ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Si è svolto nella giornata di domenica 15 settembre a partire dalle ore 10.30 il convegno "Parliamo di popolarismo europeo e italiano", organizzato dalla Fondazione Foedus presso la certosa di Trisulti a Collepardo, in provincia di Frosinone, per approfondire i temi cari agli amministratori che vedono il 'centro' e il Partito Popolare Europeo come una risorsa che deve necessariamente trovare una rispondenza sul territorio nazionale, ritrovando le sue radici nel Popolarismo Italiano. Si legge in una nota. Da Trisulti nasce il manifesto che accompagnerà la formazione di un nuovo progetto che guarda al 2027 a cui parteciperanno il ministro degli esteri Antonio Tajani che ha sostenuto le ragioni di un nuovo spazio dove condividere valori e il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi. Mario Baccini, presidente della Fondazione Foedus ha commentato: "Questo evento è un impegno concreto degli amministratori pubblici per parlare e confrontarsi sui temi del popolarismo europeo ed italiano e soprattutto per creare i presupposti che rispostino l’asse dal populismo al popolarismo che rimette al centro la persona con le sue necessità". La kermesse è stata aperta dall’intervistatore del vicedirettore del TG2, Maria Antonietta Spadorcia al ministro degli Esteri, Antonio Tajani che ha ribadito la necessità di creare un contenitore che possa essere il luogo del confronto per tutti coloro che condividono una prospettiva comune, una aggregazione di intellettuali, mondo civico e persone che vogliono lavorare per costruire una nuova classe dirigente e una nuova prospettiva per il Paese. Il secondo intervento della mattinata é stato riservato all’intervista di Maurizio Lupi, condotta dalla giornalista Emma Evangelista, in cui il leader di Noi Moderati ha ribadito la necessità:” di sostenere le ragioni di una politica per la persona, che prima di tutto investa nella cultura e nella formazione dei giovani e gli offra una possibilità economica maggiore per poter affrontare l’ingresso nel mondo lavorativo, così come l’opportunità di formare e sostenere una famiglia. Una politica fatta di concretezza per sostenere un manifesto che dia valore a un progetto comune che guarda al 2027”. Tra gli ospiti intervistati il professor Enrico Michetti che si è confrontato con la giornalista Mediaset, Ida Molaro sui temi della giustizia, delle riforme e sul diritto costituzionale. Tra gli altri erano presenti il senatore Claudio Lotito, l’onorevole Pino Bicchielli, l’on. Marco di a stefano, il consigliere Pino Cangemi, il professor Rocco Pezzimenti, a Rodolfo De Laurentiis e molti sindaci e amministratori del territorio monsignor Vittorio Formenti che ha celebrato la santa messa a conclusione dell’evento.
(Adnkronos) - "Gli effetti positivi sul piano occupazionale fanno pensare ad un territorio che nel complesso ha reagito bene allo choc pandemico, superando la precedente offerta di lavoro di gran lunga e nel complesso crescendo. Intanto è però in atto un fenomeno di concentrazione delle imprese in alcuni comparti (commercio e agricoltura in primis) ed espulsione dei player meno competitivi dal mercato, con contemporaneo rafforzamento di una base produttiva più consolidata e dinamica. Lo stock di imprese del territorio di competenza della Camera di Commercio di Bari fa infatti segnare una diminuzione di 4.401 aziende in cinque anni (-3%)". Così, con Adnkronos/Labitalia, Luciana Di Bisceglie, presidente Camera di Commercio di Bari e di Unioncamere Puglia, analizza la situazione delle imprese e del tessuto produttivo barese. Secondo l'ufficio studi di Unioncamere Puglia, le imprese nelle province di Bari e BAT al 2° trimestre 2024 risultano essere 142.262 dando lavoro a 466mila persone, contro i 410mila occupati di cinque anni prima. (2° trim. 