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(Adnkronos) - Risultati solidi in tutti i principali indicatori e un trend di crescita confermato dai numeri. Questi i risultati contenuti nel bilancio di esercizio 2024, approvato dall’Assemblea dei Soci di Serenissima Ristorazione, top player nella ristorazione collettiva. Come si sottolinea in una nota, i dati salienti contenuti nel documento testimoniano una crescita di tutti i principali indicatori economico-finanziari, con il fatturato consolidato che ha raggiunto i 593.475.756 euro, con un incremento del 9,8% rispetto al 2023, ma soprattutto con l'Ebitda, che ha toccato 34.631.116, euro con una crescita del 21,44% su base annua. L’utile lordo si è attestato a 21.021.949 euro, mentre l’utile netto è stato di 13.792.750 euro, in aumento del 5,25% rispetto all'anno precedente e con il patrimonio netto che ammonta a 135.166.667 euro con un miglioramento del 7,67%. "Si conferma quindi la dinamicità del Gruppo che grazie all'adozione di strategie di investimento mirate, ha migliorato la solidità economica, patrimoniale e finanziaria complessiva" continua la nota. “L’incremento registrato nel 2024 dei numeri di bilancio conferma il trend di crescita degli ultimi anni e la bontà degli investimenti strategici che abbiamo messo in atto, un impegno a lungo termine verso l’innovazione, la sostenibilità e l’espansione in nuovi settori e mercati” afferma Mario Putin presidente di Serenissima Ristorazione S.p.A. aggiungendo che “Questi risultati sono stati possibili solo grazie al grande lavoro di tutto il personale del Gruppo, che conta più di 12 mila collaboratori e collaboratrici, il cui numero è cresciuto del 5,7% rispetto al 2023. Un team in continua evoluzione, impegnato quotidianamente nei servizi di ristorazione collettiva e commerciale e nella fornitura di prodotti all’Horeca attraverso le piattaforme logistiche del Gruppo.” "Una solidità testimoniata dal premio che Industria Felix ha conferito alla capogruppo Serenissima Ristorazione e alla controllata Euroristorazione come migliori imprese del settore ristorazione per performance gestionale e affidabilità finanziaria Cerved con sede legale nella regione Veneto. Una conferma che arriva anche dall’entrata della capogruppo Serenissima Ristorazione all’interno del programma Elite, creato da Borsa Italiana e oggi parte del Gruppo Euronext. Un ingresso che certifica un percorso fatto di investimenti continui e governance strutturata, che rafforza il posizionamento all’interno di una rete selezionata di aziende eccellenti del panorama nazionale e internazionale, e che contribuirà a far crescere le risorse umane del Gruppo". Rientra nell’impegno verso tutti i collaboratori e le collaboratrici del Gruppo anche l’implementazione della formazione attraverso Serenissima Academy, ospitata da quest’anno negli esclusivi spazi de La Vela, l’edificio direzionale più alto di Vicenza, di proprietà del Gruppo. Nell’ultimo anno sono state erogate più di 71.000 ore di corsi rivolti a tutti i livelli aziendali, con una crescita del 2,2% rispetto al 2023. Un esempio dei percorsi attivati nel 2024 è quello sulla metodologia Lean, applicato alla produzione ma anche in maniera innovativa agli uffici di Serenissima Ristorazione, coinvolgendo i responsabili nella condivisione delle loro competenze. Il 2024 ha visto il Gruppo Serenissima Ristorazione impegnato con oltre 30 milioni di investimenti strategici, rivolti al miglioramento e al potenziamento delle tecnologie produttive e nell’ottica della sostenibilità ambientale. In questa prospettiva rientra l’investimento di oltre quattro milioni di euro dedicato al nuovo centro di produzione di Napoli, che sarà ultimato a settembre e che consentirà l’ampliamento dei servizi per la ristorazione scolastica e socio-sanitaria nell’area campana. Il Sud Italia rappresenta un'area strategica per il Gruppo, presente con più di 2.000 collaboratori attivi e un fatturato di oltre 50 milioni nel 2024 (+20% annuo). Un ulteriore importante investimento ha riguardato l’ampliamento dell’HUB logistico della controllata Rossi Giants, che si inserisce nella strategia di rafforzamento dei servizi di fornitura per il mercato Horeca da parte delle piattaforme logistiche di Gruppo e per il potenziamento delle forniture intercompany. Tra gli investimenti anche il potenziamento del centro di Boara Pisani (PD), uno dei più grandi d’Europa per la produzione di pasti in legame refrigerato, che conta più di 30.000 mq di superficie. Un ampliamento che consolida le linee produttive e la crescita in nuove aree di business come la GDO e il catering crocieristico, lo sviluppo dei mercati internazionali