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(Adnkronos) - Niente cellulari a scuola. Di questo si discuterà martedì 17 settembre alle 23 su Rai 3 nel corso del programma 'A casa di Maria Latella'. Ospiti il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, lo psicoterapeuta Matteo Lancini, l’attore Massimo Ghini ed Eugenia Carfora, dirigente scolastico, da dieci anni alla guida dell'istituto Francesco Morano di Caivano. Durante la puntata, si affronterà il rapporto tra giovani e smartphone: un tema al centro del dibattito pubblico in tutta Europa, discusso in Italia a partire dal provvedimento intrapreso da Valditara di vietarli nelle classi. Al centro del dibattito nell''house talk' anche la posizione di attori come Paola Cortellesi o Stefano Accorsi, e con loro pedagogisti e intellettuali, che hanno firmato una petizione per estendere ai 16 anni il divieto di possedere uno smartphone personale. In gioco, anche le ricerche sui potenziali danni cerebrali che bambini e ragazzi possono subire per eccessiva esposizione ai social e le novità connesse al ritorno a scuola. Tra gli ospiti anche Massimo Giletti per un’intervista alla vigilia del suo ritorno in Rai con 'Lo stato delle cose'. "Ogni avventura - ha detto parlando del nuovo programma - deve avere un'asticella più alta, anche se inizi a invecchiare devi porti degli obiettivi ambiziosi. Trovo che ci siano degli spazi interessanti per raccontare questo Paese attraverso i nomi più importanti della cultura italiana. Anche la 'qultura' con la q. A me piace chi va in controtendenza, come i salmoni". "Per me la sofferenza - ha detto il conduttore parlando invece dell'addio a La7 - è stata vedere distruggere un gruppo di amici, di fratelli perché avevo creato dei gruppi di lavoro fortissimi. Con Cairo non ci siamo più sentiti ma il tempo aiuterà a incontrarsi. Magari in modo strano, occasionale. Io guardo al futuro e comunque mi piacerebbe fare una chiacchierata". Poi parlando delle inchieste ancora in corso ha spiegato: "C'è stato l'incontro con Baiardo, l'uomo molto vicino ai fratelli Graviano, lo stesso che aveva annunciato l'arresto di Matteo Messina Denaro, due mesi e mezzo prima che accadesse. E non credo sia un veggente. Noi siamo andati a toccare dei temi molto complessi perché quando parli di mafia e fai i numeri parlando di mafia, finisci col toccare dei poteri. Io credo che il problema vero fosse quello, il contenuto di ciò che noi stavamo facendo. Il contenuto, non il costo". "Il caso giudiziario è ancora aperto. Aspettiamo. Ho visto tante intercettazioni interessanti, Marcello Dell'Utri intercettato dalla Dia dice al capo dell'ufficio legale di Fininvest 'Giletti deve essere chiuso', io ne ho preso atto. Quella è una verità, non di Giletti, una verità. Io aspetto - ha aggiunto - ho una scorta, vivo in una situazione complessa che è peggiorata negli anni. Ma ho visto ragazzi, giovani giornalisti che per 20 euro ad articolo rischiano la vita. La domanda è perché in questo Paese chi fa inchiesta è sotto scorta? Non va bene".
