ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Il mondo della musica ha perso una pietra miliare del pop melodico anni '60 e '70: è morto oggi, martedì 29 luglio, Livio Macchia, bassista, chitarrista, fondatore e anima dei Camaleonti, una delle band più rappresentative del Beat italiano. Aveva 83 anni e da tempo era malato. È morto a Melendugno (Lecce), dove viveva da tempo, profondamente legato alle sue origini pugliesi: era infatti nato ad Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, il 9 novembre 1941. Musicista sensibile, interprete raffinato e autore appassionato, Macchia è stato protagonista di una stagione irripetibile della musica leggera, firmando insieme alla sua band successi senza tempo come "L'ora dell'amore", "Io per lei", "Applausi" ed "Eternità". Brani che hanno attraversato decenni, generazioni, e che ancora oggi vengono cantati da giovani e meno giovani. Emigrato in Lombardia, nel cuore della Milano degli anni Sessanta, Macchia forma i Camaleonti nel 1963 insieme a Riki Maiocchi, Paolo De Ceglie e Gerry Manzoli, con i quali incarna lo spirito del Beat italiano: eclettismo, repertorio internazionale e attitudine da palcoscenico. Il nome Camaleonti nasce dalla capacità del gruppo di adattarsi ai contesti musicali: alternavano standard americani, polke e twist a seconda del pubblico nelle balere o nei night club, diventando veri e propri 'chameleons' sonori già dal 1964. Il primo grande salto di popolarità arriva con 'L'ora dell'amore' (1968), cover in italiano di 'Homburg' dei Procol Harum (1967), che rimase in vetta alle classifiche per dieci settimane, vendendo oltre 1,5 milioni di copie, seguito da 'Applausi' (1968), con la voce solista di Macchia, che vendette circa 900.000 copie e restò nelle posizioni più alte per dodici settimane. Altri classici come 'Io per lei' ed 'Eternità' consolidano il loro ruolo di protagonisti del panorama musicale italiano di quegli anni. I Camaleonti hanno venduto complessivamente circa 30 milioni di copie, ottenendo quattro dischi d'oro, e si sono esibiti ovunque, anche all'estero, fino a superare i 60 anni di attività senza soluzione di continuità. Livio Macchia aveva sempre ben presente la sua identità artistica: non amava definirsi 'dinosauro', ma 'capostipite' del Beat italiano, in dialogo critico con la scena musicale contemporanea. La carriera di Livio Macchia ha attraversato sei decenni: dai primi raduni Beat al Cantagiro, da Sanremo al Festivalbar, fino ai concerti celebrativi e ai tour internazionali. Anche dopo i grandi successi commerciali, ha continuato a scrivere, suonare, raccontare la sua musica con una coerenza e una passione rare. Accanto a lui, per lunghi anni, Tonino Cripezzi, scomparso nel 2022, con cui Macchia condivideva un’amicizia fraterna oltre la musica Pur segnato dal passare del tempo, Macchia ribadiva spesso la sua propensione per il live: riteneva il palco l'unico spazio autentico per la musica. Negli anni recenti, organizzava improvvisate jam session sulle terrazze del Salento, coinvolgendo amici, musicisti amatoriali e anche suo figlio, Elio Livio, anch'egli musicista. Negli ultimi anni della sua vita, Macchia è tornato stabilmente in Salento, a Melendugno, terra delle sue radici paterne. Il 30 giugno scorso, nonostante la malattia, ha tenuto un concerto nel borgo di Roca Nuova nel comune di Melendugno per celebrare i 60 anni di carriera dei Camaleonti, insieme al figlio e ad alcuni musicisti locali: è un evento d’affetto e testimonianza, uno dei suoi ultimi saluti al pubblico. (di Paolo Martini)
