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(Adnkronos) - Putin pronto ad un vertice con Trump ma non con Zelensky perché le condizioni necessarie perché ciò avvenga "sono ancora lontane". In attesa della decisione del presidente Usa sulle nuove sanzioni alla Russia se non ci sarà l'accordo di pace in Ucraina, Mosca e Washington hanno raggiunto un accordo per l'incontro tra i due leader nei prossimi giorni, e i lavori per il summit sono iniziati. Un vertice che, ha precisato Trump, ci sarà anche se il leader russo non si incontrasse prima con il presidente ucraino. L'affermazione contraddice precedenti resoconti dei media statunitensi che, citando funzionari anonimi della Casa Bianca, affermavano che un incontro Putin-Zelensky fosse un prerequisito per il vertice di Trump con la sua controparte russa. Alla domanda dei giornalisti nello Studio Ovale se Putin fosse obbligato a incontrare prima Zelensky, Trump ha risposto semplicemente: "No, non è obbligato, no. Vorrebbero incontrarmi e farò tutto il possibile per fermare le uccisioni", ha aggiunto. I preparativi per il colloquio sono già iniziati alla Casa Bianca e forse anche al Cremlino, dal momento che è da otto mesi che il presidente americano ha parlato a più riprese del possibile incontro con Putin. Su richiesta di Trump, il processo per i preparativi del vertice è quindi è stato accelerato: l'incontro potrebbe aver luogo "già la prossima settimana", ha spiegato l'assistente del Cremlino Yuri Ushakov, o nelle prossime due settimane, sottolinea più cauto The Bell. Dopo che Putin ha incontrato l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, al Cremlino, i rapporti di Washington hanno suggerito che il presidente russo aveva accettato di incontrare prima Trump e poi Zelensky in un trilaterale per negoziare un cessate il fuoco nella guerra in Ucraina. Ma il Cremlino ha negato che sia stato sollevato il tema di un vertice a tre con Zelensky. “Proponiamo di concentrarci sui preparativi per un incontro bilaterale con Trump in primo luogo”, ha detto il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov,ai giornalisti di Mosca. “Per quanto riguarda la possibilità di un potenziale vertice trilaterale, di cui per qualche motivo Washington stava parlando, questo è stato solo menzionato dalla parte americana durante l’incontro al Cremlino. Ma non è stato discusso. La parte russa ha scelto di non commentare in alcun modo questa possibilità". Un incontro con Zelensky, "è possibile", ma le condizioni necessarie perché ciò avvenga "sono ancora lontane", ha poi chiosato Putin, citato dalla Tass. Nessuna sede è stata indicata per il potenziale vertice bilaterale, ma Putin, che stava ha incontrato ieri Mohamed bin Zayed Al Nahyan, il leader degli Emirati Arabi Uniti, al Cremlino, ha suggerito che gli Emirati Arabi Uniti potrebbero essere un luogo adatto per tenere i colloqui. “Abbiamo molti amici che sono disposti ad aiutarci a organizzare tali eventi. Uno dei nostri amici è il presidente degli Emirati Arabi Uniti”, ha detto. In serata poi il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto conversazioni telefoniche con Trump, Zelensky, e con il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, S.A. Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan. La premier si è confrontata in particolare con gli interlocutori sugli sforzi in corso per il raggiungimento di un cessate il fuoco e per un percorso negoziale che possa garantire una pace giusta e duratura in Ucraina, anche alla luce delle più recenti iniziative diplomatiche promosse dagli Stati Uniti. "Ho parlato con il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano GiorgiaMeloni. È stata una conversazione proficua, in cui abbiamo condiviso una visione comune su come procedere verso una pace reale ed equa. Abbiamo condiviso i dettagli dei nostri recenti contatti con altri leader. È importante per l'Ucraina che i nostri partner siano ben informati sulla situazione. Vogliamo tutti un futuro definito e sicuro per l'Europa", ha scritto su X il presidente ucraino. "Giorgia sostiene fermamente la posizione secondo cui i leader europei devono essere coinvolti negli sforzi diplomatici a fianco degli Stati Uniti per stabilire la pace. Questa guerra si sta svolgendo nel continente europeo, l'Ucraina si sta muovendo verso l'adesione all'Ue, l'Unione Europea parteciperà alla ricostruzione del nostro Paese dopo la guerra. Ecco perché la voce dell'Europa deve essere assolutamente presa in considerazione. Abbiamo coordinato i nostri prossimi passi, inclusi i contatti con il Presidente Trump, e abbiamo concordato di rimanere in contatto", ha aggiunto. "Grazie, Giorgia, per la tua posizione di principio e il tuo incrollabile sostegno", ha concluso il presidente ucraino. "Tutte le decisioni da prendere per porre fine a questa guerra e garantire la sicurezza riguardano in realtà l'intera