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(Adnkronos) - Adriano Panatta continua a 'sfottere' Paolo Bertolucci. L'ex tennista ha pubblicato oggi, giovedì 17 luglio, l'ennesimo tweet che ritrae il compagno di squadra di Davis in un ruolo piuttosto inusuale, per usare un eufemismo. Grazie all'intelligenza artificiale infatti, Panatta ha creato una foto di Berolucci versione bagnino in piedi su un pattino di salvataggio con tanto di completo rosso e braccioli: "Nuovo uomo immagine di Forte dei Marmi…", ha scritto Panatta a corredo della foto. La foto, pubblicata su X, è soltanto l'ultimo capitolo della 'sfida' a suon di intelligenza artificiale tra i due. La 'faida' negli ultimi giorni è stata innescata dagli auguri di buon compleanno a Panatta. Bertolucci ha raffigurato l'amico tra un gruppo di attempate signore, "alcune delle sue ex". La risposta è stata ipercalorica: Bertolucci a dieta, tra una marea di bombe alla crema. Infine, tra un'esultanza e l'altra per la vittoria di Jannik Sinner a Wimbledon, Panatta ha creato il Bertolucci "carotone-boy", ovvero l'amico con addosso il classico costume da carota tipico dei Carota Boys, i tifosi più appassionati del tennista azzurro.
(Adnkronos) - Negli affitti brevi serve una regolamentazione equilibrata, non un attacco ideologico a un settore ormai maturo e altamente professionalizzato. A dirlo Cleanbnb, property manager italiano con oltre 3.100 appartamenti gestiti in esclusiva e presente su oltre 100 località nel Paese. "Le politiche restrittive nei confronti degli affitti brevi non fanno bene a nessuno - dichiara Francesco Zorgno, presidente di Cleanbnb - anzi, colpiscono proprio i professionisti seri, che garantiscono qualità, sicurezza e rispetto delle regole, e aprono la porta all’abusivismo. Il risultato? Meno trasparenza, meno lavoro, meno entrate per lo Stato e per i Comuni: rischiamo di vanificare gli sforzi che hanno portato il settore alla piena maturazione e sostenibilità in dieci anni di confronto col mercato. E' evidente rischio del ritorno a un’epoca dal sapore medioevale, lontana dagli standard di ricettività attuali e dal rispetto delle regole. I casi di New York e Barcellona lo dimostrano: l’approccio punitivo non funziona". I dati confermano la vitalità del settore. Nel primo semestre del 2025 Cleanbnb ha gestito 62.994 soggiorni (+14% rispetto al primo semestre 2024) e ha registrato oltre 23 milioni di euro di incassi (+8%), trainata da una crescita costante della domanda e da una capacità sempre più attenta di gestione dell’offerta. La società si è focalizzata sull’incremento dell’efficienza operativa, massimizzando i tassi di occupazione delle strutture e migliorando l’esperienza dell’ospite, prestando attenzione a recensioni e suggerimenti dei viaggiatori. Lo spostamento verso le gestioni professionali sta nella composizione del portafoglio totale di appartamenti attivi: è in corso un grande rinnovamento, un’evoluzione verso una maggiore qualità dell’offerta. Sempre più proprietari si affidano a gestori professionali per valorizzare gli immobili e garantirne la redditività su base continuativa e sostenibile, senza derogare ai migliori standard di settore e nel pieno rispetto delle regole. "La tendenza - spiega Zorgno - è evidente: il mercato seleziona. Escono le gestioni improvvisate ed entrano operatori in grado di garantire standard elevati. E' una trasformazione positiva, che va accompagnata e sostenuta, non ostacolata con norme punitive". "Danneggiare il settore degli affitti brevi - avverte Zorgno - significa privare l’Italia di una risorsa che i turisti vogliono e cercano. Vuol dire togliere loro la libertà di prenotare dove vogliono, come sono abituati a fare da anni, ovunque. E' un boomerang soprattutto per l’economia delle città: va sottolineato il ruolo fondamentale degli affitti brevi professionali nel riqualificare gli immobili, ripopolare i centri storici e alimentare l’indotto. Nel pieno rispetto delle regole di convivenza sociale". "Noi - chiarisce - siamo sempre stati favorevoli a una regolamentazione del settore, ma non possiamo accettare i tentativi di porre limitazioni indiscriminate a un mercato che funziona, che dà lavoro a migliaia di persone e che garantisce un importante contributo all’economia. Serve un approccio costruttivo, che tenga conto della realtà dei fatti. I gestori professionali e le associazioni sono, come sempre, a disposizione delle istituzioni per lavorare a una regolamentazione sana e sostenibile".
