• FAQ
  • MAPPA DEL SITO
  • A A A
Ricerca avanzata linkedin logo facebook logo facebook logo rss
  • Persone
  • Aziende
  • Agenda
  • Notizie
Persone arrow down |
Comunicazione Italiana by For Human Relations Srl

ENTRA NEL NETWORK

  • Home
  • Chi siamo
  • Agenda
  • Edizioni
  • Servizi
  • Eventi
  • Atlante
  • Il mio network
Username: Password:  
| Ho dimenticato la password
Non sono ancora iscritto, vorrei registrarmi

ENTRA NEL NETWORK

| Ho dimenticato la password
Non sono ancora iscritto, vorrei registrarmi

ultimora | cronaca

Quali sono i regali da non fare? Ecco cosa non comprare a Natale

(Adnkronos) - Quali sono i regali perfetti per Natale? Ogni scelta dipende, inevitabilmente, dalla persona che si ha di fronte, diversa per necessità e gusti, ma ci sono alcuni regali che è meglio non fare. A dirlo è la scienza. Una ricerca, pubblicata sul Journal of Retailing, ha ...

rss-lavoro-pay | lavoro/norme

IA, Nava (Commissione Ue): "Va gestita, centrale direttiva sul salario minimo e in arrivo Quality Jobs Roadmap"

(Adnkronos) - "L'intelligenza artificiale è molto pervasiva e può essere vista sotto diverse angolature. Da un certo punto di vista, il 90% dei lavoratori dell'Unione Europea utilizza dei dispositivi digitali e il 30% ne utilizza anche ...

rss-sostenibilita-pay | sostenibilita

Energia, Amici della Terra: Green Deal al capolinea, è necessaria una nuova strategia

(Adnkronos) - La XVII Conferenza nazionale sull’efficienza energetica organizzata dagli Amici della Terra ha aperto i lavori ponendo al centro l’esigenza di resettare le politiche europee. “L’analisi dei dati e dei risultati raggiunti dall’Unione Europea ...

  • Privacy
  • Condizioni d’uso
  • Contattaci
  • Feedback
  • Credits

IL BUSINESS SOCIAL CROSS-MEDIA

134975 Iscritti Newsletter

91092 Manager in Atlante Online

55590 Manager pubblicati in Atlante

38462 Partecipanti agli Eventi

622 Eventi gestiti

3753 Speaker

Comunicazione Italiana

FOR HUMAN RELATIONS SRL
P. IVA 14395231005

FOR HUMAN COMMUNITY
P.IVA 14828671009

> ROMA
via Alessandro Trotter 3
Cap 00156
tel: 06.835.499.86 - fax: 06.835.499.87

info@comunicazioneitaliana.it
skype: comunicazioneitaliana
close

Quali sono i regali da non fare? Ecco cosa non comprare a Natale

(Adnkronos) - Quali sono i regali perfetti per Natale? Ogni scelta dipende, inevitabilmente, dalla persona che si ha di fronte, diversa per necessità e gusti, ma ci sono alcuni regali che è meglio non fare. A dirlo è la scienza. Una ricerca, pubblicata sul Journal of Retailing, ha stilato una vera e propria lista di presenti che potrebbero essere percepiti in maniera negativa da chi li riceve, e quindi è meglio evitare, a meno che non si tratti un esplicito desiderio natalizio. Ma quali sono questi regali? I due studiosi firmatari della ricerca, Linnéa Chapman, professoressa associata alla Florida International University e Farnoush Reshadi, che lavora al Worcester Polytechnic Institute, hanno delineato un vero e proprio campo di regali da evitare. Meglio non comprare tutti quegli articoli che si rifanno alla maxi area del "miglioramento personale", specialmente in riferimento alle capacità comunicative e all'aspetto fisico. Cinque esperimenti, si legge nella ricerca, condotti con oltre 1300 partecipanti hanno indagato il modo in cui i destinatari rispondono a questo tipo di regali. Quelli che ricevono presenti per il miglioramento personale hanno commenti e reazioni più negative rispetto a chi non li riceve. L'effetto è spiegato nel dolore che hanno quando gli viene 'mostrato' un aspetto che devono migliorare. Ma andando sul pratico, ecco una piccola lista di regali da evitare: abbonamenti in palestra, té o alimenti dimagranti o che possano richiamare alla dieta oppure tappetini per fare yoga. Richiami alla forma fisica possono essere considerati anche, ad esempio, smartwatch che contano passi e calorie bruciate. Mentre sempre nell'ambito del "miglioramento personale" si trovano prodotti come trattamenti per la pelle o corsi per lo sviluppo personale.

close

IA, Nava (Commissione Ue): "Va gestita, centrale direttiva sul salario minimo e in arrivo Quality Jobs Roadmap"

