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(Adnkronos) - Ecco una selezione delle novità in libreria, tra romanzi, saggi, libri d'inchiesta e reportage, presentata questa settimana dall'AdnKronos. 'Mimica' (Fazi) di Sebastian Fitzek È uscito in tempo per diventare una delle letture più gettonate sotto l'ombrellone il nuovo thriller mozzafiato dello scrittore berlinese Sebastian Fitzek, 'Mimica', pubblicato in Italia da Fazi. Un leggero tic all’angolo della bocca, il minimo movimento della pupilla sono sufficienti a farle capire il vero io di una persona: Hannah Herbst è l’esperta tedesca di mimica facciale, specializzata nei segnali segreti del corpo umano. Come consulente della polizia, ha già fatto condannare diversi criminali violenti. Ma proprio mentre sta lottando con le conseguenze della perdita di memoria dopo un’operazione, si trova ad affrontare il caso più terribile della sua carriera: una donna ha confessato di aver ucciso la sua famiglia in modo brutale. Solo il figlio più piccolo, Paul, è sopravvissuto. Dopo la confessione, la madre è riuscita a fuggire dal carcere. Sta cercando suo figlio per completare la sua missione? Hannah Herbst ha a disposizione soltanto il breve video della confessione per incastrare la madre e salvare Paul. C’è solo un problema: l’assassina del video è Hannah stessa! 'La radice del male' (NN Editore) di Adam Rapp Si intitola 'La radice del male' (NN Editore), il nuovo romanzo dello scrittore e drammaturgo statunitense Adam Rapp, che indaga le piccole crepe che segnano il destino di una famiglia perbene; solchi che possono diventare abissi o aprirsi alla luce, se si trova il coraggio di chiedere aiuto. La storia prende le mosse ad Elmira, nello stato di New York, durante l'estate del 1951. Myra Larkin, tredici anni, dopo la messa accetta un passaggio da un ragazzo affascinante che dice di essere Mickey Mantle, la giovane promessa degli Yankees. Quella notte, i vicini di casa di Myra vengono brutalmente assassinati, e i sospetti ricadono su uno sconosciuto molto simile al suo nuovo amico. È il primo di una serie di episodi di cronaca nera che incrociano la vita dei Larkin, mentre ognuno di loro insegue a suo modo il sogno americano. Myra, che cresce da sola il figlio Ronan dopo che il marito ha avuto una crisi psicotica, è l’unica a tenere i contatti con la famiglia: con Lexy, donna in carriera, e Fiona, eterna ribelle e attrice mancata a Broadway; e con Alec, ombroso e sfuggente, tormentato dai fantasmi di un’infanzia segnata dagli abusi e dall’indifferenza della madre, la cattolicissima Ava. E quando proprio Ava inizia a ricevere inquietanti cartoline anonime, presagio di eventi terribili, soltanto Myra, con l’aiuto del figlio, avrà la forza di affrontare quel male oscuro che sta inghiottendo la sua famiglia. La radice del male racconta un’America dove la quotidianità è intrisa di violenza, e la casa è insieme rifugio e pericolo. 'La torre segreta delle aquile' (Newton Compton) di Marcello Simoni Intrighi, giochi di potere, complotti dinastici e due famiglie unite da un segreto sono al centro del nuovo thriller storico di Marcello Simoni, 'La torre segreta delle aquile', pubblicato da Newton Compton. Il romanzo è ambientato nel 1127, sulle coste della Sicilia nord-occidentale, dove due famiglie di stirpe normanna, una cristiana e l'altra pagana, una legata alla Sicilia e l'altra alla contea francese di Évreux, stanno per intrecciare i loro destini. L'incontro avviene sotto il sole cocente del Mediterraneo, sulla spiaggia del castello di Sagitta. Da un lato, il barone Galgano e sua figlia Altruda, signori di quelle terre. Dall'altro, tre fratelli appena sbarcati da una nave dalla testa di drago: il giovane Folco, la mezzana Fresenda e un bambino ancora in fasce di nome Abelardo. Sullo sfondo di una realtà dominata da guerre, tradimenti e tensioni dinastiche, i nuovi arrivati dovranno adattarsi in fretta ai giochi di potere dei normanni di Sicilia per trovare un posto in quel regno d'insidiosa bellezza. Ma per il coraggioso Folco di Évreux, sposare Altruda non sarà sufficiente a garantire un futuro ai suoi congiunti. Il barone Galgano è, infatti, un uomo dai molti segreti. Il più spaventoso dei quali si trova nascosto nella torre più antica del suo castello. 