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(Adnkronos) - Ultima tappa della Vuelta di Spagna 2025 annullata dopo che manifestanti filo-palestinesi hanno invaso parte del percorso, nel centro di Madrid. Jonas Vingegaard ha vinto così questa edizione ma è stato costretto a saltare la cerimonia di premiazione. Sulla Gran Via, dove i ciclisti avrebbero dovuto transitare più volte, i manifestanti hanno abbattuto le transenne e hanno marciato sulla strada, alcuni intonando slogan per il boicottaggio di Israele. Il gruppo dei ciclisti si è dovuto fermare. A scendere per le strade di Madrid sono stati oltre centomila manifestanti, ha detto all'Afp una portavoce della rappresentanza del governo della regione di Madrid, precisando che due manifestanti sono stati arrestati. Gli agenti antisommossa hanno caricato i manifestanti dopo che barriere e bottiglie erano state lanciate al traguardo di tappa, vicino alla Fontana di Cibeles. In alcuni punti, manifestanti incappucciati sono stati visti lanciare oggetti contro la polizia, alla quale gli agenti hanno risposto caricando. A seguito delle proteste e delle invasioni del percorso, gli organizzatori della Vuelta hanno annunciato intorno alle 17:30 una modifica al percorso per l'ultima tappa, non annunciata in precedenza, che ha modificato l'ingresso a Madrid. Il percorso attraverso il centro di Alcobendas era stato evitato e gli atleti avevano fatto una deviazione. Questa edizione della Vuelta è stata più volte segnata dalle proteste contro il genocidio a Gaza in seguito alla presenza del team Israel-Premier Tech. Le proteste hanno portato a una ventina di arresti nelle tappe precedenti a quella interrotta oggi. Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, ha criticato il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, per aver "istigato" i manifestanti filo-palestinesi che oggi hanno manifestato a Madrid, costringendo gli organizzatori della Vuelta ad annullare l'ultima tappa. "Qualche giorno fa, il primo ministro spagnolo si è rammaricato di non avere una bomba atomica 'per fermare Israele'. Oggi ha incoraggiato i manifestanti a scendere in piazza", ha scritto Sa'ar, secondo cui "la folla filo-palestinese ha ascoltato i messaggi" di Sanchez e ha bloccato la gara di ciclismo. "Così, l'evento sportivo che è sempre stato motivo di orgoglio per la Spagna è stato annullato", ha concluso il ministro, secondo cui l'annullamento della tappa è stata una "vergogna" per la Spagna.
(Adnkronos) - "L’aumento dell’attività di fotosintesi che satelliti ed inventari forestali hanno osservato negli ultimi 30 anni, dovuto ad un primissimo aumento di temperatura e di CO2 - fenomeno che all’inizio risulta mediamente benefico per le piante ma che poi, così come accade agli umani, quando si lega ad eventi estremi provoca sofferenza - oggi si è fermato in tutto il mondo. Ora, alcuni ‘segnali sentinella’ ci dicono che c'è il rischio che la fotosintesi perda produttività. Una perdita già in atto nelle foreste tropicali, dove addirittura alcune foreste emettono carbonio anziché assorbirlo, quelle del Bacino Amazzonico in primis". Lo ha sottolineato Giorgio Vacchiano, Ricercatore e docente in Gestione e pianificazione forestale dell’università degli studi di Milano, al convegno ‘Il futuro del mondo legno: economia circolare e risorse forestali’ a Mantova, organizzato da Rilegno e Conlegno. "Noi che importiamo il legno siamo quindi anche legati a queste situazioni. Importiamo da Paesi europei, come l’Austria, ma siamo partner commerciali importanti anche di Paesi tropicali, soprattutto per il legno utilizzato nel settore immobiliare, dal Paraguay al Camerun, dal Gabon alla Costa d'Avorio fino al Brasile. Il prelievo di legno non causa direttamente deforestazione - precisa Vacchiano - essa è infatti causata soprattutto dalle filiere agroalimentari presenti in quei Paesi, ma il prelievo indiscriminato e non regolato di legno può aprire la strada alla deforestazione”. "Le foreste boreali, e in parte quelle temperate, stanno ancora beneficiando del riscaldamento, come fanno quelle sulle nostre montagne più alte, ma non dobbiamo cadere nell'errore di pensare che la CO2 faccia bene alle piante. Globalmente siamo già ad una quantità di CO2 che non fa più bene alle piante, perché anche se è il loro cibo, se manca l'acqua non può essere ‘mangiato’ e se poi se si verificano eventi estremi, le piante vivono uno stress che supera la capacità di fertilizzazione dell'anidride carbonica”.
(Adnkronos) - Nell’estate 2025, su 388 campionamenti effettuati nelle acque costiere e lacustri in 19 regioni, il 34% è risultato oltre i limiti di legge, cioè 1 campione su 3. In particolare, il 35% dei punti campionati con Goletta Verde è risultato inquinato o fortemente inquinato con una media di un punto ogni 80 km; per i bacini lacustri, il 30% dei punti campionati da Goletta dei Laghi è risultato oltre i limiti di legge. Questo il bilancio finale delle campagne estive di Legambiente, Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2025. Anche quest’anno foci dei fiumi, canali e corsi d’acqua che sfociano a mare o nel lago si confermano punti critici: il 54% dei punti analizzati (101 su 188) è risultato inquinato o fortemente inquinato. Situazione migliore per i campioni prelevati direttamente in mare o nelle acque del lago, ossia in aree lontane da foci o scarichi, dove solo il 15% dei punti campionati è risultato oltre i limiti di legge (30 su 200). Al problema dell’inquinamento, si affianca quello della crisi climatica. Legambiente, rielaborando i dati forniti dalle immagini satellitari di Copernicus, ha calcolato che a giugno e luglio la temperatura media delle acque superficiali del Mediterraneo è stata di 25,4°C, la più calda dal 2016 ad oggi, collocandosi al primo posto nell’ultimo decennio, e superando i precedenti record del 2022 (media 25,2°C) e quello del 2024 (25,1°C) e i valori degli anni fino al 2021 che erano intorno ai 24,5°C. Un aumento sensibile di circa mezzo grado centigrado che mette a repentaglio la biodiversità marina e che amplifica gli eventi meteorologici più estremi, osserva Legambiente. Di fronte al bilancio emerso da Goletta Verde e dei Laghi, l'associazione torna a ribadire "l’urgenza di approvare un piano nazionale per la tutela delle acque costiere e interne che abbia al centro una governance integrata su più livelli prevedendo piani di adattamento ai cambiamenti climatici; più risorse economiche da destinare al servizio di depurazione per ammodernare gli impianti rispondendo ai più stringenti parametri per il trattamento e riuso delle acque reflue; più controlli da parte di Regioni, Arpa e Comuni sui punti critici e una migliore gestione delle acque interne". “Al governo - commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - chiediamo di definire e approvare al più presto un piano nazionale per la tutela di mare e laghi, investendo su innovazione e sostenibilità per ammodernare i sistemi di depurazione e per diffondere il riuso in agricoltura delle acque depurate. Sullo sviluppo delle rinnovabili in mare, dopo l’approvazione del decreto porti, è urgente stanziare le risorse economiche necessarie per infrastrutturare i due hub cantieristici di Taranto e di Augusta, che potranno garantire anche nuova occupazione green a due aree portuali che hanno sempre avuto a che fare con la logistica delle fonti fossili”.