Europa", ha dichiarato ancora Zelensky nel suo consueto videomessaggio serale pubblicato sui social. Zelensky si è espresso a favore di una maggiore influenza europea nei negoziati in corso tra Stati Uniti e Russia per porre fine alla guerra in Ucraina, ribadendo che il conflitto rappresenta una guerra della Russia non solo contro l'Ucraina, ma "in Europa e contro l'Europa". Secondo Zelensky "la voce dell'Europa deve influenzare i processi". Dopo le telefonate con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, Zelensky sta pianificando anche una telefonata con la premier italiana, Giorgia Meloni. Mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump spera di negoziare con il presidente russo, Vladimir Putin, la prossima settimana per porre fine alla guerra in Ucraina. Zelensky sarebbe coinvolto nei colloqui solo in una fase successiva. Già in primavera, Kiev ha insistito per essere direttamente coinvolta in tutti i colloqui per porre fine al conflitto. Anche se i risultati della missione moscovita di Witkoff hanno superato le aspettative - per la prima volta Putin avrebbe avanzato "esempi specifici" delle condizioni per porre fine alla guerra -, Trump oggi dovrebbe comunque fare un annuncio sulle sanzioni, come ipotizzato mercoledì scorso da Marco Rubio. Molto probabilmente, si anticipa, le misure saranno molto blande e limitate alla 'flotta fantasma' di petroliere e gasiere che vengono usate da Mosca per aggirare le sanzioni. Trump dovrà dissipare i timori che Putin usi l'incontro come un altro modo per far slittare l'introduzione di nuove sanzioni e trascinare i colloqui di pace, scrive intanto il Wall Street Journal. "Tutto il mondo attende il prossimo passo", concorda Patrick Wintour, giornalista del Guardian. Con l'avvicinarsi della scadenza, crescono i dubbi sulla possibilità che Trump punisca duramente la Russia per i ritardi nei negoziati. "Ciò che Trump farà per sanzionare Putin potrebbe definire l'intera sua carriera presidenziale".
(Adnkronos) - "Gli ingegneri sono sempre a favore delle grandi opere e questa, che darà vita al ponte sospeso più lungo del mondo, è un capolavoro dal punto di vista tecnico, strutturale e architettonico. Finalmente sembrerebbe, e voglio usare il condizionale finché non sarà posta la prima pietra, che siamo arrivati alla parte esecutiva". Così il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni), Angelo Domenico Perrini, commenta con Adnkronos/Labitalia il via libera del Cipess al Ponte sullo Stretto di Messina. "E' un fatto molto importante, che sarà da sprone anche ad altri investimenti e interventi per il territorio, che porteranno a migliorare la condizione infrastrutturale di Sicilia e Calabria. Una grande opera è uno stimolo allo sviluppo territoriale e anche a quello turistico. Faccio sempre il paragone con la città spagnola di Bilbao, che, dopo la lungimirante realizzazione del Museo Guggenheim, è passata dall'essere semi-abbandonata al diventare meta più visitata del paese". Per quanto riguarda i tempi assicurati per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, secondo il presidente del Cni, "sono realistici". "In Italia sappiamo, dalla nostra esperienza, che si considerano sempre tempi doppi o tripli di quelli che in realtà servono per realizzare un'opera. In questo caso, eventuali ritardi potrebbero insorgere non già dalla realizzazione quanto dal trasporto dei materiali", avverte. "Sicuramente, poi, in corso d'opera - ammette - potranno venire fuori delle criticità, anche perché parliamo di un'opera altamente innovativa, ma tutte le valutazioni che si dovevano fare sono state fatte e ad altissimo livello. Ad esempio, sul problema del vento, sono state eseguite sperimentazioni di laboratorio con approccio scientifico rigoroso, simulando una forza anche doppia. Quindi, ci sono tutte le condizioni per realizzare il Ponte". Quanto all'impatto ambientale, dice Perrini, "sicuramente lo avrà, come tutte le opere, ma come del resto lo ha già l'attraversamento in mare dello Stretto; sarà più rilevante per il fronte siciliano, ma anche questo è stato abbondantemente considerato". Anche come Cni, annuncia, "dopo aver istituito un gruppo di lavoro dedicato al Ponte, ora ne organizzeremo un altro proprio in particolare sugli aspetti ambientali e urbanistici, in modo da dare un contributo come Consiglio nazionale degli ingegneri". "Un'opera ingegneristica straordinaria - ribadisce Perrini - di cui parliamo da 25 anni e i cui studi, nel frattempo, sono stati da riferimento per la costruzione del Ponte dei Dardanelli. A Messina, in più, ci sarà la parte ferroviaria: il trasporto su ferro è una novità per i ponti a campata unica, almeno in queste dimensioni". Il presidente del Cni, dunque, non ha dubbi: "Il Ponte sullo Stretto, che vedrà gli ingegneri italiani in prima fila, sarà un successo per l'ingegneria di tutto il mondo".