'Venti' (Einaudi) di Mario Vargas Llosa E' un malinconico commiato quello che lo scrittore peruviano Premio Nobel Mario Vargas Llosa, morto nell'aprile scorso, ha affidato al suo ultimo romanzo 'Venti', uscito in Italia il primo luglio per Einaudi. "Inguaribile conservatore": così l’amico Osorio definisce il centenario narratore di questo romanzo. Che da buon nostalgico, insieme a pochi altri "relitti" come lui, non poteva mancare alla manifestazione contro la chiusura del cinema Ideal, una delle ultime sale ancora attive a Madrid. L’evento si è svolto nell’indifferenza generale: del resto alle nuove generazioni non interessa la scomparsa di quel luogo obsoleto, insieme a musei, librerie, biblioteche, teatri. Ormai basta uno schermo per avere il mondo a portata di mano, e l’arte assume la forma di una meraviglia digitale. Appare lontanissima l’epoca in cui leggere un classico o ammirare un dipinto dal vero davano quell’appagamento profondo che il narratore rimpiange. Così come avverte la mancanza dell’ex moglie Carmencita, abbandonata per un folle amore passeggero. Sono queste, e tante altre, le riflessioni sul passato e sul presente in cui si perde l’anziano mentre, dopo la manifestazione, vaga alla ricerca di casa sua. Non gli è mai successo, ma ora proprio non riesce a ricordare l’indirizzo. Solo, smarrito, in preda alle terribili flatulenze di cui soffre da tempo, l’anziano passa e ripassa per strade e piazze che distingue a malapena, fermandosi ogni tanto su una panchina a riposare, intrappolato nel centro labirintico di una Madrid surreale, ma perfettamente riconoscibile. Si fa sempre più tardi, e si profila l’idea angosciante della notte all’addiaccio, e la mattina seguente il telefono che squillerà a vuoto quando Osorio chiamerà per il consueto controllo reciproco di esistenza in vita, e tutti quei venti che metterebbero a dura prova chiunque… Quali sorprese riserva ancora questa giornata complicata per lo smemorato narratore? Può forse mancare l’incontro con il destino? 'Gli omicidi dei tarocchi' (Giunti) di Barbara Baraldi E' un giallo magnetico e visionario, che fonde logica e mistero, il nuovo romanzo di Barbara Baraldi, 'Gli omicidi dei tarocchi', appena uscito per Giunti. Trieste è una città abituata al silenzio, ma questa volta tace per paura. Un killer senza volto ha commesso due delitti: le vittime non sembrano avere nulla in comune, se non che sulle scene vengono trovate due carte dei tarocchi, la Temperanza e la Ruota della Fortuna. Appena la commissaria Emma Bellini le vede, il gelo la attraversa. Quelle carte fanno parte di un mazzo realizzato a mano da sua sorella Maia, artista e appassionata di esoterismo, con cui non parla da anni. Emma ora non può evitare il confronto. Deve ritrovare Maia, interrogarla, capire cosa leghi il mazzo agli omicidi. Maia, però, è atterrita: rivela di aver distrutto tutte le carte da tempo, dopo un evento drammatico che ha stravolto la sua vita e l'ha portata a rinnegare per sempre la divinazione. Un trauma che le ha lasciato una parola incisa nella memoria, come un'eco lontana o un marchio a fuoco. Safir. Quando un terzo cadavere viene ritrovato, con un'altra carta accanto, l'indagine diventa una corsa contro il tempo. Mentre Emma segue i fili logici di un enigma che sembra sfuggire a ogni razionalità, Maia rimette mano ai tarocchi per cercare di far pace con il passato. E, forse, per ritrovare sua sorella. 