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(Adnkronos) - Si chiama Jake Schneider, ha 35 anni ed è originario di Austin, in Texas (Stati Uniti). Alle spalle una diagnosi di Sla, sclerosi laterale amiotrofica, arrivata nel febbraio 2022. Da allora un peggioramento progressivo e costante dei sintomi della malattia, in particolare nella mobilità di braccia e mani. Oggi Schneider è diventato il settimo paziente coinvolto nella sperimentazione clinica del chip di Neuralink, la società fondata da Elon Musk. E l'impianto cerebrale del dispositivo hi-tech - che funziona come un'interfaccia cervello-computer (Bci), in grado di registrare e decodificare l'attività neuronale associata all'intenzione di movimento, traducendola in comandi digitali - gli ha permesso di riconquistare l'indipendenza nell'utilizzo di dispositivi elettronici, come si riporta in una nota di Neuralink sul suo caso. Schneider ha sperimentato difficoltà aggravate dal contestuale e costante accumulo di difficoltà quotidiane, come l'uso della dettatura vocale che molto spesso falliva a causa dei rumori di fondo. Nel giugno 2025 è stato sottoposto a un intervento neurochirurgico nell'Istituto neurologico Barrow di Phoenix, dove i criteri del trial clinico sono stati estesi anche ai pazienti affetti da Sla. "Non avevo niente da perdere", ha spiegato, raccontando la decisione di partecipare alla sperimentazione clinica. L'intervento, della durata di meno di 5 ore, ha previsto l'inserimento di 120 fili ultrasottili nella corteccia motoria sinistra tramite un sistema robotico ad alta precisione. Grazie a questa tecnologia, Jake ora può controllare un cursore, scrivere testi e utilizzare dispositivi elettronici senza alcun input fisico, migliorando in modo significativo la propria capacità di comunicazione e interazione, illustrano gli esperti Neuralink nella nota. Tra i risultati più rilevanti, come da lui stesso dichiarato, la possibilità di tornare a svolgere attività quotidiane e a interagire con il proprio figlio attraverso il gioco digitale, recuperando una parte significativa dell'autonomia persa con la progressione della malattia. Sessioni quotidiane di 2-4 ore con ingegneri Neuralink lo fanno sentire parte di un lavoro più ampio, avendogli ridato un obiettivo. Il caso di Jake Schneider si inserisce nel più ampio percorso di ricerca sulle neurotecnologie promosso da Musk attraverso Neuralink, con l'obiettivo di "sviluppare soluzioni in grado di aumentare l'autonomia delle persone affette da paralisi e malattie neurologiche", si legge. Sebbene la tecnologia sia ancora in fase sperimentale e soggetta a rigorosi protocolli clinici, i primi risultati secondo gli esperti della società "mostrano il potenziale delle interfacce cervello-computer nel migliorare la qualità della vita dei pazienti".
(Adnkronos) - in collaborazione con The Glenrothes Premiumizzazione e identità visiva potente e fuori dagli schemi. Ecco quali sono le novità nel bicchiere per il whisky, distillato con tre secoli di storia che però da venti anni vive una grandiosa età dell’oro e si dimostra capace di scrollarsi la polvere di dosso. Un esempio su tutti è quello di The Glenrothes, che presenta una nuova identità e un nuovo packaging per celebrare l’eccellenza dello Speyside scozzese. The Glenrothes è una storica distilleria scozzese fondata nella cittadina di Rothes nel 1879, una storia lunga e gloriosa ben nota agli appassionati del 'Re dei Distillati', lo Scotch Whisky, eppure la strada scelta è quella di un restyling profondo dell’immagine e di un packaging completamente riprogettato. Il restyling, curato dall’agenzia di branding e design londinese Lewis Moberly, ridefinisce l’identità visiva di The Glenrothes, costruendo una gamma coerente e immediatamente riconoscibile. La bottiglia tondeggiante iconica della distilleria è stata reinterpretata con un profilo più alto ed elegante e un collo più slanciato. Le etichette presentano le note di degustazione scritte a mano da Laura Rampling, Master Whisky Maker di Glenrothes Il packaging secondario - un cilindro a doppio strato che si