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(Adnkronos) - Pamela, Ilaria e Eleonora: le 3 'ex' ragazze di Non è la rai sono le prime concorrenti del Grande Fratello 2024, che comincia oggi su Canale 5. "Finita Non è la Rai, si sono spenti i riflettori", raccontano le 3 concorrenti, che dopo il programma cult degli anni '90 si sono confrontate con la vita 'normale': assicuratrice e badante, professioni da persone comuni prima di tornare nel mondo dello spettacolo attraverso la porta della Casa del GF, con l'accoglienza di Alfonso Signorini.
(Adnkronos) - Una manovra economica che contenga misure specifiche a sostegno di famiglie e imprese, in particolare le pmi, per sostenere consumi e sviluppo. E' quanto chiede Fenimprese, Federazione nazionale delle imprese, che conta attualmente 60 sedi in Italia e 3 sedi all'estero, oltre a una sede internazionale che funge da hub per le sue attività globali. Con oltre 25.000 aziende associate, FenImprese ha consolidato la sua presenza come una delle principali federazioni italiane al servizio delle pmi. E il 2025 si preannuncia un anno pieno di nuove sfide e opportunità, con un calendario già ricco di appuntamenti, tra cui nuove aperture in Italia e due nuove sedi all'estero. "Fenimprese -spiega ad Adnkronos/Labitalia Luca Vincenzo Mancuso, presidente della Federazione- accoglie con favore le linee guida della Manovra 2025, ritenendo che alcune delle proposte rappresentino passi cruciali per il rilancio dell’economia italiana". Per Fenimprese "le aree prioritarie della Manovra partono dalla riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori, che rappresenta una delle misure più attese della manovra. La diminuzione delle imposte sui redditi fino a 25.000 euro (7%) e fino a 35.000 euro (6%) si tradurrà in un aumento netto delle retribuzioni per milioni di lavoratori, il che stimolerà indirettamente anche i consumi interni. Questo effetto sarà particolarmente positivo per le pmi, che vedranno un incremento della fiducia e della produttività", sottolinea il presidente di Fenimprese che il prossimo 16 ottobre terrà l'assemblea nazionale a Bologna. Fenimprese "ritiene che sostenere il potere d’acquisto dei dipendenti migliori il clima aziendale, creando una dinamica virtuosa in cui il benessere dei lavoratori stimola la crescita delle imprese e, di conseguenza, dell’economia nazionale", spiega ancora. E centrale dovrà essere anche il sostegno alle famiglie. "L'introduzione del quoziente familiare per le detrazioni fiscali permetterà alle famiglie con figli di godere di una riduzione delle tasse proporzionata al numero di figli a carico. Questo tipo di politica fiscale rappresenta un cambiamento fondamentale per alleviare il carico fiscale delle famiglie più numerose e stimolare la natalità, una delle priorità strategiche del Paese. Si stima che questa riduzione fiscale possa comportare un risparmio di circa 5-6 miliardi di euro, con effetti diretti sulla capacità di spesa delle famiglie e un miglioramento del benessere economico dei nuclei familiari", sottolinea Mancuso. E per Mancuso "l'accesso al credito rimane una sfida cruciale per le pmi italiane. Fenimprese riconosce l'importanza del rendiconto finanziario come elemento essenziale per garantire la trasparenza finanziaria delle imprese e facilitare il rinnovo dei fidi bancari. Questo strumento permette alle banche di valutare con maggiore precisione la solidità delle aziende e, di conseguenza, facilitare l’erogazione di prestiti necessari per mantenere la liquidità e continuare a investire. Fenimprese sottolinea la necessità di supportare le pmi nella redazione di rendiconti chiari ed efficaci, garantendo loro accesso a finanziamenti cruciali per la crescita e lo sviluppo", sottolinea. L'innovazione è però fondamentale per il futuro delle pmi. "L'innovazione tecnologica e l'internazionalizzazione sono pilastri fondamentali per la competitività delle imprese italiane. Fenimprese sostiene che gli incentivi fiscali previsti dalla manovra debbano essere focalizzati sulla promozione di investimenti in ricerca e sviluppo, miglioramento dei processi produttivi e apertura verso mercati esteri. Le pmi italiane necessitano di strumenti adeguati per espandere la propria presenza internazionale e accelerare