'Con la massima discrezione' (Guanda) di Arnaldur Indriðason Il maestro islandese del poliziesco, Arnaldur Indriðason, torna nelle librerie italiane con il nuovo 'Con la massima discrezione', edito da Guanda. Da giorni imperversa su Reykjavík una fitta nevicata che ha imbiancato tutto e non accenna a diminuire. In condizioni del genere è sconsigliato uscire, ma l’anziana donna che quella mattina si presenta alla centrale di polizia pensa di avere a che fare con una faccenda davvero importante. Fra gli oggetti del marito mancato da poco ha appena trovato una Luger degli anni Quaranta, nascosta dietro una cassetta degli attrezzi in garage. Non l’aveva mai vista prima, il marito non andava a caccia e non aveva motivo di possedere una pistola. La Scientifica non tarda ad appurare che si tratta dell’arma di un delitto commesso nel 1955 nel quartiere popolare dei Múlar, la cui vittima era un ventenne di nome Garðar. Tuttavia, non c’è nulla che colleghi il defunto a quell’omicidio. A chi apparteneva allora la Luger? Konráð si ricorda benissimo di avere visto un’arma identica fra le mani di suo padre... Tutti gli indizi portano a vecchie conoscenze del detective, criminali che hanno gestito e coperto per anni sordidi giri di pedofilia. Il cerchio si stringe attorno al colpevole e Konráð sente di essere a un passo dalla verità. Ma sarà una verità difficile da accettare. 'L'estate delle spie' (Longanesi) di Tess Gerritsen La scrittrice californiana Tess Gerritsen torna nelle librerie con il giallo 'L'estate delle spie', edito da Longanesi. Maggie Bird credeva che Purity fosse il paradiso. Un tranquillo villaggio sulla costa del Maine dove godersi la pensione contemplando l’oceano e chiacchierando di libri con le amiche, sorseggiando un buon Martini: cosa potrebbe mai rovinare l’idillio? Facile: prima la sparizione della figlia adolescente di una ricca famiglia, poi un amico, nonché vicino di casa, che viene accusato ingiustamente, mentre la polizia brancola nel buio; ciliegina sulla torta: un cadavere in avanzato stato di decomposizione che spunta dalle acque di uno stagno. Maggie e il resto del Martini Club, cui si sono uniti gli ex colleghi della CIA in pensione, non possono fare altro che accantonare libri e cocktail e ricominciare a indagare. La situazione, però, è persino più complessa e pericolosa di quanto possa sembrare a una prima occhiata, perché tutti gli eventi che hanno gettato la cittadina di Purity nel caos sono collegati tra loro. Segreti sepolti da tempo sono pronti a riemergere dalle sabbie del passato e la Signora delle spie dovrà scoprire la verità prima che sia troppo tardi. 'La gatta ci ha messo lo zampino' (Sellerio) di Dolores Hitchens Sellerio riporta in libreria 'La gatta ci ha messo lo zampino', uno dei gialli che la scrittrice statunitense Dolores Hitchens ha dedicato tra il 1939 e il 1956 ai "misteri della gatta". L’arrivo di una lettera inattesa sconvolge la vita ordinata delle sorelle Murdock e della gatta Samantha a Los Angeles. Ad inviarla è stata Prudence Mills, la nipote di una vecchia amica, che spera di poter contare sulle doti investigative di Miss Rachel. Prudence ha paura: pochi giorni prima, l’inquietante disegno di una mano mutilata, accompagnato da una scritta sibillina, è stato lasciato sotto la porta di casa Mills. Subito si accende la curiosità di Rachel e l’ansia di Jennifer, la quale teme che la sorella si lasci coinvolgere in una nuova pericolosa indagine. Le sue proteste, però, servono a poco: l’arzilla settantenne, indossato il taffetà d’ordinanza, ha già preparato bagagli e cestino da viaggio per Samantha ed è pronta a raggiungere Prudence Mills a Crestline, dove vive con le sue sorelle. Immersa nella neve e nel silenzio, Crestline sembra il luogo perfetto per una vacanza ristoratrice, ma l’atmosfera si fa presto carica di tensione e di mistero. Tra le vette innevate incombe una sensazione di minaccia opprimente, rafforzata da scoperte inattese: il volto sfregiato di Prudence, l’arrivo di nuovi indecifrabili biglietti, visite di sconosciuti nella notte. E una casa, quella degli Schuyler, forse troppo vicina al cottage delle sorelle Mills. Tra affari poco