(Adnkronos) - "L'intelligenza artificiale è molto pervasiva e può essere vista sotto diverse angolature. Da un certo punto di vista, il 90% dei lavoratori dell'Unione Europea utilizza dei dispositivi digitali e il 30% ne utilizza anche di avanzati, tipo i chatbox eccetera. Molti segnalano effetti positivi, per esempio nell'aiuto nella redazione di un testo, nella traduzione o compiti relativi ai testi, ai calcoli, con risparmio di tempo e aumento di produttività. Altri lavoratori segnalano il timore che possa essere utilizzato per monitorare l'orario di lavoro o che il loro calendario di lavoro possa essere fissato in maniera più o meno autonoma o automatica da parte degli algoritmi. In generale, un tratto abbastanza comune è che l'opinione pubblica sembra essere convinta che l'intelligenza artificiale debba essere gestita, al fine di garantire la trasparenza, e tutelare la privacy sul luogo di lavoro". E' lo scenario sul ruolo crescente dell'intelligenza artificiale nel mondo del lavoro europeo, che, intervistato da Adnkronos/Labitalia, traccia Mario Nava, direttore generale della Dg occupazione, affari sociali e inclusione (Dg Empl) della Commissione Europea. I rischi percepiti dai cittadini Tra i cittadini dell'Unione Europea "c'è chiaramente la preoccupazione che un eccesso di uso di intelligenza artificiale, o meglio dei compiti che vengono fissati autonomamente da una gestione algoritmica, porti a un sovraccarico di lavoro, porti a decisioni non perfettamente leggibili, e a una perdita di autonomia. Ed è per questo che un altro punto su cui c'è abbastanza consenso è che le parti sociali sono degli attori fondamentali per promuovere l'uso degli strumenti di intelligenza artificiale. Non per nulla, il nuovo Patto per il dialogo sociale europeo, rinnovato a marzo del 2025, a marzo, sottolinea che il dialogo sociale e una contrattazione collettiva aiutano le politiche sul luogo del lavoro ad adattarsi ai cambiamenti. Quindi il legame tra intelligenza artificiale, contrattazione collettiva, ruolo delle parti sociali è abbastanza messo in evidenza", sottolinea Nava. L'arrivo della Quality Jobs Roadmap' "C'è un principio fondamentale -spiega Nava- che io sottolineo sempre, ed è il principio fondamentale dell'Unione Europea: la tecnologia deve essere messa a servizio delle persone e non viceversa. Non sono le persone a servizio della tecnologia e quindi in questo senso la 'Quality Jobs Roadmap' che pubblichiamo fra qualche settimana ha appunto l'obiettivo di assicurare che vengano garantite buone condizioni di lavoro, e una forte protezione dei lavoratori in presenza di nuove tecnologie". Il ruolo delle skills digitali "C'è uno studio abbastanza recente del Fondo monetario -ricorda Nava- che dice che il 60% dei posti di lavoro nelle economie avanzate può essere influenzato dall'intelligenza artificiale. Quindi diciamo che l'intelligenza artificiale 'entra' nei lavori più o meno di tutti, non solo dei più fragili o di coloro che beneficiano del salario minimo, ma anche per esempio nel lavoro di voi giornalisti, nel lavoro di noi policy makers, nel lavoro dei traduttori, quindi entra nel lavoro di tutti. Quindi la questione non è se l'intelligenza artificiale entra o non entra nel nostro lavoro, ma piuttosto come ci si adatta. E la questione dell'adattamento all'intelligenza artificiale è legato a filo doppio con la questione delle skills. E cioè se un lavoratore ha, o ha potuto nel passato acquisire, buone skills digitali, avrà più facilità ad adattarsi e tenderà a vedere l'intelligenza artificiale come un aiuto, uno strumento. Se invece un lavoratore più anziano, o semplicemente meno che ha beneficiato di minore formazione, allora farà più fatica", sottolinea il direttore generale della DG Emply. "Detto tutto ciò, l'intelligenza artificiale ovviamente crea anche delle nuove opportunità", sottolinea Nava. E sulle competenze Nava aggiunge: "Chi paga per lo skilling e reskilling? Nella nostra comunicazione di Union of Skills abbiamo dato atti del fatto che l'Unione Europea ha investito oltre 150 miliardi nell'ultimo periodo finanziario nello sviluppo delle competenze, nell'unione delle competenze mettiamo in chiaro come appunto upskilling e reskilling sono fondamentali per l'adattamento al mercato del lavoro e in particolar modo per coloro che hanno davanti a se stessi tanti anni di attività, quindi i giovani". "Anche nel rapporto Draghi, dove si dice che la competitività dell'Europa non deriva da un'eventuale riduzione dei salari, e quindi competitività attraverso i salari, ma al contrario deriva da un miglioramento delle skills e quindi la capacità di guardare a prodotti e servizi che 'comandano' più valore aggiunto, perché necessitano di più skills, e in questo ovviamente l'intelligenza artificiale può aiutare", aggiunge Nava. Il ruolo della direttiva Ue sul salario minimo Secondo Nava "un attore cruciale dell'introduzione dell'intelligenza artificiale nel mercato del lavoro sono le parti sociali. E l'articolo 4 della direttiva Ue sul salario minimo -spiega- rafforza la contrattazione collettiva, facendo in modo che tutti i Paesi abbiano un piano per avere una contrattazione collettiva di buon livello. E quindi sostanzialmente c'è un legame molto forte tra la direttiva sul salario minimo che rinforza la contrattazione collettiva e il dialogo tra le parti sociali e appunto il fatto che l'intelligenza artificiale ha bisogno delle parti sociali per un'introduzione equa, giusta e corretta nel mercato del lavoro". Gli algoritmi e gli strumenti legislativi a disposizione Rischi dagli algoritmi? Si, ma gli strumenti legislativi per fronteggiarli ci sono. "Sul fatto che i lavoratori possano percepire di essere comandati da un algoritmo abbiamo già tre strumenti legislativi -spiega Nava- abbastanza forti. Uno: il regolamento sull'intelligenza artificiale che istituisce un quadro giuridico abbastanza globale per un'intelligenza artificiale trasparente con i rischi attenuati eccetera. Due: la 'platform work directive', la direttiva sul lavoro tramite piattaforme digitali che contiene norme chiare sulla gestione algoritmica e sul tipo di lavoro, tipo di rapporto di lavoro che una persona che è comandata da un algoritmo ha. E poi ovviamente c'è il famoso Gdpr, il regolamento generale sulla protezione dei dati e su come i dati che vengono recuperati possono essere utilizzati. Quindi diciamo che c'è una base giuridica abbastanza forte sulla quale si innesca quello la consultazione, il lavoro delle parti sociali. C'è quindi -ribadisce Nava- una base normativa su cui si può innescare il lavoro delle parti sociali al fine di verificare se c'è bisogno di avere un'altra base, o di aggiungere una base. Che poi è più o meno quello che stiamo facendo, perché entreremo nella prima fase della consultazione delle parti sociali in vista della preparazione del 'Quality Jobs Act' nel 2026 e quindi quello proprio sarà il punto dove si troverà l'equilibrio. Quello che voglio dire è che non si parte da zero, si parte da almeno tre strumenti legislativi, il Gdpr ha dieci anni e gli altri due hanno uno quattro e l'altro due anni", sottolinea il dirigente della Commissione Europea. (di Fabio Paluccio)

