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(Adnkronos) - Confronto con i coetanei e con gli adulti coinvolti nei processi educativi. Percezione del proprio corpo. Bullismo e cyberbullismo. Sono solo alcune delle fatiche che milioni di studentesse e studenti dovranno affrontare una volta tornati sui banchi di scuola. In occasione del Back to school 2025, ActionAid accende i riflettori sul tema presentando i risultati della ricerca condotta con Webboh su un campione di oltre 14mila ragazze e ragazzi, nell’ambito del progetto decennale di contrasto alle diseguaglianze Youth4Love, rivolto a studentesse e studenti tra i 13 e i 18 anni e sostenuto con i fondi Otto per Mille dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Tra le tematiche emerse dall’indagine, occupano un posto di rilievo ''il bullismo e il cyberbullismo come non accettazione, non conoscenza dell'altro'', fa sapere Valentina Ciaccio di ActionAid Italia. In particolare, “sono state stressate tematiche quali lo steretipo e l’intersezionalità - spiega - L’andare oltre l'idea di una persona caratterizzata solo da un elemento e vederne l’insieme”. Il bullismo è anche la forma di violenza maggiormente segnalata da studentesse, studenti e insegnanti, dell'istituto comprensivo aquilano raggiunto per la prima volta da Youth4Love. Se “negli istituti superiori l'elemento legato al bullismo è l’abbigliamento, il modo di fare o l’orientamento sessuale”, dall’esperienza condotta nell’istituto comprensivo aquilano è emerso che tra ragazze e ragazzi delle scuole medie “è più probabile che vi siano elementi di bullismo correlati a un'origine diversa rispetto al contesto classe. Una provenienza non conosciuta e quindi non accettata”, specifica Ciaccio. Inoltre, “molte persone con cui abbiamo condotto il progetto all'interno delle scuole medie, studenti e studentesse del secondo e terzo istituto comprensivo, non avevano i social - fa notare l’esperta di ActionAid - Questo elemento li ha portati a non essere ancora esposti al confronto con la società e soprattutto alla richiesta che la società spesso fa a questi giovani riguardo a una corporeità o una modalità di comportamento particolare. Gli elementi ‘stereotipi’, per quanto presenti, non erano stressati da quello che è l'immaginario collettivo”. A rafforzare questo aspetto, le evidenze della ricerca condotta con Webboh: una persona su due, infatti, dichiara di pensare spesso al proprio corpo in modo critico, focalizzandosi soprattutto sui difetti. Un approccio causato da modelli estetici proposti dai social media e dalla pubblicità che rimandano a una perfezione fisica irrealistica. Talvolta i media si costituiscono incubatori di pensiero critico e negativo rispetto al proprio e corpo e nel contesto ‘social’ sono frequenti i fenomeni di cyberbullismo che “avviene 24 ore su 24, anche attraverso persone che non si conoscono - evidenzia Ciaccio - A volte si assiste a una situazione di trascinamento a catena in cui vi è un bullo e altri che seguono il suo atteggiamento in quanto giustificati dal primo bullo”. Nonostante nel corso dell'esperienza pluriennale di ActionAid sul campo, con il programma You4Love, si osservano “enormi passi avanti riguardo le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, permangono ancora stereotipi molto forti tra i giovani e le giovani, in particolare nella fascia d'età dai 14 ai 19, molto ancorata a una visione tradizionale dei ruoli di genere, anche all'interno della coppia”, fa notare Corinne Reier di ActionAid Italia. Ma allora, come intervenire? “È importante lavorare non solo sul bullo, ma sulla società in generale, sui giovani e anche sulla comunità educante - avverte Ciaccio - È necessario per riconoscere questi comportamenti e per evitare atteggiamenti di incuranza e negligenza. Perché il non fare qualcosa significa sostanzialmente accettare bullismo e cyberbullismo”. Inoltre, è ormai irrimandabile la necessità di rispondere alla richiesta, reclamata a gran voce da studentesse e studenti, di poter usufruire di programmi di educazione alla sessualità e all’affettività. “La stragrande maggioranza di loro vuole un percorso all'interno delle scuole in orario curriculare - incalza Corinne Reier di ActionAid Italia - che venga svolto con la collaborazione della comunità educante e nello specifico, con il coinvolgimento di personale esperto esterno che possa guidare ragazze e ragazzi nella decostruzione degli stereotipi di genere, nell'imparare e riflettere su come stare insieme, su come sviluppare le relazioni l'uno con l'altra in modo anche da prevenire la violenza tra pari e di genere in tutte le sue forme, come per esempio il bullismo e il cyberbullismo”, conclude.