apre rivelando la bottiglia - è ispirato ai legni di maturazione e ai colori della Tenuta di The Glenrothes: dal verde lichene del 15 anni alle tonalità più profonde e autorevoli del 18 e 25 anni. Il progetto nasce con un obiettivo chiaro: zero plastica, zero metallo, zero pelle. Interamente a base di carta e cartone, con uso minimo di lamina, il packaging è 100% riciclabile e in linea con l’approccio sostenibile del gruppo. La nuova gamma non punta infatti a volumi da prodotto mass market, ma a rendere l’immagine coerente con le dinamiche qualitative dell’industria del whisky. "The Glenrothes è un Single Malt dedicato a chi sa scegliere e riconoscere la qualità, un prodotto dal carattere accessibile ma dalla complessità raffinata. Eleganza, genuinità del colore, equilibrio dei legni e profondità aromatica definiscono un brand che, pur rimanendo fedele alla propria storia, entra oggi in una nuova era, spiega una nota dell'azienda. La nuova identità visiva è poi inoltre l’occasione per alzare ulteriormente l’asticella della qualità in casa Glenrothes. Scompaiono i classici imbottigliamenti con 10 e 12 anni di età e si parte direttamente dal 15 anni- una prima assoluta per la distilleria di Rothes, per poi ascendere verso l’olimpo dei Single Malt, con invecchiamenti importanti di 18 anni e 25 anni. The 15 rappresenta quindi la nuova espressione stabile della distilleria e matura per 15 anni in botti di rovere europeo ex sherry, selezionate personalmente da Laura Rampling. Il suo profilo aromatico combina frutta matura, spezie e un’eleganza commovente, con un colore 100% naturale, tratto distintivo dell’intero portafoglio The Glenrothes. Riconosciuta come “tesoro nascosto dello Speyside”, The Glenrothes si distingue per l’uso di acqua di sorgente dal contenuto minerale eccezionalmente basso e per un processo di distillazione lento, condotto in alambicchi particolarmente alti. Il risultato è un distillato di base fragrante, fruttato e di grande finezza. La distilleria è una delle poche a mantenere in vita un laboratorio interno di artigiani bottai, che restaurano e preparano migliaia di botti ogni anno. Una scelta artigianale che, unita alla filiera dei legni controllata direttamente dalla casa madre Edrington, dall’albero alla botte, garantisce una qualità costante e una personalità inconfondibile.
(Adnkronos) - Il Consorzio Erp Italia, uno dei principali Sistemi Collettivi senza scopo di lucro attivi in Italia per la gestione dei Raee (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e dei rifiuti di pile e accumulatori, ha realizzato l’indagine Swoa – Survey Waste & Opportunities Awareness – con l’obiettivo di misurare il livello di conoscenza, percezione e comportamento degli italiani rispetto al riciclo dei rifiuti elettronici. La fotografia emersa dalla ricerca, condotta su un campione rappresentativo di oltre 1.200 cittadini tra i 20 e i 60 anni, restituisce un quadro chiaro: il tema dei Raee è ancora poco conosciuto, nonostante la crescente attenzione verso la sostenibilità. Il 73% degli italiani si considera preparato, ma più della metà (56%) non sa cosa significhi l’acronimo Raee, e solo il 44% lo collega correttamente ai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Anche i comportamenti dichiarati raccontano di un’Italia a due velocità: il 41% afferma di riciclare correttamente i Raee, ma tra questi una parte significativa li conferisce in modo scorretto – il 25% nell’indifferenziato e il 22% tramite operatori non ufficiali. Il 36% conserva dispositivi elettronici a casa perché non sa dove portarli. Un dato che evidenzia come la volontà di fare bene ci sia, ma sia spesso frenata dalla mancanza di informazioni pratiche o dalla difficoltà di accesso ai punti di raccolta.Accanto a questi ostacoli culturali e logistici, l’indagine evidenzia una domanda latente di servizi più vicini ai cittadini. Tra le proposte più condivise spiccano l’introduzione di contenitori condominiali dedicati (65%), la raccolta porta a porta anche per i Raee (60%) e più campagne informative sui canali tradizionali e digitali (55%).