la digitalizzazione, garantendo così una crescita sostenibile", spiega ancora. Fenimprese invita il governo a rafforzare questi incentivi per favorire una modernizzazione del tessuto produttivo nazionale. Secondo la Fenimprese "un altro elemento chiave della manovra è il sostegno alle assunzioni di giovani, donne e categorie svantaggiate, con sgravi fiscali che possono arrivare fino al 130% dei costi per le imprese che assumono a tempo indeterminato queste categorie di lavoratori. Fenimprese ritiene che questa misura possa generare un impatto significativo in termini di nuove opportunità occupazionali, rafforzando al contempo il tessuto produttivo del Paese. Si auspica che tali incentivi siano semplici da ottenere e ampiamente accessibili, per permettere un rilancio concreto del mercato del lavoro", aggiunge ancora. E per Mancuso "serve un piano che vada oltre il Pnrr, le imprese hanno bisogno di orizzonti di medio periodo. Tra l’altro Roma si prepara a vivere una nuova importante opportunità con il Giubileo 2025, un evento che, oltre al suo valore religioso, ha un potenziale economico straordinario per la città e per tutto il Paese. I precedenti del Giubileo del 2000, con 25 milioni di presenze turistiche nella capitale e una crescita del PIL laziale del 3%, rappresentano un incoraggiante esempio di come tale evento possa diventare un volano per la crescita economica. Le previsioni attuali indicano che anche un Giubileo più "sotto tono" potrebbe comunque garantire un incremento del PIL romano tra il 2,1% e il 2,4% nei prossimi cinque anni, con benefici occupazionali stimati tra le 4.300 e 5.300 nuove assunzioni", sottolinea ancora. In conclusione "Fenimprese ritiene che la Manovra 2025 presenti opportunità importanti per il rilancio dell’economia italiana, ma sottolinea che il successo di queste misure dipenderà dalla loro attuazione concreta e dalla capacità di coinvolgere efficacemente sia le famiglie che le imprese. È cruciale che il governo metta al centro delle proprie politiche fiscali la crescita delle pmi, facilitando l’accesso al credito, incentivando l’innovazione e garantendo sgravi fiscali concreti. Solo attraverso un'azione coordinata tra Stato, imprese e famiglie sarà possibile costruire un futuro più solido e prospero per il Paese. Fenimprese continuerà a monitorare attentamente l’evoluzione della manovra, lavorando in collaborazione con le istituzioni per garantire che queste politiche abbiano un impatto reale e positivo sulle categorie più rappresentative del nostro tessuto economico", conclude Mancuso.
(Adnkronos) - Nel mondo è in corso una vera e propria rivoluzione industriale data dall’integrazione pervasiva delle tecnologie digitali in azienda, che oggi accelera ulteriormente grazie all’intelligenza artificiale. Questa centralità di tecnologia e innovazione rende necessario sviluppare un nuovo paradigma nella relazione tra uomo e tecnologia: la società 5.0, dove la tecnologia non è più un qualcosa che sostituisce, ma diventa un abilitatore di nuovi modelli di cittadinanza e lavoro che vedano l’individuo al centro. In questo contesto, la chiave per la competitività è l’innovazione, che è a sua volta alimentata dalle competenze. È questo il principio che ha guidato la realizzazione dello Studio “Italia 5.0: le competenze del futuro per lo sviluppo dell’innovazione nell’epoca dell’intelligenza artificiale in Italia e in Ue”, elaborato da Teha Group in collaborazione con Philip Morris Italia, presentato oggi nell’ambito della 50esima edizione del Forum di The European House – Ambrosetti, in una conferenza stampa cui hanno preso parte Massimo Andolina (Presidente Regione Europea, Philip Morris International), Marco Hannappel (Presidente e Amministratore Delegato, Philip Morris Italia – Vp South West Europe Cluster) e l’Advisor scientifico e portavoce dell’iniziativa Giorgio Metta (Direttore Scientifico, Istituto Italiano di Tecnologia). (VIDEO) La ricerca si è posta l’obiettivo di definire gli elementi per un New Deal delle competenze per trasformare il nostro Paese in un’Italia 5.0 – in grado di cogliere da protagonista tutti i benefici derivanti da innovazione, digitalizzazione e nuove tecnologie – che rappresenti anche un modello da esportare a livello europeo. Lo studio