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(Adnkronos) - Stop di 6-8 settimane per Gregorio Paltrinieri. Il campione azzurro è stato operato a dito e gomito dopo i Mondiali di nuoto di Singapore, in seguito ai tre argenti conquistati nelle acque libere (10 km, 5 km e staffetta 4x1500m mista). Dopo il problema al dito, l'azzurro ha optato per l'intervento, saltando così le gare in vasca: "Mi sono veramente rotto il..." ha scritto su Instagram Paltrinieri, ringraziando i medici dopo l'operazione. "Un grazie speciale a Giuseppe Porcellini, a tutta la sua equipe, al dottor Manzieri, all’ospedale di Sassuolo e naturalmente a Tiziana Balducci. Mi hanno rimosso la vite intrarticolare nel gomito, che continuava a darmi fastidio dall’operazione dell’anno scorso e hanno messo a posto la frattura al dito di Singapore. E mi hanno offerto 1kg di pizza ieri sera" ha concluso l'azzurro, con un pizzico di ironia. Ma quanto starà fuori il fuoriclasse del nuoto azzurro? "Gregorio Paltrinieri è stato sottoposto a un doppio intervento chirurgico presso l'ospedale di Sassuolo eseguito dall'équipe ortopedica guidata dal professor Giuseppe Porcellini - ha fatto sapere la Federnuoto -. In particolare è stata eseguita un'artroscopia di gomito con rimozione della vite intrarticolare su pregressa frattura, occorsa nel mese di agosto del 2024 al termine dei Giochi Olimpici, con successivo innesto cartilagineo. Nella stessa seduta operatoria, è stato inoltre eseguita dal dottor Stefano Manzieri la riduzione della frattura della base della terza falange del quarto dito della mano sinistra avvenuta durante la gara di 10 km a Singapore. La prognosi è di 6-8 settimane per il completo recupero funzionale e la ripresa degli allenamenti".
(Adnkronos) - “È una banalità dire che se non ci fossero saremmo tutti più contenti. Ma se verrà confermato, mi auguro nel più breve tempo possibile, quel 15 % che leggiamo oggi sui giornali, almeno avremmo una percentuale definita e le aziende comincerebbero a prendere le dovute contromisure su un dato certo. Togliere quel dazio occulto che è l’incertezza è pur sempre un inizio: basti pensare che proprio il clima di incertezza ha fatto registrare, solo a maggio, un calo delle nostre esportazioni del 6,6% verso il mercato Usa, che ricordiamolo, è il secondo mercato in assoluto e il primo extra Ue per un valore pari a 1,7 miliardi di euro per il macrosistema arredamento. E nel frattempo le importazioni dalla Cina sono aumentate in maniera preoccupante di un +28,3% nel periodo gennaio-aprile 2025”. Lo dichiara Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. “Quello americano è un mercato strategico per il nostro settore in cui perderemmo competitività, considerando che la ricaduta più diretta sarebbe sul consumatore finale americano che, seppur con una stima approssimativa, si troverebbe a pagare lo stesso prodotto il 6% in più", continua. "L’ottimale? Sicuramente no, ma pur sempre gestibile. Purtroppo, quello che potrebbe peggiorare davvero questa situazione già complessa, è la perdita di potere d'acquisto del dollaro verso l'euro, con una svalutazione che da inizio anno è arrivata al 13% e che potrebbe toccare il 20-25% nella primavera del 2026. Questo scenario sarebbe ben più grave dell’introduzione del dazio", conclude.
(Adnkronos) - “Oggi presentiamo un esempio di ricerca universitaria molto avanzata e già molto vicina a una sperimentazione su strada reale. È qualcosa di potenzialmente pronto per un servizio, ma bisogna fare un grande salto. Lo deve fare l'Italia, lo deve fare l'Europa: trasformare questi bei progetti molto avanzati di ricerca e sviluppo, in progetti industriali imprenditoriali”. Così Sergio Matteo Savaresi, professore e direttore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, alla presentazione del progetto ‘Sharing for Caring’, a Darfo Boario Terme (Bs). Si tratta di ‘Robo-caring’, il primo prototipo italiano di mobilità autonoma - una Fiat 500 elettrica sviluppata all’interno del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, dal Politecnico di Milano - pensato per persone anziane e con fragilità. Il progetto gode del sostegno di Fondazione Ico Falck e Fondazione Politecnico di Milano, e della collaborazione di Cisco Italia come partner tecnologico. Un'innovazione che si basa su “una tecnologia estremamente complessa che richiede tante risorse economiche - sottolinea il professore - Stiamo provando a trasformare questo bellissimo progetto di ricerca in un grosso progetto imprenditoriale per dare all'Italia e all'Europa la chance di avere questa tecnologia che oggi, di fatto ha solo la Cina e gli Stati Uniti”. Ma per cogliere questa opportunità Italia ed Europa “devono fare un salto”, si diceva. Per farlo servono grosse risorse economiche da impiegare nella trasformazione di una tecnologia estremamente complessa in un servizio disponibile ai cittadini. Ma non solo. “Serve uno sblocco normativo che rimuova la necessità di avere il safety-driver a bordo, oggi obbligatorio per fare questa sperimentazione (Decreto Ministeriale 70 del 2018 ‘Smart Road’ ndr.) - evidenzia Savaresi - Le due cose dovrebbero avvenire idealmente insieme: quando la tecnologia è stata messa completamente a punto da un'entità industriale imprenditoriale, serve lo sblocco normativo”, suggerisce. Il prototipo presentato a Darfo Boario è l'espressione di un futuro imminente. Ma viene da chiedersi: quando vedremo davvero sulle strade italiane un veicolo a guida autonoma senza safety-driver? “Perché la messa a punto industriale e lo sbocco normativo arrivino a compimento prevediamo dai 2 ai 4 anni”, stima Savaresi.