo cucchiaino di carta di Kinder Joy.