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(Adnkronos) - "Questo lavoro cambierà radicalmente il volto del Porto di Civitavecchia. Forse uno dei limiti del Porto è la specializzazione assoluta nel settore del crocerismo, siamo il quinto porto a livello mondiale ma una grande risorsa per un porto è essere complementare. Quest'opera va proprio nella direzione del Marina Yachting che porterà una clientela diversa rispetto a quella del crocerismo. A 60 km da Roma avere un porto con l'attracco di yacht di grandi dimensioni è qualcosa che lungo tutta la costa tirennica pochi hanno. Inoltre ci sarà una zona dedicata alla città, un recupero della passeggiata a mare che oggi, purtroppo, è interdetta, e che sarà arricchita da una penisola con aree verdi. Queste le parole di Marco Piendibene, Sindaco Città di Civitavecchia, durante la conferenza, presso la banchina 9 del porto di Civitavecchia, per illustrare gli interventi e i lavori previsti per la realizzazione del nuovo accesso al bacino storico e il futuro nuovo collegamento con l'antemurale. "La nostra grande sfida - ha aggiunto il primo cittadino - è pian piano affrancarci da quella connotazione che Civitavecchia ha avuto per molti anni, la città industriale, arrivando gradualmente a diventare qualcosa di diverso, una città che comincia ad aprirsi non soltanto al turismo delle crociere, ma ad un turismo di prossimità indotto anche da un livello qualitativo di coloro che arrivano, che hanno disponibilità economiche e finanziarie molto importanti.”
(Adnkronos) - In arrivo l'ottava edizione di Ischia Safari. L'isola verde si prepara infatti ad accogliere nuovamente una delle più grandi festa enogastronomiche del Mediterraneo. Dal 15 al 17 settembre, Ischia si trasformerà nel cuore pulsante della gastronomia internazionale, riunendo 300 protagonisti della cucina italiana tra chef, pasticcieri e pizzaioli e professionisti del settore da tutto il mondo per celebrare l'eccellenza culinaria in un evento ormai divenuto imperdibile. L'edizione di quest'anno si preannuncia particolarmente ricca e articolata, non solo per la qualità e la varietà delle esperienze culinarie offerte, ma anche per la sua attenzione alle tematiche più attuali del settore. Nel 2015, quando i due amici e chef stellati Michelin, Nino Di Costanzo e Pasquale Palamaro, si incontrarono per organizzare un evento di beneficenza sulla loro isola, non avrebbero mai immaginato che la loro semplice idea sarebbe diventata, in pochi anni, un evento di richiamo internazionale. All'epoca, pensavano a una cena a più mani per raccogliere fondi per una giusta causa; ma l'idea si è evoluta in un grande festival del cibo che attira chef, pasticceri, pizzaioli, produttori, ristoratori e cantine, i cui piatti, vini e prodotti attirano migliaia di persone da tutta Italia. I fondi raccolti dalla vendita dei biglietti di ingresso al festival saranno utilizzati, come nelle precedenti edizioni, per la fornitura di materiale o per istituire borse di studio per gli studenti delle scuole alberghiere. Pertanto, la vasta gamma di partecipanti conferma lo spirito democratico di Ischia Safari, perché tra i protagonisti ci saranno i grandi chef stellati Michelin ma anche il cuoco del ristorante locale, ci saranno pizzaioli tra i migliori al mondo, ma anche coloro che, con umiltà, interpretano la tradizione, ci saranno i migliori pasticceri di ristoranti rinomati; ma anche i meno conosciuti ma giovani, creativi e dirompenti. Lo stesso vale per i produttori e le cantine presenti. Ovviamente, il tema principale rimane la grande tradizione della cucina italiana, nata soprattutto nelle case, perché dietro ogni chef c'è sempre una nonna o una madre che torna, ricordi che riaffiorano e che a Ischia possono essere ritrovati in molte deliziose proposte, trasformando l'evento in un tuffo nell'immenso patrimonio gastronomico che è alla base della nostra identità culturale. Il programma di Ischia Safari 2024 prevede un susseguirsi di eventi imperdibili che delizieranno il palato e stimoleranno i sensi di tutti gli appassionati di cibo. Il 15 settembre cena di Gala al prestigioso Hotel Regina Isabella, dove circa 20 chef stellati e alcuni tra i più rinomati pasticcieri proporranno un menù degustazione esclusivo a 150 ospiti selezionati, in un'atmosfera raffinata ed elegante. Il 16 settembre festa al Negombo, un'occasione per gustare specialità gastronomiche preparate da oltre 250 protagonisti dell'enogastronomia nazionale, chef stellati e non, pizzaioli, pasticcieri, artigiani del gusto servono le loro creazioni agli ospiti partecipanti, un grande party sotto le stelle in riva al mare, un perfetto connubio di sapori e allegria. Infine la grande festa sulla spiaggia che animerà la sera con musica dal vivo e un magnifico spettacolo pirotecnico. Il 17 settembre all'Lisola Restaurant 'Un impegno per il futuro della gastronomia', tavola rotonda con esperti di fama nel settore gastronomico, che si confronteranno sulle tendenze del futuro e i temi più attuali dell'enogastronomia. A seguire, un brunch finale con un raffinato concorso di pasticceria, dove i migliori maestri del settore si cimenteranno nella creazione del dolce che rappresenta al meglio l'isola di Ischia, unendo tradizione e innovazione in un capolavoro di gusto.