e il potenziamento del catering aereo, in cui il Gruppo è già presente in modo significativo. “L’investimento nel Sud Italia conferma il nostro impegno nel rafforzare un’area strategica per il Gruppo, con importanti margini di crescita, come dimostrano i risultati finora ottenuti”, dichiara Mario Putin. “Questo intervento si inserisce nel piano di sviluppo delle attività nei settori core della nostra azienda – ristorazione scolastica, aziendale e socio-sanitaria – che rappresentano per noi una solida base su cui costruire i progetti futuri. Tra questi, rientrano l’espansione verso nuovi mercati e l’avvio di nuove aree di business, obiettivi che saranno sostenuti anche attraverso il potenziamento del centro operativo di Boara Pisani (PD).” Sul fronte ambientale, il Gruppo Serenissima Ristorazione conferma il proprio impegno per un futuro sostenibile con la terza edizione del Bilancio di Sostenibilità, in fase di redazione, e impiegato come strumento già prima che ne diventasse obbligatoria l’adozione. Il documento attesta l’attenzione del Gruppo ai tre pilastri ESG e agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, con focus sulla riduzione degli sprechi alimentari, grazie anche a collaborazioni come quella con Banco Alimentare, e sulla tutela ambientale, con iniziative come l’acquisto volontario di Crediti di Sostenibilità in partnership con il Parco dell’Appennino Tosco Emiliano. Tra le principali iniziative in ambito sociale spiccano: il rinnovo delle certificazioni UNI/PdR 125:2022 per la parità di genere e SA8000 per la tutela dei lavoratori. Particolare attenzione è stata rivolta a rendere la ristorazione accessibile anche a chi presenta esigenze alimentari specifiche, come le persone affette da celiachia o disfagia. Proprio su quest’ultimo fronte, nel 2024 è stata ottenuta la certificazione UNI 11941:2024, che definisce le linee guida per la preparazione di alimenti e bevande con consistenze adeguate a chi ha difficoltà di deglutizione. Un ulteriore passo nel percorso verso un servizio sempre più inclusivo e attento al benessere della persona. “Sostenibilità e innovazione restano al centro dei nostri investimenti e delle nostre strategie, con l’ambizioso obiettivo di superare i 650 milioni di euro di fatturato nel 2025 e oltrepassare i 700 milioni nel 2026”, dichiara Tommaso Putin, Vice Presidente del Gruppo Serenissima Ristorazione con delega alla sostenibilità. “Questa pianificazione nasce dalla volontà di prepararci alle sfide future dei mercati in cui operiamo, mantenendo una crescita che sia al tempo stesso sostenibile e responsabile, in linea con i valori che da sempre guidano il nostro operato.” Putin conclude sottolineando come "i risultati raggiunti e gli importanti traguardi economici sono il frutto dell’impegno quotidiano, della coesione e della determinazione che ognuno dimostra. È grazie a questo spirito che il nostro Gruppo si conferma una realtà dinamica e resiliente, pronta ad affrontare il futuro con fiducia.”
(Adnkronos) - Il turismo enogastronomico ha un potenziale di crescita enorme, ma mancano i profili professionali che possano sostenerne lo sviluppo. Qualche esempio? Il product manager o l’hospitality manager, figure chiave per sviluppare un’offerta turistica integrata e promuovere esperienze in Italia e all’estero. Per cercare di risolvere questo problema, valorizzando nuove figure professionali in grado di garantire un’offerta turistica di qualità e una crescita sostenibile, realtà di eccellenza del settore hanno messo a punto un documento strategico che traccia il futuro delle professioni di uno dei comparti più dinamici e in crescita dell’industria della vacanza in Italia. Nasce così il 'Libro Bianco sulle professioni del turismo enogastronomico', redatto da Associazione italiana turismo enogastronomico in collaborazione con UnionCamere, Associazione nazionale Città dell’Olio, Associazione nazionale Città del Vino, Cna Turismo e Commercio, Coldiretti, Confartigianato Turismo, Consulta Nazionale Distretti del Cibo, Federazione Nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori e Unione Italiana Vini. Ha inoltre contribuito ai lavori il Center for Higher Education and Youth Employability dell’Università degli Studi di Bergamo. Il Libro Bianco restituisce una visione sistemica e integrata dei processi di lavoro ponendo le basi per una chiara definizione di mansioni e competenze necessarie per lo sviluppo sostenibile del turismo enogastronomico, facilitando l’integrazione del turismo nelle realtà produttive. Punto di partenza è il valore stimato di questo segmento in oltre 40 miliardi di euro e un ruolo non secondario nell’occupazione e nella