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(Adnkronos) - E' morto 82 anni a Ludovico Peregrini, noto al grande pubblico come il 'Signor No' di 'Rischiatutto', figura iconica della televisione italiana e storico collaboratore di Mike Bongiorno. Peregrini si è spento in Bretagna circondato dalla sua famiglia. Autore televisivo rigoroso, colto e ironico, Peregrini è stato una delle menti più brillanti dietro ai più celebri quiz del panorama televisivo italiano, da Rischiatutto a La ruota della fortuna, da Bis a Chi vuol essere milionario? Nato a Como il 27 giugno 1943, si laureò in lettere e intraprese la carriera in Rai grazie al consiglio di un amico. Dopo le prime esperienze con Settevoci, il suo destino si legò indissolubilmente a quello di Mike Bongiorno, con cui diede vita a un sodalizio professionale durato oltre quarant’anni. Il suo soprannome, 'Signor No', nacque proprio durante Rischiatutto agli inizi degli anni Settanta, dove sedeva al fianco del conduttore come giudice inflessibile, incaricato di applicare il regolamento senza concessioni. I suoi sistematici rifiuti alle richieste di Mike – spesso plateali e carichi di ironia – lo resero un personaggio cult, amato dal pubblico per la sua inflessibile correttezza e per il garbo con cui difendeva le regole del gioco. Autore dietro le quinte ma anche presenza carismatica in video, Peregrini ha contribuito a decine di programmi sia per la Rai sia per Mediaset. La sua firma è presente in show come Scommettiamo?, Flash, Telemike, Tutti x uno, Allegria!, Genius e Il migliore, fino al remake di Rischiatutto con Fabio Fazio nel 2016, dove tornò nei panni del giudice. Fu anche autore musicale, scrivendo testi per artisti come Mino Reitano, Toto Cutugno e Mina. Voce inconfondibile di numerosi quiz, era amatissimo anche per la sua ironia sobria e per il suo stile inconfondibile, sempre fedele a se stesso. Tifoso appassionato del Milan, Ludovico Peregrini fu tra coloro che accompagnarono il feretro di Mike Bongiorno all’uscita del Duomo di Milano nel 2009, un gesto che testimoniò la profondità di un’amicizia e di una collaborazione che aveva fatto la storia della tv italiana. "Questa è davvero una bruttissima notizia. Ludovico è stato un amico caro e con lui era nata una sintonia speciale. Mancheranno la sua eleganza e la sua signorilità, la sua cultura, i suoi aneddoti e soprattutto mi mancherà lui”, le parole di Fabio Fazio dopo la scomparsa del 'Signor No'.
(Adnkronos) - Il lavoro nel turismo cresce, ma la mancanza di personale rischia di arrestare bruscamente la corsa di un settore che traina l’economia italiana da anni. Nel 2024 questo comparto ha continuato a creare occupazione, superando 1,5 milioni di addetti (+2,1% rispetto al 2023 e +21,5% rispetto al 2014). Ma dietro i numeri da record si nasconde un paradosso: mai così tanti lavoratori introvabili. Rispetto al 2019, quando i profili mancanti erano 210mila (24,6%) il numero delle assunzioni di difficile reperimento si è triplicato, toccando quota 604 mila (51,8%). E a farne le spese sono soprattutto le aziende del Centro Nord. Secondo l'analisi della Fondazione Studi consulenti del lavoro, 'L’occupazione nel turismo, tra opportunità e limiti di crescita', elaborata su dati Istat, le imprese faticano soprattutto a trovare cuochi, pasticcieri, gelatai e camerieri. Un’emergenza silenziosa che rischia di inceppare il motore di uno dei comparti chiave dell’economia nazionale. Se, da un lato, il settore si consolida e vede aumentare soprattutto il lavoro dipendente (9% in cinque anni) nelle aree del Centro Italia così come nel Mezzogiorno, dall’altro continua a scontare difficoltà crescenti nell’intercettare i profili richiesti. A mancare sono soprattutto cuochi (irreperibili nel 61,7% dei casi), pasticcieri e gelatai (59,8%), camerieri (54,7%), baristi (50,6%) e, ancor di più, i tecnici della produzione e preparazione alimentare (76,4%). La difficoltà riguarda in modo particolare le regioni che negli ultimi anni hanno assistito a una crescita del fabbisogno di figure per il comparto ricettivo-ristorativo: è il caso, ad esempio, della Sicilia, Calabria e Sardegna. Ma le regioni dove si registra più affanno sono nel Centro-Nord: dopo il Molise (66,6% dei profili giudicati irreperibili dalle aziende), spiccano Umbria (61,1%), Trentino Alto Adige (58,4%), Lazio (58,1%), Piemonte e Val D’Aosta (55,7%). A pesare sul comparto, evidenzia l'analisi, sono fattori strutturali significativi: l’assenza sistemica di percorsi formativi idonei che producano personale qualificato in misura adeguata alle richieste, stagionalità e intensità del lavoro. In questa situazione, tuttavia, si intravedono dei segnali positivi: negli ultimi anni è cresciuta, infatti, la domanda di lavoratori con qualifica di formazione professionale, la cui incidenza sul totale delle assunzioni previste è passata dal 43,2% del 2019 al 51,7% del 2024. Piccolo segnale di un’evoluzione in corso anche se ancora molto lenta. “Il turismo rappresenta un volano per l’economia del nostro Paese, ma non possiamo ignorare l’altra faccia della medaglia: la difficoltà crescente nel trovare lavoratori qualificati rischia di trasformarsi in un’emergenza strutturale che mette a rischio lo sviluppo futuro del comparto e l’andamento positivo dell’occupazione. Oggi più che mai è fondamentale vincere la sfida del reperimento delle competenze investendo nella formazione mirata, soprattutto aumentando gli Its”, ha dichiarato il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca.
(Adnkronos) - Fire accoglie "favorevolmente il decreto di revisione del meccanismo dei Certificati bianchi da poco firmato dal Mase ed attualmente all’esame della Corte dei Conti. Le nuove regole introducono una maggiore flessibilità e semplificazioni sia per i proponenti che per la presentazione dei progetti, oltre a definire gli obblighi fino al 2030 in linea con le previsioni del Pniec". "Questo induce ad essere ottimisti circa la continuità della crescita del meccanismo in atto da qualche anno - osserva Fire - La conferma dei vari meccanismi di flessibilità, con riduzione progressiva dei titoli virtuali negli anni, consentirebbe comunque di affrontare eventuali periodi di carenza di Tee senza eccessivi traumi. La previsione di introdurre uno schema d'aste, che sarebbe stato utile per promuovere interventi non sufficientemente supportati dei certificati bianchi, è declassata a possibilità, ma comunque rimane e dunque lascia aperto uno spiraglio". In sintesi, "per quanto riteniamo che sarebbe possibile introdurre misure più spinte per ottenere di più da questo schema, riteniamo che sia stato fatto un passo avanti positivo e che ci sia spazio per ulteriori rafforzamenti nei prossimi anni, nell'interesse delle imprese, degli enti e del Paese. Come Fire continueremo a collaborare con le istituzioni di riferimento in quest'ottica".