(Adnkronos) - Favorire la mobilità delle competenze creando connessioni tra il tessuto imprenditoriale italiano e le giovani eccellenze del Kenya attraverso l’avvio di percorsi di formazione professionale qualificata, in partnership con i principali attori del mercato del lavoro, che possano creare opportunità in termini di sviluppo economico e occupazione sia per i professionisti che per le comunità. Questo l’obiettivo dell’incontro di questa mattina, presso la sede del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, che ha visto la presentazione del progetto 'FIK – Friendship Italy-Kenya”, avviato da Apri International, Confprofessioni e il ministero del Lavoro e dello Sviluppo delle competenze del Kenya. L’iniziativa, nata per rafforzare la cooperazione tra i due Paesi in linea con gli obiettivi del Piano Mattei, ha promosso lo scambio professionale e formativo di dieci ragazzi kenioti, che dallo scorso mese di giugno sono stati accolti in alcune aziende italiane e coinvolti in progetti coerenti con le loro aree di specializzazione (dall’ingegneria meccanica alla matematica all’It), mettendo a disposizione delle imprese ospitanti le loro competenze e professionalità. Il confronto con la delegazione keniota è stata l’occasione per rafforzare anche la propensione dei Consulenti del Lavoro alla cooperazione internazionale. “Guardiamo con interesse allo sviluppo di tutti i Paesi emergenti, tra i quali il Kenya che sta affrontando la sfida della transizione digitale creando opportunità di lavoro nel settore dell’ingegneria, dell’it e della logistica anche fuori dal Paese”, ha dichiarato il presidente Cno, Rosario De Luca. “Nell’incontro di oggi abbiamo affermato il nostro sostegno a questo progetto ‘pilota’, che ha portato in Italia giovani kenioti, perché siamo convinti che favorire lo scambio di talenti e formazione possa essere la chiave di lettura più efficace per la cooperazione tra Paesi”, ha spiegato. A illustrare l'attività di supporto ai liberi professionisti, messa in atto da Apri International e Confprofessioni anche con il progetto Fik, per accelerare l'internazionalizzazione delle imprese, è stato il presidente Luigi Carunchio, che ha posto l'accento su come i dieci talenti, provenienti dalle migliori dieci università keniane, possano essere ambassador di questo progetto in Kenya, creando un "ponte" tra le imprese italiane interessate e il Paese stesso.
(Adnkronos) - Iren ha rinnovato il proprio Programma Emtn (Euro Medium Term Notes) incrementando l’ammontare massimo da 4 a 5 miliardi di euro. Il Prospetto informativo relativo al Programma è stato approvato da Consob e ha ottenuto il giudizio di ammissibilità alla quotazione sul Mercato Telematico delle Obbligazioni (Mot) da parte di Borsa Italiana. L’approvazione del Prospetto Emtn sul mercato italiano, funzionale all’emissione di titoli obbligazionari, consente di diversificare le fonti di finanziamento, rafforzare la presenza di Iren sul mercato dei capitali e contribuire allo sviluppo di un mercato obbligazionario nazionale sempre più competitivo, trasparente e orientato alla sostenibilità. La costituzione del nuovo Programma Emtn è stata celebrata con una cerimonia “Ring the Bell” avvenuta stamattina a Palazzo Mezzanotte, in Piazza degli Affari a Milano, alla presenza di rappresentanti di Iren, Consob e Borsa Italiana. L’operazione si inserisce nella strategia aziendale volta a rafforzare la presenza sul mercato obbligazionario: attualmente il Gruppo ha in circolazione bond senior per un ammontare complessivo di 3,5 miliardi di euro, inclusi sei green bond, in linea con gli obiettivi ESG del Gruppo, oltre all’emissione, a gennaio 2025, del primo bond ibrido da 500 milioni di euro. Il Programma EMTN ha ricevuto il giudizio “BBB” da parte delle agenzie di rating Fitch Ratings e S&P Global Ratings. L’operazione ha visto il coinvolgimento di Mediobanca in qualità di Arranger e di Goldman Sachs International, Intesa Sanpaolo (Divisione IMI CIB) e UniCredit nel ruolo di Dealer. Iren è stata assistita dallo studio legale Legance e le banche sono state assistite dallo studio legale Gianni & Origoni. “Il rinnovo del programma Emtn, per la prima volta approvato da Consob e quotato sul Mot è un passo importante per la nostra società, perché ci consentirà di raccogliere nuovi capitali sui mercati finanziari in maniera ancora più efficiente. Questo per realizzare gli investimenti industriali del nostro Piano. – dichiara Luca Dal Fabbro, presidente esecutivo di Iren – L’operazione è in linea con la strategia finanziaria di privilegiare gli strumenti obbligazionari ed in particolare i finanziamenti di tipo sostenibile, che oggi sono pari circa al 90% del debito totale”.