(Adnkronos) - Aumenta il food waste nelle case degli italiani. Nel 2024 lo spreco di prodotti alimentari in Italia segna +45,6%: ogni settimana finiscono nel bidone della spazzatura 683,3 grammi di cibo pro capite (rispetto ai 469,4 grammi rilevati nell’agosto 2023). Sono alcuni dei dati dell’annuale presentazione del Rapporto Internazionale Waste Watcher 2024, ‘Lo spreco alimentare nei Paesi del G7: dall'analisi all'azione’, curata dall’Osservatorio Waste Watcher International-Campagna Spreco Zero, dall’Università di Bologna assieme a Ipsos che si è tenuta oggi presso lo Spazio Europa a Roma. Uno studio che vuole anche attirare l’attenzione del prossimo G7 Agricoltura sul tema del ‘fine vita’ dei prodotti alimentari. Nella top five dei cibi più sprecati troviamo frutta fresca (27,1 g), verdure (24,6 g), pane fresco (24,1 g), insalate (22,3 g), cipolle/aglio/tuberi (20 g), prodotti fondamentali della Dieta Mediterranea. Secondo lo studio, questi dati non solo indicano una cattiva gestione della spesa familiare con i relativi sprechi economici, ma evidenziano due aspetti: se da un lato si è registrato un relativo incremento dei consumi alimentari, dall'altro una parte della domanda si è concentrata su alimenti di qualità inferiore. Il 42% degli italiani individua la causa dello spreco familiare nel fatto di dover buttare la frutta e la verdura conservata nelle celle frigo perché una volta portata a casa va subito a male. O ancora, il 37% del campione intervistato sostiene di buttare via gli alimenti perché i cibi venduti sono già vecchi. Elementi critici si riscontrano anche nel comportamento dei consumatori. Più di un terzo degli italiani (37%) dimentica gli alimenti in frigorifero e nella dispensa lasciando che si deteriorino; solo il 23% è disposto a programmare i pasti settimanali; inoltre, il 75% non è disposto o non è capace di rielaborare gli avanzi in modo creativo per evitare di gettarli. “In Italia l'incremento dello spreco alimentare a livello domestico è preoccupante - spiega Andrea Segrè, direttore scientifico Waste Watcher International - Campagna Spreco Zero, Università di Bologna - Non solo per l’aumento percentuale rispetto all'analoga rilevazione di Wwi del 2023, ma soprattutto dalle cause che lo hanno determinato, fra le quali l’abbassamento della qualità dei prodotti acquistati in particolare dalle fasce della popolazione a reddito più basso. Gli italiani inoltre hanno ancora poca consapevolezza di come fruire al meglio gli alimenti disponibili, dalla conservazione alla pianificazione degli acquisti, dimostrando ancora una volta la necessità di intervenire a livello istituzionale sull'educazione alimentare. L'Italia può beneficiare delle buone pratiche che emergono dalle esperienze di contrasto dello spreco dagli altri Paesi del G7, tema che speriamo emerga dal summit di Siracusa il prossimo 26 settembre”. “Se l’aumento dello spreco preoccupa - commenta Lino Enrico Stoppani vicepresidente vicario di Confcommercio - occorre investire con maggiore convinzione sull’educazione alimentare resistendo alla tentazione di introdurre nuovi obblighi a carico delle imprese come suggerito in alcune delle proposte in corso di esame in Parlamento. Ormai tutti i ristoratori sono attrezzati per consentire ai clienti di portare a casa il cibo avanzato durante i pasti mentre, per incrementare le donazioni di cibo avanzato negli esercizi commerciali, la via maestra è la riduzione degli oneri burocratici e la riduzione della Tari”. “Lo studio presentato oggi fornisce dati e informazioni utili a individuare margini di miglioramento e possibili attività da sviluppare per ridurre sensibilmente lo spreco alimentare - spiega Simona Fontana, direttore generale Conai - In tutti i Paesi, del resto, sembra chiara una forte consapevolezza della necessità di adottare comportamenti virtuosi che possono avere ricadute concrete ed efficaci. Cultura, comportamento e stile di vita dei consumatori sono fattori che influenzano lo spreco alimentare: è su questi che bisogna agire, attraverso misure che possano far leva sull’educazione e sulla responsabilità di ciascuno di noi. Ma anche le imprese italiane stanno facendo molto: continuano a lavorare per proporre soluzioni di imballaggio che garantiscono il miglior equilibrio tra funzione e impatto ambientale, garantendo al prodotto una maggiore shelf life e proponendo soluzioni di pack meno impattanti sull’ambiente”. Per quanto riguarda la geografia nazionale emerge che il Sud e il Centro sono le aree dove lo spreco è maggiore con un +9% rispetto alla media nazionale (al Sud 747 g pro capite a settimana, al centro 744 g pro capite), mentre il Nord è relativamente più virtuoso con un -11% rispetto alla media nazionale (606,9 g pro capite). Sulle strategie per contrastare il fenomeno, gli italiani mostrano una disponibilità marcata a adottare comportamenti antispreco, con l'87% disposto a congelare i cibi e l’86% a utilizzare il cibo appena scaduto se ancora buono. Tuttavia, la disponibilità a donare cibo cucinato in eccesso (63%) e ad acquistare grandi quantità di cibo per surgelarlo (62%) è inferiore, suggerendo che le barriere pratiche o la mancanza di una rete adeguata a seguire tali pratiche potrebbero limitare l’adozione di queste strategie. Solo il 29% conserva il cibo avanzato cercando ricette creative per riutilizzarlo.