(Adnkronos) - “La chiusura dell’iter legislativo è ormai imminente e porterà alla creazione dell’albo professionale. Gli osteopati sono pronti a dare il loro contributo sempre maggiore all’interno del Sistema Sanitario Nazionale e ad avere un ruolo centrale nell’ambito della prevenzione e nella promozione della salute dei cittadini di tutte le età, in sinergia con le altre professioni sanitarie". Ad affermarlo, ad Adnkronos/Labitalia, Paola Sciomachen, presidente del Roi - Registro Osteopati d'Italia. "Nelle ultime ore - sottolinea - sono emerse polemiche strumentali in seguito a una manovra mostrata in una nota trasmissione televisiva da un professionista laureato in fisioterapia e osteopata non iscritto alla nostra associazione. Il Roi - Registro Osteopati d’Italia fa appello all’etica e alla deontologia professionale, contro la ‘spettacolarizzazione’ dei trattamenti manipolativi osteopatici, che confondono le idee ai cittadini e sviliscono una categoria che da anni porta avanti un lavoro costantemente orientato alla ricerca scientifica e all’aggiornamento professionale. Un concetto sottolineato anche attraverso una campagna condotta lo scorso anno per una corretta informazione dei pazienti". Nel futuro dell’ordinamento universitario italiano, quindi, ci sarà l’osteopatia, come ha stabilito il decreto interministeriale n. 1563 pubblicato il 1° dicembre dal ministro dell’Università e della ricerca, che definisce, per la prima volta, l’ordinamento didattico del corso di laurea in osteopatia. Per il completamento dell’iter, è necessario affrontare il tema conclusivo delle equipollenze dei titoli pregressi alla laurea universitaria che chiuderà il percorso legislativo in attesa della creazione dell’albo professionale. Ma ecco la 'storia' dell’iter per il riconoscimento della professione osteopatica, che parte dal ddl Lorenzin, che ha attraversato tre governi, una votazione alla Camera e due al Senato. Il percorso è iniziato nel luglio 2013, con l’approvazione del ddl da parte del Consiglio dei ministri. Nel giugno 2014 il Roi chiede un’audizione in Senato alla relatrice del ddl, la senatrice Emilia De Biasi, per segnalare la necessità della regolamentazione dell’osteopatia come professione sanitaria. Nel febbraio 2014 il ddl viene trasmesso dal Consiglio dei ministri al Senato che nel maggio 2016 approva al suo interno il testo dell’emendamento per l’istituzione e definizione della professione di osteopata presentato in commissione Sanità da Emilia Grazia De Biasi. Nell’ottobre 2017 il ddl è approvato anche alla Camera dei deputati e trasmesso al Senato. Il 22 dicembre 2017 il ddl Lorenzin sulla riforma degli Ordini e le sperimentazioni cliniche è approvato in larga maggioranza con 148 voti su 173 Senatori presenti. L’osteopatia, che in Italia esiste da oltre 30 anni, è ufficialmente individuata come professione sanitaria. La legge 3/2018 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 31 gennaio 2018. L’articolo 7 della legge 3/2018 ha tracciato l’iter per la definitiva istituzione dell’osteopatia come professione sanitaria. La procedura ha previsto che il percorso per il definitivo riconoscimento passi attraverso l’accordo in Conferenza Stato-Regioni per definire l’ambito di attività, le funzioni, i criteri di valutazione dell’esperienza professionale nonché quelli per il riconoscimento dei titoli equipollenti connessi a tali professioni. La legge prevede che con decreto del Miur, di concerto con il ministro della Salute, debba essere definito l’ordinamento didattico della formazione universitaria. Dal febbraio 2018 all’ottobre 2020 il ministero della Salute ha avviato le consultazioni con le associazioni di categoria e gli stakeholder per la definizione del profilo professionale. Ha chiesto poi il parere del Consiglio Superiore di Sanità di cui ha recepito la proposta e ha quindi inviato il testo alla Conferenza Stato-Regioni. La Conferenza delle Regioni, nel novembre 2020, ha approvato il profilo professionale degli osteopati. Il decreto del Presidente della Repubblica (dpr) relativo al profilo professionale è stato adottato il 24 giugno 2021. Il dpr è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 30 settembre 2021. Questo decreto rappresenta il primo importante tassello di un iter atteso dall’intera categoria e getta le basi necessarie per la definizione del percorso di formazione e delle relative equipollenze. Dopo due anni dalla pubblicazione del decreto sul profilo professionale, il Mur (ministero dell’Università e della Ricerca), di concerto con il ministero della Salute, il 1° dicembre 2023, pubblica il decreto interministeriale n.1563, relativo alla 'Definizione dell’ordinamento didattico del Corso di Laurea in Osteopatia ai sensi dell’articolo 7 della legge 11 gennaio 2018, n. 3'. Il testo definisce gli obiettivi formativi qualificanti e le attività formative della classe, specificando che “nell’ambito della professione sanitaria dell’osteopata, il laureato è un operatore sanitario cui competono le attribuzioni previste dal decreto del Presidente della Repubblica 7 luglio 2021, n. 131; ovvero è quel professionista sanitario che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie nell’ambito dell’apparato muscolo scheletrico”. Dopo il controllo di legittimità espresso dalla Corte dei Conti, il decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 16 febbraio 2024.