distribuzione del reddito. E questo è solo l’inizio, considerando che la maggior parte delle aziende apre solo parzialmente al pubblico e lo fa perlopiù durante la settimana, quando ci sono meno visitatori. Molto sentita è poi la mancanza di un numero adeguato di figure professionali in grado di rendere indimenticabile l’esperienza del turista. Attraverso una formazione adeguata e la definizione precisa di quelle che sono le professioni del turismo del gusto, è possibile sbloccare potenziale aggiuntivo sia in termini di valore economico che di nuovi posti di lavoro. “Il turismo enogastronomico italiano rappresenta oggi un settore in forte espansione, un autentico motore di crescita economica e di valorizzazione dei nostri territori. Per sostenere questa evoluzione e renderla strutturale, è indispensabile adottare un linguaggio condiviso in tema di competenze professionali", afferma Federico Sisti, segretario generale Cciaa dell’Umbria. "È in quest’ottica -continua- che il Libro Bianco sulle professioni del turismo enogastronomico assume un ruolo strategico: un lavoro corale che mira a definire con chiarezza ruoli, mansioni e abilità richieste alle nuove figure del settore. Le Camere di Commercio si confermano partner fondamentali in questo percorso, grazie alla loro esperienza nello sviluppo di sistemi di certificazione delle competenze, capaci di valorizzare i percorsi formativi, anche quelli maturati in ambiti non formali. L’obiettivo è ambizioso ma concreto: garantire che ogni operatore sia dotato di competenze chiare, riconosciute e adeguate per offrire esperienze autentiche e memorabili, contribuendo così a innalzare la qualità dell’offerta e la competitività del nostro Made in Italy”. “Il turismo è un settore in continua evoluzione che richiede un monitoraggio attento e costante. Per vincere le sfide del futuro occorre innalzare la qualità dell’offerta turistica e investire sulla formazione, fornendo strumenti adeguati ai professionisti che dovranno accompagnare la crescita e lo sviluppo del comparto. Il governo Meloni, attraverso il Ministero del Turismo, sta guidando questa evoluzione, accompagnando le imprese nella fase di transizione verso un nuovo modello di turismo che sono certo vedrà la nostra Nazione in primo piano nel contesto internazionale” commenta Gianluca Caramanna, consigliere del Ministero del Turismo. “Il turismo enogastronomico, e più in generale il turismo rurale, rappresentano una frontiera molto importante nello sviluppo delle politiche agricole ed economiche dell’Ue. Per questo il riconoscimento e la valorizzazione delle professioni che stanno nascendo o si sono già consolidate in questo settore sono un obiettivo che dobbiamo tutti coltivare. L’Italia è una delle mete europee privilegiate per questo tipo di turismo che incrocia la complessità della filiera alimentare e della tutela paesaggistica. Occorrono competenze ed esperienze perché l’offerta sia qualificata e attendibile. Mancano però scuole e centri di alta formazione adeguati e sufficienti per rispondere a questa esigenza. Dunque, le istituzioni sia europee che nazionali devono concentrarsi sulle risorse e gli strumenti da mettere a disposizione per queste finalità. Dopo la pausa estiva mi impegnerò a chiedere al Parlamento Europeo uno studio su questo settore e sulle sue potenzialità di sviluppo che seguirà ad un’iniziativa già avviata per un progetto pilota sul turismo enogastronomico già sottoposto all’attenzione della Commissione Europea”, afferma Dario Nardella, europarlamentare, coordinatore del gruppo S&D Commissione Agri. L’indagine esplorativa, coordinata da Roberta Garibaldi, ha voluto comprendere le modalità organizzative e le criticità connesse alla gestione dell’offerta turistica nelle aziende agroalimentari e vitivinicole, evidenziando tendenze costanti e necessità strutturali comuni, pur emergendo differenze in funzione dell’affluenza turistica. Sono stati individuati 5 profili-chiave attingendo dai risultati della ricerca svolta sulle imprese e dal think-tank con le realtà che hanno, di fatto, creato il sistema italiano di turismo enogastronomico realizzando eventi diventati dei punti di riferimento nazionali e internazionali e spingendo i propri associati a realizzare progetti di accoglienza e mercati agricoli. La prima figura professionale è product manager per il turismo enogastronomico. Si tratta di una figura chiave da inserire non nelle realtà produttive, bensì nelle dmo (destination management organization) o nei consorzi. A questo professionista del turismo sarà affidato il compito fondamentale di attivare, nel territorio di appartenenza, le necessarie sinergie per sviluppare