limpidi, menzogne, rancori e segreti di famiglia, Miss Rachel dovrà affrontare due inspiegabili omicidi e avviare le indagini. Unica arma, come sempre: la sua acuta capacità di leggere l’animo umano. Immancabile alleata, più o meno consapevole: la gatta Samantha, col suo setoso pelo nero e gli occhi verdi carichi di complicità. Mentre il caso sembra deviare su orbite nuove e inspiegabili, la vita di Miss Rachel sarà messa in serio pericolo da un nemico lontano, capace però di osservarla attraverso «le barriere del tempo e della morte». Un nemico contro il quale ben poco potrà fare la disperata protezione del burbero tenente Mayhew. "La gatta ci ha messo lo zampino" è un romanzo di mistero e di suspense, scritto con l’eleganza divertita che contraddistingue i casi dell’anziana detective e della sua inseparabile gatta. Se è vero che tutti i felini, indifferenti a compiacere gli altri, tendono all’introversione meditabonda, la gatta Samantha – come ha scritto Joyce Carol Oates – ha proprio "il genere di personalità adatta all’investigazione obiettiva e allo smascheramento degli inganni". In altre parole: a metterci lo zampino. Difficile resisterle. 'Se i libri potessero uccidere...' (Leggereditore) di Kate Carlisle Durante un viaggio in Scozia, la rilegatrice Brooklyn Wainwright viene coinvolta in un nuovo caso in 'Se i libri potessero uccidere... Un'esperta di libri antichi indaga', secondo romanzo della serie Misteri per bibliofili, bestseller del New York Times, firmato da Kate Carlisle, pubblicato in Italia da Leggereditore. Brooklyn Wainwright, esperta restauratrice di libri, è felice di partecipare alla Fiera del Libro di Edimburgo, famosa in tutto il mondo. Fino a quando il suo ex, Kyle McVee, si presenta con una notizia bomba. È entrato in possesso di una copia originale di un manoscritto scandaloso che potrebbe cambiare la storia e umiliare l’amata monarchia britannica. Nel tentativo di togliersi dalla testa la storia di Kyle, Brooklyn decide di fare un giro notturno per la città. Purtroppo, si ritrova ben presto faccia a faccia con un cadavere: quello del suo ex Kyle. La polizia è convinta che lei sia colpevole, ma con un’intera convention di sospettati, Brooklyn ha tempo e modo di condurre la propria indagine. Per risolvere il caso, dovrà scoprire se il movente dell’omicidio è legato a un segreto vecchio duecento anni oppure a qualcosa di molto più personale...
(Adnkronos) - Il 90% delle startup fallisce entro cinque anni, come spiega Startup Genome. Quindi, in Italia, solo il 10% sopravvive. E no, non è per mancanza di creatività. E’ per assenza di metodo, di competenze reali e di una cultura d’impresa all’altezza delle sfide attuali. A mancare, in molti casi, non è l’innovazione, ma la capacità di trasformarla in un’impresa economicamente sostenibile. i “Una startup non è una scommessa: è una macchina complessa da far funzionare, ogni giorno, con lucidità e pragmatismo”, spiega all’Adnkronos/Labitalia Nicola Zanetti, fondatore di B-PlanNow, autore del libro Startup Fundamentals e protagonista dell’ecosistema europeo tra InnovUp, Italian Tech Alliance, Bulgarian Venture Capital Association e Besco. “Oggi - afferma - fare impresa significa saper governare l’incertezza. Chi guida una startup deve essere un manager della complessità, capace di leggere i mercati in movimento, anticipare i cambiamenti e formarsi costantemente - in verticale (sul proprio settore) e in orizzontale (su strategia, execution, marketing, finanza). La differenza tra chi scala e chi si arena si gioca qui: nella capacità di prendere decisioni rapide, informate e adattive. E serve una preparazione che non si improvvisa”. Negli ultimi quindici anni Zanetti ha lavorato con centinaia di team in fase pre-seed e seed tra Italia ed Europa dell’Est, divulgando i temi legati all’imprenditorialità anche nel suo blog, seguito da oltre 10.000 lettori ogni mese. “Fare impresa - avverte - non è un atto creativo fine a sé stesso, ma un