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(Adnkronos) - Sono 13.672 i casi di Covid registrati in Italia nella settimana tra il 18 e il 24 luglio, quasi il 53% in più rispetto ai 7 giorni precedenti quando i casi erano 8.942. Salgono anche i morti, 53 contro i 40 della settimana precedente (il 32% in più). E' quanto riporta il bollettino aggiornato del ministero della Salute sull'andamento di Covid nel Paese. Sono 3 le regioni che superano quota 2mila contagi censiti: in testa la Campania con 2.492 casi, seguita dalla Lombardia con 2.453 casi, e dal Lazio con 2.178 positivi. Sopra quota mille il Veneto (1.152) e la Puglia (1.101) Il tasso di positività a livello nazionale è pari a 13,8% - calcolato su un totale di 98.771 tamponi eseguiti (erano 79.967 la scorsa settimana) - e sale di 2,6 punti percentuali rispetto a quello dei 7 giorni precedenti (11,2%). Sale incidenza e aumentano i ricoveri: dati ultima settimana
(Adnkronos) - "Ormai sono anni che ogni estate combattiamo con questa situazione, non si può più parlare di emergenza. Vanno bene le ordinanze fatte da alcune regioni e alcuni comuni, quasi sempre da noi sollecitate. Ma noi ora chiediamo un intervento strutturale al governo, che in qualche modo ripercorra quello che sono i contenuti delle ordinanze, fatte però in termini emergenziali. E invece dobbiamo trasferire tutto questo a una gestione ordinaria, che vada a imporre laddove c'è la rilevazione o la previsione di temperature così elevate la rimodulazione degli orari di lavoro, per esempio in settori come l'edilizia, ma anche nell'escavazione, nelle cave". E' l'appello che lancia Giulia Bartoli, segretaria nazionale della Fillea Cgil, la categoria degli edili di Corso d'Italia, intervistata da Adnkronos/Labitalia sulla gestione del lavoro nei cantieri con temperature sempre più alte, con ordinanze 'a macchia di leopardo' in tutta Italia per lo stop al lavoro nelle ore più calde. Una situazione che il sindacato aveva ampiamente previsto, sottolinea Bartoli. "Noi siamo partiti con una campagna già da marzo-aprile dicendo 'attenzione perché ci troveremo nella stessa situazione dell'anno passato' e purtroppo siamo a fine luglio e ancora stanno uscendo le ordinanze. La stragrande maggioranza scade il 31 d'agosto, quindi siamo comunque a copertura, se vogliamo, parziale, ma che comunque punta a tutelare i lavoratori laddove i picchi saranno più elevati", sottolinea la dirigente sindacale. E le ordinanze permettono al sindacato di confrontarsi con le parti datoriali sul tema. "Grazie alle ordinanze noi riusciamo anche a fare accordi di rimodulazione degli orari di lavoro, a tutela proprio dei lavoratori. Chiaramente non sono sufficienti perché non garantiscono a tutti uguali diritti, perché poi laddove c'è stata maggiore sensibilità o una nostra maggiore forza nel portare a casa le ordinanze delle amministrazioni locali c'è questa tutela, mentre laddove non è così si fa riferimento a quelle che sono le norme di legge", avverte Bartoli. E Bartoli ricorda che "il governo ha approvato la conversione in legge sull'agricoltura dove in un comma è previsto anche che la cassa integrazione per l'edilizia per eventi meteo sia tenuta fuori dalle 52 settimane di cassa integrazione ordinaria, noi lo chiedevamo da tempo e questo è in vigore dal 1 luglio fino al 31 dicembre". "Come l'anno scorso anche qui c'è tempistica, quindi risiamo a una scadenza e di conseguenza noi ci troveremo a giugno dell'anno prossimo a dire: governo togli la cassa integrazione per eventi meteo dalle 52 settimane e quindi rifaranno nuovamente un decreto d'urgenza dove prenderanno questo tipo di impegno. Ma non è sufficiente, noi abbiamo bisogno che questa diventi normativa ordinaria", ribadisce la sindacalista. E i sindacati stanno affrontando il tema anche con le controparti datoriali. "Oggi è stata presentata in Ance la piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro in edilizia e e anche nella piattaforma c'è una richiesta di gestione, attraverso la rimodulazione dell'orario di lavoro, di questi tipi di emergenza", sottolinea. Per la segretaria