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(Adnkronos) - "Sovrappeso" si può usare o è un insulto? Ultimo esempio di linguaggio scivoloso, è quello relativo alla frase pronunciata dal giornalista e storico Paolo Mieli a Radio24, durante la consueta lettura mattutina dei giornali, a proposito della candidata di Alleanza Verdi e Sinistra in Campania Souzan Fatayer, definita "in leggerissimo sovrappeso". In un contesto in cui il corpo è troppo spesso bersaglio di giudizi sprezzanti, e il body shaming è ormai riconosciuto come 'piaga del nuovo millennio', al punto da rendere necessario anche un intervento legislativo - con la recente approvazione alla Camera della proposta di legge per l’istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone - occorre prestare molta attenzione alle parole, come emerge dalla lettura del nuovo Dizionario dell'italiano Treccani 100, diretto da Valeria Della Valle e Giuseppe Patota. I linguisti curatori del Dizionario Treccani 100, che hanno accolto anche parole offensive e discriminatorie, segnalandole però con un'avvertenza, non hanno tuttavia registrato "sovrappeso" come termine offensivo in sé e per sè, a differenza di altri elencati a titolo esemplificativo e non esaustivo dal nuovo vocabolario. Peraltro Mieli si è poi scusato per la frase pronunciata. Ad esempio "balena", si sottolinea nell'opera Treccani, è "usata in tono spregiativo e in genere usato come insulto" ("una balena è anche una persona molto grassa"), ed è una delle espressioni più ricorrenti nel linguaggio offensivo legato al peso corporeo. A questa si affiancano "cicciona/ciccione", che nel "linguaggio familiare e in modo offensivo si dice di una persona che ha molta ciccia addosso, molto grassa"; "lardosa/lardoso", "in tono scherzoso, ma anche offensivo, di una persona sovrappeso", e "palla di lardo", "modo offensivo per riferirsi a una persona sovrappeso". Se proprio si sente il bisogno di esprimere un giudizio, preferibile allora usare parole come "sovrappeso", "eccesso di peso rispetto a quello ottimale o a quello che è considerato nella norma", oppure "corpulenta/o", "persona che ha il corpo grosso, robusto", che offrono una descrizione più neutra e rispettosa. (di Paolo Martini)
(Adnkronos) - L'aliquota al 26% per tutti gli affitti brevi prevista dalla manovra economica del governo "avrà un impatto drammatico. E' una stangata vera e propria sulle famiglie italiane. Va a colpire infatti tutte le 500mila case che sono proposte on line, e quindi tutti quei nuclei familiari che mettono a reddito un immobile per integrare il proprio tenore di vita". Così, in un'intervista con Adnkronos/Labitalia, Marco Celani, presidente di Aigab-Associazione italiana gestori affitti brevi, sulla cedolare secca al 26% sugli affitti brevi prevista in Manovra. E secondo Celani "è una doppia stangata per le famiglie italiane, perchè quest'anno noi abbiamo registrato una stagnazione del turismo straniero e una diminuzione drastica del turismo italiano, che non potendo permettersi di andare in vacanza quest'anno ha molto spesso utilizzato la seconda casa che era rimasta sfitta o che prima era stata affittata attraverso le locazioni brevi. Quest'anno infatti abbiamo registrato un calo di 40.000 unità che ad agosto erano online, segno che le famiglie italiane con i redditi stagnanti le stanno utilizzando per conto loro", aggiunge ancora. E quindi per Celani un aumento dell'aliquota al 26% "avrà un effetto drammatico perché rischia nel lungo periodo di avere un impatto enorme sui redditi delle famiglie e sulla loro possibilità di andare in giro e di affittare delle case in destinazioni italiane sia di mare che di montagna, con l'effetto di diminuire in modo importante tutto l'indotto", sottolinea. Per Celani infatti "se è vero, come noi abbiamo misurato, che nei primi 8 mesi dell'anno questo settore ha già generato circa 8,2 miliardi di canoni di locazione tra breve e transitori con una Manovra di questo genere quello che prevediamo è una contrazione di questo valore. Un impatto forte sull'economia perché se poi gli italiani non viaggiano, non vanno in vacanza, spendono di meno e gli effetti si hanno anche sull'indotto: dai trasporti alla ristorazione, dallo shopping alla cultura e così via", sottolinea ancora E secondo Celani "il rischio di lungo periodo è che diminuisca proprio il valore delle case degli italiani. Noi abbiamo 9,6 milioni di case vuote e se diminuisce il valore di queste case è un problema per il Sistema Paese, la ricchezza delle famiglie italiane è concentrata negli asset immobiliari". Ma il presidente dell'Aigab non dà la partita per persa. "Stiamo già contattando la politica, cercando di far capire -sottolinea- che questo sarebbe un autogol mostruoso per un governo che ha sempre detto di non voler aumentare le tasse e soprattutto di voler tutelare il patrimonio immobiliare delle famiglie italiane. E' strano che mentre si pensa di togliere la prima casa dall'Isee si va invece a tartassare la seconda casa che molto spesso è frutto di eredità, in località dove le persone non hanno interesse a investire ma che si cerca di mettere a reddito. E quindi si tratta di una batosta per le famiglie italiane", conclude. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - Mettere al centro la connessione tra attori diversi, ma complementari. Unire le forze e fare rete per creare sinergie tra grandi aziende, Pmi, startup, università, attori finanziari e istituzioni in un momento storico in cui la transizione energetica rappresenta una della sfide più complesse degli ultimi tempi. Se ne è parlato al centro ricerche Eni di San Donato Milanese all’evento ‘Eni Supply Chain Day - Connecting Energies’. Un incontro durante il quale è emerso un quadro positivo e incoraggiante: la filiera di Eni risulta solida e performante. (VIDEO) “Riteniamo che la filiera dell'energia sia solida e sempre al nostro fianco, anche quando intraprendiamo nuovi progetti - ha affermato durante i lavori Costantino Chessa, Head of procurement Eni - Nel tempo ha dimostrato di essere pronta a rispondere alle sfide del momento. Deve continuare ad essere competitiva e cogliere le opportunità legate alla trasformazione”. Dall’incontro è emerso un messaggio chiaro: solo lavorando insieme è possibile cogliere appieno le opportunità offerte dalla trasformazione in atto. In tal senso, attraverso il suo Head of procurement, Eni evidenzia la volontà di portare avanti “l’approccio di sistema inclusivo, continuando ad essere vicini alle imprese, in particolar modo alle Pmi”. Da una survey condotta sulla filiera è emerso il bisogno di supporto nello sviluppo di competenze e tecnologie, le dimensioni più impattate dalla transizione. L’azienda si impegna dunque a supportare le imprese della propria supply chain lungo tutte le dimensioni della competitività, orientando e accompagnandola nei percorsi di crescita, promuovendo alleanze e collaborazioni - per favorire uno sviluppo condiviso e sostenibile - e sviluppando strumenti concreti, con un’attenzione particolare alle Piccole e medie imprese. In questo contesto, sono stati già realizzati strumenti in ambito finanziario, come il Basket Bond e il reverse factoring, e operativo come l’Alleanza di sistema Open-es, che riunisce oltre 38mila imprese. Oggi Eni sta portando avanti anche il programma Energia di Filiera, “un'altra iniziativa a supporto delle imprese, soprattutto a quelle maggiormente impattate dalla transizione”, conclude Chessa.