processo decisionale continuo che deve poggiare su basi solide: dati, metriche, insight quantitativi e qualitativi. E’ finita l’era delle scelte ‘di pancia’. Oggi, chi non sa leggere il contesto, analizzare il comportamento del cliente, comprendere i pattern di acquisto e monitorare in tempo reale le performance delle proprie azioni è semplicemente tagliato fuori. L’imprenditoria moderna vive di analisi predittiva”. Secondo la sua analisi, il motivo principale per cui molte startup non superano nemmeno il primo anno è, infatti, la mancanza di competenze manageriali trasversali: pianificazione strategica, gestione finanziaria, organizzazione del lavoro e visione operativa. “L’errore più comune - continua - tra chi si affaccia al mondo dell’imprenditoria e in particolare delle startup è credere che un’intuizione brillante sia sufficiente per costruire un business di successo. Ma la realtà è molto diversa. Un’idea, per quanto affascinante, senza numeri resta un’opinione. E oggi, nel mercato attuale, le opinioni non bastano più. Ai primi posti tra le cause di fallimento ci sono l’esaurimento dei fondi, l’assenza di un mercato effettivo, business model fragili, problemi di pricing e difficoltà interne al team. Tutti elementi che derivano da una preparazione insufficiente su come guidare un’impresa, più che da una carenza di idee”. “L’Italia - sottolinea - è piena di energie imprenditoriali, ma manca una rete solida e continua che accompagni le startup nei primi mille giorni, quando la sopravvivenza si gioca su pochi margini”. Dall’esperienza sul campo, Zanetti ha anche individuato cinque errori ricorrenti che accomunano molte startup che non riescono a crescere: 1) non validare il bisogno di mercato prima di costruire il prodotto; 2) non avere un business model chiaro e innovativo fin dall’inizio; 3) comunicare in modo vago, senza un posizionamento nitido; 4) cercare fondi troppo presto, senza numeri né strategia; 5) affrontare tutto da soli, senza mentor né visione esterna. “Una buona idea - fa notare - non è automaticamente un buon business. Senza validazione, il rischio è costruire un castello nel deserto. E la raccolta fondi non è un punto di partenza, è un punto d’arrivo”. Per rispondere a queste criticità, Zanetti ha sviluppato il metodo ScaleUp, un approccio operativo articolato in sei fasi: modello di business, validazione, posizionamento, go-to-market, modello economico e kpi, fundraising. Un percorso non standardizzato, ma modellato su contesto reale, risorse e mercato. “Ogni progetto - sottolinea - ha bisogno di strumenti concreti ad hoc per decidere meglio. E farlo subito E in un contesto in cui le risorse economiche scarseggiano proprio nei momenti più delicati e in cui la narrazione sulle startup è spesso più ottimistica che realistica, la vera sfida per l’Italia è aiutare chi ha idee a renderle resistenti nel tempo. La priorità oggi non è moltiplicare le startup, ma fare in modo che quelle che esistono diventino aziende vere. Fare impresa oggi è - o dovrebbe essere - una scienza applicata. Ogni mossa può (e deve) essere validata. Ogni strategia può essere testata. Ogni investimento può essere ottimizzato. Questo non significa togliere spazio alla creatività, ma incanalarla dentro un processo strutturato, misurabile e replicabile. Il mio obiettivo è sempre stato creare scaleup profittevoli e non unicorni da vetrina, capaci di stare sul mercato per anni, e far crescere il capitale dei soci e degli investitori”.