il prodotto del turismo enogastronomico. Dovrà quindi realizzare quelle condizioni indispensabili per favorire lo sviluppo e l’offerta di esperienze e per mettere in rete le imprese, affinché il turista enogastronomico possa essere accolto e coccolato in tutte le fasi della customer journey. L’obiettivo è sviluppare un’offerta turistica integrata che valorizzi il patrimonio enogastronomico locale. Troviamo ad esempio oggi dei product manager nella dmo della Val di Chiana senese, in Promoturismo FVG, in Trentino Marketing, nel Consorzio del Parmigiano. Un processo cruciale per lo sviluppo del turismo delle aziende produttrici come le cantine, i frantoi e i caseifici è l’hospitality management. Nelle microimprese è la proprietà stessa a gestire direttamente questa funzione nel 73% dei casi, con figure operative spesso impiegate part-time e non dedicate in modo esclusivo al turismo. Anche nelle realtà di dimensioni maggiori prevale la gestione diretta (62% nelle imprese con 1.001–5.000 visitatori annui e 57% in quelle con oltre 5.000), ma cresce la quota di aziende che si affidano a professionisti specializzati, spesso supportati da team strutturati nei casi di gestione di grandi flussi turistici. In questo scenario, il 43% delle imprese con oltre 5.000 visitatori annui ha adottato un modello organizzativo con una Business Unit dedicata, dotata di un proprio manager di riferimento e di un budget specifico. Inoltre, l’82% degli intervistati ritiene che questa figura diventerà sempre più centrale. L’hospitality manager si occupa di attività fondamentali per gli introiti aziendali: dalla pianificazione all’organizzazione e gestione dei servizi turistici, dalla promozione verso i mercati nazionali e internazionali al coordinamento del personale, fino alla vendita diretta, con un’attenzione mirata all’utenza turistica. “L’investimento in questa figura professionale – dichiara Roberta Garibaldi, presidente di Aite-Associazione Italiana Turismo Enogastronomico – potrà determinare un numero particolarmente alto di assunzioni nei prossimi anni: le intenzioni delle aziende oscillano infatti tra il 33% ed il 71% in base alla loro dimensione. È comunque necessario definire le precise competenze, anche per rafforzare i percorsi formativi collegati”. A fianco a lui nelle aziende più grandi abbiamo l’addetto alle visite. Interessante la figura del consulente di turismo enogastronomico, un professionista indipendente o un collaboratore di dmo o consorzi che può supportare le imprese nella strutturazione dell’esperienza e nella gestione di tutte le fasi del processo turistico, dal crm al revenue management alla vendita multicanale. Per l’imprenditore agricolo, con competenze sulla parte produttiva, questa parte può essere più ostica. È una figura innovativa ma che sarà cruciale in un settore che con l’intelligenza artificiale è in profondo cambiamento. Come si ha la consulenza dell’enologo, si può avere la consulenza di un esperto che aiuta ad ottimizzare il processo a chiamata. Trentino marketing e l’Atl delle Langhe hanno già attivato questo tipo di supporto per le proprie imprese. L’altro profilo fondamentale è quello del curatore di esperienze enogastronomiche. È stata pensata come una figura di supporto alle aziende produttive in momenti chiave delle attività stagionali, come la vendemmia o la raccolta delle olive. I compiti di questo libero professionista sono: l’organizzazione di esperienze enogastronomiche da realizzare quando l’imprenditore e il suo staff sono impegnati in attività produttive; la creazione e la conduzione di itinerari turistici integrati tra realtà produttive o food-tour urbani; l’accompagnamento nelle differenti esperienze enogastronomiche, distinguendosi per la specificità della sua competenza nel settore enogastronomico. “In questo modo – evidenzia Garibaldi – il curatore di turismo esperienziale si pone come un ponte tra il turismo stesso e l’enogastronomia. Definire e valorizzare con un percorso professionale per questa figura permetterebbe di valorizzare il potenziale dei laureati in Scienze Gastronomiche, dei sommelier, degli esperti di formaggi o dei ristoratori che vogliono estendere il proprio contributo al settore. Permetterebbe di dare contorni netti a chi oggi svolge parzialmente questo lavoro per la non chiarezza normativa, che si distingue per l’approccio innovativo e focalizzato sul patrimonio enogastronomico”. La realizzazione del Libro Bianco rappresenta, in conclusione, la base per arrivare a definire e valorizzare queste nuove figure professionali, rispondendo così alle esigenze di un mercato in crescita e garantendo un’offerta turistica di qualità. La mancanza