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(Adnkronos) - Benjamin Netanyahu non testimonierà al processo in cui è imputato per corruzione perché ha un'intossicazione alimentare. Dopo che sono uscite le notizie sull'assenza di Netanyahu oggi, domenica 20 luglio, alla riunione settimanale del governo israeliano, l'ufficio del premier ha diffuso un comunicato per spiegare che è malato e lavorerà a casa nei prossimi tre giorni. Sulla base delle condizioni di salute di Netanyahu, è stata cancellata, riporta Ynet, la testimonianza del premier al processo a suo carico per corruzione, che era stata rinviata a domani e martedì dai giudici che il 29 giugno avevano concesso un rinvio per ragioni diplomatiche, accogliendo la richiesta del premier sostenuta da Donald Trump. Secondo la nota dell'ufficio del premier, Netanyahu si è sentito male la notte scorsa e gli è stata diagnosticata un'intossicazione alimentare, provocata da cibo avariato, scrive Times of Israel. Le prossime udienze del primo ministro state rinviate a mercoledì e giovedì. L'ufficio del procuratore di Stato ha accettato di rinviare le due udienze programmate dopo aver esaminato la cartella clinica del premier, ma ha affermato che dovranno essere recuperate entro la fine della settimana. Nella richiesta presentata a suo nome presso il tribunale distrettuale di Gerusalemme si afferma che il premier "farà uno sforzo" per testimoniare mercoledì. Secondo quanto riferito dall'ufficio del Primo Ministro, Netanyahu si è sentito male la scorsa notte dopo aver mangiato cibo avariato e dovrà lavorare da casa per i prossimi tre giorni. "Date le circostanze, e considerando quanto scritto nella cartella clinica, non possiamo sollevare obiezioni", si legge nella risposta della procura all'istanza del premier. "Tuttavia, alla luce delle numerose udienze annullate, chiederemo all'imputato di testimoniare mercoledì e giovedì di questa settimana".
(Adnkronos) - "L’associazione Professionitaliane, che rappresenta 23 ordini e collegi professionali, rinnova l’urgenza della definizione di una riforma delle professioni. A oltre un decennio dalla riforma del 2012, il sistema normativo che regola gli ordini professionali risulta frammentato, disomogeneo e in molti casi obsoleto. Molti ordinamenti professionali risalgono a più di trent’anni fa, con norme superate dai cambiamenti legislativi e giurisprudenziali intervenuti nel frattempo". E' quanto si legge in una nota Professionitaliane. "Professionitaliane - spiega - sollecita un intervento normativo che assicuri l’armonizzazione dei principi generali su organizzazione, accesso, formazione continua e sistemi elettorali degli ordini; il rispetto delle competenze professionali, evitando sovrapposizioni e conflitti tra Albi diversi; l’introduzione di regole uniformi su voto a distanza, quote di genere e rappresentanza territoriale; una cornice normativa moderna per le aggregazioni professionali e le nuove forme di esercizio e il rafforzamento del principio di sussidiarietà". "Una riforma strutturata e condivisa - continua - capace di rilanciare il ruolo strategico delle professioni nel tessuto economico e sociale del Paese, non può più attendere. Professionitaliane conferma la piena disponibilità a collaborare con il governo per garantire un’evoluzione ordinistica che sia al passo con le sfide contemporanee".
(Adnkronos) - L’88% degli italiani ritiene importante integrare fonti rinnovabili nei propri sistemi di riscaldamento domestico. Un dato che conferma la crescente attenzione verso tecnologie capaci di coniugare rispetto ambientale, risparmio e comfort abitativo. Sono i dati della recente indagine Bva Doxa per Ariston, condotta su un campione rappresentativo di cittadini italiani tra i 25 e i 64 anni; analizzando le percezioni e le preferenze degli italiani riguardo agli impianti di riscaldamento. Secondo lo studio, in particolare, il 58% degli intervistati individua nelle pompe di calore e nei sistemi ibridi le soluzioni ideali, in sostituzione delle caldaie tradizionali, mentre il 68% identifica l’efficienza energetica come il criterio principale nella scelta di un nuovo impianto. Ulteriormente, il 37% si orienta verso i sistemi ibridi, apprezzandone la versatilità, mentre un aggiuntivo 21% predilige pompe di calore autonome. Scelte che dimostrano come il tema della sostenibilità sia ormai radicato nella nostra quotidianità, anche grazie a una forte fiducia nella tecnologia: l’86% reputa questi impianti affidabili, e il 77% è convinto che garantiscano un comfort superiore rispetto ai sistemi convenzionali. Ma l’interesse non si ferma al solo aspetto ambientale. L’innovazione è sempre più vista come un’opportunità di valorizzazione economica del proprio immobile: l’85% del campione riconosce che l’adozione di un impianto innovativo può accrescere il valore della casa. Un investimento consapevole, dunque, che riflette una nuova sensibilità verso l’efficienza energetica come leva concreta di risparmio e miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, permangono alcune barriere: il costo iniziale elevato è percepito come ostacolo dal 66% degli italiani, seguito dalla difficoltà di installazione (32%) e dalla scarsa conoscenza degli incentivi disponibili (30%).