(Adnkronos) - Il Gruppo Agsm Aim acquisisce, tramite la propria società controllata Agsm Aim Power, 22 impianti fotovoltaici distribuiti in varie regioni italiane e incrementa la potenza complessiva dei propri asset energetici di oltre 85 MWp. L’acquisizione rappresenta la prima operazione straordinaria di M&A dalla nascita del Gruppo Agsm Aim avvenuta nel 2021 e il primo passo nell’attuazione del nuovo Piano Industriale 2025-2030 presentato nelle scorse settimane, che prevede 508 milioni di euro di investimenti in impianti di produzione da fonti rinnovabili. L’investimento - fa sapere l'azienda in una nota - è strategico per la crescita del Gruppo e darà un importante contributo allo sviluppo di un sistema energetico più pulito, diffuso e sostenibile. Grazie a questa acquisizione, entro il prossimo triennio la potenza installata da fonti rinnovabili passerà da 45% a 56% del totale degli impianti di Agsm Aim. Infatti, con il Piano Industriale 2025-2030, Agsm Aim punta ad accrescere significativamente la potenza installata del proprio parco impianti, passando dagli attuali 348 MW a 710 MW entro il 2030, con una forte accelerazione sul solare, la cui quota salirà dal 5% al 33% del totale, superando le fonti eolica e idroelettrica. I nuovi impianti, acquisiti dalla società rodigina Aiem Green, player attivo nel settore fotovoltaico e da Blu Holding Srl, includono sia parchi già in costruzione sia progetti pronti a partire in Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio e Campania. Il portafoglio comprende impianti a terra, soluzioni agrifotovoltaiche avanzate e impianti pensati per le Comunità Energetiche Rinnovabili. La produzione annua attesa stimata è di oltre 137.000 MWh di energia, in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 50mila famiglie, evitando l’immissione in atmosfera di circa 32mila tonnellate di CO2e ogni anno. “L’acquisizione segna l’avvio concreto del Piano Industriale e conferma la visione di lungo periodo con cui il Gruppo Agsm Aim guarda alle sfide della transizione energetica. Sviluppare nuovi impianti da fonti rinnovabili significa non solo rafforzare la nostra capacità produttiva, ma contribuire attivamente alla costruzione di un modello energetico più sostenibile, a beneficio sia delle persone che abitano nei nostri territori storici sia dell’intero sistema Paese”, ha commentato Federico Testa, presidente di Agsm Aim. “Questa operazione segna l’inizio di un percorso ambizioso che punta a trasformare profondamente il nostro mix energetico. L’acquisizione di questi impianti fotovoltaici ci consente di accelerare da subito verso uno degli obiettivi chiave del Piano Industriale: raggiungere entro il 2030 il 70% di potenza elettrica installata da fonti rinnovabili, superando la media nazionale attesa del 68% e migliorando sensibilmente l’attuale punto di partenza del 45%. È il segnale concreto che stiamo trasformando la visione strategica in azione, rafforzando il nostro ruolo di attore nazionale nella transizione energetica e ambientale”, ha dichiarato Alessandro Russo, consigliere delegato di Agsm Aim.