close

Energia, Amici della Terra: Green Deal al capolinea, è necessaria una nuova strategia

(Adnkronos) - La XVII Conferenza nazionale sull’efficienza energetica organizzata dagli Amici della Terra ha aperto i lavori ponendo al centro l’esigenza di resettare le politiche europee. “L’analisi dei dati e dei risultati raggiunti dall’Unione Europea evidenzia con chiarezza una verità ormai difficilmente contestabile: il percorso delineato dall’European Green Deal si è rivelato inefficace e contraddittorio - afferma la presidente degli Amici della Terra Monica Tommasi - Per chi, come Amici della Terra, ha espresso fin dall’inizio posizioni critiche verso l’impianto del Green Deal, il suo fallimento non rappresenta una sorpresa. Ma oggi, con una consapevolezza più diffusa anche sul piano istituzionale, come testimoniano le recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, diventa imprescindibile avviare una riflessione basata su fatti, dati e responsabilità politiche”. "Per superare l'impasse europea non basta correggere i limiti del Green Deal: occorre abbandonarne l’impostazione ideologica, fondata su un approccio catastrofista al cambiamento climatico e sempre più condizionato dalle strategie economiche e geopolitiche della Cina", osservano gli Amici della Terra per i quali "è necessario rilanciare le politiche energetico-climatiche europee con una nuova impostazione basata su neutralità tecnologica, obiettivi realistici e priorità all’efficienza energetica, valorizzando il ruolo delle pompe di calore, del teleriscaldamento, del recupero energetico dei rifiuti, di biocarburanti, e massimizzando le sinergie con le filiere industriali italiane ed europee". Per Matteo Cimenti, presidente di Assogasliquidi-Federchimica, “è urgente rivedere il quadro normativo europeo per consentire una transizione energetica realmente sostenibile. Le imprese nostre associate stanno investendo in bioGpl, Dme rinnovabile e bioGnl, ma servono regole chiare e flessibili che valorizzino i biocarburanti nell'utilizzo finale sia per la mobilità leggera e pesante sia per il settore residenziale". "Chiediamo che il processo di revisione dei regolamenti comunitari sulle emissioni di CO2 sia rapido, elimini il bando dei motori a combustione interna e introduca il 'carbon correction factor' per riconoscere il contributo dei carburanti rinnovabili - afferma Cimenti - Allo stesso tempo, anche nel settore residenziale è fondamentale adottare un approccio pragmatico: le moderne caldaie a condensazione alimentate da gas rinnovabili consentono di raggiungere i target della direttiva Epbd con costi molto più contenuti e senza disagi per i consumatori, dimostrando che la decarbonizzazione può essere perseguita con soluzioni tecnologiche diversificate e non basate su un’unica opzione. Solo così sarà possibile ridurre le emissioni, sostenere gli investimenti e garantire soluzioni accessibili ai cittadini, evitando obiettivi irrealistici che rischiano di penalizzare l’Europa e l’Italia”.

Questo sito utilizza i cookies. Utilizzando il nostro sito web l’utente dichiara di accettare e acconsentire all’utilizzo dei cookies in conformità con i termini di uso dei cookies espressi in questo documento. Privacy Policy.