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(Adnkronos) - Stati Uniti al voto, sempre il martedì dopo il primo lunedì di novembre, una scelta che ha radici storiche e pratiche. Quando nel 1845 il Congresso decise di fissare una data unica per tutti gli Stati dell'Unione per le elezioni presidenziali - fino ad allora ogni Stato faceva per sé - le riflessioni furono principalmente di carattere logistico e l'obiettivo principale era dare la possibilità a quante più persone possibile di andare a votare. A quel tempo, la maggior parte della popolazione viveva in aree rurali e agrarie e votare di lunedì per molti avrebbe comportato mettersi in viaggio la domenica, dedicata al riposo ed alla religione, per raggiungere i seggi elettorali. Il mercoledì, invece, era un giorno di mercato in molte comunità, il che significava che gli agricoltori e i commercianti erano occupati. La scelta del martedì permetteva quindi di recarsi ai seggi e votare senza interferire con le attività quotidiane. Anche la scelta del mese non è casuale, visto che novembre arrivava dopo il periodo di raccolta, rendendo più facile per gli agricoltori e per chi viveva nelle aree rurali recarsi a votare. La scelta di stabilire una data fissa era finalizzata a garantire uniformità a livello nazionale, semplificando l'organizzazione delle elezioni e il processo di voto. Queste ragioni hanno reso la scelta del martedì dopo il primo lunedì di novembre una prassi consolidata nel sistema elettorale americano.
(Adnkronos) - Negli ultimi 5 anni la Campania ha fatto registrare il più alto aumento di assicurati Inps, coloro che pagano i contributi, che attualmente rappresentano il 7% sul totale nazionale pari a circa 2 milioni di posizioni (+ 8% rispetto al 2019), di questi oltre 500mila sono giovani under 34, +9% ovvero 42 mila posizioni rispetto al 2019. Un segnale chiaro che evidenzia un cambio di passo nel mercato del lavoro, che trova conferma anche nell’aumento delle settimane lavorate 41,3 nel 2023 rispetto alle 40,6 del 2019 e nella retribuzione lorda media, di poco superiore 20mila euro pro-capite, in crescita del 7% rispetto al 2019. Sono alcuni dei dati del XXIII Rapporto Annuale dell’INPS presentati oggi a Napoli presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. All’evento introdotto dalla direttrice del dipartimento, Dora Gambardella, hanno portato il loro contributo Stefano Consiglio, Presidente della Scuola delle scienze umane e sociali, il Direttore Generale Inps Valeria Vittimberga, Gianfranco Santoro, Direttore centrale Studi e Ricerche di Inps, il Direttore Regionale Inps della Campania, Vincenzo Tedesco e il Direttore dell’Area Metropolitana di Napoli dell’Istituto, Roberto Bafundi. Oltre all’erogazione delle pensioni, il focus dell’azione dell’Inps sul territorio regionale e in particolare dell’area metropolitana di Napoli è il supporto ai nuclei familiari: l’Assegno Unico Universale è percepito da poco più di 1 milione di figli (1.036.903) che corrispondono all’11% della platea nazionale. Le prestazioni che hanno consentito di superare il reddito di cittadinanza, Adi-Sfl, presentano un’incidenza geografica più marcata in Campania e nel resto del Meridione, rispetto all’Italia. Nei primi sei mesi del 2024, infatti, l’Assegno di Inclusione (Adi) registra in Campania 467mila beneficiari, il 28% del dato nazionale. Da Napoli arrivano le rassicurazioni del Presidente dell’Inps, Gabriele Fava, sulla sostenibilità del sistema previdenziale: “Per garantire un sistema previdenziale sostenibile, è essenziale agire sul lato delle entrate, utilizzando diverse leve che possano aumentare il numero di lavoratori occupati, in particolare di giovani e donne. Dai dati del rapporto emerge che l’occupazione giovanile è aumentata, il numero degli assicurati INPS è cresciuto nell’ultimo quinquennio di mezzo milione, ma la condizioni dei giovani, con carriere discontinue e retribuzioni inferiori rispetto a quelle medie, resta una questione aperta soprattutto nel confronto con il resto degli Stati membri dell’Unione europea. Per questo è ai nastri di partenza una grande campagna di educazione previdenziale” Sul fronte del lavoro, invece, si deve puntare a ridurre il mismatch tra domanda e offerta “è fondamentale rafforzare l’interazione tra il sistema formativo e le imprese, contrastando anche fenomeni di dispersione scolastica, e promuovendo percorsi di formazione continua e investendo in programmi che mantengano aggiornate le competenze professionali, per rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione. Ritengo altresì che l’arte e la cultura possano essere, soprattutto per i giovani, uno strumento eccezionale di welfare: è ai nastri di partenza un progetto che coniuga lavoro, arte e cultura. Parimenti importante è offrire ai giovani un’opportunità di lavoro regolare, riducendone i tempi di transizione sia dal sistema di istruzione e formazione al lavoro, che da una occupazione all’altra, con adeguate misure di politiche attive del lavoro, nell’ottica del welfare generativo. Temi di cui ho discusso anche con il presidente della Regione De Luca e con il sindaco di Napoli Manfredi con l’obiettivo di rafforzare le sinergie istituzionali già esistenti nell’interesse esclusivo dei cittadini”, conclude Fava. “La presentazione del nostro Rapporto annuale alla Federico II segna l'inizio di un percorso di disseminazione nei contesti universitari e nelle realtà sociali ed economiche del Paese. La scelta di Napoli non è casuale: la Campania e il Mezzogiorno rappresentano aree cruciali per il futuro dell’intera Comunità nazionale. Questo rapporto offre l’opportunità di mettere in luce le specificità di questi territori, dove l’INPS può e deve assumere un ruolo fondamentale nel garantire coesione sociale, promuovendo politiche attive del lavoro e presidiando la legalità. Napoli, con la sua ricca storia e cultura, simboleggia la resilienza e la capacità di ripresa, elementi essenziali per affrontare le sfide del presente e del futuro”, aggiunge il Direttore Generale dell’Istituto Valeria Vittimberga.
(Adnkronos) - "Decarbonizzare ed elettrificare non sono la stessa cosa. Sono due concetti diversi". Così Matteo Cimenti, presidente Federchimica- Assogasliquidi, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Trasformazione green, investimenti e strategie’, questa mattina al Palazzo dell’Informazione di Roma. "Noi e i nostri prodotti Gpl e Gnl nella transizione energetica e nella decarbonizzazione siamo a nostro agio - continua - Sappiamo di avere un ruolo da ricoprire. I nostri prodotti hanno un’impronta energetica e ambientale ridotta rispetto ad altri vettori disponibili. La ricerca e lo sviluppo che sta facendo l’industria per proporre delle percentuali sempre crescenti di prodotto di origine biologica e rinnovabile rendono questi prodotti ancora più protagonisti nella decarbonizzazione del trasporto". "Ma quel è l’orizzonte a lungo termine? Ci scontriamo con un approccio normativo e autorizzativo che rischia di creare confusione. Abbiamo una classe imprenditoriale coraggiosa che investe e un quadro normativo non sempre lineare", spiega.