(Adnkronos) - Nuovo record per gli energy manager, l'esperto in gestione dell'energia, nel 2024: sono 2571 le nomine totali (+19% tra il 2014-2020 e +4% 2020-2024) di cui 1752 da soggetti obbligati (+17% 2014-2020 e +3% 2020-2024). Questi i dati del Rapporto ufficiale sugli energy manager nominati in Italia, predisposto da Fire e presentato in occasione del webinar 'Presentazione del Rapporto Gli Energy Manager in Italia 2025'. "C'è stato un trend tendenzialmente crescente che si è interrotto solo fra il 2021 e il 2022 a causa della pandemia e della forte riduzione dei consumi registrata in quel periodo - spiega Dario Di Santo, direttore Fire - Appena c'è stata una ripresa, le statistiche sono tornate a salire raggiungendo nuovi record". "Complessivamente abbiamo 1869 energy manager che sono meno delle nomine perché per le realtà medio-piccole spesso un consulente opera per più soggetti, quindi ovviamente non c'è un'equivalenza fra nomine ed energy manager", osserva. Da segnalare "una continua crescita della parte femminile che è arrivata al 12%, era al 10% l'anno scorso, al 7% 3-4 anni fa" e che "un terzo delle nomine viene da soggetti non obbligati che quindi ritengono un energy manager comunque fondamentale per le loro attività". Dal punto di vista dell'inquadramento, "se parliamo dei soggetti che scelgono di nominare un proprio dipendente, vediamo che per il 28% sono dirigenti, per il 34% quadri, per il 38% hanno altre posizioni all'interno dell'azienda. Dopodiché un 33% circa delle nomine riguarda consulenti esterni. L'energia gestita è pari a 95 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio". Di Santo sottolinea nel suo intervento che "usare meglio l'energia conviene non solo in termini di bolletta: c'è la riduzione delle emissioni, sia climalteranti sia nocive, c'è il tema del miglioramento della sostenibilità, che ovviamente è importante per imprese che magari sono sottoposte agli obblighi di reportistica, e c'è il tema del miglioramento dell'uso delle risorse economiche perché chiaramente se uso meglio l'energia riduco i rischi sugli approvvigionamenti, riduco i costi, libero risorse per poter fare altro. D'altra parte in termini sistemici usare meglio l'energia mi consente di ridurre gli investimenti in nuova potenza di generazione, riduce la domanda e la dipendenza dall'estero per gli approvvigionamenti energetici e riduce anche la necessità di intervenire sulle reti di trasporto e distribuzione". Il tutto con una serie di ricadute in termini di "valore degli asset, sicurezza, continuità produttiva, produttività, conformità legislativa o ambiente". Durante il webinar è stata presentata, tra le altre, un'indagine realizzata da Fire sull'uso dell’Ia per l’energy management. Il campione contattato da Fire coinvolge fornitori di tecnologie, esperti del settore e aziende utilizzatrici di media-grande dimensione. "Il 38% delle aziende di taglia medio-grande ha implementato l'Ia nel proprio lavoro. Invece, il 56% sta valutando come può implementarla nei prossimi anni", spiega Yasaman Meschenchi di Fire. Quanto alle aree di applicazione, l'Ia viene impiegata per lo più "per monitoraggio, ottimizzazione dei consumi, manutenzione predittiva, automazione dei processi e gestione delle rete". Tra i benefici indicati, "riduzione dei costi, aumento dell'efficienza energetica, riduzione degli sprechi, riduzione del tempo necessario per fare analisi". Non mancano le sfide come la "mancanza di risorse umane con formazione adeguata e macchinari adatti, e a volte ci sono scetticismo e diffidenza verso l'Ia". In conclusione "i risultati della nostra indagine confermano che l'intelligenza artificiale è una leva strategica per migliorare l'efficienza energetica, per ridurre i costi, accelerare la transizione verso un futuro più sostenibile. Se usiamo bene l'intelligenza artificiale, possiamo sfruttare molto bene l'Ia nel nostro lavoro", conclude Meschenchi.