ha fatto leva su un’ampia attività di stakeholder engagement, che ha visto la partecipazione di oltre 10 vertici di imprese, delle istituzioni e delle associazioni di categoria in interviste riservate, nonché il coinvolgimento di oltre 450 imprese da 4 Paesi UE (Italia, Germania, Francia, Spagna) in una survey, somministrata in collaborazione con Coldiretti, per misurare digitalizzazione e competenze nei settori agricolo e manifatturiero.Questi i punti chiave emersi dallo studio: L’adozione del paradigma 5.0 rappresenta un imperativo competitivo: i paesi che investono di più in R&D crescono maggiormente e sono più competitivi. Inoltre, c’è una forte correlazione tra digitalizzazione delle aziende e capacità di generare innovazione. L’Italia è una potenza agricola e manifatturiera. Le pmi sono centrali nel tessuto economico europeo ed italiano, rappresentando il 97% del totale delle imprese in Europa e il 98% in Italia. Il ruolo delle grandi aziende è fondamentale per guidare un processo di digitalizzazione, innovazione e sostenibilità delle filiere assumendo il ruolo di capofiliera. Le aziende parte di una filiera sono infatti più innovative e più sensibili a sostenibilità e digitale. Essere parte di una filiera genera degli impatti positivi anche per quanto riguarda la produttività e la sostenibilità, come dimostra il significativo differenziale nei dati tra la media di aziende agricole italiane e aziende tabacchicole associate a Coldiretti che collaborano con Philip Morris Italia (+56% per la produttività e +24% per la sostenibilità). Per la società 5.0, le competenze sono chiave: serve alfabetizzare digitalmente 15 milioni di cittadini, aumentare gli iscritti a corsi di laurea ICT e agli ITS e puntare sulla formazione continua. Secondo Valerio De Molli, Managing Partner & Ceo di Teha Group e The European House – Ambrosetti, “per cogliere appieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dall’intelligenza artificiale, è chiave per l’Italia muoversi verso un nuovo paradigma di dispiegamento tecnologico: quello della Società 5.0. Per costruire un'Italia 5.0 è strategico il ruolo delle aziende capofiliera: l’Italia è infatti un Paese di Pmi, che generano il 48% del valore aggiunto del Paese e impiegano il 57% degli occupati, ma sono più in difficoltà rispetto a digitalizzazione e competenze, per cui è necessario il ruolo di stimolo della grande impresa. Inoltre, le competenze sono chiave, soprattutto per cogliere i benefici dell’intelligenza artificiale: il Paese è in ritardo, serve un Piano Marshall delle competenze”. “La ricerca conferma – anche con le testimonianze dirette provenienti dal mondo delle aziende - che il capitale umano è oggi l’elemento chiave della competitività delle imprese e della crescita dell’economia, elemento ulteriormente valorizzato dalla rivoluzione dell’intelligenza artificiale”, ha sottolineato l’Advisor scientifico dell’iniziativa Giorgio Metta, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia. “l’Italia è un Paese di eccellenze anche nella ricerca e nell’istruzione. Tuttavia, l’Italia ha un problema di scala sulle competenze: nonostante le eccellenze, l’Italia sconta un ritardo sistemico sulle competenze digitali, sia di base che avanzate: mancano infatti 15 milioni di cittadini da alfabetizzare al digitale, aumentare gli iscritti a corsi di laurea Ict e agli Its e puntare sulla formazione continua”. Per Massimo Andolina, Presidente Regione Europea di Philip Morris International, “L’ambizione dell’Italia può e deve essere quella di abbracciare un nuovo paradigma di sviluppo per posizionarsi come modello da esportare in Europa. Per colmare il gap di competenze digitali occorre partire dalle esperienze più virtuose e da una collaborazione pubblico-privato di tipo strutturato. In questo momento storico è fondamentale, da una parte, tenere il passo dell’innovazione, guidandola, per mantenere alta la competitività; dall’altra parte garantire il più ampio accesso possibile a percorsi di formazione all’avanguardia, che accompagnino i professionisti lungo il loro intero percorso in azienda”. Secondo Marco Hannappel, Presidente e AD di Philip Morris Italia, "l’esperienza di Philip Morris Italia è emblematica: grazie alle competenze all’avanguardia della nostra