2019). Per Di Bisceglie quella che stanno vivendo le imprese del territorio "è una dinamica complessa, che vede uscire dal mercato soprattutto aziende poco strutturate e non riguarda tutti i settori. Si perdono aziende nei comparti del commercio al dettaglio (-2.201) e ingrosso (-1.027), dell'agricoltura (-932) e di altri settori maturi (moda, edilizia, ecc.). Vanno invece molto bene, per natimortalità, altri settori: lavori di costruzione specializzati, dalla muratura all'idraulica, dagli infissi alla pitturazione e ad altri installatori (+910 imprese)". Secondo la presidente della Camera di commercio "crescono anche l'alloggio (+602), le attività immobiliari (+500), i servizi alla persona (+398, soprattutto estetisti, parrucchieri, centri benessere) e le attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale (+385). Questo dato "bipolare", con aumento dell'occupazione e diminuzione di alcuni settori, ma con crescita in altri, è assolutamente in linea non solo con quanto avviene in Puglia, ma con gli andamenti dell'intero Paese", sottolinea. Sulle imprese che stanno performando al meglio Di Bisceglie chiarisce che "non è possibile fornire dati precisi a fronte di processi articolati che per molti versi sono ancora in itinere. Possiamo probabilmente dire che i servizi sono stati trainanti nell’ultimo periodo, nonostante qualche rallentamento, per alcuni specifici settori, rispetto all’anno precedente". E sulle aspettative per la ripresa di settembre la presidente della Camera di commercio sottolinea che "in queste ultime settimane è evidente che si stanno raccogliendo i dati soprattutto sul turismo che, al di là dei numeri, sembrano segnalare un lento ma progressivo allungamento della stagionalità, andando oltre i canonici mesi estivi, soprattutto per i turisti stranieri. Ѐ chiaro però che c’è ancora molto da fare in direzione della destagionalizzazione, anche per avere una risposta occupazionale che specie nell’ultimo anno ha visto grandi problemi di reperimento di molte figure professionali, soprattutto le più qualificate", sottolinea. Le difficoltà più serie sono in altri settori. "Sono invece molte le incertezze sul versante agricolo, anche a causa dei cambiamenti climatici e più in generale per la redditività connessa ai prezzi all’origine, ancora mediamente relativamente bassi specie se raffrontati con il forte incremento dei costi di produzione. Preoccupazioni si registrano anche per alcuni importanti comparti industriali, a cominciare dall’automotive e la relativa componentistica alle prese con gli effetti delle transizioni energetica ed ambientale", sottolinea. E sulle preoccupazioni delle aziende per il futuro Di Bisceglie spiega che "non si può parlare di specificità territoriali. Si tratta di problemi che affrontano da tempo la maggior parte delle imprese del Mezzogiorno. La ripresa post pandemica è stata vivace, come segnalato anche dal Rapporto Svimez secondo il quale la Puglia nel periodo 2019-2023 è stata la regione italiana più dinamica con una crescita del 6,1%. Una crescita che ovviamente si sviluppa a macchia di leopardo anche all’interno delle singole province". "Le imprese vivono tutte le incertezze di un periodo che, nonostante l’incremento del Pil e dei tassi occupazionali, mostra ancora difficoltà negli investimenti, preoccupazioni in termini di mercato, soprattutto domestico, qualche difficoltà di accesso al credito ed un mismatch tra domanda e offerta di lavoro che risulta particolarmente grave nel Mezzogiorno, specie nelle aree più sviluppate, anche a fronte di una emigrazione giovanile non irrilevante. Un fenomeno, quest’ultimo, che aggrava un inverno demografico che non accenna ad attenuarsi. Basti dire che al 1° gennaio 2023 in Puglia risiedevano 4.052.566 persone, oltre 144mila in meno (-3,5%) del 2011", conclude.