di una definizione chiara dei ruoli e delle competenze è un ostacolo da superare per favorire lo sviluppo delle professioni identificate. La ricerca diviene uno strumento fondamentale per avere un’ offerta formativa dedicata. Attraverso la valorizzazione di nuove figure professionali, il documento intende promuovere una crescita sostenibile, rafforzando il legame tra turismo, territori e comunità locali. "Le attività agricole e turistiche nelle aree rurali, rappresentano importanti opportunità di lavoro e allo stesso tempo richiedono nuove e qualificate competenze e professionalità", sottolinea Dominga Cotarella, presidente Fondazione Campagna Amica e Terranostra "Il turismo enogastronomico è una leva strategica per lo sviluppo locale e per il rilancio delle aree interne. Come Città dell’Olio, crediamo che investire nelle nuove professioni dell’oleoturismo significhi costruire un futuro sostenibile e radicato nei territori. Il Libro Bianco rappresenta un passo fondamentale in questa direzione", spiega Michele Sonnessa, presidente associazione nazionale Città dell’Olio. "La nostra associazione ha collaborato con convinzione alla redazione del Libro bianco sul turismo enogastronomico. Si tratta di uno strumento essenziale per la formazione degli addetti e la crescita di un settore dalle grandi potenzialità, su cui Città del Vino punta tanto da istituire una Scuola nazionale dell’enoturismo", sottolinea Angelo Radica, presidente associazione nazionale Città del Vino. "Il turismo enogastronomico offre un'importante opportunità economica, creando nuove professioni e generando entrate significative. Questa forma di turismo, che valorizza la cultura e le tradizioni culinarie di un territorio, contribuisce alla crescita del settore turistico e ristorativo, creando posti di lavoro e promuovendo lo sviluppo locale", sottolinea Marco Misischia, presidente nazionale Cna turismo e commercio "Confartigianato affianca gli imprenditori nell’acquisizione di competenze nell'ambito del turismo enogastronomico, al fine di valorizzare le peculiarità territoriali con nuovi progetti e sinergie. Le imprese artigiane operanti nei settori turistici sono 186.781 con 500.647 addetti e sono 64.400, con 249mila addetti, le aziende artigiane attive nell’agroalimentare con un modello produttivo glocal: radicato nei territori, ma capace di parlare al mondo", spiega Marco Granelli, presidente di Confartigianato Imprese. "La Consulta dei Distretti del cibo ribadisce la necessità di regole chiare e formazione qualificata per le professioni turistiche enogastronomiche, essenziali per garantire servizi di qualità e valorizzare i territori, le comunità e le eccellenze produttive", aggiunge Angelo Barone, presidente consulta nazionale Distretti del Cibo. "Il Libro Bianco è uno strumento essenziale per dare riconoscimento e prospettiva alle professioni del turismo enogastronomico. Le Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori hanno contribuito attivamente a questo lavoro, consapevoli del loro ruolo nel connettere territori, imprese e comunità. Valorizzare le competenze significa rafforzare il turismo esperienziale e sostenibile che promuoviamo ogni giorno", aggiunge Paolo Morbidoni, presidente Federazione nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori. All’evento di presentazione ha dato il suo contributo anche Roberto Calugi, direttore generale di Fipe, federazione italiana pubblici esercizi.
(Adnkronos) - “Il nostro gruppo ha sempre messo al centro la sostenibilità, dal 2013 siamo presenti con diverse emissioni sostenibili. Oggi abbiamo raggiunto il 90% di finanza sostenibile. È una strategia che crediamo possa avere valore anche in futuro e per questo abbiamo voluto portare il nostro programma anche in Italia. Per dare più forza al legame che abbiamo col nostro territorio”. Lo spiega Giovanni Gazza, Chief financial officer di Iren, alla ‘Ring the Bell Ceremony’ organizzata a Palazzo Mezzanotte da Iren per celebrare la costituzione del nuovo Programma Emtn (Euro Medium Term Notes). Iren ha rinnovato il proprio Programma incrementando l’ammontare massimo da 4 a 5 miliardi di euro. Il Prospetto informativo relativo al Programma è stato approvato da Consob e ha ottenuto il giudizio di ammissibilità alla quotazione sul Mercato telematico delle obbligazioni (Mot) da parte di Borsa Italiana. “Siamo una local multiutility e questo rimpatrio si lega perfettamente alla nostra strategia. È un programma importante da 5 miliardi e supporterà i nostri 8 miliardi di investimenti al 2030. Oggi comunichiamo al settore che è possibile rafforzare il legame tra le aziende e il mondo della finanza nazionale” conclude Gazza.