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(Adnkronos) - L'Italia, come gli Stati Uniti, ha ufficialmente comunicato in una lettera indirizzata al direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus, a firma del ministro della Salute Orazio Schillaci, che respinge gli emendamenti adottati nel 2024 (nell'ambito della 77esima Assemblea mondiale della sanità - Wha) dai Paesi dell'Oms sul tema della lotta alle pandemie. Si tratta di emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (Ihr), un quadro giuridicamente vincolante per la risposta a emergenze di salute pubblica, cornice che secondo i promotori della 'riforma' aveva mostrato dei limiti alla prova del fuoco della pandemia di Covid. La lettera è stata inviata in data 18 luglio, a quanto si apprende. Gli emendamenti rigettati avrebbero avuto effetto da settembre. Stessa linea quella scelta dall'amministrazione di Donald Trump che, secondo quanto riporta l'agenzia France-Presse (Afp), ha comunicato il respingimento degli emendamenti sostenendo che violano la sovranità americana. Il presidente Donald Trump aveva anche deciso, proprio all'inizio del suo secondo mandato, di ritirare gli Usa dall'Organizzazione mondiale della sanità. Tuttavia, secondo il Dipartimento di Stato, questi emendamenti sono ancora vincolanti per il Paese. Il segretario Usa per la Salute, Robert F. Kennedy Jr., e il segretario di Stato Marco Rubio hanno dichiarato in una nota: "Questi emendamenti rischiano di interferire indebitamente con il nostro diritto sovrano di sviluppare la nostra politica sanitaria. Metteremo gli americani al primo posto in tutte le nostre azioni e non tollereremo alcuna politica internazionale che violi la libertà di espressione, la privacy o le libertà individuali degli americani". Gli emendamenti introducono il concetto di "emergenza pandemica" e di "maggiore solidarietà ed equità", secondo l'Oms. Sono stati adottati dopo che l'organizzazione non era riuscita lo scorso anno a raggiungere un accordo globale più ambizioso per combattere le pandemie. Nel 2025, questo accordo è stato poi raggiunto. Washington, sotto la presidenza di Joe Biden, ha partecipato ai negoziati nel 2024, ma non è riuscita a raggiungere un consenso. Gli Stati Uniti avevano infatti chiesto maggiori tutele in materia di diritti di proprietà intellettuale sui vaccini americani. Il predecessore di Marco Rubio, Antony Blinken, ha successivamente accolto con favore gli emendamenti, definendoli un progresso. Ma per i due segretari in carica "non affrontano adeguatamente la vulnerabilità dell'Oms all'influenza politica e alla censura, in particolare da parte della Cina, durante le epidemie". Anche da qui arriverebbe il rifiuto, come argomentato dagli States.
(Adnkronos) - Con l’aumento dell’aspettativa di vita e il progressivo innalzamento dell’età pensionabile, le lavoratrici over 50 sono sempre più preoccupate dell’impatto che una carriera prolungata ha sul proprio benessere. A lanciare l’allarme è la ricerca 'La sfida della Longevity', realizzata da Intoo, società di Gi Group Holding leader in Italia nel settore dell’employability, sviluppo e transizione di carriera in collaborazione con Wyser, il brand appartenente allo stesso Gruppo che si occupa di ricerca e selezione di profili manageriali ed executive. Secondo l’indagine, il 66% delle donne senior teme l’allungamento della vita lavorativa, rispetto alla media generale dei lavoratori over 50 che si assesta al 58%. La preoccupazione principale è la stanchezza psicofisica, indicata dal 72% delle donne contro il 68% del totale. Lato organizzazioni, 6 aziende su 10 non risultano ancora pronte ad affrontare questa sfida e più di 1 lavoratore over 50 su 3 ritiene che la propria azienda non dedichi sufficiente attenzione alle esigenze dei dipendenti più anziani. Questo dato diventa ancora più significativo sul fronte femminile: 4 donne senior su 10 percepiscono questa scarsa attenzione e il 25% dichiara di aver subito discriminazioni legate all’età (contro il 16% degli uomini), percentuale che sale al 30% quando si parla di donne manager. Inoltre, con 1 lavoratore senior su 4 che ritiene di avere meno opportunità in azienda rispetto ai più giovani, sono soprattutto le donne over 50 a essere pessimiste, specie le manager, nonostante un forte impegno nell’aggiornamento professionale. “Le donne - commenta Alessandra Giordano, direttrice Employability e Career Development di Intoo - continuano a subire disuguaglianze che si