(Adnkronos) - Accelera la fusione del ghiacciaio della Marmolada, al ritmo attuale entro il 2040 non esisterà più. A fare il punto è Carovana dei ghiacciai 2024, la campagna nazionale di Legambiente in collaborazione con Cipra Italia e con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, che oggi conclude il suo viaggio sull’arco alpino con la sesta tappa sulla Marmolada diffondendo i dati sullo stato di salute del ghiacciaio e informando i cittadini sugli effetti della crisi climatica ad alta quota. "Il ghiacciaio della Marmolada, il più grande delle Dolomiti, è ormai un ghiacciaio in coma irreversibile - spiega Legambiente - Dal 1888 è arretrato di 1.200 metri e con un innalzamento della quota della fronte di 3500 metri. Negli ultimi cinque anni il ghiacciaio ha perso ben 70 ettari di superficie, ossia pari a 98 campi da calcio passando da circa 170 ha del 2019 ai 98 nel 2023. A questo ritmo entro il 2040 il ghiacciaio della Marmolada non esisterà più. Una condanna a morte che condivide con i due ghiacciai più grandi delle Alpi, quello dell’Adamello, situato tra Lombardia e Trentino, e quello dei Forni, in Lombardia, tutti e tre posti sotto i 3500 metri e segnati da perdite di spessore importanti". "Misure sulle condizioni superficiali dei ghiacciai indicano che il ghiacciaio della Marmolada e dei Forni hanno picchi di perdita di spessore a breve termine rispettivamente di 7 e 10 cm al giorno; mentre per il ghiacciaio dell’Adamello le misurazioni a lungo termine rilevano che la perdita di spessore derivata dalla fusione glaciale permette di camminare oggi sul ghiaccio derivato dalle nevicate degli anni '80", spiega l'associazione. Il ghiacciaio della Marmolada è un "super osservato speciale da Carovana dei ghiacciai che ha fatto tappa sulla Regina delle Dolomiti già nel 2020 e nel 2022 per poi tornarci nel 2024. Quello che emerge è un ghiacciaio in forte sofferenza: se 136 anni fa si estendeva per circa 500 ettari, ed era grande come 700 campi da calcio, dal 1888 ha registrato una perdita areale superiore all’80% e una perdita volumetrica superiore al 94%. Nel 2024 lo spessore massimo è di 34 metri. L’accelerata della fusione del ghiaccio ad alta quota sta lasciando il posto ad un deserto di roccia bianca, levigata da quello che un tempo era il grande gigante bianco, e prendono vita nuovi ecosistemi". “Le Alpi sono un luogo fondamentale a livello nazionale ed europeo, ma sono anche sempre più fragili a causa della crisi climatica che avanza. Il ghiacciaio della Marmolada - dichiara Vanda Bonardo responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di Cipra Italia - ne è un esempio importante e con Carovana dei ghiacciai abbiamo raccontato la sofferenza di un ghiacciaio morente, segnato da un’accelerazione del processo di fusione che ha numeri impressionanti e che richiede risposte urgenti a partire da una governance sostenibile del territorio. Per questo abbiamo sottoscritto il Manifesto per Un’altra Marmolada per una fruizione sostenibile della montagna presentato da Climbing For Climate”. “Con Carovana dei ghiacciai, che con questa tappa conclude la sua quinta edizione, non solo è importante conoscere e capire cosa sta accadendo ad alta quota, ma anche che impatti sta avendo la crisi climatica in queste aree montane e che ripercussioni sta provocando a valle. La conoscenza, unita alla ricerca scientifica - commenta Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - devono però essere accompagnate anche da politiche di adattamento e di mitigazione, e da interventi su scala nazionale e locale, coinvolgendo anche le comunità locali. Per questo riteniamo sempre più urgente l’attuazione, accanto alle politiche di mitigazione, di un efficace piano di adattamento nazionale alla crisi climatica, a partire dalle zone più vulnerabili, come l’alta montagna". “I dati glaciologici sulla Marmolada rendono questo ghiacciaio emblematico per la sofferenza di tutti i ghiacciai alpini - dichiarano Valter Maggi e Marco Giardino, rispettivamente presidente e vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano - Si tratta di un corpo glaciale scarsamente alimentato che soffre a causa della pressione climatica e antropica. Le trasformazioni ambientali si stanno ripercuotendo su questo ambiente glaciale e dobbiamo tenerne conto sia per i ghiacciai sia per le aree circostanti”.