(Adnkronos) - Digithon guarda verso il futuro e si trasforma in Fondazione. L'annuncio è arrivato nella tarda serata a Bisceglie al termine della decima edizione. A farlo l'ideatore della manifestazione, Francesco Boccia. "Penso -ha detto- che la scelta che Confindustria Bari-Bat ha fatto con l'associazione Digithon di trasformarsi in fondazione, dà le gambe ad un progetto che è molto più grande di noi e per questa ragione quella di quest'anno è stata la mia ultima premiazione, nel senso che Digithon andrà avanti con una struttura molto più solida che avrà Confindustria Bari-Bat come principale partner, con l'associazione Digithon con la presidente Letizia D'Amato e tutte le persone che l'hanno animata finora, e molti dei partner storici della manifestazione entreranno nella Fondazione, a partire dal Politecnico di Bari. E sono lieto di annunciare che il professor Michele Ruta, ordinario del Politecnico di Bari , professore ordinario del Politecnico di Bari e delegato del rettore alla transizione digital è il nuovo presidente della Fondazione", ha sottolineato Boccia. E Boccia ha ricordato che "il primo decennio della manifestazione è stata davvero la semina, io l'ho intesa così, nel senso che abbiamo messo ogni anno un seme nuovo che è germogliato e ci ha consentito di fare un salto di qualità che in parte avete visto con alcune delle start-up che ora sono diventate aziende di successo. Adesso inizia una storia nuova che sono sicuro che sarà ancora più bella, ancora più avvincente, ancora più in grado di realizzare i sogni di centinaia e centinaia di ragazzi che da tutta Italia arrivano qui in Puglia e speriamo, come dice Mario Aprile presidente di Confindustria Bari-Bat, restino qui in Puglia", ha concluso.
(Adnkronos) - L'Erc, istituito dall'Unione Europea nel 2007, è il principale ente europeo di finanziamento della ricerca di frontiera di eccellenza. Finanzia ricercatori creativi di qualsiasi nazionalità ed età per la realizzazione di progetti in tutta Europa. Il progetto Chopin (acronimo di Atomistic approaches for plasmonic photo induced phenomena) di Tommaso Giovannini, docente di Fisica teorica della materia condensata al dipartimento di Fisica dell’Università di Roma Tor Vergata, si è aggiudicato l’ambito finanziamento europeo nella sezione Starting Grant (STG), unico Standing Grant per l’anno 2025 nell'Ateneo. “Il mio progetto - spiega Giovannini - riguarda lo sviluppo di modelli teorici per lo studio di processi fotoindotti da plasmoni superficiali localizzati. Questi vengono generati quando la luce che è una radiazione elettromagnetica interagisce con nanoparticelle metalliche, ad esempio d'oro o argento, che sono capaci di concentrare l’energia in spazi nanometrici dell'ordine di un miliardesimo di metro. I plasmoni superficiali localizzati sono oscillazioni elettroniche collettive in materiali nanostrutturati, eccitate dalla luce. Le proprietà uniche dei plasmoni superficiali consentono di attivare processi fotoindotti, come reazioni chimiche, utilizzando condizioni di gran lunga più sostenibili rispetto alla catalisi convenzionale. Il campo che studia questi fenomeni prende il nome di catalisi plasmonica. La catalisi plasmonica è un approccio innovativo che sfrutta le proprietà ottiche dei plasmoni superficiali per promuovere reazioni chimiche". “In questo modo - prosegue Giovannini - si possono generare campi elettrici molto intensi, che insieme ad altri fenomeni quantistici sono in grado di modificare la chimica di sistemi molecolari in prossimità della loro superficie e in particolare la loro reattività". Il grande interesse attuale verso la catalisi plasmonica in termini di sostenibilità è dovuto al fatto che essa consente di ridurre il consumo energetico associato alla catalisi convenzionale, sostituendo condizioni drastiche, come alte temperature o pressioni, con l’uso di luce visibile o solare. La catalisi plasmonica può infatti avere vari utilizzi, in particolare per la chimica sostenibile e l’energia verde. Alcuni esempi di reazioni di grande impatto che possono essere guidate o accelerate tramite processi plasmonici includono, tra le altre, la riduzione dell'anidride carbonica a combustibili o molecole di interesse chimico, la generazione di idrogeno tramite scissione fotoindotta dell’acqua, la fissazione dell’azoto in condizioni blande, l’attivazione di metalli abbondanti sulla Terra, come ad esempio il ferro, che sono normalmente cataliticamente inattivi. “Chopin ha l’obiettivo di costruire nuovi metodi teorici per modellizzare e prevedere questi fenomeni complessi, attraverso una descrizione atomistica sia dei sistemi molecolari che delle nanostrutture. Grazie a metodologie avanzate che uniscono chimica teorica, fisica della materia e elettrodinamica quantistica, sarà possibile descrivere in dettaglio come le nanoparticelle plasmoniche assorbono luce, trasferiscono energia e guidano reazioni chimiche in varie condizioni. Chopin creerà un ponte diretto tra teoria ed esperimento, aprendo la strada a una progettazione razionale di nanomateriali in grado di sfruttare la luce solare per processi chimici più efficienti e sostenibili”.