accentuano con l’avanzare dell’età. Basti pensare che il 40% delle over 50 è senza lavoro e senza pensione, mentre tra coloro che lavorano, molte devono farsi carico, spesso in solitudine, delle responsabilità legate alla cura dei familiari. È fondamentale occuparsi precocemente della propria longevità attraverso azioni mirate sul fronte previdenziale, della salute e dell’aggiornamento professionale". "Ma il tema - avverte - riguarda anche le imprese, che devono investire nel valore del capitale umano femminile, soprattutto in un contesto di people scarcity e tasso di occupazione femminile fermo al 52,5%, 18 punti sotto quello maschile. Le donne che partecipano al mondo del lavoro costituiscono un capitale umano prezioso che va sostenuto nelle transizioni che ne sono tipiche, dalla maternità alle attività di caregiving. Queste esperienze sono molto impegnative in termini di tempo ed energie, per cui è comprensibile una maggior preoccupazione verso la propria longevità professionale da parte della popolazione femminile”. Sono, infatti, le donne manager over 50 a mostrare una visione più critica rispetto alla controparte maschile: sono più propense a ritenere che le aziende italiane siano impreparate a gestire l’invecchiamento della forza lavoro e percepiscano maggiormente l’età come un ostacolo alla crescita. Differenze marcate emergono anche rispetto alla partecipazione a iniziative aziendali per i senior: solo il 5% delle donne manager ha avuto accesso a progetti dedicati, contro il 21% dei colleghi uomini. Quando presenti, le misure messe in campo dalle aziende per la gestione della Longevity si concentrano soprattutto su incentivi al prepensionamento (segnalato dalla metà dei manager) seguiti da interventi in ambito formazione, flessibilità oraria, mappatura delle competenze e benessere organizzativo. “Il quadro emerso dalle indicazioni delle donne over 50 - conclude Giordano - è un vero e proprio campanello d’allarme. La loro sensibilità deve tradursi in azioni concrete per rendere i luoghi di lavoro realmente più inclusivi ed equi. Se l’età è un valore, come dichiarano anche molti decision maker, allora deve essere sostenuta e valorizzata con politiche e pratiche all’altezza della sfida, che tengano conto anche delle differenze della popolazione aziendale, tra cui quella di genere”.
(Adnkronos) - “Per noi il welfare è una tradizione storica: siamo arrivati a questa decisione già nel primo dopoguerra grazie a coloro che mi hanno preceduto alla guida di A2a. Credo che sia un sintomo di responsabilità importante che ci siamo già assunti come Gruppo. Siamo la prima life company a presentare un piano di incentivazione per i nostri dipendenti e abbiamo un piano sulla genitorialità”. Sono le dichiarazioni di Roberto Tasca, presidente di A2a, in occasione dell’evento ‘WelLfare. Il Welfare fa davvero bene’, organizzato da A2a per condividere una riflessione sui servizi di welfare, sui Premi di produttività e sul nuovo piano di azionariato diffuso, presentati a Milano. “In un momento in cui il Paese ha una serie di problemi di natura economica e sociale, dove gli stipendi sono bassi, noi vogliamo affrontare tali problematiche intervenendo a sostegno dei nostri dipendenti e della comunità nella quale siamo inseriti, con tutti i nostri limiti, ma con la consapevolezza di volerlo fare - spiega Tasca - Non è un caso che oggi vi sia la presenza dei sindaci di Milano e Brescia, le due città che rappresentano il controllo del nostro Gruppo. Credo sia un'unione perfetta di sforzi volti a intervenire su un problema concreto del nostro Paese”. “Il piano sulla genitorialità che abbiamo fatto consiste nel pagare chi fa figli all’interno della nostra life company, sostenendo da 1 a 18 anni il figlio: diamo 3250 euro al momento della nascita e diluiamo nel corso del tempo. Un piano varato per 12 anni - sottolinea - Abbiamo fatto questo per incentivare i nostri dipendenti. Infatti, regaliamo per tre anni il controvalore di 500 euro in azioni. Questo per far sì che chi lavora con noi si senta anche parte dei risultati economici e del comportamento che il titolo azionario ha sul mercato”. “Lo facciamo con un'assunzione di responsabilità: non è un vincolo, non è una legge o un decreto, è una testimonianza che vogliamo dare esattamente in questa direzione perché riteniamo che essere presenti in una comunità significhi anche farsi carico, in momenti particolari come questo, di questo tipo di responsabilità”, conclude il presidente di A2A.