(Adnkronos) - Una nuova rete di imprese per la fornitura di prestazioni di information technology nell’ambito della gestione del servizio idrico integrato. A siglare l’accordo, sono state tre aziende protagoniste del panorama lombardo, tutte facenti parte di Water Alliance: Alfa, che gestisce il servizio idrico nella Provincia di Varese, BrianzAcque, il gestore unico della Provincia di Monza e della Brianza, e Gruppo CAP, la utility pubblica che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano. Per lo svolgimento dei servizi, la nuova rete, che è partita formalmente lo scorso 5 settembre, si avvarrà della business unit “Digital Hub”, costituita dal personale dedicato delle strutture di IT delle 3 società, che sarà diretto e coordinato dal Direttore di Business Unit Michele Tessera. Inoltre, le tre aziende intraprenderanno un percorso di studio e analisi tecnico e gestionale per la costituzione di una new-co a supporto dell’innovazione digitale del settore idrico nel panorama italiano. La nuova società, che si prevede sarà costituita e operativa entro la fine del 2025, potrà essere partecipata anche da altri gestori del servizio idrico integrato lombardo che manifesteranno il proprio interesse a partecipare al nuovo progetto. La nuova rete nasce quindi nell’ottica di creare sinergie industriali per lo sviluppo di economie di scala, per il miglioramento della qualità del servizio e per potenziare e incrementare gli investimenti ed è il risultato di un percorso comune delle tre aziende, che da oggi condivideranno la strumentazione tecnica ed operativa, coordinando le risorse disponibili sotto il cappello di un'unica struttura organizzativa che eseguirà le attività inerenti al settore dell’Information Technology. Comuni anche gli obiettivi strategici: innanzitutto Alfa, BrianzAcque e Gruppo CAP saranno impegnate a favorire le sinergie per l’ottimizzazione delle strutture del servizio idrico integrato. I tre gestori svilupperanno, poi, soluzioni applicative e piattaforme tecnologiche in ambito IT che potranno essere messe a disposizione anche di altri gestori del ciclo idrico integrato e non solo. Non ultimo, le tre aziende opereranno per garantire la sicurezza informatica da attacchi esterni di dati e applicazioni IT, ma anche quella delle reti di distribuzione di acquedotto delle reti fognarie e degli impianti di depurazione, attraverso processi condivisi e grazie all’utilizzo di SOC (Security Operation Center) centralizzati e territoriali, per mantenere e sviluppare un grado elevato di sicurezza perimetrale, interno ed esterno e monitorare costantemente i rischi derivanti da cyber attacchi. “Collaborare e fare rete tra le aziende che operano nel settore idrico è da sempre un obiettivo che Alfa persegue – dice Paolo Mazzucchelli, Presidente di Alfa Srl – perché siamo consapevoli dell’importanza che tali sinergie possono avere per lo sviluppo e il miglioramento delle nostre attività. Questo a maggior ragione in un settore così dinamico e in continua evoluzione quale è quello del digitale. Come sempre, l’obiettivo è elevare gli standard qualitativi del nostro servizio a favore dei cittadini e del territorio nel quale ogni nostra azienda opera”. "Diamo concretezza a un impegno comune: quello di lavorare su un binario unico per essere veri innovatori al servizio dei nostri territori – sottolinea Enrico Boerci, presidente e ad di BrianzAcque – nell’era dell’intelligenza artificiale, per le aziende pubbliche dell’idrico è ancor più strategico far gioco di squadra e trovare sinergie concrete in un ambito così determinante per il futuro delle comunità. Investire su applicazioni tecnologiche avanzate, su piattaforme sempre più accessibili e di facile intuizione, significa creare un canale diretto per misurarsi con le esigenze dei cittadini. Senza dimenticare quanto oggi siano importanti sicurezza e monitoraggio continuo dei dati che vengono raccolti e usati, anche per questo prevenzione e protezione risultano quanto mai di primaria importanza per le nostre società. Facciamo convintamente rete e, al tempo stesso, apriamo a nuove future partecipazioni perché siamo certi che la crescita condivisa sia la chiave dello sviluppo in ogni campo, compreso, in questo caso, quello dell’information technology”. “Insieme ad Alfa e BrianzAcque ci siamo posti obiettivi ambiziosi – spiega Yuri Santagostino, presidente di Gruppo CAP – uniformando le procedure e condividendo le nostre conoscenze potremo rafforzare la comune capacità di innovare e di cogliere i futuri trend tecnologici e favorire la crescita professionale delle nostre persone, a beneficio di tutto il territorio. Ci impegniamo con l’obiettivo di creare un hub di innovazione a livello nazionale, in grado di competere con le migliori esperienze italiane e internazionali, e che ci permetta di rendere concreta la rivoluzione digitale del servizio idrico che è fondamentale per affrontare le sfide che la crisi climatica ha posto di fronte a tutti gli operatori e ai Paesi europei”.