nazionale della Fillea Cgil, "va reso strutturale anche il progetto Worklimate dell'Inail che ha una fattispecie rilevante che è quella di fare una previsione a tre giorni delle temperature che si verificheranno, in modo tale da dare lo strumento alle imprese per organizzare il lavoro". "E quindi questo deve diventare un servizio che può essere utile ai fini della certificazione della cassa integrazione per l'Inps. Sono istituti pubblici e quindi siccome hanno degli strumenti positivi questi strumenti diventino strutturali", aggiunge. Quindi, ribadisce Bartoli, "stop ai lavori quando non è possibile intervenire in altro modo, cioè se non si può rimodulare gli orari, se siamo di fronte a una situazione organizzativa di cantiere dove non si può prevedere l'acqua fresca piuttosto che le zone d'ombra, quando si raggiunge temperature elevate o ci sono lavoratori in condizioni anche fisiche, perché poi la percezione del caldo cambia anche dalle condizioni fisiche individuali, si deve bloccare il lavoro", spiega. E per la dirigente sindacale è chiaro che "normativa e controlli" sullo stop al lavoro nei cantieri nelle ore più calde "devono andare di pari passo, perché altrimenti è chiaro che diventa inutile la normativa, diventa inutile l'ordinanza, se poi non c'è la conseguente verifica che tutto quello che si scrive poi venga rispettato. Chiaramente c'è una sensibilità dalle imprese serie su questa cosa, le ordinanze in questo senso si rispettano. E' chiaro che dal nostro punto di vista e dal nostro osservatorio ci rendiamo conto che non è così ovunque, non è così per tutte le imprese. Quindi servono maggiori controlli e visto che si parla di ordinanze, anche da parte di tutti quelli che sono i soggetti di vigilanza delle stesse amministrazioni locali, per esempio i vigili urbani, la polizia municipale", conclude.
(Adnkronos) - "Presentiamo un bilancio di sostenibilità 2023 che ha degli indicatori in crescita rispetto all'anno precedente. Stiamo parlando in particolare dei 35 milioni di euro distribuiti come come risorse al territorio per effetto delle nostre attività e per effetto soprattutto degli ordinativi che noi abbiamo fatto con fornitori locali che sono in forte crescita". Lo ha detto Lorenzo Spadoni, direttore generazione & trading di A2A, a margine della presentazione a Brindisi del terzo bilancio di sostenibilità territoriale della Puglia. Un bilancio in cui si annota “oltre il 50% di investimenti in infrastrutture per oltre 9 milioni di euro: anche questo in crescita soprattutto nella filiera ambiente e nella filiera energia”, ha continuato spiegando che “nella filiera ambiente siamo attivi con diversi impianti in Puglia”. Della filiera energia fa parte l'impianto di Brindisi “diventato importante per la gestione della transizione energetica soprattutto per assicurare alla rete elettrica- ha proseguito Spadoni- dei servizi fondamentali quali la regolazione di tensione che noi facciamo qui con generatori sincroni”. Il direttore ha anche annunciato che A2A ha “progetti su questo sito per ampliare ulteriormente la capacità di flessibilizzazione del sistema investimenti, programmati nel campo delle delle Bes, le batterie degli storici elettrici e il potenziamento dell'impianto fotovoltaico”. "Noi intendiamo mantenere e ampliare il nostro impegno in Puglia con investimenti e con altri investimenti in infrastrutture". Ha assicurato Spadoni. “Vogliamo aumentare la nostra capacità di generare valore sostenibile per il territorio”, ha aggiunto evidenziando che “è tradizione” per A2A “lavorare con le imprese del territorio”. “Da una parte - ha puntualizzato- dobbiamo entrare nelle programmazioni degli Enti locali, delle istituzioni mentre dall'altra parte, vogliamo costituire una rete di partner locali che ci aiutino a raggiungere i nostri obiettivi”. Un indicatore importante delle attività di A2A “è per esempio che già oggi evitiamo l'emissione di 150mila tonnellate l'anno di CO2 per effetto della nostra attività”, ha sottolineato Spadoni evidenziando che “noi vogliamo incrementare questo dato e la nostra eh presenza la nostra questo territorio”.