(Adnkronos) - Sono 90 le località rurali che hanno ricevuto il riconoscimento Spighe Verdi 2025, rispetto alle 75 dello scorso anno: 17 sono i nuovi ingressi, 2 i Comuni non confermati. Le Spighe Verdi 2025 per i Comuni rurali, alla decima edizione, sono state annunciate nel corso della cerimonia di premiazione che si è svolta a Roma presso il Cnr alla presenza dei sindaci vincitori. Spighe Verdi è un programma nazionale della Fee - Foundation for Environmental Education, l’organizzazione che rilascia nel mondo il riconoscimento Bandiera Blu per le località costiere, pensato per guidare i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità. Per portare i Comuni rurali alla graduale adozione dello schema Spighe Verdi, la fondazione Fee Italia ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità. Alcuni indicatori presi in considerazione sono stati: la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano; l’accessibilità per tutti senza limitazioni. "Il 2025 segna un forte incremento del programma Spighe Verdi - dichiara Claudio Mazza, presidente della fondazione Fee Italia - ben 17 nuovi ingressi che testimoniano la crescente attenzione delle amministrazioni locali verso uno sviluppo rurale realmente sostenibile. Questo dato, che arriva nel decimo anno del programma, rappresenta un segnale concreto di cambiamento, in cui la gestione del territorio, la qualità ambientale e il benessere delle comunità diventano priorità condivise e strumenti di crescita. Spighe Verdi non è un riconoscimento simbolico: è un percorso volontario, rigoroso e trasparente, che richiede impegno costante, visione amministrativa e capacità di coinvolgimento del tessuto sociale e produttivo del territorio. L’adesione di così tanti Comuni a questo modello con convinzione testimonia che anche le località rurali italiane stanno finalmente prendendo consapevolezza del proprio ruolo centrale nella costruzione di un futuro sostenibile per il nostro Paese”. “Il programma Spighe Verdi conferma anche nel 2025 la sua funzione strategica per la crescita dei Comuni rurali e delle aree interne del nostro Paese - ha sottolineato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura - L’agricoltura è protagonista di questo percorso: dalle pratiche sostenibili all’economia circolare, dalla tutela del paesaggio alla valorizzazione delle produzioni tipiche e dell’accoglienza. Sono questi i pilastri che guidano il lavoro delle imprese agricole e che ritroviamo pienamente negli obiettivi fissati da Fee Italia”. Le Spighe Verdi 2025 sono state assegnate in 15 Regioni. Il Piemonte ottiene il maggior numero di riconoscimenti con 18 Spighe Verdi (cinque ingressi): Acqui Terme, Alba, Bra, Canelli, Carignano, Castiglione Falletto, Centallo, Cherasco, Chiusa di Pesio, Gamalero, Gavi, Guarene, Monforte d’Alba, Narzole, Poirino, Pralormo, Santo Stefano Belbo e Volpedo. Salgono a 10 le località per la Calabria (tre nuovi Comuni): Belcastro, Cariati, Crosia, Miglierina, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Santa Maria del Cedro, Sellia Marina, Trebisacce, Villapiana. Le Marche vantano 9 località premiate: Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano, Montelupone, Numana, Senigallia, Sirolo. Segue la Toscana che ottiene 8 riconoscimenti: Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Gambassi Terme, Grosseto, Massa Marittima, Orbetello. Sono 8 le Spighe Verdi in Umbria (un ingresso e un’uscita): Deruta, Gubbio, Montecastrilli, Montefalco, Norcia, Scheggino, Todi, Trevi. Anche la Puglia ottiene 8 Comuni Spighe Verdi: Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Maruggio, Nardò, Ostuni, Troia. La Campania ottiene 7 riconoscimenti (con un ingresso): Agropoli, Ascea, Capaccio-Paestum, Foiano di Val Fortore, Massa Lubrense, Monteforte Cilento, Positano. Sono 5 le località del Lazio (un ingresso e un’uscita): Canale Monterano, Gaeta, Rivodutri, Sabaudia, San Felice Circeo. In Liguria i Comuni sono 4 (con due nuove località): Andora, Borgio Verezzi, Lavagna, Sanremo. La Sicilia arriva a 3 località con due nuovi Comuni: Modica, Ragusa, Vittoria. Con un nuovo Comune, salgono a 3 anche le Spighe Verdi in Abruzzo: Gioia dei Marsi, San Salvo e Tortoreto. Il Veneto vanta 2 località: Montagnana e Porto Tolle. Sono 2 i Comuni Spighe Verdi anche in Basilicata (un nuovo ingresso) - Nova Siri e Pisticci - e in Lombardia: Ome e Sant’Alessio con Vialone. Uno è il Comune in Emilia-Romagna, Parma.