ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Andrea Damante e Elisa Visari sono diventati genitori. La coppia ha annunciato la nascita del loro primo figlio con un post condiviso su Instagram: "Il nostro piccolo grande amore è finalmente tra le nostre braccia". Il bambino è nato venerdì 12 settembre e si chiama Liam: "Ci hai già regalato l’amore più puro che esista. Benvenuto nella nostra famiglia", hanno scritto i due neo genitori a corredo di alcune immagini che li ritraggono insieme subito dopo il parto. I due avevano annunciato la gravidanza lo scorso 10 aprile sui social. "Un mini Dama in arrivo", aveva scritto il dj ed ex fidanzato di Giulia De Lellis. Nel video dell'annuncio la coppia aveva raccolto alcuni dei momenti più magici: dal test di gravidanza al baby shower, in cui era stato svelato il sesso del bambino.
(Adnkronos) - In seguito alla sottoscrizione della nuova intesa per lo sviluppo della filiera del pioppo, avvenuta oggi a Palazzo Lombardia con il coinvolgimento di cinque Regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia) e dei principali attori della filiera, FederlegnoArredo esprime apprezzamento per un accordo che rappresenta un importante passo avanti verso il rafforzamento della pioppicoltura nazionale. L’intesa - che aggiorna e rinnova quella siglata del 2014 - conferma la centralità del pioppo come risorsa strategica, e definisce un piano d’azione condiviso per aumentare la disponibilità di materia prima interna, ridurre la dipendenza dalle importazioni e garantire sostenibilità ambientale e sicurezza idrogeologica. “L’accordo del 2014 ha rappresentato una prima leva per il settore. Con questo nuovo accordo ci auguriamo che il trend positivo prosegua: l’obiettivo è raggiungere l’autosufficienza rispetto alle attuali importazioni di pioppo, anche in vista di una crescente difficoltà nel reperimento della materia prima”, commenta Paolo Fantoni, presidente di Assopannelli di FederlegnoArredo. “Le stime europee lasciano infatti intravedere il rischio che, entro il 2040, la domanda di legno superi di gran lunga la disponibilità naturale, sia a causa dell’aumento della domanda di biomassa legnosa, sia per le crescenti difficoltà di accesso al bosco in molti territori. In questo scenario, diventa strategico puntare su colture legnose dedicate. E la piantagione di pioppo è esemplare per la sua rapida crescita, che già dopo 10 anni consente di ottenere legno utilizzabile per imballaggi, pannelli, mobili e altri usi industriali, contribuendo concretamente alla sicurezza dell’approvvigionamento nazionale ed europeo”. La nuova intesa rappresenta un passo rilevante per il futuro della pioppicoltura italiana, sottolinea Nicoletta Azzi, vicepresidente di Assopannelli: “Solo attraverso un approccio sistemico sarà possibile rafforzare il ruolo della pioppicoltura. Sarà essenziale prevedere incentivi mirati per l’ampliamento delle superfici coltivate a pioppo e facilitare l’accesso ai fondi europei, riconoscendo il pioppo come una risorsa strategica per l’economia verde e la transizione ecologica. Sarà inoltre importante attivare un Cluster interregionale del pioppo, promuovendo sinergie tra territori, produttori e istituzioni. Infine, sarà necessario definire un modello condiviso di coltivazione nelle aree golenali, con l’obiettivo di coniugare sostenibilità ambientale, sicurezza idraulica e valorizzazione produttiva”.
(Adnkronos) - L’aumento del 5% della superficie alberata in città comporterebbe una riduzione degli inquinanti atmosferici tale da evitare circa 5mila morti premature all’anno. È quanto emerge da uno studio internazionale al quale ha partecipato Enea, condotto in 744 città di 36 Paesi europei, pubblicato su The Lancet Planetary Health e realizzato nell’ambito del progetto europeo Life Airfresh. Inoltre, la ricerca ha evidenziato che si potrebbero evitare fino a 12mila morti all’anno se ogni centro cittadino avesse una copertura arborea di almeno il 30%. “In ambito urbano polveri sottili, biossido di azoto e ozono sono tra gli inquinanti più pericolosi per la nostra salute e per quella degli ecosistemi. Entro il 2050, si stima che circa l’80% della popolazione europea risiederà in contesti urbani, accentuando la rilevanza di queste problematiche - spiega la coordinatrice del progetto per Enea Alessandra De Marco, responsabile del Laboratorio Impatti sul territorio e nei paesi in via di sviluppo - Aumentare la quantità di alberi in città permetterebbe di ottenere benefici simultanei come il miglioramento della qualità dell’aria, la mitigazione dell’effetto isola di calore estiva, la conservazione della biodiversità e, soprattutto, il benessere dei cittadini”. La Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (Unece) raccomanda l’adozione della strategia del 3-30-300 che consiste nel raggiungimento di tre obiettivi specifici: 3 alberi visibili da ogni casa, scuola o luogo di lavoro, 30% di copertura arborea in ogni quartiere e 300 metri di distanza massima della propria abitazione da un parco o da spazio verde pubblico. Utilizzando un approccio integrato che combina dati ambientali e sanitari a livello europeo su un arco temporale di 20 anni (2000-2019), lo studio ha evidenziato che la copertura arborea media è cresciuta di appena 0,76 punti percentuali e che il 73,5% delle città analizzate ha registrato un incremento del verde. Parallelamente, la mortalità attribuibile all’inquinamento atmosferico è diminuita in media del 3,4%. Nel 2019, 130 città dei 744 centri urbani europei presi in esame (oltre 50 milioni di abitanti, pari a circa il 25% della popolazione di questi centri) avevano una copertura arborea media superiore al 30%. Attualmente, in Italia la copertura vegetale raggiunge il 30% solo a Napoli (32%), mentre a Milano e a Roma arriva, rispettivamente, al 9% e 24%. “Una copertura arborea urbana al 30%, come quella raggiunta da alcune città europee, potrebbe ridurre le morti premature del 9,4% da Pm2,5, del 7,2% da biossido di azoto e del 12,1% da ozono. Al contrario, abbattere la superficie alberata fino ad azzerarla comporterebbe un aumento della mortalità: +19,5% da Pm2,5 (circa 19mila morti premature in più ogni anno), +15% da biossido di azoto (oltre 5.200 in più) e +22,7% da ozono (circa 700 in più)”, sottolinea De Marco. I benefici del verde urbano non si fermano alla qualità dell’aria; gli alberi possono infatti ridurre la temperatura percepita, mitigando l’impatto delle ondate di calore come quella dell’estate 2022 che ha causato circa 62mila morti in Europa (+4%). La Strategia Ue sulla biodiversità al 2030 prevede l’impegno dei Paesi aderenti a piantare almeno 3 miliardi di alberi entro la fine del decennio per portare a un aumento significativo della copertura arborea media nelle città. “Per raggiungere questo obiettivo, i programmi di piantumazione dovrebbero interessare non solo gli spazi pubblici, ma anche, e soprattutto, quelli privati, come cortili residenziali, oltre alle aree periurbane. È fondamentale che urbanisti e amministratori vengano incoraggiati a integrare infrastrutture verdi urbane pensate su misura per i diversi contesti locali. Questo approccio dovrebbe essere accompagnato da politiche di riduzione delle emissioni e da interventi complementari, come i corridoi di aria fredda o i tetti verdi, per massimizzare i benefici in termini di salute pubblica e qualità della vita, con il risultato di città più sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici nel lungo termine”, conclude De Marco.