filiera integrata – che oggi coinvolge oltre 41.000 persone e più di 8000 imprese - abbiamo costruito negli anni un modello di business invidiato in tutto il mondo, il cui principale driver è sempre stato la capacità di innovare. I dati oggi mostrano i frutti di questo percorso virtuoso e quanto il ruolo di capofiliera sia essenziale, in particolare nel mondo agricolo: grazie agli accordi di programma sottoscritti negli anni da Philip Morris con il Ministero dell’Agricoltura e con Coldiretti, gli agricoltori aderenti all’iniziativa mostrano dati sull’innovazione sensibilmente migliori rispetto alla media Italiana ed Europea: l’89% di tali aziende dichiara di aver realizzato o di avere in corso progetti agritech rispetto al 46% della media italiana e al 77% della media Ue.” Sulla base delle prospettive fornite dalle attività di stakeholder engagement – survey, interviste riservate e tavoli di lavoro, sono state elaborate le 5 proposte chiave per lanciare il New Deal delle competenze per un’Italia 5.0: 1.Formazione in ingresso. Lanciare un Piano Marshall delle competenze con l’obiettivo di superare i gap del Paese e di rendere l’Italia una fucina di talenti per il paradigma 5.0. Nei prossimi anni sarà necessario innanzitutto accelerare l’alfabetizzazione digitale di 15 milioni di cittadini per centrare gli obiettivi Ue stabiliti nel Digital Compass (80% di adulti con competenze digitali di base). Inoltre, occorre fare un deciso passo avanti sulla formazione universitaria e su quella professionalizzante: per recuperare il gap con i Paesi benchmark più avanzati, è necessario aggiungere ai numeri attuali 137mila laureati Ict, 87mila ingegneri e 140mila iscritti agli Its. In questo, i fondi del Pnrr rappresentano un’opportunità da cogliere al meglio. 2.Formazione permanente. Oltre alla formazione in ingresso, per un’Italia 5.0 è necessario intervenire anche sui percorsi di reskilling e upskilling dell’attuale forza lavoro. Occorre individuare strumenti normativi adeguati per offrire ai lavoratori percorsi di miglioramento delle proprie competenze, sostenendo la transizione digitale del mercato del lavoro italiano. L’obiettivo è quello di formare almeno 2,8 milioni di lavoratori in Italia, al fine di raggiungere la media UE di quota di partecipazione a percorsi di formazione e istruzione nella popolazione adulta. 3.Digitalizzazione delle Piccole e Medie Imprese (pmi). La digitalizzazione delle pmi italiane è cruciale per la competitività del sistema-Paese, in quanto rappresentano l’ossatura produttiva del nostro sistema economico. Per questo motivo è necessario creare un piano nazionale dedicato alla digitalizzazione delle pmi e in particolare delle filiere manifatturiere e agricole, al fine di rendere l’adozione di nuove tecnologie più accessibile. L’obiettivo è quello di digitalizzare almeno 126mila pmi per raggiungere il target UE fissato nel Digital Compass (90% di pmi con livello digitale di base). Il piano transizione 5.0 rappresenta un passo importante in questa direzione. 4.Capofiliera e innovazione. Per dimensione economica, impatto occupazione e propensione all’innovazione, la presenza di un’impresa capofiliera è determinante per la digitalizzazione di tutte le altre aziende coinvolte nella filiera, come evidenziato dalla survey Teha su 400 aziende europee: il 44,9% dei rispondenti in Italia e il 40,4% dei rispondenti in Spagna, Francia e Germania afferma che il capofiliera favorisce la formazione continua e lo sviluppo di competenze digitali. questo motivo, occorre valorizzare il ruolo dei capifiliera come motore per l’innovazione di prodotto e di processo, per la digitalizzazione e per la sostenibilità, promuovendo la diffusione di contratti di filiera come già fatto con successo in Italia. 5.Collaborazione pubblico-privato: per realizzare una strategia sul medio periodo è fondamentale che vi siano quadri regolatori efficaci, stabili, in grado di promuovere l’innovazione di prodotto e di processo e creare un ecosistema tra Istituzioni, università e aziende. Sotto questo aspetto, in virtù del quadro unionale nel quale l’Italia agisce, per recuperare competitività rispetto ad altri continenti è fondamentale che queste condizioni vengano garantite e promosse a partire dal legislatore europeo.